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      • IL GRANDE INGANNO: LO STATO HA RISORSE FINANZIARIE LIMITATE

      IL GRANDE INGANNO: LO STATO HA RISORSE FINANZIARIE LIMITATE

      E’ di questi giorni la questione dell’approvazione della terza rata di finanziamenti, 19 mld. per l’esattezza, del PNRR da parte dell’UE (1); il problema non è tecnico, in quanto l’Italia è in regola con tempi e procedure, ma squisitamente politico in quanto si vuole imporre al nostro Paese l’accettazione di due dossier, peraltro già ratificati, riguardanti il MES e le concessioni balneari. Non entreremo qui nel dettaglio di queste due norme comunque totalmente penalizzati per noi ma sul meccanismo che ci costringe a subire dall’UE veri e propri ricatti.

      La madre di tutti i problemi nella società moderna è la reperibilità di risorse finanziarie necessarie allo Stato il quale deve impegnarsi a procurarsene in quantità sufficienti per soddisfare le proprie esigenze di spesa pubblica ma, contemporaneamente, devono cercare di non far aumentare il debito pubblico. Quando le risorse sono scarse, bisogna ridurre la spesa pubblica in cui, però, rientrano i servizi indispensabili per il benessere e la sicurezza dei cittadini come sanità, scuola, infrastrutture ecc.; in altre parole, bisogna attuare una politica di austerità.

      Conosciamo molto bene le politiche di austerità e di controllo dei conti pubblici a cui i Paesi dell’Eurozona devono sottostare. Cosa ci chiedono queste norme europee? La prima regola impone il pareggio di bilancio: tante sono le spese di uscita dello stato e altrettanto devono essere le entrate sotto forma di tasse; quindi, salvo casi eccezionali, allo Stato non è permesso fare alti deficit di bilancio, cioè spendere di più di quello che ha incassato con le imposte. Purtroppo abbiamo tutti un debito pubblico alto; noi italiani abbiamo il più alto in Europa dopo quello greco con un rapporto Debito/Pil del 144%. Avendo un debito complessivo più alto del Pil, abbiamo bisogno di trovare, periodicamente, finanziatori che ci permettono di rinnovare i Titoli di Stato (TdS) in scadenza; questi finanziatori li troviamo fra gli investitori privati di cui i maggiori sono operatori istituzionali presenti sui Mercati Finanziari.

      Un’altra forma di finanziamento dello Stato si può ottenere tramite la “monetizzazione del debito”, ovvero l’acquisto diretto dei titoli emessi sul mercato primario dalla propria Banca Centrale (BC) che, per questa funzione, viene definita “prestatrice di ultima istanza”. Questo processo è di estrema importanza poiché la rende una fonte diretta di finanziamento e una fondamentale garanzia sulla vendita dei TdS in quanto, quelli rimasti invenduti nelle aste pubbliche, possono essere acquistati direttamente dalla stessa BC. E’ importante ricordare che la BC ha la possibilità di creare tutta la nuova moneta necessaria, senza alcun limite oggettivo.

      Un caso a parte è rappresentato dalla Banca Centrale Europea (BCE) che, unica al mondo, non ha la possibilità di finanziare direttamente gli Stati dell’Eurozona, salvo in casi eccezionali (vedi Quantitative Easing – QE) e quindi non può fornire automaticamente le garanzie di una normale BC come prestatrice di ultima istanza. Questo comporta un effetto deleterio sui Mercati in quanto lo Stato in oggetto deve garantire ai suoi prestatori un’affidabilità sicura che si può dimostrare solo attraverso politiche ferree di controllo dei conti e, quindi, attraverso l’attuazione delle solite politiche di austerità.

      E’ importante fare una premessa prima della conclusione finale; esistono due tipi di ricchezza: la ricchezza finanziaria (i soldi) e la ricchezza reale (i beni e servizi prodotti con il nostro lavoro). La ricchezza finanziaria rappresenta o deve rappresentare in modo proporzionale la ricchezza reale prodotta da una nazione: se non c’è ricchezza reale, la ricchezza finanziaria perde completamente il suo valore. E’ in base a questo rapporto che in un contesto di economia povera, stampare nuova moneta sarebbe inutile e deleterio poiché creerebbe solo processi di iperinflazione. Diversamente, in un’economia florida dove c’è una grande produzione e quindi una buona offerta di beni e servizi, è improponibile non fornire la moneta necessaria per aumentare il potere d’acquisto del “settore privato”, ovvero dei cittadini, ma continuare con le solite politiche di austerità per non rischiare di veder aumentare “pericolosamente” il debito pubblico. Da questo possiamo dedurre che la vera ricchezza di una nazione è costituita dalla sua capacità di produrre beni e servizi: un Paese con una buona economia è un Paese ricco.

