logo-andreazzo-normallogo-andreazzo-normallogo-andreazzo-mobile-normallogo-andreazzo-mobile-normal
    • Homepage
    • Chi sono
    • Il mio blog
    • Le mie foto
    • Sms
    • Links
    • Musica
    • Contattami
    • Appuntamenti
    • In The Music Experience
    • Video
    • Meteo
    • Spazio pubblicitario
    • Viaggi
    • Cinema
    • Libri
    • Vini
    • Birra
    • Economia
    • Newsletter
    • Shop
    • Hi-Tech
    • Podcast
    • Volley
    • Spagna
    • Lifestyle
    • Sport
    • Motori
    • Spettacolo
    • Donne
    • Webmail
    • Concerti
      • Home
      • Il mio blog
      • Il diritto alla cittadinanza come arma di softpower politico negli Stati Uniti

      Il diritto alla cittadinanza come arma di softpower politico negli Stati Uniti

      La cittadinanza per nascita come principio costituzionale

      Nelle recenti analisi del Council on Foreign Relations – il think tank firmato Rockefeller che ci aiuta a capire quali sono gli argomenti di interesse per le attività politiche americane – è tornato di moda un problema caro agli americani e legato alle politiche migratorie: la cittadinanza per nascita.

      Gli Stati Uniti sono tra i pochi paesi nel mondo che conferiscono automaticamente la cittadinanza a chi nasce entro i propri confini, una disposizione attiva sin dal 1868, anno in cui fu approvato il XIV Emendamento. Tuttavia, negli anni sono cresciuti gli sforzi per mettere fine a questa norma, ritenuta da alcuni responsabile dell’incremento dell’immigrazione irregolare.

      Nel primo giorno del suo mandato, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo volto a modificare l’interpretazione della clausola costituzionale relativa alla cittadinanza, una iniziativa che ha dato luogo a numerosi ricorsi giudiziari e a ingiunzioni estese a livello federale. Il governo ha quindi presentato appello e, il 27 giugno, la Corte Suprema ha stabilito che i giudici federali non possono più emettere ingiunzioni valide su scala nazionale contro le politiche del governo centrale. La pronuncia, tuttavia, non ha chiarito quale sarà il destino della cittadinanza per nascita.

      La Sezione 1 del citato Emendamento stabilisce che «tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla loro giurisdizione» sono cittadini americani. Le eccezioni sono poche: tra queste vi sono i figli dei diplomatici stranieri e quelli nati nelle Samoa Americane, i quali sono considerati nazionali ma non cittadini a pieno titolo, quindi privi di diritti come il voto o l’accesso alle cariche pubbliche.

      Il concetto si fonda sul principio inglese dello jus soli (“diritto del suolo”, un principio che risale all’epoca dell’Impero Romano), secondo cui chi nasce in un certo territorio ottiene automaticamente la cittadinanza, a prescindere dalla nazionalità dei genitori. Gli Stati Uniti riconoscono anche il principio dello jus sanguinis (“diritto di sangue”, anch’esso di origine romana), che attribuisce la cittadinanza ai figli di cittadini americani nati all’estero.

      La norma fu introdotta per annullare la controversa sentenza Dred Scott v. Sandford del 1857, che negava la cittadinanza agli afroamericani. Nel 1898, il caso U.S. v. Wong Kim Ark confermò che anche i figli di non cittadini, nati negli USA o nei suoi territori, devono essere riconosciuti cittadini americani; si è aggiunto poi l’Indian Citizenship Act del 1924 che ha garantito la cittadinanza anche ai nativi americani nati nel paese.

      Va distinto il concetto di cittadinanza per nascita da quello di naturalizzazione, che è il processo attraverso il quale uno straniero può ottenere la cittadinanza dopo aver soddisfatto criteri precisi.

      Soltanto 38 stati, perlopiù nelle Americhe (come Brasile, Canada e Messico), garantiscono esplicitamente la cittadinanza a chi nasce nel loro territorio. Al contrario, la maggioranza dei paesi in Europa, Asia e Africa adotta il principio dello jus sanguinis, anche se con modalità e criteri differenti.

      Il dibattito e l’uso politico

      È chiaro che la questione sia tornata al centro con la questione migratoria e le politiche di Trump. Il dibattito politico non che poteva che infiammarsi di nuovo.

