Sempre più frequenti gli allarmi lanciati da esponenti politici e organi di stampa circa la presunta manipolazione delle informazioni da parte della propaganda russa. Non c’è bisogno del tenente Colombo per capire dove vanno a parare: vogliono silenziare qualsiasi fonte informativa disssenziente accusandola di intrattenere loschi legami con le potenze del male. Un piano di censura capillare. Per adempiere allo scopo i farabutti ricorrono all’uso delle balle e della diffamazione. Il gioco è chiaro.
I casi di censura sul web sono innumerevoli. I social rendono conto, dei contenuti che diffondono, agli organismi di controllo politico. Alcuni operatori hanno provato a reagire singolarmente con ricorsi o azioni legali… pressoché nulli i risultati. Serve un cambio di rotta.
La censura è un sopruso che limita la libertà di espressione del singolo. Ma non solo. La censura costituisce l’annullamento della dignità di tutti. Quei tutti, esseri pensanti, che hanno il diritto di parlare scrivere vedere ascoltare ciò che gli pare, senza chiedere il permesso a nessun altro se non alla propria coscienza. Ma perché la signora Von der Leyen si ritiene titolata di negarmi l’accesso a temi che mi interessano? Personalmente mi sento umiliato, tutti dobbiamo sentirci umiliati! Questa gente ci ascrive lo status di dementi e pertanto si sente libera di mettere il naso nella nostra sfera più intima, quella intorno a cui gravita la nostra personalità intellettuale e civile.
Abbiamo a che fare con gente in totale malafede che sta pianificando per tapparci definitivamente bocca, occhi e orecchie… perché solo togliendoci la facoltà di comunicare saremo ridotti a una massa di pupazzi perfettamente manovrabili. Di questo passo una tirannia totalitaria e asfissiante dominerà ogni nostra scelta esistenziale. E il fenomeno diventerà irreversibile. Sta a noi, tutti, fare qualcosa. Non basta l’indignazione di qualche operatore danneggiato… tutti siamo danneggiati e tutti dobbiamo mobilitarci. La voce deve levarsi da migliaia, milioni di cittadini che non sono disposti a vedersi obliterata la propria dignità.
Gli operatori devono parlarsi e coalizzarsi, sensibilizzando e coinvolgendo i loro utenti in una ampia e comune strategia. Vanno superati i particolarismi perché qui siamo in guerra: un nemico così potente non lo si affronta in ordine sparso. Strumenti per agire ce ne sono: ricorsi collettivi, petizioni, appelli a partiti e istituzioni, boicottaggi, class-action… fino alle manifestazioni di piazza. Tutto va tentato. Restare con le mani in mano in questo momento è imperdonabile.