“Il modo migliore per impedire a un prigioniero di fuggire è fare in modo che non sappia mai di essere in prigione”. -Fëdor Dostoevskij
La maggior parte delle persone quando sente parlare di “schiavitù moderna” pensa alle vittime della tratta o a quelli che vengono brutalmente fruttati nelle fabbriche: una sofferenza chiaramente visibile, ovviamente sbagliata e confortevolmente lontana dalla loro vita quotidiana. E se la schiavitù più efficace della storia non fosse nascosta, ma pubblica, celebrata e difesa dalle stesse persone che vengono schiavizzate?
Capisco che paragonare la vita contemporanea alla schiavitù metterà a disagio alcuni lettori. Il punto è proprio questo disagio. Siamo stati condizionati a riservare la parola “schiavitù” alle sue forme storiche più estreme, ma la schiavitù consiste fondamentalmente nell’estrazione di manodopera attraverso la coercizione, indipendentemente dal fatto che tale coercizione sia applicata con fruste o trattenute.
Per essere chiari: non sto minimizzando l’orribile brutalità della schiavitù storica o i continui orrori della schiavitù moderna. La schiavitù di proprietà comportava una crudeltà fisica inimmaginabile, la separazione delle famiglie e una disumanizzazione che ha segnato intere generazioni. La frusta, il banco d’asta, la catena: erano strumenti di terrore che riducevano gli esseri umani a proprietà attraverso la violenza e la degradazione.
Riconosco che libertà e schiavitù esistono in uno spettro. Tra la frusta del padrone della piantagione e la completa autonomia c’è una serie di accordi: la servitù, la servitù a contratto, la servitù per debiti e varie forme di partecipazione regolamentata alla società. La maggior parte delle persone collocherebbe il nostro sistema attuale a metà di questo spettro, sostenendo che abbiamo abbastanza scelte e protezioni per evitare l’etichetta di “schiavitù”.
Consideriamo però la nostra reale situazione: “quando non puoi trattenere il frutto del tuo lavoro, non puoi uscire dal sistema senza subire la violenza dello Stato, non puoi decidere come viene usato ciò che ti è stato tolto, e devi affrontare una sorveglianza sempre più stretta e restrizioni alla tua libertà di movimento—quanto siamo davvero lontani dall’estremità dello spettro della schiavitù? La questione non è se siamo schiavi, ma se siamo abbastanza vicini a questo limite da giustificare il paragone.
Uso il termine “schiavitù” non per minimizzare le sofferenze storiche, ma per andare oltre il linguaggio di convenienza che oscura la relazione reale. Termini come “contratto sociale” e “dovere civico” ci impediscono di esaminare ciò che sta realmente accadendo. A volte i paragoni più scomodi rivelano le verità più importanti.
Non si tratta di difficoltà personali o di privazioni materiali. Molte persone che vivono sotto questo sistema – me compreso – godono di comodità che avrebbero stupito i reali della storia. La raffinatezza del controllo moderno sta proprio nel mantenere la conformità attraverso il comfort piuttosto che la sofferenza. Una gabbia dorata è sempre una gabbia e uno schiavo che vive in modo confortevole è sempre uno schiavo.
E se la schiavitù più efficace della storia rendesse i suoi sudditi grati per la loro sottomissione?
Le catene invisibili
“Il genio della schiavitù contemporanea non è la frusta, è il modello 730. Non è la catena, è il mutuo da pagare. Non è il sorvegliante con la pistola, è l’agente delle tasse che ti pignora.”
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Pensate che sia drammatico? Esaminiamo la meccanica.
Voi cedete il 30-50% dei frutti del vostro lavoro ancora prima di vederli. Se vi rifiutate, alla fine arriveranno alla vostra porta uomini armati. L’estrazione è completa e ineluttabile: guadagnare denaro, pagare l’imposta sul reddito; possedere beni, pagare l’imposta sulla proprietà; spendere denaro, pagare l’imposta sulle vendite; risparmiare denaro, perderci con l’inflazione; investire con successo, pagare l’imposta sulle plusvalenze; avviare un’attività, pagare le licenze; gestire un’attività redditizia, pagare l’imposta sulle società; regalare denaro, pagare l’imposta sulle donazioni; morire con un patrimonio, pagare l’imposta di successione. Ogni azione economica diventa un’opportunità di guadagno per il sistema che possiede il vostro lavoro.
