Lo Stato canaglia israeliano ha aggiunto un altro dei suoi vicini alla lunga lista di Paesi che sta attualmente bombardando: Libano, Palestina, Siria, Iraq, Yemen, le acque internazionali e ora l’Iran. Israele li bombarda tutti impunemente mentre grida alla propria “sicurezza”.
Secondo quanto riferito, gli attacchi sarebbero solo la prima fase di una lunga ondata di aggressioni che durerà giorni o settimane, secondo gli annunci dei più alti funzionari:
NETANYAHU: SIAMO IN UN MOMENTO DECISIVO DELLA STORIA DI ISRAELE
NETANYAHU: ATTACCARE IL PROGRAMMA NUCLEARE DELL’IRAN, I MISSILI BALISTICI
*NETANYAHU: GLI ATTACCHI DURERANNO FINO A QUANDO LA MINACCIA NON SARÀ STATA ELIMINATA
Una dichiarazione del portavoce dell’IDF BG Effie Defrin sull’attacco preventivo israeliano agli obiettivi nucleari iraniani:
Fonti ebraiche: gli attacchi dell’aviazione all’Iran si dividono in tre missioni principali:
Il progetto nucleare
La distruzione delle piattaforme di lancio dei missili
L’eliminazione di alti funzionari del regime
Notizie da Israele:
Il Canale 14 israeliano cita un funzionario israeliano: “Abbiamo un piano offensivo lungo ed esteso per i giorni a venire – ci aspettano giorni complessi. Gli iraniani risponderanno, se il pubblico sarà disciplinato, ci saranno poche vittime. Siamo in guerra“.
Secondo quanto riferito, la Casa Bianca aveva dichiarato in precedenza che gli Stati Uniti non sarebbero stati coinvolti in alcuna azione unilaterale israeliana e, non appena sono iniziati gli attacchi, Rubio ha subito preso le distanze dagli Stati Uniti in una dichiarazione ufficiale:
Netanyahu ha nuovamente invocato il la “linea rossa” delle armi nucleari iraniane, pretesto già usato così tante volte da essere diventato una litania caricaturale, riportata di seguito:
La parte più sorprendente degli attacchi è stata l’affermazione di fonti israeliane secondo cui gli attacchi avrebbero incorporato un deliberato inganno politico e “diplomatico”, il che sembra implicare che le varie dichiarazioni di Trump e co. sulla de-escalation facessero parte di una trappola tesa per instillare nell’Iran un falso senso di sicurezza prima di assassinare spietatamente alcuni membri della leadership iraniana in un vile attacco a sorpresa:
È stata confermata l’uccisione di diversi alti ufficiali iraniani, tra cui il generale Salami dell’IRGC, il capo di stato maggiore Mohammad Bagheri e il massimo scienziato nucleare, Fereydoon Abbasi:
Nel mio ultimo articolo avevo parlato della recente e profetica intervista di Abbasi, in cui descriveva come l’eliminazione dei principali scienziati iraniani o dei siti nucleari non avrebbe avuto alcun effetto sui progressi nucleari dell’Iran, nel caso in cui quest’ultimo avesse deciso di affrettare i tempi verso la “bomba”.
Avevo comunque scelto di fare questo reportage su Israele perché sentivo che le cose stavano finalmente arrivando a una svolta: era chiaro che i fallimenti di Netanyahu a Gaza lo avevano costretto ad agire, poiché vedeva le sue possibilità allontanarsi. Non mi sorprende quindi che i funzionari israeliani definiscano l’inizio di questa guerra come un momento critico nella storia di Israele. Netanyahu l’ha definita “un momento decisivo nella storia di Israele”, mentre il Ministro della Difesa Israel Katz avrebbe detto:
Il Ministro della Difesa Israel Katz allo Stato Maggiore dell’IDF prima dell’attacco all’Iran: questo è un momento decisivo nella storia dello Stato di Israele e del popolo ebraico.
Israele si trova davvero a un bivio, come avevo già descritto in precedenza: il Paese è in una spirale discendente e ha solo una possibilità residua di assicurarsi la sopravvivenza. Perché? Le ragioni sono troppo lunghe per essere elencate in questo breve articolo, ma includono la demografia, il declino del Sionismo e la sempre maggior presa di coscienza in Occidente, il che significa che, nel giro di una o due generazioni, il sostegno a Israele potrebbe diminuire al punto che il Paese potrebbe essere inghiottito dai nemici regionali.
L’altra ragione principale è che le tecnologie nascenti hanno creato una parità tra Israele e il campo dei suoi nemici, dove gruppi come Hamas e Hezbollah possono usare armi economiche ma tecnologicamente molto efficaci per infliggere danni precisi e distruttivi alle infrastrutture più critiche e sensibili di Israele. Lo stesso vale per l’Iran: il Paese è diventato maggiorenne e ha acquisito una padronanza della missilistica e della nuova guerra con i droni tale da rendere i numeri semplicemente non favorevoli a Israele in qualsiasi guerra futura.
Una volta Israele aveva il sostegno dell’alleanza delle nazioni occidentali, la “superpotenza” più dominante al mondo; ora le maree della storia si sono semplicemente spostate a sfavore di Israele.
Arrivano notizie secondo cui l’Iran potrebbe “dichiarare guerra” a Israele. Rimango scettico per il seguente motivo: l’Iran non ha una vera e propria capacità di “sottomettere” completamente Israele, di debellarlo totalmente. Israele ha le bombe atomiche, e, presumibilmente, l’Iran non le ha ancora. Nessuna quantità di missili convenzionali potrebbe far arrendere Israele, e quindi una dichiarazione di guerra non ha alcun significato. I due Paesi non condividono nemmeno un confine, quindi non è che le truppe iraniane possano in qualche modo invadere Israele per catturare la sua capitale.
