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      • LA TASSA SUGLI EXTRA-PROFITTI DELLE BANCHE SCATENA L’INFERNO TRA I POTERI PROFONDI!

      LA TASSA SUGLI EXTRA-PROFITTI DELLE BANCHE SCATENA L’INFERNO TRA I POTERI PROFONDI!

      Ormai possiamo tranquillamente definire quello che sarà il finale del progetto rappresentato dall’Euro e dalle sue folli regole, prendendo a prestito la famosa frase pronunciata nel bestseller di Victor Kruger – Highlander: “There can be only one”

      Ne resterà soltanto uno!

      Sì, avete ben compreso! All’interno di quelle che sono le costanti azioni di chi mette in pratica questo vero e proprio progetto espropriativo della moneta dalle tasche del popolo, che secondo logica matematica a scalare verso l’alto, prima o poi, colpirà tutti.. il finale di questo drammatico Colossal che da decenni va in onda su buona parte del pianeta, sarà quello che a disporre della moneta ne rimarrà solo uno!

      Finché tutto questo toccava il 95% percento dei popoli, in questo caso quello italiano, tutto andava bene e nessuno di quel 5% che di fatto comanda il gioco nel nostro paese si è mai fatto nè domande nè remore di sorta per le sofferenze di chi gli stava accanto.

      Ora che il barile di quel 95% è raschiato al fondo – chi seduto sulle comode poltrone di governo è chiamato a spingere sull’acceleratore per concludere il progetto, secondo i voleri di una entità primaria – è costretto ad iniziare ad intaccare il barile, ancora bello pieno, di quel 5%.

      La tassa sugli extra-profitti che il governo di Giorgia Meloni ha pensato di deliberare, nei giorni scorsi, va chiaramente nel senso appena indicato.

      Apriti cielo!!!

      Siamo andati a toccare la potente lobby del nostro mondo bancario e di quelle poche famiglie che lo controllano, ovvero gli stessi soggetti che da sempre detengono in senso letterale il potere sulle nostre istituzioni e che per loro stesso ed esclusivo interesse hanno acconsentito alla messa in atto di tutte quelle politiche economiche che per arricchire loro stessi, di contro hanno devastato il paese.

      Ecco che, se gli interessi delle élite di casa nostra non collimano più con quelli di questa entità superiore che di fatto aziona il pilota automatico dei governi, il risultato che si ottiene è l’attuale stato di confusione che si crea nel nostro deep state.

      Pensate cosa sta succedendo! Come ci informa il Corriere della Sera dalle sue colonne, ancorché riportato dal nostro quotidiano economico principe Il Sole 24 ore, [1] – a seguito del provvedimento del governo, a Francoforte pare abbiano già consegnato al postino in servizio nella zona, una letterina fortemente critica, che per giunta sarebbe in arrivo a Roma, nella quale appunto si contesterebbe merito e metodo, ritenendo potenzialmente dannoso il provvedimento.

      Ma vi è di più, sempre secondo quanto ci raccontano le due testate: la missiva in arrivo non sarebbe una iniziativa diretta della Bce, ma l’intervento di Madame Lagarde, sarebbe stato richiesto, pensate un po’, direttamente dal nostro Ministero del Tesoro (Mef).

      Quindi, ricapitolando, il governo adotta la misura, alla cui verifica avrà certamente partecipato il ministro del Mef, al secolo Giancarlo Giorgetti, visto la materia trattata. Dopo di ché, di fronte all’insurrezione della lobby bancaria, è lo stesso ministro del Mef a chiedere aiuto a Francoforte per uscire dall’impasse e salvare la faccia con i propri elettori, usando sempre la solita scusa ormai consolidata, condita dalla frase: ce lo chiede l’Europa!

