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      • I compiti dell’Heartland russo verso est

      I compiti dell’Heartland russo verso est

      Nella strategia geopolitica complessiva della Russia come Heartland, gli obiettivi verso Est, due direzioni fondamentali di espansione e già considerate centrali nelle strategie diplomatiche, militari e geoeconomiche del Paese, meritano un’attenzione particolare.

       

      Alcuni punti in più sulla prospettiva meridionale

      Per quanto riguarda la direzione meridionale del processo di consolidamento, e di conseguenza i prerequisiti per l’istituzione di un mondo multipolare, dobbiamo considerare anche quanto segue:

      – prima di tutto, sconfiggere gli Stati Uniti nello spazio dell’Asia Centrale senza entrare in un confronto diretto, impedendogli di realizzare il progetto del Grande Medio Oriente;

      – creare una potente struttura strategica lungo l’asse Mosca-Teheran, fino all’integrazione politica-militare e al dispiegamento di strutture militari reciproche sul territorio di entrambi i Paesi;

      – cercare di avvicinarsi il più possibile alla Turchia nel suo nuovo corso geopolitico verso l’indipendenza dall’influenza americana e globalista;

      – proseguire con la riorganizzazione della regione del Caspio su base continentalista
      (eurasiatica e multipolare), dandole anche una connotazione strategico-militare;

      – impedire la creazione del Rimland asiatico tra Russia e Iran sotto il controllo degli Stati Uniti;

      – integrare Russia, Kazakistan e Tagikistan in un’unica area economica e doganale;

      – sviluppare un nuovo formato di relazioni con il Pakistan, tenendo conto della trasformazione della sua politica.

      – proporre una nuova architettura per l’Afghanistan e contribuire alla sua liberazione
      dall’occupazione americana e della NATO.

       

      Sotto la guida dinamica del neoeletto Presidente Masoud Pezeshkian, il legame Iran-Russia è pronto per un sostanziale rafforzamento. Basandosi sulle solide fondamenta gettate dal defunto Presidente Ebrahim Raisi, la nuova amministrazione è impegnata ad approfondire questa alleanza strategica. Il rinnovato vigore delle relazioni diplomatiche non solo promette di rafforzare i legami economici e politici, ma segnala anche una traiettoria continua di collaborazione di successo e di sostegno reciproco sulla scena globale. Mentre entrambe le nazioni navigano nelle complessità degli affari internazionali, la loro partnership è destinata a diventare una forza centrale nel plasmare la stabilità regionale e la geopolitica globale.

      L’altra questione centrale rimane il rafforzamento della SCO, che al vertice di Astana, intitolato ‘Rafforzare il dialogo multilaterale: Sforzarsi per la pace e lo sviluppo sostenibili’, si è concentrato sulle sfide pressanti delle questioni internazionali e regionali, sottolineando l’urgenza di strutture di sicurezza e cooperazione regionale, senza le quali i Paesi dell’Eurasia saranno condannati a una lunga serie di conflitti reciproci.

      L’apparente indebolimento degli Stati Uniti come egemone mondiale è evidente in due problemi cruciali del nostro tempo: la disintegrazione delle catene di approvvigionamento delle materie prime ed il numero crescente di conflitti lungo il perimetro dei Paesi del Rimland, di cui la SCO rimane il principale fattore strategico.

      Il vertice di Astana ha discusso anche di sviluppo delle infrastrutture, energia, ambiente, salute, turismo, istruzione, digitalizzazione, trasporti e logistica, e ha portato all’adozione di 25 documenti in vari settori e alla firma della Strategia di Sviluppo della SCO al 2035 e della Strategia di Sviluppo della Cooperazione Energetica della SCO al 2030, entrambe incentrate sul rafforzamento dell’Heartland Sud-Eurasiatico.

       

      L’importanza dell’asse Mosca-New Delhi

       

      Spostiamoci verso est: qui vediamo l’India come un grande spazio a sé stante. Durante l’epoca del Grande Gioco, l’India è stata il principale trampolino di lancio per il dominio britannico in Asia: all’epoca, era fondamentale per l’egemone talassocratico mantenere il controllo sull’India e prevenire la possibilità che altre potenze (in primis l’Impero russo) potessero invadere il territorio sotto controllo britannico in questa regione. A questo si legano anche le epopee afghane dei britannici, che tentarono ripetutamente di stabilire il loro controllo sulla complessa struttura della società afghana ribelle proprio per bloccare i russi da una possibile campagna in India.

      L’India attualmente persegue una politica di neutralità strategica, ma la sua società, la sua cultura, la sua religione e il suo sistema di valori non hanno nulla a che fare con il progetto globalista o con lo stile di vita dell’Europa occidentale: la società indù è completamente continentale, tellurocratica, basata su costanti che sono cambiate in modo piuttosto insignificante nel corso dei millenni. L’India nei suoi parametri (demografia, livello di sviluppo economico moderno, integrazione culturale) è un grande spazio organicamente incluso nella struttura multipolare.

      Le relazioni russo-indiane dalla liberazione dell’India dagli inglesi sono state tradizionalmente molto calorose; i governanti indiani sottolineano costantemente la loro adesione al modello multipolare dell’ordine mondiale; la stessa società indiana si dimostra un esempio di multipolarità, in cui la diversità delle etnie, dei culti, delle culture locali, dei movimenti religiosi e filosofici coesistono perfettamente l’uno con l’altro, con tutte le loro profonde differenze e persino contraddizioni. L’India è, ovviamente, una civiltà che nel XXI secolo, dopo la fine della colonizzazione, ha acquisito per ragioni pragmatiche lo status di Stato-nazione.

      In queste circostanze favorevoli al progetto multipolare, che rendono l’asse Mosca-Nuova Delhi un’altra struttura di supporto per l’espressione in quello spazio dell’idea pan-eurasiatica eurasiatica, ci sono una serie di circostanze che rendono difficile questo tipo di processo: l’India, per inerzia storica, continua a mantenere stretti legami con il mondo anglosassone, che durante il periodo del dominio coloniale è riuscito a influenzare in modo significativo la società indiana, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto economico e sociale: la mentalità stessa della società indiana rifiuta la logica delle alternative rigide aut/aut, ed è difficile per la coscienza indù rendersi conto della necessità di una scelta irreversibile tra Mare e Terra, tra globalizzazione e conservazione della propria identità e civiltà. Tuttavia, a livello regionale, nelle relazioni con i suoi vicini (principalmente Cina e Pakistan), il pensiero geopolitico indiano funziona molto più adeguatamente e questo dovrebbe essere sfruttato per portare l’India nella struttura multipolare della nuova architettura strategica eurasiatica.

      Il posto naturale dell’India è nello spazio eurasiatico, dove potrebbe svolgere un ruolo strategico paragonabile a quello dell’Iran, anche se il formato per la costruzione dell’asse Mosca-New Delhi dovrà essere completamente diverso, tenendo conto delle specificità della strategia e della cultura regionale indiana.

      Di Lorenzo Maria Pacini, strategic-culture.su

      29.07.2024

      Lorenzo Maria Pacini. Professore Associato in Filosofia Politica e Geopolitica, UniDolomiti di Belluno. Consulente in Analisi Strategica, Intelligence e Relazioni Internazionali.

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