Non potete scegliere di non finanziare guerre a cui vi opponete o i sistemi di sorveglianza che vi monitorano o le burocrazie che regolano le vostre scelte. La vostra “proprietà” può essere confiscata per tasse non pagate, anche se è vostra a titolo definitivo.
Gli schiavi di una volta almeno sapevano di essere schiavizzati. La violenza era visibile, la coercizione ovvia, il nemico identificabile. Gli schiavi di oggi sono convinti di essere dei consumatori.
Ma ecco il vero capolavoro: siete stati convinti che questa sia la libertà.
La gabbia confortevole
La gabbia non è solo più grande, ma sta imparando. Come ho documentato in Il guinzaglio invisibile, stiamo assistendo all’eliminazione dello stesso attrito cognitivo. Quando i sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di prevedere le vostre esigenze prima che le sentiate e di modellare le vostre scelte prima che le facciate, non state usando la tecnologia, ma siete ottimizzati da essa.
Ma la gabbia tecnologica è solo metà della storia. Stiamo assistendo alla colonizzazione della stessa biologia umana.
Lo schiavo moderno non si limita a cedere il proprio lavoro, ma cede le proprie cellule. Il vostro sistema nervoso viene mappato per essere collegato in rete. Il vostro DNA viene raccolto, immagazzinato e magari messo all’asta nelle procedure fallimentari.
Quando 23andMe aveva presentato istanza di fallimento, aveva lasciato 15 milioni di campioni di DNA a disposizione dei creditori, mentre funzionari come Netanyahu annunciavano apertamente piani per la creazione di database genetici e il deputato Crow metteva in guardia da armi biologiche mirate al DNA.
Quando RFK Jr. ha annunciato l’uso universale degli indossabili entro quattro anni, l’infrastruttura richiesta – a prescindere dagli obiettivi di salute dichiarati – rappresenta l’ultima componente di una sorveglianza biologica totale che creerà registri legali permanenti che le compagnie assicurative, i datori di lavoro e i tribunali potranno usare come arma contro di voi.
Questo rappresenta la sintesi perfetta delle mie indagini precedenti: La trasformazione giuridica del Velo Aziendale che ha creato il quadro per trattare i cittadini come beni aziendali, l’apparato tecnologico che ha perfezionato i meccanismi di consegna e la colonizzazione biologica che ha fornito il substrato finale per il controllo.
Ma ecco cosa rende questa convergenza davvero senza precedenti: stiamo assistendo all’emergere della compliance anticipata. Il vostro smartwatch non si limita a tracciare la vostra salute: studi dimostrano che gli indossabili possono rilevare condizioni come la COVID-19 fino a 7 giorni prima della comparsa dei sintomi, mentre compagnie assicurative come John Hancock offrono sconti sui premi fino al 25% in base ai dati sulla vostra attività. Il vostro telefono non si limita a suggerirvi i percorsi: conosce i vostri modelli comportamentali così bene che i datori di lavoro utilizzano i fitness tracker per monitorare le prestazioni e l’”affidabilità” dei dipendenti in base ai dati sul movimento. Le vostre abitudini di streaming non riflettono solo le vostre preferenze, ma modellano il vostro profilo psicologico in modi che determinano il vostro accesso al credito, alla casa e all’occupazione.
Lo schiavo moderno non è solo conforme: è previsto, pre-approvato e programmato per la vita che il sistema ha scelto per lui.
L’evoluzione della schiavitù
Accanto a questo sistema invisibile, oggi persistono le vecchie brutalità. I bambini estraggono cobalto in Congo sotto scorta armata per alimentare i nostri smartphone. La tratta di esseri umani genera 150 miliardi di dollari all’anno attraverso il lavoro forzato e lo sfruttamento sessuale. Milioni di persone rimangono intrappolate nella schiavitù per debiti, nei matrimoni forzati e nella schiavitù industriale che assomiglia molto alla schiavitù dei secoli passati.
Ciò che rende storicamente unica la forma di schiavitù che sto descrivendo non è la sua crudeltà, ma la sua invisibilità. La schiavitù tradizionale, sia storica che contemporanea, si basa su una coercizione evidente: se sei la proprietà di qualcuno, lo sai. L’autorità del padrone è visibile, violenta e diretta. Resistere significa subire punizioni fisiche, ma almeno il nemico è identificabile.