      I critici sostengono che la Sezione 1 sia stata interpretata in modo errato per anni, sostenendo che la frase “soggetti alla giurisdizione” non dovrebbe comprendere i figli di persone che si trovano negli Stati Uniti solo temporaneamente o senza status legale. A ciò si riferisce il problema denunciato come “turismo di nascita”, che consiste nelle trasferte che alcune donne straniere in gravidanza fanno proprio per far nascere il figlio negli Stati Uniti, fatto per il quale il Dep aveva modificato i visti di accesso.

      È però vero che l’Emendamento è giuridicamente chiaro, piaccia o no, ed è altrettanto vero che gli USA sono un Paese etnicamente vario e con un grande storico flusso migratorio, tanto che si può dire, antropologia ed etnologia alla mano, che non esiste una “etnia americana”, laddove non è più nemmeno confermato il dato che i discendenti dei gruppi bianchi europei sono la maggioranza della popolazione regolarmente registrata con la cittadinanza.

      La domanda allora è squisitamente politica, come è politico l’interesse rivolto dal CFR: che uso fare di questo problema?

      Perché appare chiaro che si tratti di un punto di forte tensione e di facile attacco verso Trump e il suo Governo.

      L’applicazione di questo soft power interno potrà muovere verso un inasprimento della crisi interna (leggasi guerra civile) che prosegue inesorabilmente negli USA, soprattutto nei Paesi del Sud. Il Presidente americano non può cambiare la regole da solo, avrebbe bisogno di una modifica costituzionale che prevederebbe una super-maggioranza (due terzi del Congresso e la ratifica di almeno 38 Stati). Quindi?

      Quindi la frangia Dem continua a muovere gruppi organizzati, associazioni e ONG verso contestazioni ripetute nei confronti delle politiche migratorie ristringenti volute da Trump. In questo modo, viene alimentata l’instabilità interna e confusa l’opinione pubblica a riguardo.

      La discrasia cognitiva che viene sostenuta è quella che vorrebbe mantenere assieme due linee contrastanti: il rafforzamento interno della gestione politica e della sicurezza nazionale, assieme ad una liberalizzazione delle migrazioni in nome dei diritti civili.

      Si tenga presente, per dovere di onestà intellettuale e storica, che tutti i Paesi vivono periodi storici di maggiore restrizioni e altri di maggiore morbidezza nei confronti dei flussi migratori. Non c’ niente di strano. La politica è anche trasformazione. L’uso consapevole e mirato ad azioni di sovversione dell’ordine politico è uno strumento frequente.

      Ciò però non cambia né il problema sul piano giuridico, che vede un oggettivo impedimento secondo l’Ordinamento americano, né quello della instabilità migratoria. Il Governo Trump rischia di trovarsi davanti ad un bivio che per il diritto internazionale potrebbe rappresentare un problema ulteriore: forzare la Costituzione per cambiare le regole, oppure agire contro la Costituzione. Tutto questo rischia di essere una trappola politica con un doppio boomerang. E il guaio rischia di non essere facilmente risolvibile.

      Ecco una delle ulteriori evidenti contraddizioni del sistema americano, la cui soluzione, probabilmente, non si trova nell’attuale sistema, ma richiederà una rivoluzione interna che continua a rappresentare per gli americani la via d’uscita al crollo del proprio mondo.

      Condividi

      Post correlati

      Il piano di riarmo europeo: un dramma annunciato per il welfare e le finanze pubbliche


      Visualizza

      Il disastro ambientale segreto di Israele


      Visualizza

      Lascia un commento Annulla risposta

      Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

      Email: info@pierfrancescoandreazzo.eu - info@pierfrancescoandreazzo.com
      Skype: Pierfrancesco.Andreazzo - Twitter: PierAndreazzo


      Facebook Twitter LinkedIn


      ©Copyright 2035 - www.pierfrancescoandreazzo.eu®
      Marchio Registrato, vietato l'uso, anche parziale, del presente Dominio.
      Privacy Policy - Cookie Policy
          Utilizziamo i cookie per garantire il corretto funzionamento del sito web e offrirti una migliore esperienza di navigazione. Cliccando "Accetta" acconsenti di ricevere tutti i cookie del nostro sito; cliccando su "Dettagli" puoi avere maggiori informazioni sui singoli cookie di ogni categoria. Il pulsante "Rifiuta" comporta il permanere delle impostazioni di default, e dunque la continuazione della navigazione con i soli cookie necessari.
          Cookie Policy
          Accetta
          RifiutaDettagli
          Gestisci consenso

