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      • L’ARTE DELL’INGANNO NELL’ERA DELL’ISR (INTELLIGENCE SORVEGLIANZA RICONOSCIMENTO)

      L’ARTE DELL’INGANNO NELL’ERA DELL’ISR (INTELLIGENCE SORVEGLIANZA RICONOSCIMENTO)

      L’inganno è uno strumento essenziale per qualsiasi operazione militare o di intelligence. Prima dell’arrivo dei satelliti, degli aerei di sorveglianza ad ala fissa con equipaggio e dei droni, per i pianificatori militari era più facile occultare i movimenti delle truppe e i preparativi per le offensive. Nel XIX secolo i generali potevano utilizzare mongolfiere con un osservatore, sistemato in un cesto che penzolava sotto il pallone, che, con un cannocchiale, cercava di individuare le forze nemiche e i movimenti delle truppe. Questo sistema permetteva di avere solo una visione molto limitata dell’ordine di battaglia e poteva essere facilmente disturbato da nuvole, generate da esplosioni a terra o da Madre Natura, che oscuravano il paesaggio. I generali del XIX secolo facevano anche molto affidamento sulle spie umane.

      Nella prima metà del XX secolo, i progressi tecnologici in aviazione (ad esempio, gli aerei ad ala fissa) e delle comunicazioni elettroniche avevano ampliato la capacità dei pianificatori militari di rilevare le attività e le posizioni del nemico. Ma il tentativo di determinare cosa stessero facendo le forze nemiche era un’arma a doppio taglio. Un comandante astuto, ad esempio, poteva far marciare ripetutamente lo stesso gruppo di truppe in un’area sotto osservazione nemica per dare l’impressione che le sue forze fossero molto più numerose. I generali confederati nella guerra civile americana, ad esempio, avevano usato questa tattica più volte. Questa è una forma di inganno.

      L’arte dell’inganno parte dal presupposto che il nemico stia raccogliendo informazioni sulle dimensioni, le capacità, la posizione e le intenzioni delle vostre forze militari. Il vostro compito, in qualità di maestri dell’inganno, è quello di convincere l’avversario che state per intraprendere una particolare linea d’azione, fornendo al nemico informazioni che focalizzeranno la sua attenzione su un falso obiettivo, allontanandolo da quello reale.

      Uno degli esempi più famosi della Seconda Guerra Mondiale è l’Operazione Bodyguard. Agli inglesi va il merito di aver ideato questo inganno.

      L’Operazione Bodyguard era il nome in codice di una strategia di inganno della Seconda Guerra Mondiale impiegata dagli Stati alleati prima dell’invasione del 1944 dell’Europa nord-occidentale. L’operazione Bodyguard prevedeva uno stratagemma generale per ingannare l’Oberkommando der Wehrmacht sul momento e sul luogo dell’invasione. La pianificazione di Bodyguard era stata avviata nel 1943 dalla Sezione di Controllo di Londra, un dipartimento del Gabinetto di Guerra. Avevano prodotto una bozza di strategia, denominata Piano Jael, che era stata presentata ai leader alleati alla Conferenza di Teheran, alla fine di novembre e che, nonostante lo scetticismo dovuto al fallimento delle precedenti strategie di inganno, era stata approvata il 6 dicembre 1943.

      Bodyguard era una strategia in base alla quale avrebbero operato tutti i pianificatori dell’inganno. L’obiettivo generale era quello di far credere ai tedeschi che l’invasione dell’Europa nord-occidentale sarebbe avvenuta più tardi del previsto e di aspettarsi attacchi in altre zone, tra cui il Pas-de-Calais, i Balcani, la Francia meridionale, la Norvegia e attacchi sovietici in Bulgaria e nel nord della Norvegia. La parte fondamentale della strategia consisteva nel tentare di nascondere l’entità dell’accumulo di truppe nell’Inghilterra meridionale, sviluppando minacce in tutto il teatro europeo e sottolineando l’attenzione degli Alleati per le grandi campagne di bombardamento.

      Lo stratagemma principale non era un approccio operativo, ma definiva i temi generali che ogni operazione subordinata avrebbe dovuto sostenere. I pianificatori dell’inganno in Inghilterra e al Cairo avevano sviluppato una serie di ulteriori progetti operativi (di cui il più significativo era stato l’Operazione Fortitude, incentrata su una minaccia al Pas-de-Calais).

      Lo scopo dell’Operazione Fortitude era quello di far credere che il generale George S. Patton, a capo di un esercito fittizio, sarebbe sbarcato al Pas-de-Calais. L’inganno prevedeva la creazione di basi in Inghilterra piene di carri armati gonfiabili, camion e pezzi di artiglieria e un enorme traffico radio che avrebbe persuaso i tedeschi, che controllavano i messaggi intercettati e le foto degli aerei da ricognizione, che Patton avrebbe guidato l’invasione dell’Europa.

