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      • Le disperate euro-élite vorrebbero gli “scarponi sul terreno” anche prima del cessate il fuoco

      Le disperate euro-élite vorrebbero gli “scarponi sul terreno” anche prima del cessate il fuoco

      Le notizie sul conflitto ucraino hanno un po’ rallentato a causa di una fase di “pianificazione” in cui tutte le parti cercano in qualche modo di superarsi politicamente a vicenda. Questo perché l’intera farsa del “cessate il fuoco” si è di fatto trasformata in una postura politica e tutte le parti coinvolte sono troppo distanti per concordare una soluzione tangibile e significativa. In questa situazione rimane solo la politica per arrivare ad una posizione di vantaggio.

      L’Europa ha riproposto le “garanzie di sicurezza” e gli “scarponi sul terreno”, ma si tratta di un bucato vecchio e troppo logoro per poter essere davvero utile. Questo non impedisce loro di riprovarci, Le Monde, per esempio, propone un’idea originale: le truppe europee dovrebbero essere inviate in Ucraina prima della firma di un cessate il fuoco e non dopo, per “fare pressione” su Putin e indurlo ad accettare proprio la stessa tregua:

       

       

       

      Fonte

      Il “ricercatore” dell’Istituto francese per le Relazioni Internazionali, un’emanazione dell’establishment, Elie Tenenbaum, sostiene che parlare di una potenziale “forza di pace” europea avrebbe l’effetto di indurre Putin a continuare il conflitto, in modo da non avere truppe NATO al suo confine: una valutazione ragionevolmente competente.

      Tuttavia, questa prospettiva rimane del tutto fuori discussione per il Cremlino, una delle cui motivazioni principali è quella di impedire l’ingresso di truppe occidentali in un’area che considera propria. Peggio ancora, più gli europei si dimostrano disposti a dispiegare forze dopo un cessate il fuoco, meno Vladimir Putin sarà propenso a firmarlo.

      Ma poi il signor Tenenbaum fa la sua mossa disperata. Invece di seguire la logica della sua stessa ispirazione romanzesca, giunge alla conclusione che l’unico modo per far funzionare il tutto è inserire subito le truppe, invece di aspettare l’approvazione di Putin:

      La soluzione a questo problema non è tecnica, ma logica, e richiede ancora una volta un’inversione cronologica: le forze di sicurezza devono essere dispiegate prima, non dopo, un cessate il fuoco. Costretta ad accettare una presenza europea o a pagare il prezzo di un confronto costoso e incerto con l’Occidente, la Russia sarà più propensa a firmare un accordo di quanto lo sarebbe senza tale dimostrazione.

      Quindi, il signor Tenenbaum ritiene che iniziare la Terza Guerra Mondiale sarebbe la ricetta giusta per convincere Putin a “negoziare”. Probabilmente avrebbe dovuto ascoltare la recente intervista di Lukashenko prima di scrivere le sue cavolate; Lukashenko ha raccontato di aver avvertito Trump al telefono di non fare pressione su Putin, proprio perché Putin non è suscettibile di prendere decisioni sotto costrizione:

       

      Va anche notato che l’articolo di Tenenbaum fa una distinzione interessante: in generale, qualsiasi forza dispiegata in Ucraina non sarebbe una forza di “mantenimento della pace” nel senso classico di truppe che si limitano a pattugliare una linea di contatto. Si tratterebbe invece di una forza di deterrenza offensiva in grado di “avanzare su un’eventuale breccia nella linea del fronte”:

      Non si tratterebbe di una forza neutrale di mantenimento della pace e di interposizione sulla linea di contatto, piuttosto di un’operazione di rassicurazione e deterrenza. Un piano del genere è ambizioso, ma tutt’altro che fuori dalla portata degli europei…

      Questa coalizione si basa su quattro pilastri… e su una “dimostrazione di terra” con brigate mobili in grado di avanzare su un’eventuale breccia nel fronte, che è lungo più di 1.000 chilometri e che sarebbe tenuto dall’esercito ucraino, come avviene oggi.

