Un nuovo studio scientifico condotto da Nakahara et al. ha testato le persone vaccinate contro la COVID per vedere se presentavano nella funzione del muscolo cardiaco cambiamenti “silenti” rilevabili dai test radiologici standard. Lo studio mostra risultati molto inquietanti.
Gli scienziati hanno misurato la captazione a livello del miocardio del 18-fluoro-fluorodeossiglucosio (18F-FDG). La molecola del 18F-FDG è simile a quella del glucosio, tuttavia, il 18F-FDG non viene metabolizzato come il come il glucosio. Pertanto, le scansioni PET sono in grado di rilevarlo e la sua presenza indica una richiesta anormalmente elevata di glucosio da parte del muscolo cardiaco, indicativa di una funzione cardiaca anomala. Maggiori informazioni qui.
Conclusioni: La captazione focale di 18F-FDG nel miocardio rilevata con la PET/CT oncologica indica un rischio significativamente maggiore di anomalie miocardiche multiple.
Questo è quanto emerge dallo studio Nakahara:
Risultati
Lo studio includeva 303 pazienti non vaccinati (età media, 52,9 anni; di cui 157 femmine) e 700 pazienti vaccinati (età media, 56,8 anni; di cui 344 femmine). I pazienti vaccinati presentavano una captazione FDG miocardica complessivamente più elevata rispetto ai pazienti non vaccinati (SUVmax mediana, 4,8 vs. SUVmax mediana, 3,3; P < .0001). Il SUVmax miocardico era più elevato nei pazienti vaccinati indipendentemente dal sesso (intervallo mediano, 4,7-4,9 ) o dall’età del paziente (intervallo mediano, 4,7-5,6) rispetto ai corrispondenti gruppi non vaccinati (intervallo mediano maschi-femmine, 3,2-3,9; intervallo mediano per età, 3,3-3,3; intervallo P, <.001-.015). Inoltre, è stato osservato un aumento della captazione miocardica di FDG nei pazienti sottoposti a imaging 1-30, 31-60, 61-120 e 121-180 giorni dopo la seconda vaccinazione (intervallo mediano di SUVmax, 4,6-5,1) e un aumento della captazione ascellare omolaterale nei pazienti sottoposti a imaging 1-30, 31-60, 61-120 giorni dopo la seconda vaccinazione (intervallo mediano di SUVmax, 1,5-2,0) rispetto ai pazienti non vaccinati (intervallo di P, <.001-<.001).
Questo non dovrebbe accadere! Il vaccino COVID non dovrebbe avere alcun effetto sul cuore. Ci era stato promesso che sarebbe “rimasto nel braccio”.
I risultati esplosivi dello studio sono discussi nell’editoriale che il direttore della rivista, il dottor Bluemke, si è sentito in dovere di pubblicare.
L’editoriale del Dr. Bluemke è in qualche modo apologetico e tesse una tiepida lode dei vaccini COVID.
Lo sviluppo dei vaccini COVID-19 a RNA messaggero (mRNA) è una storia biotecnologica straordinaria. Mentre i vaccini tradizionali richiedevano 5-10 anni per essere sviluppati, per i vaccini COVID-19 è occorso meno di un anno. A titolo di confronto, il vaccino convenzionale più veloce sviluppato in precedenza era stato quello contro la parotite, con un tempo di sviluppo di 4 anni.
Il dottor Bluemke non usa mezzi termini. Spiega che i risultati dello studio non sono dovuti al caso:
I risultati principali: i pazienti asintomatici vaccinati per la COVID-19 prima della PET presentavano un’attività del radiotracciante nel miocardio superiore di circa il 40% rispetto ai soggetti non vaccinati. Il valore P era basso, inferiore a .0001. Ciò significa che solo una volta su 10.000 questi risultati si sarebbero potuti verificare per caso.
L’editoriale afferma che non esiste un modo razionale per ignorare o minimizzare il pericolo rappresentato dall’infiammazione miocardica rilevata da Takahara et al:
I produttori di vaccini sono consapevoli degli effetti negativi dei vaccini a mRNA. Questi effetti avversi portano all’esitazione nei confronti del vaccino. I risultati dello studio di Nakahara et al. suggeriscono che una lieve infiammazione miocardica asintomatica potrebbe essere più comune di quanto ci si aspetti. Questo a sua volta supporterebbe l’ipotesi di un’infiammazione sistemica più grave correlata alla vaccinazione a mRNA in alcuni pazienti che presentano una miocardite sintomatica.
