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      • L’Europa in guerra con la Russia: il sogno disperato di invertire il tramonto dell’Occidente

      L’Europa in guerra con la Russia: il sogno disperato di invertire il tramonto dell’Occidente

      Tra le recenti escalation retoriche da parte dell’Occidente ci sono iniziative dietro le quinte volte a tradurre le parole in azioni concrete. Diversi nuovi rapporti indicano che l’Occidente ha intensificato gli sforzi per prepararsi ad un conflitto su larga scala contro la Russia: la guerra che molti politici europei di spicco ci stanno promettendo con tanto zelo.

      In primo luogo, secondo un rapporto di Politico EU, l’Europa starebbe valutando la possibilità di passare da destinataria “passiva” della cosiddetta “guerra ibrida” della Russia a partecipante attiva:

       

      La parte tragica è che questa nuova giravolta si basa interamente su quella che è ampiamente nota come una serie di false flag e operazioni psicologiche condotte in tutta Europa, che di solito vengono rapidamente smentite ma la cui confutazione viene sempre “cancellata dalla memoria” e nascosta sotto il tappeto dalla stampa corporativa al fine di perpetuare la narrativa, falsa ma utile, secondo cui la Russia starebbe in qualche modo “espandendo” la sua escalation contro l’Europa.

      Dall’articolo di Politico sopra citato:

      BRUXELLES — I droni e gli agenti russi stanno sferrando attacchi in tutti i paesi della NATO e l’Europa sta ora facendo ciò che solo pochi anni fa sarebbe sembrato assurdo: pianificare come contrattaccare.

      Come intendono “contrattaccare”? Alcune idee:

      Le idee spaziano da operazioni cibernetiche offensive congiunte contro la Russia, ad un’attribuzione più rapida e coordinata degli attacchi ibridi puntando rapidamente il dito contro Mosca, fino a esercitazioni militari a sorpresa guidate dalla NATO, secondo due alti funzionari governativi europei e tre diplomatici dell’UE.

      “I russi stanno costantemente mettendo alla prova i limiti: qual è la risposta, fino a dove possiamo spingerci?”, ha osservato il ministro degli Esteri lettone Baiba Braže in un’intervista. È necessaria una risposta più “proattiva”, ha dichiarato a POLITICO. “E non sono le parole a inviare un segnale, ma i fatti”.

      Proseguono elencando la litania di frodi, ormai smascherate, come principali motori di queste nuove iniziative di ritorsione:

      I droni russi hanno sorvolato la Polonia e la Romania nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, mentre misteriosi droni hanno causato il caos negli aeroporti e nelle basi militari di tutto il continente. Altri incidenti includono interferenze GPS, incursioni di aerei da combattimento e navi da guerra e un’esplosione in un importante nodo ferroviario polacco dove transitano gli aiuti militari all’Ucraina.

      “Misteriosi droni” di origine sconosciuta, ma comunque spudoratamente attribuiti alla Russia; Interferenze GPS, come quelle dell’incidente, fraudolento e poi smentito, denunciato dalla von der Leyen; le cosiddette “incursioni” di aerei da combattimento, una menzogna per omissione che non contestualizza il fatto che i Mig-31 accusati stavano sorvolando le acque internazionali nel Golfo di Finlandia e “potrebbero” essersi avvicinati a un minuscolo scoglio disabitato che finge di essere un’isola chiamata Vaindloo, appartenente all’Estonia. Infine, la menzogna sul nodo ferroviario polacco, dove due ucraini “al servizio della Russia” sarebbero i colpevoli.

      Non importa che un team di ricerca olandese abbia analizzato decine di questi incidenti con i droni e non abbia trovato praticamente alcuna prova del coinvolgimento della Russia:

       

      È più chiaro che mai come queste dilettantistiche e immature operazioni di intelligence siano coordinate con campagne mediatiche volte a creare minacce che possano poi essere convertite in azioni politiche: in questo caso una nuova escalation provocatoria contro la Russia, affinché reagisca in qualche modo e possa poi essere accusata di “aggressione”. Veramente elementare.

       

      L’esempio più recente di questo teatrino di bassa lega:

       

      La cosa più interessante è come il pezzo di Politico smascheri il fragile gioco propagandistico: metà dell’articolo è semplicemente utilizzato come amplificatore di citazioni di politici europei, burattini e persone senza sostanza. Ad esempio, il primo ministro polacco Tusk accusa la Russia di “terrorismo di Stato”; Kaja Kallas afferma che le minacce russe rappresentano un “pericolo estremo” e che l’UE deve dare una “risposta forte agli attacchi”.

