L’ideologia che considera l’aumento numerico della popolazione come la principale causa della fame, della scarsità delle risorse e della povertà umana, proponendo come soluzione il controllo delle nascite, va sotto il nome di malthusianesimo.
Il nome deriva da Thomas Robert Malthus (1766-1834) un pastore americano, più noto come economista o demografo.
Le sue teorie sulla depopolazione sono tra le più influenti e controverse della storia degli ultimi 200 anni, ma purtroppo attualissime.
Malthus nacque nel 1766 a Survey da una famiglia benestante di proprietari terrieri.
Studiò a Cambridge dove si laureò in Lettere, specializzandosi successivamente in matematica e filosofia. Nel 1788 fu ordinato pastore della chiesa di Inghilterra e dieci anni più tardi, nel 1798, scrisse il saggio ”Sulla popolazione”.
Malthus sosteneva che la produzione alimentare cresce secondo una progressione matematica (1,2,3,4,5,6…), mentre la popolazione cresce con una progressione geometrica (2,4,8,16,32…). Questo sarebbe il motivo per cui l’umanità è destinata ad andare incontro alla fame se non si ferma la crescita della popolazione.
Malthus riteneva le riforme sociali altamente dannose per la società, perché il miglioramento economico delle classi povere avrebbe stimolato l’incremento demografico, il peggiore dei mali. Ogni iniziativa governativa di aiuto ai poveri era per Malthus motivo di epatite fulminante.
Le classi da difendere sono quelle che consumano senza produrre: ovviamente i grandi proprietari terrieri, per questo motivo criminalizzò i poveri e difese gli interessi della classe dominante colonialista. Scontato dire che il pastore godette del sostegno della Compagnia delle Indie, pura espressione degli interessi coloniali di Sua Maestà.
Il problema sapete qual è? Al giorno d’oggi moltissime personalità (Bill Gates, Elon Musk, Al Gore, ecc.), si basano sulle sue teorie.
Filippo Duca di Edimburgo (1921-2021), Presidente fondatore del WWF, dichiarò all’agenzia stampa tedesca l’8 agosto del 1988 che: “nel caso che io rinasca, mi piacerebbe essere un Virus letale, così da contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione….”
Per non parlare dell’ebreo William David Foreman (1946-2022), redattore della rivista Earth First, dirigente dell’associazione ecologista Deep ecology, che paragonava l’umanità al cancro del pianeta.
Da Malthus in poi l’ideologia del controllo della popolazione si è evoluta nella direzione di misure coercitive per controllare le nascite, fino al sostegno esplicito a misure eugenetiche e razziste!
Esattamente come il nazismo, verrebbe da dire! Sbagliato: le più becere strategie contro la Vita e contro l’umanità sono nate nel mondo angloamericano!
Charles Darwin
La vera svolta che portò alla nascita di una cultura contro la vita si ebbe con Charles Darwin (1809-1882), il famoso studioso britannico che identificò nella lotta per l’esistenza il motore del processo evolutivo.
Nel novembre del 1859 uscì la prima edizione del libro “Sull’origine Delle specie, per selezione naturale”, stampato in 1.250 copie, tutte bruciate nello stesso giorno.
Come Darwin stesso racconta, l’idea della selezione naturale gli fu suggerita dalla lettura dell’opera del pastore Thomas R. Malthus.
Come molti dell’epoca, Darwin era un massone, e la sua teoria diede un impulso allo sviluppo della moderna ideologia razzista ed eugenetica, al punto che divenne un elemento centrale dell’ideologia imperiale britannica! Moltissimi anni prima dell’apparizione sulla scena del baffetto!
Herbert Spencer e Francis Dalton
Herbert Spencer (1820-1903) fu un giornalista britannico convinto che il principio evoluzionistico di Darwin dominasse tutto il sapere umano e non solo l’evoluzione delle specie.
Tutto secondo lui si poteva spiegare grazie all’evoluzionismo, per cui si mise in testa l’idea di pubblicare una sorta di nuova enciclopedia interamente basata su questo concetto.
Ovviamente per questo progetto venne sostenuto e finanziato dai massoni dell’epoca…
Spencer divenne famoso come il creatore della dottrina del “darwinismo sociale”. Fu lui infatti a coniare l’espressione “sopravvivenza del più forte”, non a caso la sua idea era molto semplice: bisogna eliminare ogni legislazione che renda la vita comoda agli individui; la società, soprattutto nel campo dell’economia, deve essere regolata da leggi selvagge, senza facilitazioni come case comode e riscaldate, salari minimi e orario di lavoro regolato, perché questo andrebbe contro la legge darwiniana della selezione naturale.
L’evoluzionismo biologico è la giustificazione della sopravvivenza dei più forti!
Poi toccò a Francis Galton (1822-1911), cugino di Charles Darwin. Egli non era soddisfatto dei risultati del processo naturale di evoluzione e per questo sosteneva la necessità di migliorare la razza umana attraverso una selezione!
Fu lui a coniare il termine “eugenetica” (nel 1884 nell’opera “Human Faculty”), dal greco genesis, che significa “procreazione”, e l’aggettivo “eu”, che significa “buono”, quindi “buona procreazione”.
L’eugenetica pertanto è la disciplina che propone la riproduzione solo dei “geni buoni”.
Galton era convinto che tutte le qualità o i vizi umani si trasmettessero geneticamente,e per questo fu tra i primi ad affermare che le popolazioni di colore erano “geneticamente inferiori”, che gli ebrei erano “parassiti” e che la povertà si trasmettesse geneticamente.
La sterilizzazione delle masse
Nel 1910 l’ambientalista razzista Charles B. Davenport (1866-1944), fondatore dell’Eugenetics Record Office (ERO) negli Stati Uniti d’America si fece promotore della sterilizzazione dei meno adatti.
Ma già nel 1907 lo Stato dell’Indiana aveva promulgato la prima legge sulla sterilizzazione dei pazienti ricoverati in istituti psichiatrici, persone condannate per crimini sessuali e tutti coloro che venivano considerati imbecilli ai test del QI, oltre agli individui depravati ed epilettici.
Nel 1927 in Virginia passò la legge che consentiva di applicarla forzatamente ai pazienti disabili.
Le argomentazioni a favore di simili aberranti pratiche furono presentate in modo così convincente che nel 1937 un sondaggio fatto da Fortune rivelò che il 63% degli americani era favorevole.
Nel 1926 la Società Eugenetica Britannica stampò decine di migliaia di copie di un pamphlet in cui venivano spiegati i grandi vantaggi della sterilizzazione.
Queste informazioni sono importanti, perché stiamo parlando di molto tempo prima dell’arrivo in Germania di Adolf Hitler (1889-1945): Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svizzera, e ovviamente Inghilterra e Stati Uniti d’America adottavano già legislazioni a favore della sterilizzazione per il miglioramento della razza.
Solo nel 1933 Hitler promulgò la legge per la sterilizzazione eugenetica, che fu vista con favore dai potenti circoli americani e britannici…
Conclusione
La narrazione ufficiale ci insegna che fu il nazismo tedesco ad essere razzista, xenofobo e assassino, quando invece i veri eugenetisti sono da sempre stati gli angloamericani!
Cosa succederebbe oggi se dovessimo usare lo stesso metro di giudizio, tipo il QI nei Parlamenti italiani? Quanti ne dovremo castrare e/o sopprimere? La domanda è retorica ovviamente!