Anche se sconosciuto a quasi tutti gli americani di oggi, l’Imperatore Enrico IV fu uno dei più potenti monarchi europei del suo tempo. Sotto il suo regno ventennale il Sacro Romano Impero dell’Alto Medioevo governava la Germania, i Paesi Bassi, gran parte dell’Italia e altre terre importanti, e molti lo consideravano l’erede del leggendario Carlo Magno.
Con l’arroganza che gli derivava dal detenere un così enorme potere temporale e dal comandare grandi eserciti, sfidò l’autorità di Papa Gregorio VII, ma il Pontefice lo fece rapidamente cadere, scomunicandolo dalla Chiesa cattolica e dichiarando che i potenti feudatari vassalli di Enrico non gli dovevano più alcuna fedeltà. Di fronte alla prospettiva molto concreta di perdere il trono, l’Imperatore si recò a Canossa nella speranza di incontrare il Santo Padre e ottenere il suo perdono. Nonostante il freddo pungente attese tre lunghi giorni fuori dalle mura del castello, vestito di tela di sacco e, secondo alcune testimonianze, senza scarpe nella neve ghiacciata. Alla fine il Papa gli permise di entrare e gli concesse un’udienza, accettò la sua capitolazione e revocò la pena religiosa che gli era stata imposta. Nei secoli successivi a quel famoso episodio, l’espressione “andare a Canossa” ha significato la resa di una figura orgogliosa e potente che fa penitenza e chiede perdono, sottomettendosi alle forze che lo avevano umiliato.
Alla luce di questa storia, non sorprende che la frase sia stata ampiamente ripetuta un paio di settimane fa, quando Elon Musk si è recato ad Auschwitz per offrire la sua abietta sottomissione al potere ebraico, indossando uno zucchetto, promettendo di estirpare “l’antisemitismo” sulla piattaforma da lui controllata e dichiarando persino di considerarsi “aspirante ebreo”.
Le due figure più potenti e influenti del mondo di oggi sono sicuramente il presidente cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin. Ma credo che si possa ragionevolmente affermare che Elon Musk dovrebbe essere collocato al terzo posto di questa lista globale.
La nostra attuale era occidentale è dominata dalla ricchezza oligarchica e Musk è stato l’uomo più ricco del mondo per gran parte degli ultimi anni. L’industria tecnologica ha un enorme prestigio e influenza e Musk è il proprietario di Tesla, l’azienda pionieristica di veicoli elettrici, il cui valore di mercato è superiore a quello delle altre cinque aziende automobilistiche del mondo messe insieme. La sua azienda missilistica SpaceX, molto innovativa, è diventata il pilastro centrale dell’intero programma spaziale dell’Occidente, cruciale per la sicurezza nazionale americana, mentre la sua azienda di satelliti Starlink, altrettanto innovativa, si è dimostrata assolutamente vitale per l’Ucraina nella guerra con la Russia sostenuta dalla NATO, ispirando imitatori in Cina e in altri Paesi. Più di un anno fa, Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari e ha reso privata la società, dotandosi di un impero mediatico di gran lunga superiore a quello di qualsiasi rete televisiva americana e forse più potente della maggior parte di esse messe insieme. Nel frattempo, i suoi 170 milioni di follower su Twitter gli forniscono un megafono personale che sarebbe invidiato da qualsiasi presidente americano o celebrità di Hollywood.
Quale altra figura mondiale potrebbe eguagliare Musk in termini di potere e influenza globale? Il Presidente Joseph Biden è anziano e senile e ampiamente disprezzato, molto simile a una figura brezneviana degli ultimi giorni della decadente URSS e, ovviamente, totalmente controllato dai suoi nervosi aiutanti. Sebbene l’ex presidente Donald Trump sia il candidato repubblicano quasi certo per le presidenziali del 2024 e abbia più di una possibilità di riconquistare la Casa Bianca, sta affrontando 91 accuse di reato in tribunale ed è detestato da quasi metà della popolazione americana, compresa la stragrande maggioranza delle nostre élite. La sua probabile vittoria a novembre sarebbe quasi interamente dovuta all’impopolarità di Biden. In effetti, data questa evidente debolezza ai vertici della gerarchia politica americana, alcuni osservatori accorti hanno sostenuto che il Presidente israeliano Benjamin Netanyahu ha probabilmente un’influenza maggiore sul nostro Congresso rispetto a Biden o a Trump; ma nel suo Paese il sostegno a Netanyahu è al 15% e deve affrontare un mare di accuse di corruzione, per cui potrebbe facilmente finire i suoi giorni in una cella di prigione.