      Ma chi sono esattamente queste persone? La Kallas è una apparatchik non eletta, non rappresenta nessuno e non ha alcun mandato. Ma gli artefici della narrazione versano furtivamente manciate di ingredienti a buon mercato nella pentola e poi cercano di mescolarli in un mix potente, tutto questo per cercare di avere un impatto emotivo sul loro pubblico di riferimento costituito da masse credulone e ignoranti lobotomizzate dalla propaganda.

      Alla fine, scopriamo che l’articolo stesso non è altro che un esercizio vuoto di creazione di miti. Perché, nonostante il titolo muscolare che punta alle “inimmaginabili” azioni di ritorsione dell’Europa, l’articolo, verso la fine, non riesce a nascondere che, in sostanza, l’Europa non sta realmente intraprendendo alcuna azione concreta, ma “dovrebbe” farlo.

      Nonostante la retorica sempre più feroce, cosa significhi una risposta più muscolare è ancora una questione aperta.

      Tutto ciò che ci rimane è una serie di citazioni vuote da parte di burattini poco rispettati che reagiscono a false operazioni psicologiche, tutte volte a galvanizzare una sorta di “massa critica” immaginaria di paura e tensione nei confronti della Russia.

      Non è di grande aiuto il fatto che la maldestra Europa si sia trasformata in una sorta di parodistico circo militare, incapace persino di superare con successo le operazioni psicologiche delle proprie agenzie di intelligence, come è avvenuto la scorsa settimana in una base aerea olandese dove “misteriosi droni” avrebbero volato per ore, sarebbero stati attaccati dai sistemi di difesa della base riuscendo tuttavia a volare via incolumi, perché gli Stati della NATO sembrano tristemente incapaci persino di abbattere dei piccoli droni:

       

      Naturalmente, nonostante tutta questa infantile isteria, ci sono tendenze pericolose che stanno mettendo radici per le prospettive a lungo termine. In particolare, il WSJ riferisce che la Germania ha redatto un piano segreto di 1.200 pagine per una guerra con la Russia:

       

      ‼️ 🇩🇪🇷🇺 La Germania sta preparando un piano di guerra contro la Russia da più di due anni, — WSJ

      ▪️ Alti ufficiali tedeschi stanno sviluppando un piano di guerra dettagliato contro la Russia in un documento che supera già le 1200 pagine.

      ▪️ Il documento descrive in dettaglio come quasi 800.000 soldati tedeschi, americani e di altri Paesi della NATO saranno schierati verso est, sulla linea del fronte.

      ▪️ Nell’ambito del piano, sono state organizzate delle esercitazioni in Germania: 500 soldati si sono spostati in colonna con 65 veicoli attraverso Amburgo.

      ▪️ Le esercitazioni sono andate “fuori programma” quando diverse decine di manifestanti hanno bloccato il movimento dei mezzi militari tedeschi 😁.

      ▪️ Ci sono volute 2 ore per disperdere i manifestanti e far ripartire la colonna.

      ▪️ Durante lo sviluppo del piano sono emerse anche questioni legislative: la legge vieta l’uso di UAV sopra le città e richiede che siano dotati di luci di segnalazione.

      L’articolo inizia in modo inquietante, in stile Tom Clancy:

      BERLINO — Circa due anni e mezzo fa, alcuni alti ufficiali tedeschi si erano riuniti a Berlino in una base militare a forma di triangolo [la Julius Leber Kaserne, N.D.T.] per elaborare un piano segreto per una guerra contro la Russia.

      Ora stanno affrettandosi a metterlo in atto.

      La parte più esilarante del piano è l’ammissione che la Germania e la NATO hanno impiegato tre lunghi anni per cercare di risolvere il problema di spostare le truppe verso est, in direzione della Russia, al solo fine di entrare in guerra.

      Il progetto descrive in dettaglio come ben 800.000 soldati tedeschi, statunitensi e di altri paesi della NATO verrebbero trasportati verso est, in direzione della linea del fronte. Esso mappa i porti, i fiumi, le ferrovie e le strade che percorrerebbero e come verrebbero riforniti e protetti durante il viaggio.