La schiavitù del mondo sviluppato opera attraverso quello che potremmo definire il “modello del guanto bianco”: morbido, confortevole e commercializzato come beneficio piuttosto che come schiavitù. Agli schiavi tradizionali veniva detto che erano una proprietà; agli schiavi moderni viene detto che sono clienti. Gli schiavi tradizionali erano controllati attraverso la paura; quelli moderni attraverso la convenienza. Gli schiavi tradizionali erano tenuti nell’ignoranza; gli schiavi moderni sono sommersi da informazioni manipolate che modellano le loro conclusioni.
Il proprietario della piantagione non doveva convincere i suoi schiavi sul fatto che le catene erano gioielli. Il signore della guerra congolese non finge che la miniera di cobalto sia un centro benessere. Ma siamo stati convinti che la sorveglianza sia sicurezza, che il debito sia prosperità, che il controllo algoritmico sia libertà.
La schiavitù tradizionale era economicamente inefficiente: bisognava ospitare, nutrire e sorvegliare la proprietà. La schiavitù moderna si autoalimenta: gli schiavi pagano i propri dispositivi di monitoraggio, competono per le loro posizioni e attaccano chiunque suggerisca che non sono liberi.
Siete contenti quando il vostro smartwatch vi ricorda di fare esercizio. Vi sentite grati quando il vostro telefono vi suggerisce il percorso più veloce. Vi fidate degli algoritmi che curano le vostre notizie, il vostro intrattenimento, i vostri possibili partner romantici.
Siamo stati condizionati ad amare così tanto le nostre gabbie che metterle in discussione sembra una follia.
Il DNA finanziario del controllo
L’architettura economica della schiavitù moderna opera attraverso la conversione sistematica dei cittadini in beni aziendali. I quadri giuridici istituiti dopo il 1871 hanno creato le basi per trattare le persone come entità generatrici di reddito piuttosto che come entità sovrane, come dimostra il fatto che il vostro nome appare TUTTO IN MAIUSCOLO sui documenti governativi, lo stesso formato utilizzato per le entità aziendali.
Non si tratta solo di una formattazione burocratica: è la traccia cartacea della vostra conversione da cittadini a beni da inventariare. Non state esercitando dei diritti, ma state generando entrate per un sistema che vi trattano come un qualsiasi altro bene aziendale.
La schiavitù finanziaria opera attraverso un debito che non potrà mai essere ripagato perché il “denaro” usato per pagarlo è esso stesso un debito. Le banconote della Federal Reserve non sono moneta: sono dei pagherò in un sistema in cui ogni dollaro rappresenta un obbligo verso le banche private. State cercando di ripagare un debito con strumenti di debito, il che è matematicamente impossibile.
Il debito nazionale di 37.000 miliardi di dollari non è solo un numero: è un pegno sulla vostra produttività futura. Non avete votato per questo debito, non potete estinguerlo, ma siete legalmente obbligati a pagarlo con il vostro lavoro.
Ed è qui che il cappio si stringe: Le valute digitali delle banche centrali (CBDC) rappresentano denaro programmabile che può scadere, limitare gli acquisti o spegnersi del tutto in base al rispetto delle regole, eliminando l’ultimo residuo di attività economica anonima.
La traiettoria verso il controllo finanziario non è stata casuale. La copertina dell‘Economist del 1988 prevedeva una “moneta mondiale” che sarebbe emersa dalle ceneri delle valute nazionali entro il 2018, proprio quando lo sviluppo delle criptovalute e delle CBDC aveva subito un’accelerazione. Nel 2021, la stessa pubblicazione celebrava i “Govcoin” come inevitabili, sostituendo “In God We Trust” con “In Tech We Trust“. Questa progressione di 33 anni dalla previsione alla celebrazione rivela la deliberata tempistica per l’eliminazione della sovranità monetaria.
Il contante, l’ultimo residuo dell’attività economica anonima, viene sistematicamente eliminato. Quella che chiamano “inclusione finanziaria” è, in realtà, una prigionia economica: trasformare ogni acquisto in una richiesta di autorizzazione alle autorità algoritmiche.
La piantagione divisa
Forse la cosa più brillante è che il sistema ha convinto i suoi schiavi a combattersi l’un l’altro invece di riconoscere la loro comune schiavitù.
Come ho esplorato in Divided We Fall, le forze che traggono profitto dal vostro lavoro sono anche quelle che finanziano le narrazioni vi fanno litigare con i vostri vicini. La piantagione più efficace è quella in cui gli schiavi si controllano a vicenda.
I manifestanti che assaltano il Campidoglio pensano di combattere la tirannia mentre portano con sé dispositivi di tracciamento che registrano ogni loro movimento. Gli attivisti che marciano per la giustizia sociale si organizzano attraverso app che raccolgono i loro dati e promuovono politiche che espandono la sorveglianza. Entrambe le parti trasmettono in diretta la loro “resistenza” su piattaforme di proprietà dei loro oppressori.