      Come molti sanno, le “forze di pace” sono solitamente distinte dalle vere brigate di combattimento offensivo e dalle unità corazzate in grado di condurre una vera guerra. Le forze di pace, infatti, sono solitamente armate in modo leggero e hanno il solo scopo di agire come “guardie di sicurezza” e sentinelle. È chiaro che la Russia e la NATO non sono d’accordo su quale tipo di forza sarebbe appropriata per questa occasione, soprattutto se si considera che la Russia ha appoggiato le proposte di coinvolgimento della Cina in questo senso.

      Interessante è anche la menzione di “rotte marittime” e porti critici che avrebbero bisogno di protezione da parte di questa forza di rassicurazione, il che implica chiaramente l’utilizzo delle Marine della NATO per proteggere Odessa. Gli analisti occidentali sono sempre più preoccupati che Odessa possa cadere nelle mani dei russi, visti i recenti progressi di questi ultimi sul campo di battaglia.

      Un recente articolo del Telegraph ha evidenziato questo aspetto, definendo Odessa assolutamente esistenziale per la sopravvivenza dell’Ucraina:

      Fonte

       

       

      —–

      Tornando alla fase di “manovra” dei “negoziati”, Trump ha ora dichiarato che, dopo la scadenza del termine di due settimane, potrebbe imporre sanzioni, tariffe o “non fare nulla”:

       

      Gli europei continuano a girare in tondo come polli svegliati di soprassalto, senza un’idea chiara di come procedere. Molte élite europee stanno iniziando a comprendere la realtà della situazione: l’impotenza dell’Europa e le illusioni di grandezza che hanno permesso alle élite europee di pensare di poter mettere sotto scacco i giganti globali.

      In un discorso al meeting annuale di Rimini, l’ex capo della BCE Mario Draghi ha messo sotto torchio l’UE, dichiarando che le illusioni di potere geopolitico dell’UE sono un sogno morto, nato dall’idea sbagliata che il potere economico possa automaticamente garantire il potere geopolitico:

       

      “Per anni l’Unione europea ha creduto che le sue dimensioni economiche, con 450 milioni di consumatori, avrebbero portato con sé potere geopolitico e influenza nelle relazioni commerciali internazionali. Quest’anno sarà ricordato come l’anno in cui questa illusione è svanita”.

      Più gli eurocrati strillano e starnazzano nella loro inutile farsa, più sembrano impotenti e più perdono credibilità agli occhi dei loro stessi cittadini. Eppure, è con la loro “garanzia di ferro” che Zelensky continua a mantenere il suo approccio fanaticamente massimalista, bluffando verso la catastrofe per l’Ucraina. In una nuova dichiarazione per la “Giornata dell’indipendenza ucraina”, Zelensky ha persino promesso di restituire sia la Crimea che il Donbass a un’Ucraina “riunificata”. L’Europa sta staccando a Zelensky un assegno che non sarà in grado di incassare.

      —-

      A Trump è stato anche chiesto di commentare gli attacchi russi che hanno spazzato via una fabbrica americana nell’Ucraina occidentale:

       

      Ricordate quando si diceva che Rheinmetall e altri grandi produttori di armi occidentali avrebbero creato nell’Ucraina occidentale fabbriche di armi avanzate che la Russia “non avrebbe osato toccare”? Quanto bisognava essere ingenui per crederci davvero?

      In modo abbastanza umoristico, Lavrov è stato anche interrogato dalla NBC su questo atto “provocatorio”:

       

      —-

      Cambiando argomento, l’ucraino Berlinska, personaggio pubblico ed esperto di droni, ha fatto scalpore con un’altro cupo commento sull’ormai leggendaria unità di droni Rubicon della Russia:

       

      Ricordiamo che in un recente rapporto avevamo condiviso la previsione che la tecnologia anti-drone russa avrebbe presto portato al collasso delle capacità dei droni ucraini, se non fosse stata controllata. L’ultimo crudo promemoria ci dice che l’esperienza di Rubicon si sta diffondendo in tutto l’esercito e che, se non si adottano le misure di emergenza prescritte, si verificherà presto un disastro per l’Ucraina.

