Sebbene sia già stato detto molto, non posso non commentare su Sarah Hurwitz, ex autrice dei discorsi di Hillary Clinton e Barack Obama, che critica i giovani (in particolare i giovani ebrei) per aver applicato il loro potere di astrazione nel riflettere sull’Olocausto.
Cosa intendo dire? La Hurwitz pensa (o almeno così dice) che la generazione TikTok commetta un grave errore traendo lezioni generali dal genocidio degli ebrei europei perpetrato dal regime nazionalsocialista nel secolo scorso. È costernata dal fatto che i giovani abbiano concluso che i potenti e malvagi, chiunque essi siano, non dovrebbero fare del male ai deboli, chiunque esse siano.
Allora qual è il problema? Secondo la Hurwitz, avrebbero dovuto imparare che uccidere persone deboli di una particolare etnia o religione è orribile solo quando le vittime sono ebrei. Inoltre, avrebbero dovuto imparare che gli ebrei, per definizione, non possono mai essere gli oppressori. Pertanto, i TikTok’ers sbagliano a pensare all’Olocausto quando vedono i video dei potenti soldati israeliani che fanno del male ai deboli palestinesi a Gaza. O almeno così crede la Hurwitz. Giudicate voi stessi (a proposito, signora Hurwitz, in entrambi i casi, gli autori dei massacri non solo hanno fatto del male a vittime deboli e denutrite, ma sono stati loro stessi a renderle deboli e denutrite).
Tutto ciò lascia perplessi la Hurwitz e altri esponenti della comunità americana filoisraeliana. I giovani hanno tratto conclusioni di ampio respiro piuttosto che limitate, e lei lo equipara ad antisemitismo. Ovviamente, questa è una sciocchezza: astrarre, trarre generalizzazioni da eventi reali è una virtù, non un vizio. È una caratteristica essenzialmente umana. Ayn Rand disprezzava le persone che rifiutavano di astrarre definendole “legate al concreto”. Noi pensiamo per concetti e senza di essi non saremmo in grado di pensare molto; i concetti sono astrazioni. Osserviamo la realtà, notiamo le differenze e le somiglianze tra le entità e integriamo le cose simili in una gerarchia concettuale (ad esempio, sedie, mobili, oggetti artificiali). Questo facilita un pensiero efficiente, economizzando le unità mentali (la Rand ha spiegato tutto questo).
Naturalmente, possiamo commettere errori; possiamo classificare erroneamente le cose. Non siamo infallibili, ed è per questo che la logica e la ragione sono guide indispensabili. Se la Hurwitz ritiene che alcune generalizzazioni tratte dall’Olocausto siano fallaci, che argomenti a favore della sua posizione contraria. Tuttavia, non può cavarsela con la diffamazione di attribuire tali generalizzazioni a “persone che non amano gli ebrei”. Per prima cosa, sono molti gli ebrei che hanno tratto quelle generalizzazioni. Alle manifestazioni di protesta contro la distruzione di vite umane e proprietà da parte di Israele a Gaza, i partecipanti ebrei hanno esposto cartelli con la scritta “Never Again Is Now” (Mai più è adesso). La Hurwitz pensa che “Mai più” significhi che solo gli ebrei non dovrebbero essere perseguitati o sterminati. A quanto pare, lei crede anche che se i funzionari e le forze militari dello Stato ebraico sembrano commettere quei crimini, in realtà non può essere così, indipendentemente da come appaia la situazione. “A chi credete, a me o ai vostri occhi?”, diceva Chico Marx.
Solo un idiota o un demagogo potrebbero trarre queste conclusioni (ho imparato un’ulteriore lezione).
La Hurwitz avrebbe potuto avanzare un’argomentazione più forte, anche se non valida. Avrebbe potuto dire che i giovani non conoscono tutta la storia di Gaza perché la loro generazione è post-alfabetizzata e orientata ai video. Tutto ciò che sanno è ciò che vedono su TikTok: immagini senza sosta, giorno dopo giorno, della violenza militare israeliana contro i palestinesi indifesi. Lei non mette in discussione l’autenticità dei video, ma è frustrata dal fatto che le sue argomentazioni a favore di Israele non abbiano alcuna possibilità contro quelle immagini (Hillary Clinton – si fa ancora vedere in pubblico? – condivide la stessa preoccupazione). Come ha affermato la Hurwitz, “Sto parlando attraverso un muro di bambini morti”. Sì, è vero.
Tuttavia, Hurwitz trascura il fatto che molti video da Gaza sono stati pubblicati dai soldati israeliani – su TikTok – con audio che celebrano sadicamente la loro violenza. I giovani spettatori potrebbero non leggere, ma sono sicuro che ascoltano.