          Informativa Cookie

          I cookie sono piccoli file inviati dal sito al dispositivo, i quali vengono memorizzati dal browser per poi essere ritrasmessi alla successiva visita del medesimo utente. In questo modo il sito web riesce ad adattarsi automaticamente agli utenti, migliorando la loro esperienza di navigazione. Inoltre i cookie forniscono al gestore del sito informazioni sulla navigazione degli utenti, al fine di ottenere dati statistici di utilizzo e costruire un profilo delle preferenze manifestate durante la navigazione, personalizzando i messaggi di promozione commerciale. Questo sito utilizza diversi tipi di cookie e alcuni di essi sono collocati da servizi di terze parti che compaiono sulle nostre pagine, in qualsiasi momento puoi modificare o revocare il tuo consenso alla loro memorizzazione. Per maggiori informazioni su come trattiamo i tuoi dati personali consulta la nostra privacy policy.
          Necessari
          Sempre abilitato
          Cookie che non memorizzano alcuna informazione personale e sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito web. Questa categoria include solo i cookie che garantiscono le funzioni di base e le caratteristiche di sicurezza del sito web.
          CookieDurataDescrizione
          cookielawinfo-checkbox-advertisement1 annoCookie impostato dal plugin GDPR Cookie Consent, utilizzato per registrare il consenso di un utente per la categoria cookie pubblicitari.
          cookielawinfo-checkbox-analytics11 mesiCookie impostato dal plugin GDPR Cookie Consent, utilizzato per registrare il consenso di un utente per la categoria cookie analitici.
          cookielawinfo-checkbox-functional11 mesiCookie impostato dal plugin GDPR Cookie Consent, utilizzato per registrare il consenso di un utente per la categoria cookie funzionali.
          cookielawinfo-checkbox-necessary11 mesiCookie impostato dal plugin GDPR Cookie Consent, utilizzato per registrare il consenso di un utente per la categoria cookie necessari.
          cookielawinfo-checkbox-others11 mesiCookie impostato dal plugin GDPR Cookie Consent, utilizzato per registrare il consenso di un utente per la categoria altri cookie.
          cookielawinfo-checkbox-performance11 mesiCookie impostato dal plugin GDPR Cookie Consent, utilizzato per registrare il consenso di un utente per la categoria cookie di performance.
          viewed_cookie_policy11 mesiCookie impostato dal plugin GDPR Cookie Consent che serve a memorizzare se un utente ha acconsentito o meno ad utilizzare i cookie. Non memorizza alcun dato personale.
          Funzionali
          Cookie che aiutano ad eseguire determinate azioni come la condivisione dei contenuti del sito web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback, ecc.
          Performance
          Cookie utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di performance chiave del sito web. Questi cookie aiutano a fornire una migliore esperienza utente per i visitatori.
          Analitici
          Cookie utilizzati per capire come i visitatori interagiscono con il sito web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni su metriche, numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.
          CookieDurataDescrizione
          CONSENT2 anniYouTube imposta questo cookie tramite i video incorporati per registrare dati statistici anonimi.
          Pubblicitari
          Cookie utilizzati per fornire ai visitatori annunci pertinenti e campagne di marketing. Questi cookie tracciano i visitatori e raccolgono informazioni per fornire annunci personalizzati.
          CookieDurataDescrizione
          VISITOR_INFO1_LIVE5 mesi 27 giorniCookie impostato da YouTube per misurare la larghezza di banda e determinare la migliore interfaccia del lettore.
          YSCFine sessioneCookie impostato da YouTube e utilizzato per tracciare le visualizzazioni dei video incorporati.
          yt-remote-connected-devicesNessuna scadenzaYouTube imposta questo cookie per memorizzare le preferenze dell'utente durante la visualizzazione di un video tramite il suo lettore integrato.
          yt-remote-device-idNessuna scadenzaYouTube imposta questo cookie per memorizzare le preferenze dell'utente durante la visualizzazione di un video tramite il suo lettore integrato.
          yt.innertube::nextIdNessuna scadenzaQuesto cookie, impostato da YouTube, registra un ID univoco per memorizzare dati relativi ai video di YouTube visualizzati.
          yt.innertube::requestsNessuna scadenzaQuesto cookie, impostato da YouTube, registra un ID univoco per memorizzare dati relativi ai video di YouTube visualizzati.
          Altri
          Altri cookie analizzati e in fase di classificazione, da stabilire insieme ai loro fornitori.
          Salva e accetta
          Powered by CookieYes Logo