      Un’altra figura ucraina, un cecchino della 59a Brigata d’assalto separata, ha lamentato i recenti e “inaspettati” guadagni territoriali della Russia, attribuendoli anche al successo di Rubicon. Ricordiamo che avevamo discusso in un recente rapporto la nuova strategia russa per la soppressione delle capacità di ricognizione ucraine e l’effetto a cascata che tutto questo ha sull’AFU – si legga la parte sottolineata qui sotto:

       

      Anche il capo della Guardia Nazionale di Azov, Bohdan Krotevych, ha fornito una valutazione negativa della situazione:

       

      Bohdan fa due affermazioni importanti: primo, che l’Ucraina non ha essenzialmente vere e proprie “riserve” e che tutti i recenti rinforzi inviati per spegnere gli incendi sono stati presi da altri fronti.

      Poi, cosa molto più importante, afferma correttamente che il reclutamento non è in realtà il problema principale dell’Ucraina. Se si dessero all’Ucraina 100.000 nuovi uomini, secondo lui la situazione tornerebbe nel giro di qualche settimana allo stesso precipizio in cui si trova ora. Perché? Perché, sottolinea astutamente, l’Ucraina aveva già questa forza in passato e l’aveva persa per qualche motivo. Ci sarebbe molto da dire, ma è ovvio che la maggior parte della gente ha capito che la guerra era iniziata con un vantaggio ucraino in termini di truppe; perché poi l’Ucraina è scivolata gradualmente in un tale svantaggio? La risposta è semplice: le capacità di reclutamento russe sono semplicemente maggiori, quindi non importa quanti uomini l’Ucraina possa arruolare, continuerà a perdere, a meno che non che avvenga qualcosa di radicale o di drastico.

      A questo proposito, un’ultima curiosità. In una nuova intervista con RBC-Ucraina, il Comandante in Capo Syrsky ha detto una cosa abbastanza sorprendente. Dopo aver affermato che a Bakhmut l’Ucraina aveva avuto un rapporto caduti di 1:7 favorevole rispetto alla Russia, ovvero 7 morti del Gruppo Wagner per ogni morto ucraino, ha continuato affermando che anche nell’offensiva di Kursk l’Ucraina aveva avuto un rapporto caduti di 1:5 rispetto ai difensori russi:

       

      La ragione per cui questa dichiarazione è così sorprendente è che arriva dalle labbra della più alta autorità militare dell’Ucraina, secondo cui un rapporto favorevole di KIA durante un’offensiva è abbastanza possibile. La maggior parte dei commentatori pro-UA sostiene che i russi sono deliranti perché dicono di avere un rapporto favorevole delle perdite nei confronti dell’Ucraina, nonostante la Russia sia stata all’offensiva per la maggior parte della guerra. Eppure, lo stesso eroe di guerra Syrsky ha ammesso che questa è una cosa normale per le operazioni offensive. Questo mette gli analisti pro-UA in una certa difficoltà: o Syrsky sta mentendo o le affermazioni russe non sono così “assurde” come vengono fatte passare.

      Naturalmente, questa è una domanda retorica: gli astuti lettori di questo blog conoscono certamente la vera risposta.

      —-

      Rimandiamo gli aggiornamenti sul fronte alla prossima volta, perché al momento c’è un blackout informativo particolarmente nebbioso su alcune posizioni chiave, a causa del fatto che sia l’Ucraina che la Russia per conquistare posizioni avanzate nelle rispettive “retrovie” utilizzano tattiche ambigue ed equipaggi ridotti all’osso, non adatti al consolidamento [di eventuali guadagni territoriali]. Abbiamo bisogno di qualche giorno in più perché le cose si chiariscano e si convalidino.