La genialità non sta nella politica, ma nel garantire che, indipendentemente dalla parte che si sceglie, si continui ad alimentare la macchina che ci rende schiavi.
Il guinzaglio tecnologico si stringe
La convergenza sta accelerando attraverso infrastrutture coordinate:
* Cattura dell’identità: i database biometrici rendono impossibile l’esistenza anonima.
* Elaborazione dati: enormi server farm elaborano ogni firma biometrica in tempo reale.
* Eliminazione dell’interfaccia: i dispositivi “consapevoli del contesto” eliminano l’attrito delle scelte consapevoli.
* Controllo cognitivo: i sistemi di intelligenza artificiale modellano il modo in cui si pensa alle domande stesse.
* Dipendenza economica: reddito digitale legato al monitoraggio della conformità.
* Integrazione biologica: le interfacce neurali trasformano le vostre cellule in nodi di rete.
La tecnologia va al di là degli indossabili fino ad arrivare a nanosensori iniettabili che possono attraversare la barriera emato-encefalica e trasmettere in modalità wireless l’attività neurale a dispositivi esterni, consentendo il monitoraggio diretto dei pensieri e dell’attività cerebrale. I ricercatori dell’Università della California hanno sviluppato NeuroSWARM3, nanosensori placcati in oro “delle dimensioni di una singola particella virale” che possono viaggiare nel flusso sanguigno, attraversare la barriera emato-encefalica e “convertire i segnali che accompagnano i pensieri in segnali misurabili a distanza”.
La convergenza che ho documentato in diversi saggi rivela qualcosa di inedito: un sistema in cui lo status giuridico, le dipendenze tecnologiche e i processi biologici sono stati integrati in un’unica architettura di controllo. Lo schiavo moderno non è solo monitorato: è sistematicamente integrato a ogni livello dell’esistenza.
La guerra alla coscienza: documentata nei brevetti
Non si tratta di una deriva culturale. Non è casuale. Non si tratta nemmeno di forze di mercato.
Si tratta di psicologia trasformata in arma e i brevetti ne sono la prova lampante.
L’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti contiene migliaia di voci che descrivono in dettaglio progetti per la manipolazione tecnica della coscienza umana, depositati da aziende, appaltatori della difesa e affiliati dell’intelligence. Non si tratta di teorie cospiratorie. Sono progetti convalidati dal governo. I critici spesso liquidano i brevetti come mere speculazioni: “solo perché è brevettato non significa che sia stato costruito”. Ma questi non sono documenti teorici isolati. Rappresentano una progressione documentata dalla ricerca classificata ai prodotti di consumo, una pipeline tecnologica dai laboratori governativi al salotto di casa.
Brevetto USA 6.506.148 B2: Manipolazione del sistema nervoso attraverso i campi elettromagnetici dei monitor. Il vostro schermo non si limita a visualizzare immagini, ma è in grado di modulare il vostro sistema nervoso.
Brevetto USA 5.159.703: Sistema di presentazione subliminale silenzioso. Invia segnali impercettibili direttamente al vostro subconscio, aggirando la resistenza cosciente.
Brevetto USA 3.951.134: Monitoraggio e alterazione a distanza delle onde cerebrali. Non è nemmeno necessario indossare il dispositivo. L’ambiente stesso diventa l’arma.
Persino Apple ha depositato dei brevetti per monitorare le onde cerebrali attraverso gli AirPods, brevetti che vengono presentati come un’ottimizzazione della salute, ma che, in realtà, rappresentano una sorveglianza applicata del pensiero.
Quello che MKULTRA faceva con gli elettrodi e l’LSD, i moderni tecnocrati lo fanno con gli auricolari e lo schermo. Lo schiavo moderno non porta con sé solo dispositivi di tracciamento, ma anche strumenti di controllo della coscienza travestiti da mezzi di intrattenimento, benessere e produttività.
Si tratta di una guerra alla consapevolezza stessa: la cancellazione sistematica dell’autonomia umana a favore dell’obbedienza algoritmica. La cosa ancor più agghiacciante dell’esistenza di questi brevetti è il fatto che li stiamo pagando volontariamente.
La coercizione morbida
Ma come fa la Griglia di Controllo a mantenere la conformità senza una violenza evidente? Attraverso la nuova infrastruttura della coercizione morbida, sistemi che rendono la resistenza economicamente e socialmente impossibile.