Nella nostra società profondamente polarizzata, quasi tutti gli altri politici sono ammirati da piccoli seguaci devoti ma, di solito, disprezzati da molti, molti di più, e non riesco a pensare a nessun privato cittadino che possa lontanamente eguagliare la ricchezza, il prestigio tecnologico e la portata mediatica di Musk.
Nel frattempo, le autorità spirituali tradizionali sono state ridotte a mere ombre dei loro predecessori. Circa novecento anni fa, Papa Gregorio VII umiliò un imperatore tedesco e una generazione o due fa, anche Papa Giovanni Paolo II esercitava una grande autorità internazionale, ma al giorno d’oggi il nostro attuale Papa Francesco comanda solo una piccola parte di tale influenza e non mi viene in mente nessun altro leader religioso di maggior peso. Quindi, forse per esclusione, penso che Musk sia la figura più potente del mondo occidentale, e la sua disponibilità a umiliarsi davanti agli ebrei pro-Israele ad Auschwitz, nel mezzo del massacro in corso a Gaza, fornisce un’indicazione sorprendente del vero equilibrio tra potere temporale e spirituale nel mondo occidentale di oggi, dimostrando anche quale gruppo comanda il secondo.
Solo pochi mesi prima, Musk aveva fatto il pieno di successi, avendo smantellato con successo il grande dipartimento di censura di Twitter, mentre concedeva un’amnistia alla maggior parte delle voci bandite negli anni precedenti, in particolare all’ex presidente Donald Trump. Sotto la sua direzione, sono stati forniti a Matt Taibbi e ad altri giornalisti investigativi documenti segreti che hanno prodotto rivelazioni bomba sul ruolo nefasto del governo nell’orchestrare la censura di Twitter. Il nuovo programma di interviste di Tucker Carlson, basato su Twitter, aveva fatto registrare ascolti enormi, con l’intervista a Trump in agosto che aveva superato l’audience dei dibattiti presidenziali repubblicani ufficiali [per le presidenziali] del 2024 trasmessi dalla televisione. Musk sembrava essere riuscito a resuscitare il vecchio motto di Twitter, secondo cui rappresentava “l’ala libera del partito della libertà di parola“.
Soprattutto, sembrava che avesse sconfitto la sfida della formidabile ADL, che per decenni ha terrorizzato molti potenti. Quando questa temutissima organizzazione di censura lo ha accusato di permettere “all’antisemitismo” e al “razzismo” di prosperare sulla sua piattaforma e ha cercato di intimidire i suoi inserzionisti, Musk ha minacciato di citarli in giudizio per interferenza commerciale, rivolgendo quest’arma di “querra legale” contro uno dei più frequenti utilizzatori [di tale arma], anche quando l’hashtag #BanTheADL è diventato virale su Twitter. L’ADL disponeva di un patrimonio finanziario di 500 milioni di dollari e di un’enorme influenza mediatica, ma per la prima volta i suoi leader si resero conto di avere di fronte un avversario che li superava di gran lunga in termini di risorse e, temendo il rischio di una sentenza legale multimiliardaria, si calmarono rapidamente, abbandonando gli attacchi contro Musk e Twitter.
Tuttavia, gli improvvisi e inaspettati attacchi di Hamas del 7 ottobre hanno cambiato tutto. Più di mille israeliani sono morti e la rabbia e l’agitazione degli attivisti ebrei in America ha raggiunto un livello febbrile senza precedenti. Israele ha subito iniziato a bombardare senza pietà Gaza per rappresaglia, uccidendo decine di migliaia di civili indifesi e quelle orribili scene di morte e devastazione hanno raggiunto il mondo intero sui social media, scavalcando i tradizionali guardiani pro-Israele che controllavano le televisioni e i giornali occidentali. Di conseguenza, i sondaggi hanno rivelato in modo scioccante che gli americani più giovani – le cui informazioni sugli eventi mondiali provenivano da Internet – erano equamente divisi tra Israele e Hamas o addirittura più favorevoli a quest’ultimo. Le organizzazioni ebraiche e pro-Israele hanno quindi iniziato una mobilitazione a tutto campo per sopprimere questo materiale “antisemita”.
