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      MAHA, i dispositivi indossabili e la guerra per la coscienza incarnata

      Voglio credere in RFK Jr. e nel movimento MAHA (Make America Health Again). La visione di rendere l’America di nuovo sana rappresenta qualcosa di essenziale: un ritorno alla sovranità biologica in un’epoca di colonizzazione farmaceutica. Ma quando questa settimana RFK ha detto al Congresso che “la mia visione è che ogni americano indossi un dispositivo indossabile entro quattro anni”, annunciando che il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) sta “per lanciare una delle più grandi campagne pubblicitarie nella storia per incoraggiare gli americani a usare i dispositivi indossabili” (come smartwatch, fitness tracker e rilevatori del glucosio in tempo reale) ci troviamo di fronte a una contraddizione che va al cuore di ciò che effettivamente è il benessere umano.

       

      Amo la tecnologia e le possibilità di migliorare la vita Ma si dovrebbe sempre parlare di compromessi, e sembra che questa conversazione non avvenga mai. Non si tratta solo di privacy o di sicurezza dei dati. Si tratta della separazione sistematica della coscienza umana dal suo fondamento biologico e dell’infrastruttura globale che si sta costruendo per garantire che questa separazione diventi permanente.

      Il motore della disincarnazione

      L’agenda degli indossabili rappresenta qualcosa di molto più insidioso della sorveglianza: è l’industrializzazione dell’autoconsapevolezza umana. Quando chiedete al vostro dispositivo come avete dormito invece di sentirlo voi stessi, quando controllate il vostro telefono per vedere se siete stressati invece di notare il vostro respiro, state partecipando all’esternalizzazione sistematica della coscienza incarnata all’interpretazione algoritmica.

      I dati biometrici – le misurazioni digitali dei processi biologici come la frequenza cardiaca, il ritmo del sonno, i livelli di stress e il movimento – diventano più affidabili del proprio sistema nervoso. Questo va in direzione opposta ad un autentico benessere. La vera salute emerge dallo sviluppo della sensibilità ai segnali del corpo, dall’imparare a leggere le sottili comunicazioni tra mente e biologia, coltivando quel tipo di intelligenza somatica che ha guidato la prosperità umana per millenni. Gli indossabili possono atrofizzare questa capacità, anziché potenziarla.

      Sebbene alcune persone possano trarre un reale beneficio dagli indossabili per gestire condizioni croniche o mantenere alta una motivazione, la traiettoria più ampia ci allontana dall’intelligenza corporea. Considerate la sequenza di eventi che si sta delineando: l’indossabile rileva le irregolarità → diventa un promemoria automatico per l’assunzione di farmaci → l’assicurazione adegua i premi → il datore di lavoro mette in discussione la produttività → la sopravvivenza economica dipende dall’obbedienza biometrica. Il dispositivo non si limita a monitorare, ma diventa l’autorità che decide ciò di cui il vostro corpo ha bisogno, le terapie necessarie e l’eventuale rischio finanziario.

       

      Quando il vostro indossabile trasmette dati che dimostrano che avete saltato gli allenamenti, dormito poco o avuto picchi di stress, le compagnie assicurative possono adeguare i vostri premi o negare le richieste di risarcimento in base a “fattori legati allo stile di vita”. Gli stessi dati aiutano i datori di lavoro a identificare i dipendenti “ad alto rischio” da licenziare o quelli meritevoli da promuovere. Quello che viene venduto come potenziamento personale diventa una registrazione permanente che può essere usata contro di voi.

      La colonizzazione biologica della Quarta Rivoluzione Industriale

      Come abbiamo visto in Nodi senza consenso, questa traiettoria tecnologica si allinea perfettamente con il progetto della Quarta Rivoluzione Industriale di Klaus Schwab: “una fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica”. Il World Economic Forum non sta nascondendo il proprio programma: lo sta attuando attraverso sistemi che rendono economicamente impossibile l’autonomia biologica.

      Sono gli stessi scritti del WEF a rivelare che gli indossabili sono una componente cruciale della strategia globale di identità digitale. Come mostra il loro diagramma, i dispositivi di monitoraggio della salute non esistono in modo isolato (si veda la parte superiore dell’immagine): fanno parte di un sistema integrato che collega i dati sanitari ai servizi finanziari, all’accesso governativo, ai permessi di viaggio e alle piattaforme sociali. Quando il vostro indossabile monitora la vostra salute, quei dati confluiscono nella stessa infrastruttura di identità digitale che determina il vostro accesso ai servizi bancari, ai viaggi, al lavoro e persino alle interazioni sociali.

       

      La promessa dell’”ottimizzazione della salute” nasconde qualcosa di molto più profondo: la trasformazione degli esseri umani da entità biologiche consapevoli a flussi di dati gestiti. Quando il vostro indossabile diventa il mediatore tra voi e l’esperienza fisica, avete perso qualcosa di fondamentale su ciò che significa vivere in un corpo umano.