Qualunque schiacciante attacco che danneggiasse gravemente Israele potrebbe provocare una risposta nucleare israeliana, dimostrando ulteriormente che l’Iran non ha il vantaggio dell’escalation o l’asso nella manica. È come se l’Ucraina “dichiarasse guerra” alla Russia: che significato potrebbe avere? L’Ucraina non ha il dominio dell’escalation e non potrebbe “sottomettere” la Russia in alcun modo e l’unico obiettivo di una vera “guerra” è proprio questo: la vittoria totale e la sottomissione dell’avversario. Pertanto, non vedo alcuna logica in una dichiarazione di guerra, a meno che l’Iran non si arrivato segretamente a costruire la bomba e sia pronto a usarla. L’unica altra possibilità è per ragioni di pubbliche relazioni, per soddisfare le richieste di una popolazione infuriata, prima di dichiarare la vittoria dopo che alcuni obiettivi arbitrari saranno stati colpiti attraverso una serie di attacchi e poi farla finita.
Per la cronaca, ecco il discorso della Guida Suprema Khamenei:
“All’alba di oggi, il regime sionista ha allungato la sua mano vile e macchiata di sangue per commettere un crimine nel nostro amato Paese, esponendo ulteriormente la sua natura malvagia e prendendo di mira le aree residenziali. Il regime deve ora attendere una severa punizione. La potente mano delle Forze Armate della Repubblica Islamica non li lascerà impuniti, se Dio vuole. Negli attacchi del nemico sono stati martirizzati diversi comandanti e scienziati. I loro successori e colleghi svolgeranno immediatamente i loro compiti, a Dio piacendo. Con questo crimine, il regime sionista ha preparato per sé un destino amaro e doloroso – e certamente lo riceverà”.
Poiché molti lo chiederanno e lo hanno già chiesto, un’ultima nota: la prima ondata di attacchi israeliani ha, ovviamente, avuto un successo osservabile e verificabile, in particolare con gli omicidi mirati dei vertici già confermati dalle agenzie ufficiali iraniane. Per convalidare gli attacchi alle infrastrutture nucleari ci vorrà più tempo. Ciò solleva domande sulla preparazione dell’Iran: come hanno potuto i vertici iraniani essere così impreparati pur sapendo che Israele era pronto a sferrare attacchi importanti da un giorno all’altro?
Questa è certamente una critica valida. Ma, quando si parla delle vantate difese aeree iraniane, che senza dubbio saranno oggetto di critiche, tutto ciò che posso dire è che le recenti guerre dell’era moderna e tecnologica hanno dimostrato che nessun Paese al mondo è in grado di difendersi completamente dai moderni missili balistici. Quanti missili dell’Iran o degli Houthi erano stati abbattuti da Israele nei precedenti attacchi? Quasi nessuno, se ricordo bene. Quante volte i Patriot statunitensi avevano fallito nell’abbattere qualcosa, anche sopra le basi statunitensi dove gli attacchi iraniani avevano causato “danni cerebrali” a centinaia di soldati statunitensi e quante volte i droni e i missili ucraini hanno aggirato le difese russe? Nessuno ha una difesa impenetrabile, anche se, a giudicare dai recenti attacchi a Mosca, il Paese che più si è avvicinato a questo risultato è la Russia.
E, per la cronaca, questa sera abbiamo notizie di stadi di spinta di ALBM israeliani “sparsi in varie province irachene”, il che sembra dimostrare che, ancora una volta, Israele ha lanciato i suoi ordigni ben lontano dallo spazio aereo iraniano, probabilmente si tratta di missili Air LORA, come negli attacchi precedenti:
Anche se ci sono state diverse “voci” di jet che avrebbero sorvolato Teheran, sembra che in tutti i casi si sia trattato di jet iraniani fatti decollare al momento degli attacchi non solo per evitare la loro distruzione a terra, ma probabilmente anche per missioni di difesa aerea.
Infine, molti si aspettavano che l’Iran avesse già preparato una risposta istantanea: il lancio immediato di centinaia di missili alla prima salva di Israele. La realtà è che l’Iran non ha mai funzionato in questo modo: aspetta e valuta la situazione prima di curare con attenzione un’operazione su larga scala come la tanto attesa Vera Promessa 3.0. Perché è così? Una spiegazione spesso citata e razionalmente valida è la seguente:
Non è necessariamente una cosa buona o cattiva – forse il metodo dell’Iran dimostrerà la sua superiorità nel tempo. Dovremo aspettare e vedere se l’Iran metterà in atto una risposta e se questa sarà ben calcolata o meno. Sappiamo che l’Iran è avverso al rischio e che non voleva un’escalation, ma ormai Israele lo ha spinto a dover agire o a perdere molta della deterrenza legata alla credibilità. L’unica domanda da porsi è se l’Iran effettuerà un altro attacco “di facciata” per dimostrare la sua ira, che provocherà danni limitati e cercherà di dare un segnale di de-escalation, oppure se l’Iran “andrà alla giugulare”.
La logica direbbe che, se avesse scelto la seconda opzione, avrebbe già preparato una salva istantanea di missili per colpire Israele nel momento più basso di preparazione. Aspettare giorni per rispondere telegrafa le proprie azioni e dà al nemico il tempo di prepararsi, il che logicamente implica un attacco “di facciata”. Ma nulla è certo in questo gioco di guerra, quindi dovremo aspettare e vedere.