Nelle città e nei campus universitari di tutto il mondo occidentale si sono svolte grandi manifestazioni contro il massacro televisivo di donne e bambini da parte di Israele, di cui gli immigrati musulmani sono diventati naturalmente un elemento importante, provocando da parte degli attivisti ebrei la feroce denuncia di questi gruppi come “antisemiti”. Per generazioni, gli ebrei hanno sostenuto in modo preponderante gli immigrati non europei, mentre lodavano e promuovevano ampiamente tutti gli attacchi dei non bianchi contro la società bianca “gentile”. Più di recente sono stati i principali finanziatori delle massicce proteste del 2020 di Black Lives Matter, scatenate dalla morte di un criminale nero di carriera per overdose mentre era sotto la custodia della polizia. Ma con il “privilegio ebraico” e il “privilegio israeliano” improvvisamente oggetto di critiche così ostili, i gruppi ebraici si sono rivoltati su due piedi e hanno chiesto la censura e la soppressione totale. Gli esponenti della destra anti-immigrati hanno notato questa ipocrisia nei loro post sui social media e, a metà novembre, uno di questi tweet ha attirato l’attenzione di Musk, spingendolo ad approvarlo: ha scritto: “Hai detto la vera verità“.
Per digitare quelle semplici sei parole probabilmente Musk ha impiegato solo pochi secondi, ma potrebbero aver cambiato la traiettoria della storia americana. Quasi immediatamente, ondate di attivisti ebrei e pro-Israele si sono scagliate su di lui per denunciarlo e molte importanti aziende hanno ritirato la loro pubblicità da Twitter, mettendone a repentaglio la sostenibilità finanziaria. Di fronte a questo enorme contraccolpo, Musk si è recato all’estero per incontrare il presidente di Israele, impegnandosi a combattere “l’antisemitismo”. In quella stessa visita, ha anche posato per una foto con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, guardando solennemente una culla vuota, che presumibilmente simboleggiava i quaranta bambini israeliani che si vuole siano stati decapitati da Hamas, una delle moltissime oltraggiose bufale su atrocità promosse da Israele e dai suoi disonesti propagandisti.
Negli anni successivi alla sconvolgente vittoria di Donald Trump nel 2016, le persone di destra erano state pesantemente censurate su molte piattaforme di social media, mentre i progressisti erano liberi di scatenarsi; ora però questi ultimi hanno iniziato a subire la stessa sorte per aver criticato i massacri di Israele. Fin dai primi anni del XX secolo il partito Likud al governo in Israele e il suo predecessore Irgun avevano sempre usato lo slogan “Dal fiume al mare“, promettendo una Grande Israele sotto il totale controllo e dominio ebraico. Ma negli ultimi due decenni, i progressisti antisionisti hanno abbracciato quelle stesse parole, sostenendo uno Stato democratico laico unificato con pari diritti per ebrei e palestinesi. Musk ha ora dichiarato quest’ultima frase “genocida” e ha avvertito che avrebbe fatto scattare il ban immediato da Twitter, nonostante Netanyahu abbia continuato a usarla pubblicamente nel suo significato originale ebraico-suprematista.
Poche settimane dopo Musk si è recato ad Auschwitz, accompagnato dal suo compagno e guida, un giovane opinionista pro-Israele di nome Ben Shapiro, il cui impero mediatico di destra era stato lautamente finanziato da donatori sionisti. Questo pellegrinaggio quasi religioso, ampiamente pubblicizzato, sembra aver segnato la completa capitolazione di Musk di fronte all’impressionante potere dell’ebraismo organizzato.
Musk non è stato l’unica figura di spicco a inchinarsi (forse “appecoronarsi” sarebbe stato un traducente migliore, N.d.T.) alle forze ebraiche del sionismo, ora pienamente mobilitate dall’attacco di Hamas e dal conseguente conflitto tra Israele e Gaza. Quando Musk acquistò Twitter alla fine del 2022 e iniziò ad attirare il fuoco dell’ADL, anche un’altra figura pubblica di spicco stava affrontando l’ira di questa organizzazione. Come scrissi all’epoca:
“Forse per coincidenza, una controversia in qualche modo simile si era recentemente verificata nel caso di un altro personaggio di alto profilo, il rapper e stilista miliardario di colore Kanye West. Anche se in precedenza avevo avuto solo una vaga impressione di lui, a quanto pare era un’imponente celebrità internazionale, oltre a essere tra i neri americani più ricchi mai esistiti, e ad avere decine di milioni di follower su Twitter e altri network.