      Non si tratta di un’iniziativa della Bce. Un portavoce della banca centrale europea ha confermato al Sole24Ore che la presidente Christine Lagarde ha ricevuto «la richiesta ufficiale di consultazione» da parte del ministro italiano delle Finanze. La richiesta, confermata al Sole24Ore anche da una portavoce del Mef, sarebbe arrivata a Francoforte prima di questa settimana. La richiesta di un parere ufficiale della Bce si rende necessaria in quanto interventi governativi sul sistema bancario possono avere ripercussioni sulla trasmissione della politica monetaria e sulla stabilità finanziaria. [1-ibidem]

      L’opinione della presidente della Bce Christine Lagarde sulla tassa sugli extraprofitti delle banche è stata richiesta ufficialmente dal Mef seguendo la prassi stabilita dalla normativa europea. La decisione del Consiglio europeo del 29 giugno 1998 relativa alla consultazione della Banca centrale europea da parte delle autorità nazionali sui progetti di disposizioni legislative, stabilisce infatti che le autorità degli Stati membri consultino “la Bce su ogni progetto di disposizioni legislative che rientri nelle sue competenze ai sensi del trattato” e, in particolare, per quanto riguarda anche “le norme applicabili agli istituti finanziari nella misura in cui esse influenzano la stabilità di tali istituti e dei mercati finanziari”.

      Come vedete, quando c’è da sistemare qualcosa nell’interesse delle lobby, i nostri politici la maniera per farlo la trovano sempre e l’intervento di Bruxelles e di Francoforte, viene richiesto a convenienza, anche quando nessun dettame proviene da quei luoghi. Il caso del blocco della circolazione dei crediti fiscali e la questione salario minimo, sono i due esempi più eclatanti di provvedimenti a vantaggio del popolo messo in atto il primo e non il secondo, pur di fronte a nessun intervento e/o richiesta da parte della UE.

      Critiche addirittura anche sul metodo seguito dall’esecutivo di Roma: secondo il Corriere della Sera viene contesta la mancata comunicazione preventiva alla Banca d’Italia e a Francoforte. Il Trattato Ue stabilisce che la Bce debba essere «consultata dalle autorità nazionali su ogni progetto di legge» nei settori di sua competenza.

      Insomma, anche questa palese improvvisazione pare molto sospetta, ed avvalora la tesi che non ci sia più quel completo allineamento all’interno delle lobby che comandano il nostro paese, da anni in perfetta sincronia tra loro.

      Non è bastato il fatto che sia stata la premier Giorgia Meloni ad intestarsi il provvedimento per prevenire le forti critiche all’interno della maggioranza. In particolare Forza Italia, con il segretario Antonio Tajani che ha già indicato alcuni interventi possibili: la tassa deve essere deducibile e va confermato la sua natura di intervento una tantum e soprattutto «bisogna escludere le banche del territorio dal provvedimento».

      E certo! Dobbiamo darla una grossa mano a quelle banche locali, esempio di fedeltà e fratellanza, sempre pronte a concedere lauti prestiti agli amici degli amici (quasi sempre senza adeguate garanzie), vista la penuria di denaro che i governi mettono in circolo!

      E dulcis in fundo, tra le criticità del provvedimento non poteva certo mancare il classico dei classici delle scuse neo-liberal: le ormai famose ripercussioni internazionali.

      Occorre considerare le conseguenze indirette che rischiano di farsi sentire nel lungo periodo agli occhi degli investitori, soprattutto quelli esteri. Questi ultimi, in particolare, potrebbero essere condizionati dall’incertezza creata attorno al comparto del credito nazionale (e non solo) da simili iniziative una tantum dell’esecutivo, come è stato sottolineato soprattutto sulla stampa estera. Ed è su questo terreno più insidioso, a maggior ragione perché legato alla fiducia, che si dovrà lavorare a valle della conversione del Decreto legge “Omnibus”.

      Insomma, tutte le solite novelle che si raccontano per uno Stato che ha deciso di concedere la propria sovranità monetaria ad altri, dando valore alla loro moneta con le proprie leggi. Tutte novelle rappresentate come immani tragedie, che non esisterebbero se fossimo dotati della nostra valuta con la conseguente libera capacità di spendere, ed una classe politica non in mano alle lobby.

      A questo punto, la palla torna dalla parte del campo di Giorgia Meloni, che magari contava su questo gettito fiscale extra proveniente da quel 5% del nostro mondo economico per avere spazio nella prossima finanziaria. Quali magie dovremmo aspettarci, ora?!

      Quello che però resta evidente da tutta questa querelle, è che ormai lo scontro tra poteri forti pare essere veramente in atto. Quello che invece non ci è dato sapere è quando ci sarà la resa dei conti finale ed in che tipo di mondo ci ritroveremo a vivere, dopo che saranno spazzate via le macerie.

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