L’applicazione della legge non viene fatta con i picchiatori, ma attraverso lo strangolamento burocratico. La storia ci mostra questo schema: i peggiori Stati totalitari non si limitavano a imprigionare i dissidenti, ma rendevano impossibile l’espatrio. Come ha osservato recentemente Balaji Srinivasan su X, “il diritto all’espatrio è un diritto umano fondamentale. È equivalente al consenso individuale e all’autodeterminazione comunitaria. Persino le Nazioni Unite lo riconoscono. I peggiori Stati della storia avevano revocato il diritto umano all’espatrio. I sovietici, i nazisti, i tedeschi dell’Est, i cubani, i nordcoreani… non vi davano il permesso di partire”.
Ha fornito una documentazione storica che dimostra come:
I nazisti avevano istituito la tassa sulla fuga dal Reich nel 1931 per derubare dei loro beni gli ebrei che emigravano.
La Germania Est criminalizzava la partenza come “diserzione dalla Repubblica”.
I sovietici imponevano “tasse di diploma” agli emigranti istruiti.
Cuba rende la fuga così difficile che la gente rischiava la morte su zattere di fortuna.
Lo schema è sempre lo stesso: le barriere economiche sostituiscono i muri fisici, prendendo di mira coloro che hanno maggiori probabilità di resistere: gli istruiti, i ricchi, gli indipendenti.
La versione odierna è più sofisticata ma funzionalmente identica: anziché impedire l’uscita fisica, i sistemi moderni rendono impossibile la partecipazione economica e sociale senza il rispetto delle regole, creando un esilio interno al proprio Paese.
* Monitoraggio AI del posto di lavoro: le aziende utilizzano l’analisi comportamentale per valutare l’”affidabilità” e le prestazioni dei dipendenti attraverso una sorveglianza completa dei file, delle comunicazioni e del comportamento sullo schermo.
* Sistemi di pagamento biometrici: il riconoscimento facciale sostituisce le transazioni in contanti negli stadi e nei punti vendita, con sedi come i Cleveland Browns e l’Intuit Dome che richiedono l’autenticazione facciale per le concessioni.
* Integrazione del credito sociale: i premi assicurativi sono legati alla conformità dei dispositivi indossabili e al monitoraggio dello stile di vita, con il 69% degli americani disposto ad indossare dispositivi per ottenere sconti assicurativi
* Espansione dell’ID digitale: l’introduzione coordinata a livello globale di sistemi di identità digitale obbligatori per i servizi di base; gli esperti prevedono 5 miliardi di ID digitali a livello globale entro il 2024, compreso il nuovo sistema biometrico CURP del Messico che richiede scansioni facciali e impronte digitali per l’accesso a Internet.
* Passaporti legati alla produzione di carbonio: la proposta del Regno Unito di un permesso di viaggio annuale che limita gli spostamenti in base alla conformità digitale, annunciata proprio la scorsa settimana.
Quando nel 2022 avevo descritto nei dettagli questa architettura di applicazione morbida, gli amici mi avevano detto che ero paranoico. In tre anni questi meccanismi sono passati da “teoria del complotto” a politica apertamente dibattuta – e spesso attuata -.
Non si tratta solo di sorveglianza, ma di esclusione economica in caso di non conformità. Nel solo Regno Unito, la polizia arresta oltre 12.000 persone all’anno (più di 30 al giorno) in base a due leggi sul linguaggio. Il sistema non ha bisogno di arrestarvi, ma solo di rendervi la vita impossibile senza sottomettervi.
Il vostro punteggio di credito sociale non vi mette in prigione, ma vi rende semplicemente inoccupabili. Il passaporto vaccinale non vi impedisce fisicamente di partecipare alla vita sociale. Il vostro portafoglio CBDC non vi incatena, ma si limita a farvi scadere i soldi se mostrate un comportamento non approvato.
La genialità sta nel far sentire la conformità come volontaria, rendendo la resistenza praticamente impossibile.
L’architettura globale
Questo coordinamento non è casuale. Quando sistemi di identificazione digitale identici si diffondono a livello globale utilizzando gli stessi schemi, quando l’obbligo dei codici QR appare simultaneamente in tutti i continenti, quando i requisiti biometrici emergono di pari passo in tutto il mondo, siamo testimoni di un’architettura, non di un’evoluzione casuale.