      Ciò si collega direttamente ai modelli storici esplorati in MKULTRA: The Hidden Hand, Part 3 – la metodologia coerente di promettere benefici per la salute individuale mentre si costruiscono sistemi di controllo biologico mai visti prima. Come documentato in quella sede, la Cina ha già messo in atto questo schema e il World Economic Forum ha riferito che le aziende cinesi stanno “monitorando le onde cerebrali e le emozioni dei dipendenti” attraverso dispositivi indossabili, con il risultato che i profitti sono aumentati di 315 milioni di dollari, mentre i lavoratori sono diventati beni biometrici. La tecnologia cambia, ma la logica del dominio rimane costante.

       

      Coercizione economica

      Ciò che rende “inevitabile” la linea temporale di RFK non è la domanda dei consumatori, ma l’eliminazione sistematica delle alternative attraverso la coercizione economica. Come Corey Digs ha meticolosamente dimostrato, gli indossabili rappresentano una componente di una griglia di controllo digitale completa in cui l’accesso all’assistenza sanitaria, all’occupazione e ai servizi di base diventa subordinato al monitoraggio biologico continuo.

      Come ha avvertito da tempo l’analista finanziaria e combattente per la libertà Catherine Austin Fitts, gli indossabili rappresentano una componente di quella che lei chiama “la griglia di controllo“, un sistema completo che integra la sorveglianza sanitaria con le valute digitali e il credito sociale. L’obiettivo non è l’ottimizzazione della salute, ma il controllo economico: subordinare l’accesso alle risorse alla conformità biometrica. Il suo articolo su Solari Report fornisce forse l’analisi più essenziale per comprendere questi sistemi convergenti, a parte la lettura diretta dei materiali del World Economic Forum.

       

      Nel settore sanitario molte persone sincere ritengono che l’uniformità dei dati controllati dai singoli piuttosto che dalle agenzie e dalle assicurazioni rappresenti una misura di risparmio che mette le persone contro l’industria e il governo. Questi formati standardizzati di dati sanitari, come i protocolli HL7 FHIR già diffusi nell’assistenza sanitaria statunitense, promettono efficienza e responsabilizzazione dei pazienti. Questa visione ha perfettamente senso dal punto di vista dell’efficienza. Ma è anche pericolosa.

      Ma efficienza per chi? Le compagnie di assicurazione traggono profitto dai modelli di rischio predittivi, mentre voi perdete la vostra privacy. I medici diventano interpreti di algoritmi anziché curatori, leggono schermi invece di guardare i pazienti. E “risparmiare denaro” spesso significa trasformare il vostro corpo in un paziente permanente: quando ogni metrica suggerisce l’ottimizzazione, ogni deviazione diventa una condizione patologica fatturabile.

      Le domande critiche non riguardano l’emancipazione individuale, ma il controllo sistemico: Chi definisce gli standard per questi dati uniformi? Chi costruisce le piattaforme? Chi stabilisce i protocolli per l’accesso e la conformità? Una volta che questi sistemi sono in funzione, il controllo individuale diventa una sottomissione individuale in quadri predeterminati.

      Biometria permanente

      I vostri dati biometrici non sono come le altre informazioni che potete controllare o modificare. Sono permanenti, sono unici e rivelano informazioni sulla salute, sul comportamento, sui cicli riproduttivi, sulle risposte allo stress e sullo stato psicologico che forse non conoscete nemmeno voi. Una volta raccolti, questi dati diventano un bene permanente e possono essere acquistati, venduti, hackerati o usati come armi, compresi i dettagli intimi sulle finestre di fertilità, gli indicatori di gravidanza e le decisioni di pianificazione familiare.

      Le implicazioni si stanno già manifestando nelle applicazioni del mondo reale. Come riportato da CNET nel 2018, dispositivi come Alexa, Fitbit, Apple Watch e persino pacemaker possono essere usati contro di voi in tribunale, una tendenza che da allora ha subito un’accelerazione.

       

      Il vostro indossabile non si limita a monitorare la vostra salute, ma crea una registrazione legale permanente che può essere portata in tribunale e utilizzata in procedimenti di divorzio, controversie di lavoro o cause penali. Un cattivo ritmo del sonno potrebbe suggerire un abuso di sostanze stupefacenti. Ritmi cardiaci irregolari potrebbero indicare che si sta mentendo. I picchi di stress potrebbero essere correlati a “problemi comportamentali”.

      Gli analisti sostengono che le piattaforme che elaborano i dati degli indossabili – tra cui aziende di sorveglianza come Palantir – li concepiscono come una forma di telemetria emotiva continua, progettando sistemi che costruiscono vettori predittivi a partire da ogni impulso per anticipare gli stati emotivi – o addirittura le proteste – prima che si verifichi un’azione.