      Gli inglesi erano molto bravi in queste operazioni di inganno, ma i sovietici lo erano ancora di più. Maskirovka è il termine russo che indica la preparazione e l’esecuzione di un colpo a sorpresa senza avvisare il nemico delle proprie intenzioni. L‘operazione Bagration ne è un esempio emblematico:

      A metà della guerra i sovietici avevano acquisito la piena padronanza della disciplina radio e della sicurezza delle comunicazioni. Le tecniche di mimetizzazione erano notevolmente progredite e i sovietici padroneggiavano ampiamente il difficile compito di spostare rapidamente le truppe per sfruttare i punti deboli tedeschi. Zhukov si era reso conto che, a quel punto, i sovietici erano molto più bravi a mantenere segrete le loro intenzioni, a diffondere disinformazione e a ingannare il nemico. Infatti la maggior parte delle unità sovietiche utilizzava tabelle di codici in tutte le trasmissioni radio e telefoniche. I codici venivano cambiati ogni 24 ore e le chiavi di cifratura venivano trasmesse solo tramite corriere. In ogni piano operativo era inclusa una componente maskirovka estremamente dettagliata.

      In Bielorussia, nell’ambito dell’Operazione Bagration a metà del 1944, i carri armati e i cannoni sovietici erano sbucati dalle paludi sul bordo settentrionale delle paludi di Pripet, sorprendendo i difensori tedeschi. Senza che i tedeschi se ne accorgessero, il genio militare sovietico aveva costruito delle passerelle in legno, creando strade di fortuna per i carri armati sovietici che erano avanzati di 25 miglia in un giorno contro i tedeschi spaventati, costretti ad indietreggiare di fronte all’assalto implacabile.

      La pianificazione dell’Operazione Bagration era stata tenuta così segreta che i sovietici erano riusciti a far colpire ai partigiani i punti di trasporto chiave del Gruppo d’Armate Centro tedesco. L’inganno avevano incoraggiato i tedeschi a rinforzare il settore meridionale del fronte, mentre il colpo decisivo veniva sferrato a nord. Le linee ferroviarie distrutte avevano impedito ai tedeschi di riposizionare con tempestività i loro mezzi corazzati dove erano più necessari.

      Complimenti a Patrick Armstrong per la sua incisiva osservazione sul fatto che l’inganno moderno, nell’era delle vaste capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione (alias ISR), è una sfida molto più difficile rispetto all’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Nel XXI secolo è diventato una realtà l’occhio di Sauron di Tolkien, un occhio onniveggente che può penetrare nel campo di battaglia e dietro di esso. È altamente improbabile che l’Ucraina o la Russia possano assemblare un grande esercito in un particolare settore del campo di battaglia senza essere scoperti. Gli Stati Uniti su questo fronte non hanno osservato la regola dell’inganno, annunciando regolarmente il dispiegamento di truppe ed equipaggiamenti al confine con l’Ucraina.

      Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, sembra che la Russia goda di un enorme vantaggio in maskirovka perché la NATO non ha una strategia coerente ed è sottoposta a enormi pressioni per assecondare la politica interna. Poi ci sono i social media e Internet. Si tratta di un potente mezzo per plasmare l’opinione pubblica e confondere gli analisti di intelligence. La fissazione occidentale per Prigozhin e il Gruppo Wagner ne è un esempio lampante. Americani ed europei sono stati bombardati da storie e video sulle ultime buffonate del Gruppo Wagner. Allora rispondete a questa domanda: dov’è il resto dell’esercito russo? I media occidentali raramente riportano le attività e lo stato del resto dell’esercito russo, tranne quando un comandante, come il generale Popov, viene rimosso dal comando. Ciò che è strano nella storia di Popov è che è stato messo a capo delle operazioni militari della Russia in Siria, invece di essere licenziato. Maskirovka? Forse.

      La Maskirovka è molto simile alla pesca con la mosca. I pianificatori dell’inganno devono capire come far abboccare all’amo qualcosa che l’opinione pubblica occidentale e i pianificatori militari inghiottiranno al volo. Non mi sorprenderebbe che la Russia abbia dato in pasto all’Occidente storie sul caos nelle forze armate russe, sull’isolamento e la malattia di Putin e su un morale terribilmente basso. Abbiamo già visto molti funzionari di alto livello negli Stati Uniti e in Europa abbracciare questi meme. Se i leader occidentali sono convinti che la Russia stia barcollando sull’orlo del collasso, è più probabile che respingano i rapporti di intelligence e le prove che raccontano una storia opposta.

      Il mio suggerimento è semplice: prendete tutto ciò che leggete sui media e su Internet con un granello di sale. Credo che i pianificatori militari russi continuino ad adottare l’inganno come componente centrale della loro strategia e tattica militare e che molti in Occidente ignorino questa possibilità. Al contrario, gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO, innamorati dei social media, si concentrano sulla guerra dell’informazione escludendo altre operazioni di camuffamento. Il risultato finale è la confusione e la NATO fatica a capire cosa farà la Russia per porre fine all’operazione militare in Ucraina.

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