      Inoltre, l’Ucraina sta usando sempre più spesso la tattica di “annunciare” la cattura o lo sgombero di insediamenti che la Russia non ha ancora effettivamente preso, al fine di vantare alcune “vittorie” fantasma per il morale, tra cui diversi insediamenti intorno al saliente nord di Pokrovsk.

      Ma, come commento generale, sul fronte ormai critico di Pokrovsk, alcuni rapporti affermano che Syrsky sta urgentemente richiamando diverse unità da altri settori per spegnere gli incendi:

      Secondo le informazioni ricevute, il contenimento dell’attacco russo a nord di Pokrovsk e la stabilizzazione del fronte stanno andando così male che Syrsky sta ritirando urgentemente diversi altri battaglioni delle Forze Armate ucraine dalla direzione di Sumy.

      Proprio ieri sono stati ritirati: il 3° battaglione della 156ª brigata meccanizzata, il 1° e il 3° battaglione della 33ª brigata meccanizzata separata, nonché il 2° battaglione del 425° battaglione d’assalto separato “Skala” insieme a unità di supporto.

      Il mappatore ufficiale dell’AFU, Deepstate, ha fatto anche alcuni commenti generali sulle operazioni in corso:

      Deepstate

      “Il nemico continua a costruire sui propri successi, approfittando dei precedenti progressi e dei problemi sorti in quest’area. Principalmente operano piccoli gruppi di fanteria che si infiltrano in profondità nel territorio, pressando costantemente le posizioni dei combattenti ucraini e cercando ogni opportunità per consolidarsi. In alcuni casi le posizioni delle Forze Armate dell’Ucraina esistono solo nei rapporti, e poi il nemico appare improvvisamente nelle retrovie – nelle posizioni degli operatori di droni o delle unità di guerra elettronica e altri distaccamenti”.

      La situazione più difficile ora è nella foresta sulla riva settentrionale del fiume Seversky Donets, dove i russi minacciano di bloccare la strada vicino a Dronovka, “il che creerebbe conseguenze sfavorevoli per le posizioni lì presenti”.

      “Pertanto, c’è la speranza che [gli ucraini] si ritirino in tempo per non finire circondati”, scrive pbalik.

      Le Forze Armate russe stanno cercando di spingere le Forze Armate dell’Ucraina definitivamente fuori dalla foresta di Serebryansky e di porre fine alle battaglie per questa zona.

      Le nostre forze stanno facendo pressione anche in direzione di Yampol e sono già apparse vicino alla strada Yampol-Zarechnoye.

      “Anche a Zarechnoye la situazione è sfavorevole per i combattenti ucraini, poiché il nemico si sta gradualmente spostando all’interno dell’insediamento oltre le postazioni e sta diventando sempre più difficile scacciarlo”.

      Un servizio di Rossiya-1 sul successo delle operazioni della 4ª Brigata russa LPR ad Alexander-Shultino, sul fronte sud-orientale di Konstantinovka:

       

      Un corrispondente del Financial Times per l’Ucraina sottolinea un aspetto che io stesso avevo notato e di cui avevo scritto: i recenti progressi russi sono avvenuti con minori perdite:

       

      Che ve ne pare di questo pezzo che va contro la narrazione comune?

      Il rapporto completo dell’outlet ucraino citato è qui.

      Fonte

       

      Ecco il loro grafico:

      Nella mappa qui sotto, abbiamo preso i dati sui territori occupati da DeepState e i dati sulle perdite russe dai rapporti giornalieri dello Stato Maggiore ucraino. Le “perdite” si riferiscono ai morti e ai feriti.