      La Russia invece ha dedicato questo tempo a perfezionare la macchina da guerra moderna più efficace al mondo, rivedendo e rivoluzionando sistematicamente le sue forze armate, la sua etica, la sua cultura militare, rivoltando la catena di comando dall’alto verso il basso, ecc. mentre l’Occidente sta ancora lottando minuziosamente con il compito di come far arrivare le sue antiquate e obsolete forze armate al fronte, dove sarebbero tristemente fuori dal loro elemento, dato che questi anni critici sono stati sprecati in tutto tranne che nel compito essenziale di imparare effettivamente come combattere una guerra moderna; del tipo imparare l’uso dei droni, abituarsi al fatto che la “guerra di manovra” è obsoleta quanto le costose e ingombranti bare di metallo che costituiscono i principali sistemi di combattimento della NATO, ecc.

      L’articolo basa il suo allarmismo sulle solite vecchie sciocchezze che provengono dalla solita cassa di risonanza dei servizi segreti: in questo caso, che la Russia “attaccherà la NATO entro il 2029” o, come sembra, anche molto prima.

      I funzionari tedeschi prevedono che la Russia sarà pronta e disposta ad attaccare la NATO nel 2029. Tuttavia, una serie di episodi di spionaggio, attacchi sabotatori e violazioni dello spazio aereo in Europa, molti dei quali attribuiti a Mosca dai servizi segreti occidentali, suggeriscono che potrebbe prepararsi ad agire prima.

      Ed ecco che scoppiano le risate fragorose.

       

      L’articolo fornisce un triste resoconto del deterioramento delle infrastrutture tedesche (motivo questo di grave preoccupazione tra i pianificatori militari), visto che ci sono stati grossi problemi nel trasporto dei contingenti di truppe durante le esercitazioni belliche. La cosa è interessante, considerando quanto la Russia venga criticata per le sue strade dissestate e per l’eccessivo affidamento su “ferrovie deteriorate” per i rifornimenti militari e la logistica, eppure la Russia sembra non avere problemi a spostare sul campo di battaglia uno dei più grandi eserciti dell’ultimo mezzo secolo.

      Un esempio di casino totale descritto nell’articolo merita una menzione speciale per il suo carattere comico, visto che sembra uscito da una scenetta di Mr. Magoo. Riguarda una nave da carico battente bandiera olandese che aveva speronato un importante ponte ferroviario sul fiume Hunte, nella Germania nord-occidentale, bloccando tutto il traffico su rotaia. La Germania aveva impiegato due mesi per costruire un ponte provvisorio, che, poco dopo, era stato a sua volta speronato da un’altra nave, con un nuovo blocco traffico ferroviario durato un mese.

      Sebbene avessero fatto notizia solo a livello locale, gli incidenti avevano messo in allarme la NATO. Il motivo: il ponte si trova sull’unico collegamento ferroviario che serve il porto di Nordenham sul Mare del Nord, l’unico terminal nel Nord Europa autorizzato all’epoca a gestire tutte le spedizioni di munizioni verso l’Ucraina.

      Le forniture di munizioni erano state bloccate per settimane e parte del carico aveva dovuto essere reimbarcato sulle navi.

      Leggete il resto dell’articolo per il piatto forte, che descrive il farsesco tentativo della Germania di schierare truppe in queste esercitazioni simulate. Un aspetto interessante è il riferimento a gravi problemi logistici dovuti alla mancanza di consapevolezza della situazione, un problema che dovrebbe essere risolto dai droni di una società sostenuta da Peter Thiel, che fornirebbero sorveglianza dei convogli e ISR.

      Questo aspetto è particolarmente rilevante oggi, perché i principali produttori occidentali di droni sono stati criticati per la qualità inferiore dei loro sistemi di punta, tanto pubblicizzati e decantati. L’ultimo reportage del WSJ descrive in dettaglio una serie di contrattempi che hanno compromesso i travagliati programmi statunitensi sui droni:

      Nel mese di maggio, la Marina Militare aveva tentato di lanciare e recuperare più di 30 imbarcazioni senza equipaggio da una nave da guerra al largo della costa della California, durante l’operazione più di una dozzina di queste imbarcazioni non erano riuscite a portare a termine la loro missione. Le imbarcazioni non avevano risposto ai comandi ed erano entrate automaticamente in modalità di arresto di sicurezza, rendendole “inutilizzabili” in acqua.