Ammettiamo che un’immagine possa non raccontare tutta la storia. Se vedeste un uomo che ruba l’orologio a un altro uomo, non potreste capire da quella scena se state assistendo a una rapina o al recupero di un oggetto rubato. Ma non è questo il caso di Israele e Gaza. Le immagini della violenza israeliana non solo sono state crude, ma si sono susseguite senza sosta dal 7 ottobre 2023. Gaza sembra Hiroshima nell’agosto 1945. Decine di migliaia di bambini e anziani, così come altri non combattenti, sono stati uccisi, mutilati, affamati e traumatizzati. Le strutture mediche sono state distrutte, rendendo praticamente impossibile il trattamento dei sopravvissuti e degli altri malati di Gaza.
Chi guarda questo materiale si chiederà giustamente: “Cosa può giustificare una violenza così totale per un periodo così lungo?” Gli spettatori potrebbero anche aver sentito dire che molte autorità internazionali in materia di genocidio e studi sull’Olocausto, anche israeliani, ritengono che Israele stia commettendo un genocidio secondo la definizione della legge (si veda questo articolo di Omar Bartov e questo di Raz Segal). Spetta alla Hurwitz e ai suoi colleghi fare qualcosa di diverso dal ripetere la propaganda ufficiale israeliana, ma è proprio quello che hanno fatto.
Sì, Hamas e altri gruppi hanno lanciato un brutale attacco il 7 ottobre 2023, commettendo atrocità ingiustificabili contro i non combattenti israeliani e prendendo ostaggi. Ma è anche vero che Hamas, un’organizzazione ripugnante a giudicare dal suo statuto antisemita mai ripudiato e dai suoi crimini, non esisteva prima della fine degli anni ’80, molto tempo dopo l’inizio della spoliazione, dell’espulsione e della sottomissione dei palestinesi. Inoltre, Israele ha incoraggiato la crescita di Hamas, sperando che indebolisse la causa palestinese diventando un rivale religioso della fazione dominante, Fatah, che è laica. Successivamente, Benjamin Netanyahu ha permesso ad Hamas di raccogliere fondi, poiché poteva usare la presenza del gruppo come motivo per non consentire la creazione di uno Stato palestinese.
Questa storia non giustifica i crimini del 7 ottobre, ma nemmeno quei crimini giustificano la distruzione indiscriminata da parte di Israele della popolazione e dei luoghi di Gaza.
Il movimento sionista con sede in Europa ha abusato dei palestinesi per più di cento anni. Inoltre, sin dal 1917, l’impero britannico ha contribuito a promuovere il sionismo. Tuttavia, è un errore vedere il sionismo come un semplice episodio nella lunga storia dell’imperialismo occidentale, la cui soluzione è (presumibilmente) la de-occidentalizzazione mondiale, o la “intifada globale”. La storia del sionismo ha troppe caratteristiche distintive, tra cui la reale persecuzione degli ebrei da parte degli europei e la reale “soluzione finale”, parzialmente attuata, da parte dei nazionalsocialisti.
Inoltre, la supremazia ebraica (così identificata dall’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem) non è considerata generalmente applicabile. Si tratta piuttosto di uno strumento politico inteso a garantire l’esistenza di Israele come rifugio per gli ebrei nel caso in cui dovesse sorgere un virulento antisemitismo in altre parti del mondo. L’argomentazione è la seguente: in Israele (ma non in altri luoghi), gli ebrei devono godere di privilegi legali e politici, altrimenti l’ebraicità dello Stato non sarebbe garantita.
Non intendo dire che il programma sionista – punire i palestinesi per ciò che hanno fatto gli europei – fosse la risposta corretta alla storia, ma solo che questo episodio è significativamente distinguibile da altri episodi coloniali, nonostante le somiglianze. I critici del sionismo che prendono di mira la civiltà occidentale in sé stanno sparnado a un falso bersaglio. Se l’antisionismo viene dipinto come anti-occidentale, il sionismo vince. Dall’altra parte, i sionisti che rifiutano l’universalismo a favore del tribalismo del sangue e del suolo fanno inconsapevolmente causa comune con gli antisemiti, che rifiutano anch’essi l’universalismo a favore del tribalismo del sangue e del suolo.
Conclusione: sostenere i diritti naturali individuali dei palestinesi – che sono individui prima di essere membri di un “popolo” – di vivere dove hanno vissuto ininterrottamente per millenni non è anti-occidentale. Al contrario, è in linea con il glorioso e, sì, superiore ideale liberale dell’Illuminismo occidentale (ancora da realizzare pienamente) della sovranità individuale.