       

      Probabilmente la realtà è assai peggiore per l’Ucraina, perché le cifre delle “perdite” russe sopra riportate sono tratte dai rapporti ufficiali dello Stato Maggiore dell’AFU, drammaticamente esagerati sulle perdite russe giornaliere.

      Un’altra analisi ucraina è giunta a questo risultato, mostrando che le perdite delle truppe russe hanno una traiettoria discendente a partire da dicembre dell’anno scorso circa:

       

      Se interpreto bene, il grafico qui sopra è più accurato, dato che le perdite sembrano essere misurate in intervalli di circa 11 giorni, il che porterebbe le perdite di truppe (valori sull’asse Y a sinistra, contro le perdite di “equipaggiamento” sul lato destro) a circa 1000/11, o 90 al giorno. Il picco sarebbe stato di quasi 1800/11, pari a 163 al giorno.

      Sfogliando le sezioni dei commenti ai vari post, molti ucraini sembrano essere d’accordo sul fatto che la ragione di tutto ciò sia un cambiamento nelle tattiche russe, discusso di recente. Questo include l’accurato martellamento russo delle posizioni ucraine con bombe plananti migliorate e l’avanzamento di piccole unità con equipaggi ridotti sotto la copertura di droni per ridurre le perdite, così come le tattiche di “infiltrazione” con motociclette. E, naturalmente, il già citato miglioramento della “negazione d’area” russa attraverso la soppressione dell’ISR ucraino, visto che Rubicon ha preso di mira i radar ucraini, i ripetitori aerei e i mezzi di ricognizione, ecc.

      In breve, l’esercito russo sta diventando una macchina ben oliata e si sta adattando a combattere efficacemente il nemico. Ma non bisogna confondere la parola “efficiente” con “perfetto”, perché le perdite russe sono, tutto sommato, ancora elevate. Se si riducono le perdite da 150 o 200 morti al giorno a 100, è un grande risultato, ma significa ancora più di 3.000 morti e forse altri 3.000 mutilati al mese, con buone probabilità che i numeri siano ancora più alti. Si suppone che sia ancora meglio delle 3.600 perdite al giorno che gli Stati Uniti hanno stimato di subire in una guerra con la Russia:

       

      A proposito, non è interessante il fatto che l’Occidente sembrasse dire la verità sulle perdite russe prima che il disperato bisogno di coprire il collasso dell’Ucraina richiedesse una modifica della narrazione? Nel luglio 2022 gli Stati Uniti avevano stimato 15.000 perdite russe dopo esattamente 5 mesi di guerra:

       

      Questo significava 3.000 al mese, o 100 al giorno. Ora, per mantenere viva la speranza che l’Ucraina possa, in qualche modo, superare la tempesta, è stato necessario modificare la narrazione in un ridicolo 1.000-1.500 al giorno, per far sembrare che la Russia sia sull’orlo della sconfitta e che qualche altro miliardo di aiuti e qualche altro pacchetto di armi per l’Ucraina possano chiudere la partita.

      —-

      Un paio di ultime notizie:

      Lavrov ha finalmente chiarito la questione dell’incontro tra Putin e Zelensky. Ha affermato che un incontro potrebbe teoricamente avvenire, con Zelensky trattato come leader “de facto” dell’Ucraina. Tuttavia, la questione della sua illegittimità dovrebbe essere risolta prima di poter firmare un vero accordo.

       

      In una nota più umoristica, a Lavrov è stato chiesto se la sua maglietta con la scritta CCCP fosse un “segnale” segreto per una ricostituzione dell’URSS:

       

      L’intervista completa di un’ora alla NBC con Lavrov può essere vista qui.

      —-

      Infine, l’unità russa che, all’indomani del vertice in Alaska, aveva trollato tutto mondo assaltando Mala Tokmachka, nella regione di Zaporozhye, a bordo di un M113 catturato e sventolando una bandiera americana, ha pubblicato un nuovo video dopo che le pubblicazioni occidentali l’avevano accusata di aver realizzato un falso video con l’IA:

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