Miss Novak, giovane insegnante con ambizioni ‘purificatrici’, viene assoldata da un liceo privato per tenere un corso nutrizionale innovativo. Dietro la facciata ordinaria, persegue un piano preciso e apparecchia una tavola di “cibo cosmico”. Raccolto un gruppo di studenti volontari, lo educa progressivamente al digiuno secondo un rito preciso e un protocollo stretto di meditazione. Il programma diventa presto insostenibile per i partecipanti, ma se qualcuno si congeda, qualcun altro si radicalizza smettendo di nutrirsi per stare meglio e ‘alleggerire’ il pianeta. Le loro abitudini alimentari verranno completamente stravolte fino a ridursi al nulla, tra lo stupore e l’apprensione dei genitori. Assenti o ingombranti, quando decideranno di agire, per i loro figli sarà già troppo tardi.
Quattro anni dopo Little Joe, insidiosa opera di science-fiction intorno a una pianta geneticamente modificata, Jessica Hausner gira un altro film in lingua inglese, un altro film ‘fantastico’, una nuova satira gelida e sofisticata del modernismo occidentale.
Allieva di Haneke, con cui condivide lo stesso territorio estetico, e autrice di un cinema crudele e personale, non ha perso il suo tocco per la magnificenza formale delle inquadrature, dei colori e dei suoni che confondono sovente le tracce delle sue intenzioni. Tutto nei suoi film è un segno. In un décor sgombro, i rari accessori lampeggiano come allarmanti indizi, e dentro quadri di maniacale precisione, conduce un nuovo esperimento sociale, ispirandosi liberamente al respirianesimo, la ‘disciplina’ di chi vive senza mangiare.
I suoi protagonisti si nutrono di aria e di luce, incarnando una forma di assurdità contemporanea in un campus privato che brilla come una moneta nuova. In quello spazio geografico e temporale indefinito, i muri sono verde guano, gli arredi moderni, la moquette arancione. La rigorosa estetica geometrica è in linea con l’istruzione che viene impartita, un discorso igienista ed ecologista che seduce gli studenti (mangiare bene, mangiare meno per preservare la propria salute), prima di legarli a filo doppio a una credenza settaria delirante (non mangiare più per conquistare la giovinezza eterna). Manipolati senza trovare resistenza, i discepoli, tutti ricchi e viziati, vengono progressivamente sottratti all’amministrazione scolastica e all’autorità dei genitori.
Le ingiunzioni dell’insegnante si perfezionano e le uniformi unisex, polo gialla e bermuda cachi, diventano presto troppo larghe per questi martiri adolescenti. Insomma c’è poco da scherzare in Club Zero, che adotta con lo spettatore i metodi estremi di Miss Novak. La sua materia è l'”alimentazione cosciente”, il termine è già spaventoso, e consiste nell’ordinare il proprio piatto e poi chiudere gli occhi immaginando di consumarlo, in rigoroso silenzio e dentro un refettorio che assomiglia a un museo d’arte contemporanea. Il metodo potrebbe salvare il pianeta, in rovina per i nostri eccessi. Con un consumo consapevole, insomma, rimandiamo l’apocalisse e purifichiamo il corpo, la mente, la società, parola di Mia Wasikowska che interpreta, monocorde e androgina, la paladina di una pratica nutrizionale di gran moda. Ma dietro la meditazione e la respirazione, sotto la litania di banalità e i mantra da guide (tristi) di sviluppo personale, si rivela il lato oscuro dell’ideologia e di un ideale fondamentalmente semplice: se volete raggiungere la felicità smettete di mangiare.