      Il principale fallimento, tuttavia, aveva riguardato la famigerata startup Anduril, i cui droni Altius si erano rivelati così problematici, come sottolinea l’articolo, da essere stati completamente abbandonati dall’Ucraina nel 2024:

      Il capo di Anduril, Palmer Luckey, una volta si era vantato del suo drone Altius e di quanto fosse “superiore” al suo omologo russo Lancet. Si veda questo thread:

       

      Piuttosto imbarazzante, visto che i Lancet continuano a dominare il fronte mentre l’Altius si è rivelato una barzelletta, secondo il WSJ:

      L’unica vera esperienza sul campo di battaglia di Anduril, in Ucraina, è stata rovinata da una serie di problemi, tra cui la vulnerabilità alle interferenze nemiche, secondo ex dipendenti e altre persone che hanno familiarità con i sistemi in Ucraina. Alcuni soldati in prima linea del servizio di sicurezza ucraino SBU, ad esempio, avevano scoperto che i loro droni vaganti Altius si erano schiantati e non erano riusciti a colpire i loro obiettivi. I droni erano così problematici che avevano smesso di usarli nel 2024 e, da allora, non li hanno più utilizzati, secondo persone che hanno familiarità con la questione.

      Infatti, un altro articolo di Reuters sostiene che i droni di fabbricazione occidentale in generale hanno avuto un “impatto limitato” sul campo di battaglia:

      I produttori occidentali di droni, tra cui Anduril, hanno avuto finora un impatto limitato sul campo di battaglia in Ucraina. Mykhailo Fedorov, vice primo ministro ucraino, aveva dichiarato su Telegram nel novembre 2024 che su un milione di droni schierati in prima linea quell’anno, il 96% era di fabbricazione ucraina.

      Tornando al punto principale della militarizzazione dell’Europa e delle minacce bellicose contro la Russia, abbiamo un nuovo annuncio di Macron relativo ad un servizio militare nazionale di 10 mesi per giovani volontari:

      Macron annuncia un servizio militare di 10 mesi per volontari di età compresa tra i 18 e i 19 anni

      Ha sottolineato che il servizio nazionale riguarderà solo i volontari.

       

       

      A ciò ha fatto seguito un appello disperato da parte del generale francese Fabien Mandon, capo di Stato Maggiore della Difesa. L’appello ha suscitato indignazione, visto che Mandon ha chiesto ai cittadini francesi di “accettare la sofferenza” e la “perdita dei [loro] figli”, evocando nuovamente la fantomatica minaccia russa:

       

       

       

      Proprio quella stessa settimana, il generale italiano Giuseppe Dragone, presidente del Comitato militare della NATO, aveva affermato che un “attacco preventivo” contro la Russia avrebbe potuto essere considerato un’azione “difensiva”:

       

      La caduta verso una realtà orwelliana è un tantino scontata di questi tempi, vero?

      Alla fine dei conti, anche se questi gesti non dovrebbero essere ignorati del tutto, dobbiamo considerare l’amplificazione propagandistica che mira a dare alla vuota retorica un peso molto maggiore di quello che ha in realtà. In definitiva, proprio come l’articolo di apertura di Politico ha nascosto la triste realtà della scarsa azione contrapposta alla retorica bellicosa, come riportato in caratteri minuscoli in fondo all’articolo, anche qui non abbiamo altra scelta che considerare tutte queste dichiarazioni pseudo-roboanti come poco più che un pio desiderio e un tentativo disperato di creare l’illusione di un’alleanza NATO potente e unita, che si oppone con una “forte” solidarietà alla Russia.

      In realtà, è piuttosto evidente la natura frammentata e disorganizzata dell’alleanza sia dal punto di vista politico che militare-organizzativo. Pertanto, le prospettive ottimistiche e le previsioni di riforme radicali e rappresaglie escalatorie contro la Russia dovrebbero essere considerate con estremo scetticismo. Le amplificazioni dell’eco-camera da parte di politici artificiosi e senza vero potere non riescono a nascondere in modo convincente la natura vuota delle prospettive dell’alleanza per una reale unità, o una sorta di rivoluzione culturale sistematica che rappresenterebbe una vera minaccia per la Russia.

      Alla fine, il lento decadimento e la decomposizione dell’UE e dell’Occidente in generale procedono rapidamente con questi ultimi sussulti di retorica minacciosa, che servono solo a ricordare la crescente irrilevanza e  perdita di legittimità del blocco.

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