      Durante i vari cicli economici, l’unico impegno del governo deve essere quello di fornire ai cittadini la quantità di moneta necessaria a soddisfare l’equilibrio fra domanda e offerta. È per questo motivo che durante una eventuale fase recessiva, lo Stato deve intervenire con manovre espansive che si possono ottenere solo con un aumento della spesa pubblica e l’attuazione di deficit di bilancio sostanziosi perché solo attraverso di essi lo stato può aumentare la liquidità all’interno del circuito economico. Purtroppo, nell’Eurozona abbiamo norme vincolanti che ci impediscono l’attuazione di ampi deficit di bilancio; questo limite causa ciclici processi recessivi che ci costringono a un lento ma costante impoverimento dell’economia. Tutto questo rende completamente ingiustificabile la norma di pareggio di bilancio e l’impedimento di sostanziosi disavanzi pubblici che, in presenza di una propria valuta nazionale, si potrebbero finanziare senza problemi attraverso la monetizzazione del debito con la creazione di nuova moneta da parte della BC. Questo, di fatto non si dovrebbe considerare debito pubblico in quanto lo Stato non si va a indebitare con nessun soggetto terzo ma con la “propria” BC; in sostanza, in uno stato titolare di una propria moneta e con i TdS denominati con la medesima valuta, il problema del debito pubblico semplicemente non esiste.

      A questo punto possiamo affermare che tutte le politiche che impongono restrizioni di bilancio, necessarie a contenere il debito pubblico (che abbiamo visto non essere un problema reale), sono assolutamente ingiustificate perché creano cicli recessivi con aumento della disoccupazione, impoverimento del mercato interno con conseguente riduzione del fatturato delle imprese, aumento della povertà e una diminuzione di tutti i servizi pubblici erogati dallo stato, a cominciare dalla sanità. Questi sono i danni creati dalle scriteriate politiche economiche imposte dall’ Unione Europea negli ultimi vent’anni basate sul concetto neoliberista che lo stato, come un buon padre di famiglia, deve risparmiare; la domanda è che cosa? Forse alcune centinaia di miliardi di una moneta creata dal nulla dalla BCE? Questo ci fa comprendere l’insensatezza e l’insostenibilità delle norme che regolano l’Eurozona…..una ”zona” dalla quale dovremmo uscire il prima possibile.

      Diventa chiaro, a questo punto, che il concetto del debito pubblico non è altro che uno strumento di potere da parte della finanza internazionale e quindi di ricatto nei confronti degli Stati e dei loro Popoli; dobbiamo sfatare questa immensa truffa e tornare ad essere liberi, liberi da un debito che non esiste.

      E’ fondamentale, inoltre, comprendere l’altra faccia della medaglia della grande truffa monetaria: la scarsità di risorse finanziarie impedisce al governo di poter attuare parte degli investimenti pubblici perché mancanti delle le famose “coperture”. La domanda è: dove si possono andare a prendere i soldi che servono? La risposta è semplice: dalla propria BC che, creandoli dal nulla, attraverso la cosiddetta “monetizzazione del debito”, può finanziare a costo zero tutti i deficit di bilancio che necessitano allo Stato per garantire benessere, assistenza e sicurezza ai suoi cittadini, senza che questo comporti qualsivoglia forma di indebitamento verso finanziatori terzi.

      Concludendo possiamo certificare che tutte le problematiche relative al debito pubblico, al pareggio di bilancio, al contenimento della spesa pubblica sono un grande inganno che favorisce esclusivamente il mondo della finanza dandole, inoltre, potere di vita e di morte sulle economie dei Popoli. La vera ricchezza è quella reale che produciamo noi cittadini e imprese con il nostro lavoro e questo ci impone di riprendere il controllo della nostra economia togliendola dalle mani di una finanza parassitaria e distruttiva. I veri e unici creatori di ricchezza siamo noi, dobbiamo ricordarlo, sempre.

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