A quanto pare, per un motivo o per l’altro, si è arrabbiato e agitato per quella che considerava la schiacciante influenza ebraica nel mondo degli affari e dei media, e ha iniziato a dirlo a gran voce in varie sedi e sui suoi social network. Come prevedibile, la reazione dei media è stata rapida e devastante, dipingendolo come un lebbroso morale e costringendo così la maggior parte dei suoi partner commerciali a tagliare i ponti, spesso con enormi costi finanziari. Pare che dalla linea di scarpe da ginnastica di West derivasse il 25% dei profitti del gigante delle calzature Adidas, che però ha abbandonato l’accordo di lunga data per un costo totale di quasi 650 milioni di dollari quando i suoi padroni mediatici hanno proclamato che si trattava di una questione fondamentale di moralità. All’altro estremo dello spettro, la Goodwill Industries ha annunciato che non avrebbe più donato alla propria clientela indigente i fine-serie che risultavano associati a un così vile antisemita. La banca di lunga data del rapper ha persino chiuso i suoi conti e non ha più fornito un rifugio per il suo denaro.
Il risultato immediato di tutti questi colpi coordinati è stato che la maggior parte della grande fortuna di West è improvvisamente evaporata, mentre il suo personal trainer (ebreo) ha dichiarato pubblicamente che se avesse continuato in questo atteggiamento, l’ex miliardario avrebbe potuto passare il resto della sua vita pesantemente sedato e rinchiuso in un istituto per malattie mentali. Quasi nessuna delle celebrità di colore si è schierata dalla sua parte, o se lo hanno fatto, io nlon ne ho sentito parlare. La storia è presto sparita dai media, forse trascinando con sé in modo definitivo questa un tempo iconica celebrità globale nera.”
Mentre Musk aveva battuto i suoi sfidanti dell’ADL, West ha rapidamente abbandonato la lotta ed è scomparso dall’attenzione pubblica. Ma il rapper nero aveva ormai un nuovo album pronto per il lancio e così lui e i suoi consiglieri hanno apparentemente deciso che solo il più abietto tipo di pubblica resa al potere ebraico avrebbe potuto salvaguardare le vendite della sua musica. Anche se Israele stava chiaramente commettendo il più grande massacro televisivo di donne e bambini indifesi nella storia del mondo, indignando gran parte del suo giovane pubblico rap, West ha dichiarato il suo amore e la sua ammirazione sconfinati per gli ebrei e lo Stato ebraico, registrando un video di 40 minuti in cui si scusava per le sue passate dichiarazioni antisemite e twittando un messaggio simile, più breve, scritto in ebraico.
Alla fine del 2022 avevo espresso un notevole scetticismo sul fatto che Musk o West avrebbero avuto successo nelle loro sfide separate al potere ebraico, e i lettori possono giudicare da soli fino a che punto le mie previsioni si siano rivelate corrette.
American Pravda: Elon Musk, Kanye West and much riskier targets
Ron Unz – The Unz Review – 21 novembre 2022
Anche se ora Musk si è prostrato alla più ampia coalizione sionista, devo ammettere che in realtà si è comportato sorprendentemente bene contro i suoi tormentatori iniziali dell’ADL, anche senza utilizzare la storia segreta di quella nefasta organizzazione che gli avevo offerto durante la sua battaglia.
Elon Musk and the true history of the ADLL
Ron Unz – The Unz Review – 13 settembre 2023
Le capitolazioni di Musk e West non mi hanno sorpreso. Ma molto più degno di nota è stato il caso del candidato indipendente alla presidenza Robert F. Kennedy, Jr. la cui resa totale al sionismo negli ultimi mesi ha profondamente deluso molti dei suoi ex ammiratori, me compreso.
Sebbene fino al 2021 conoscessi solo vagamente Kennedy e rimanessi profondamente scettico su gran parte delle sue famose posizioni anti-vaccini, avevo ammirato molto le sue posizioni su molte altre questioni importanti, in particolare sulla nostra disastrosa guerra per procura in Ucraina contro la Russia, e prevedevo quindi di dargli il mio voto a novembre.
Sono rimasto particolarmente colpito dal suo notevole coraggio su alcune questioni storiche di natura personale. Diversi anni fa, aveva dichiarato pubblicamente che Sirhan Sirhan, il presunto assassino di suo padre, era innocente e avrebbe dovuto essere rilasciato dopo più di mezzo secolo di prigione, e aveva inoltre affermato che anche suo zio, il presidente John F. Kennedy, era morto per mano di un complotto. Ho notato che, sebbene i media tradizionali lo diffamassero ferocemente per numerosi altri motivi, tendevano a evitare accuratamente questo tipo di “grandi innominabili” perché i fatti erano così fortemente dalla parte di Kennedy.