      Questa capacità si allinea a ciò che la DARPA prevede per la sorveglianza sanitaria integrata: sistemi che combinano le “informazioni del singolo paziente” con le “cartelle cliniche elettroniche”, i “dispositivi indossabili” e le “informazioni sanitarie della comunità” per creare modelli comportamentali completi. Come ha descritto Susan Monarez, vicedirettore dell’ARPA-H (una società derivata della DARPA) e attuale direttrice del CDC,  questa integrazione consente ai medici di comprendere i pazienti attraverso una “intelligenza artificiale generativa” e una “capacità di modellazione” in grado di prevedere non solo le condizioni mediche, ma anche i modelli comportamentali, la conformità alle terapie e i punteggi di credito sociale.

       

      L’agenda più ampia era stata enunciata senza peli sulla lingua dal consulente del World Economic Forum Yuval Noah Harari: “Siamo arrivati al punto in cui possiamo hackerare non solo i computer, ma anche gli esseri umani”. Aveva poi spiegato che questo richiede “molta potenza di calcolo e molti dati, soprattutto biometrici” e che “la fase successiva” sarà quella della “sorveglianza sotto la nostra pelle”. L’obiettivo non è solo il monitoraggio, ma anche il controllo: “Hackerando gli organismi, le élite potrebbero ottenere il potere di riprogettare il futuro della vita stessa”.

       

      Non si tratta di speculazioni sulle capacità future, ma della funzionalità dichiarata dei sistemi già in uso. Il responsabile di Palantir per la salute pubblica sta lavorando dal 2020 per espandere queste tecnologie di sorveglianza all’interno dell’HHS, del CDC, della FDA e di altre agenzie per la salute pubblica con il pretesto di dare una risposta alla COVID-19.

      I ricercatori che stanno sviluppando quello che chiamano apertamente “Internet dei corpi” non intendono fermarsi ai dispositivi da polso. La traiettoria porta a sensori iniettabili, interfacce neurali e sistemi biologici che collegheranno le cellule direttamente all’infrastruttura digitale. Non si tratta di un’ipotesi teorica: già nel 2017 la FDA aveva approvato Abilify MyCite, una pillola dotata di sensori che, una volta ingerita, avvisa i medici e trasmette i dati ad app telefoniche e piattaforme online accessibili ad assistenti e medici.

      Come aveva rivelato il giornalista investigativo Derrick Broze nel 2020, sono già stati assegnati contratti governativi a organizzazioni che sviluppano “tecnologia indossabile, biosensori e iniettabili”, chiarendo che non si tratta di una tecnologia emergente ma di una strategia di distribuzione coordinata.

      Le implicazioni biologiche vanno oltre la raccolta di dati. Questi dispositivi emettono e dipendono da campi elettromagnetici (CEM) costanti, e questo solleva preoccupazioni, sostenute da ricerche emergenti, su potenziali disturbi cellulari, interferenze circadiane e impatti neurobiologici a lungo termine. L’ironia è profonda: i dispositivi commercializzati per l’ottimizzazione della salute potrebbero minare sistematicamente l’armonia biologica che pretendono di migliorare, creando una dipendenza dalle soluzioni tecnologiche per i problemi che essi stessi generano.

      Inoltre, questi sistemi sono progettati per creare dipendenza: sono infatti gli stessi cicli di feedback stimolati dalla dopamina che rendono irresistibili i social media e i videogiochi. Quando l’orologio emette notifiche di risultati, promemoria per l’esercizio fisico e “approfondimenti” sulla salute, si sperimentano le stesse ricompense neurochimiche che spingono le persone a navigare su Twitter o a giocare per ore. Quando ci si sente ansiosi senza un costante feedback biometrico, si è persa la fondamentale capacità umana dell’autoconsapevolezza. I bambini che vengono bersagliati fin dalla nascita con dispositivi indossabili “per la salute” non svilupperanno mai la naturale consapevolezza del proprio corpo e la dipendenza tecnologica come base dell’esistenza umana per loro sarà perfettamente normale.

      I dispositivi ambientali senza schermo, “consapevoli del contesto”, già in fase di sviluppo, rappresentano il volto consumer-friendly di questa stessa logica estrattiva.

      Scambiare la sovranità con l’ottimizzazione

      La questione filosofica più profonda è se la consapevolezza umana possa mantenere la sua integrità quando l’autoconsapevolezza biologica è mediata da sistemi progettati per trarre profitto dalla vostra dipendenza medica. Quando il vostro dispositivo conosce i vostri livelli di stress prima che li sentiate, quando vi raccomanda interventi prima che riconosciate i sintomi, quando modella la vostra comprensione del vostro stato biologico – chi sta vivendo la vostra vita?