Il Dr. Bluemke chiede che vengano condotte ulteriori ricerche in merito:
I ricercatori hanno capito che il loro primo risultato era solo il punto di partenza. Hanno quindi eseguito ampie “analisi di sensibilità”, ossia esaminando gli stessi dati da direzioni diverse. Cosa succede se teniamo conto delle differenze di età tra i gruppi e del numero di vaccinazioni? Se le vaccinazioni con mRNA causano un’infiammazione miocardica asintomatica, l’effetto non sarebbe più probabile poco dopo la vaccinazione, piuttosto che 6 mesi dopo? Molti di noi che hanno fatto il vaccino COVID-19 hanno avuto sintomi influenzali subito dopo la vaccinazione: forse anche quelli di noi che hanno avuto reazioni influenzali comuni avrebbero avuto una maggiore infiammazione miocardica? I lettori esperti avrebbero potuto notare visivamente le differenze? O le differenze sono state notate solo dopo aver posizionato sul cuore regioni di interesse che avrebbero potuto essere accidentalmente posizionate in modo errato? L’elenco continua. I grandi ricercatori sono anche scettici: hanno bisogno di provare i risultati a se stessi.
L’aumento dell’infiammazione miocardica è forse dovuto a pochi pazienti sfortunati che hanno fatto aumentare la media, mentre la maggior parte delle persone non ne ha risentito?
Purtroppo non è così: tutti i quartili sono stati colpiti in modo pesante, come mostra questa immagine:
La relazione dose-risposta è una prova di causalità!
Esiste una relazione dose-risposta, che fornisce un’ulteriore prova di causalità? Possiamo vedere se il vaccino Moderna a dosi più elevate causa PIÙ problemi cardiaci rispetto al vaccino Pfizer a dosi più basse?
Ricordiamo che gli studi su altri argomenti, come quelli sulle gravidanze a termine, mostrano un tasso di aborto spontaneo superiore del 42% e un tasso di morte infantile superiore del 93% per Moderna (vaccino a dose più alta) rispetto a Pfizer.
E lo studio Nakahara di cui stiamo discutendo? Mostra un modello più debole ma simile di maggiore risposta nel caso di Moderna:
Gli autori affermano che non c’è “alcuna differenza” tra Pfizer e Moderna. Tuttavia, una differenza c’è. La SUVmax dei pazienti vaccinati con Pfizer era di 4,7, mentre i pazienti vaccinati con Moderna (che ha una concentrazione maggiore, ricordiamo) avevano una SUVmax maggiore di 5,1. La differenza non ha raggiunto la significatività statistica, probabilmente a causa della piccola dimensione del campione.
L’effetto maligno scompare con il passare del tempo?
Sfortunatamente, il grafico degli scienziati relativo al SUVmax su base temporale non mostra alcun recupero completo in 180 giorni (mezzo anno); [per tutto questo periodo] il SUVmax rimane ancora al di sopra del livello dei non vaccinati:
Avrebbero potuto eseguire questo test durante gli studi clinici sul vaccino COVID!
Un test della funzione cardiaca attraverso la captazione di F-FDG, un test radiologico standard, è qualcosa che gli scienziati attenti che conducono gli studi clinici sul vaccino COVID avrebbero potuto eseguire su alcune centinaia di pazienti. Le attente agenzie per la sicurezza dei vaccini avrebbero potuto chiedere che tali test venissero condotti per garantire la sicurezza del pubblico. Hanno scelto di non farlo e i loro sponsor (Pfizer e Moderna) hanno fatto molti soldi vendendo vaccini COVID non provati e non testati.
I vaccini, invece di fermare la pandemia, hanno danneggiato il muscolo cardiaco di milioni di persone.
Spero che le persone vaccinate possano chiedere un risarcimento per i loro cuori danneggiati.
La realtà, purtroppo, è che molto probabilmente i danni saranno ignorati e i miliardari dei vaccini si godranno la loro nuova ricchezza mentre la stampa isterica sponsorizzata da Pfizer ci spaventerà con nuove distrazioni.