      Questo rappresenta la “colonizzazione biometrica”: la cattura e il controllo sistematico dei dati corporei che trasforma gli esseri umani da esseri autonomi in risorse gestite. I colonizzatori promettono l’ottimizzazione, ma producono dipendenza.

      Alcuni sperano che si tratti di una resistenza intenzionale. Come ha chiesto Jessica Rose su X: “Forse questo è un seme piantato per forzare la vera mano del popolo?”. Se RFK sta deliberatamente lanciando queste idee per smascherare l’agenda della sorveglianza e mobilitare l’opposizione, sarebbe rassicurante. Ma la speranza non è una strategia quando l’infrastruttura viene costruita in tempo reale.

      All’interno dei circoli MAHA, giornalisti rispettati come Debbie Lerman e Naomi Wolf hanno sollevato legittime preoccupazioni su figure come Casey Means e sul modello di sorveglianza biometrica rappresentato dalla sua azienda, la Levels, che riduce la consapevolezza metabolica a un abbonamento mensile, rafforzando la dipendenza dalla mediazione tecnologica invece di incoraggiare l’alfabetizzazione corporea. L’inchiesta della Wolf e l’analisi della Lerman hanno evidenziato come la Levels incarni l’approccio che trasforma la consapevolezza metabolica di base in un servizio in abbonamento.

      Questi giornalisti sono stati spesso respinti o attaccati per aver sollevato queste questioni. Eppure le loro preoccupazioni sull’agenda degli indossabili sembrano ora preveggenti, visto l’annuncio di RFK sui dispositivi di monitoraggio universali. Che sia una coincidenza o meno, proprio l’infrastruttura di sorveglianza da cui mettevano in guardia sta diventando la politica del MAHA.

      Una falsa dicotomia

      La scelta che viene presentata è falsa: si può sostenere la necessità di rendere l’America di nuovo sana senza accettare la sorveglianza come prezzo del benessere. Una vera libertà di salute significa preservare una capacità di consapevolezza biologica non mediata – la capacità di sentire il proprio corpo, di fidarsi del proprio istinto e di mantenere la sovranità sulla propria esperienza fisiologica.

      C’è un posto per la tecnologia come strumento: controllare occasionalmente la frequenza cardiaca durante l’esercizio fisico, utilizzare dispositivi per condizioni mediche specifiche, sfruttare l’innovazione per affrontare le vere sfide di salute. Ma, quando i dispositivi indossabili diventano l’interfaccia permanente tra coscienza e biologia, siamo passati dal miglioramento alla sostituzione.

      La dimensione spirituale

      In definitiva, la posta in gioco è l’integrità della stessa coscienza incarnata. La capacità di abitare il proprio corpo con consapevolezza, di provare emozioni senza mediazioni tecnologiche, di fidarsi della propria intelligenza biologica: queste non sono solo pratiche di salute. Sono le fondamenta della sovranità umana in un’epoca di colonizzazione algoritmica.

      L’infrastruttura globale costruita intorno alla convergenza biodigitale dipende dal fatto che gli esseri umani accettano la mediazione tecnologica come superiore alla consapevolezza biologica. Ogni volta che chiedete al vostro dispositivo come vi sentite invece di sentirlo voi stessi, partecipate alla vostra disincarnazione.

      Rivendicare l’autonomia biologica

      Sel MAHA rappresenta un movimento genuino verso la sovranità biologica, deve affrontare la contraddizione tra libertà di salute e sorveglianza sanitaria. Rendere l’America nuovamente sana non può significare trasformare gli americani in nodi monitorati in una griglia di controllo digitale.

      La resistenza non è solo politica, ma anche metafisica. Rivendicare l’autonomia biologica significa coltivare il tipo di intuizione fisica che rende superflua la mediazione tecnologica per la conoscenza di base di sé. Significa sviluppare la fiducia nel proprio sistema nervoso piuttosto che nell’interpretazione algoritmica. Significa tornare alle tradizioni di guarigione che onorano la saggezza innata del corpo, sia attraverso la comprensione del qi e del flusso energetico della Medicina Tradizionale Cinese, sia attraverso la medicina costituzionale dell’Ayurveda o semplicemente fidandosi del consiglio della nonna di riposare quando si è stanchi piuttosto che chiedere a un dispositivo se si ha bisogno di dormire.

      La scelta che ci attende determinerà se la consapevolezza umana rimarrà radicata nella saggezza biologica o diventerà una risorsa gestita nell’Internet dei corpi. L’agenda degli indossabili rappresenta un test: Scambieremo l’antica intelligenza della consapevolezza incarnata con la promessa di metriche ottimizzate?

      Non si tratta solo di assistenza sanitaria. Si tratta del destino dell’esperienza umana stessa.

      Il primo atto di resistenza consiste nel ricordare che non è necessario che un dispositivo ci dica come ci sentiamo.

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