Il World Economic Forum descrive apertamente questo coordinamento attraverso le sue iniziative di “identità digitale”, il programma del “Grande Reset” e i quadri di “capitalismo degli stakeholder” che integrano sistemi di controllo tecnologico, finanziario e biologico. La retorica del “costruire meglio” crea l’infrastruttura per una gestione umana completa. Come ha osservato la settimana scorsa Laura Edelson, scienziata informatica della Northeastern University, a proposito del sistema di identificazione digitale cinese: vogliono che il poliziotto sia nella vostra testa, e un modo molto importante per far sì che le persone sentano quel poliziotto nella loro testa è rimuovere qualsiasi illusione che qualcuno possa avere di essere anonimo”.
Ciò che la Cina pratica apertamente come controllo sociale, l’Occidente lo adotta attraverso il linguaggio della salute, della sicurezza e della convenienza, ma l’architettura rimane identica. Stiamo assistendo alla cinesizzazione dell’Occidente, dove gli stessi sistemi di sorveglianza vengono ribattezzati come libertà.
La sintesi del controllo
Ciò che emerge dalla connessione di questi modelli è una forma di schiavitù più sofisticata di qualsiasi altra nella storia dell’umanità: quella che ho chiamato la “griglia di controllo“, un termine che avevo sentito per la prima volta da Catherine Austin Fitts.
Lo strato finanziario (documentato in The Corporate Veil) vi riduce a un’entità generatrice di reddito attraverso quadri giuridici che trattano la cittadinanza come una registrazione aziendale.
Il livello culturale (esplorato in Engineering Reality) produce i conflitti che vi fanno combattere contro altri schiavi invece di riconoscere la piantagione.
Il livello tecnologico (esposto in The Invisible Leash) elimina l’attrito cognitivo attraverso sistemi di intelligenza artificiale che prevedono e modellano le vostre scelte ancor prima che le facciate.
Il livello biologico (rivelato in Node Without Consent) colonizza i vostri processi cellulari attraverso dispositivi che monitorano e potenzialmente controllano le vostre risposte fisiche.
Il risultato non è solo sorveglianza o controllo, ma la sostituzione sistematica dell’azione umana con l’ottimizzazione algoritmica. Non state vivendo la vostra vita, state eseguendo un copione scritto da sistemi che vi conoscono meglio di voi stessi.
La schiavitù storica si basava su una coercizione esterna: gli schiavi sapevano di essere schiavi anche quando erano impotenti a resistere. Gli schiavi moderni hanno ceduto i loro processi decisionali a sistemi che prevedono le loro scelte, curano le loro informazioni e modellano i loro desideri. La schiavitù più profonda non è quella del corpo, ma quella della volontà stessa. Una volta che si controlla la coscienza – cosa le persone pensano, come pensano, persino se pensano – ogni altra forma di controllo diventa automatica. La sovranità cognitiva è il fondamento di tutte le altre libertà.
Programmare la prossima generazione
Il risultato più insidioso della griglia di controllo è però di natura psicologica: stiamo crescendo bambini che non sapranno mai cosa significhi libertà.
Abbiamo creato quelli che possono essere definiti storpi psicologici: persone esperte nel leggere gli indizi sociali e nel regolare i loro pensieri di conseguenza, ma che non hanno mai imparato a formulare giudizi indipendenti. Scambiano il consenso per verità e la popolarità per virtù. Questo processo di condizionamento sistematico crea individui che non hanno mai sviluppato la capacità di un autentico dissenso.
Ma il fenomeno va oltre il condizionamento sociale. Stiamo assistendo all’impedimento sistematico dello stesso sviluppo della coscienza umana.
Considerate cosa si sta perdendo: un bambino che impara a “sentire” attraverso le app di monitoraggio dell’umore non svilupperà mai una consapevolezza emotiva interna. I bambini che navigano esclusivamente attraverso il GPS non sviluppano mai il ragionamento spaziale o la direzione intuitiva. Quelli drogati dalla dopamina dei ping delle notifiche non sapranno mai cos’è un’attenzione prolungata o una concentrazione profonda. I bambini che chiedono ad Alexa le risposte non si alleneranno mai alla lotta cognitiva che costruisce il pensiero critico.
Non si tratta solo di comodità, ma di sostituzione cognitiva. Quando il vostro dispositivo vi dice come avete dormito, come vi sentite, di cosa avete bisogno, quando mangiare, dove andare, cosa pensare, la facoltà di autoconsapevolezza si atrofizza. Il bambino non impara a leggere i segnali del proprio corpo, a fidarsi del proprio giudizio o a sviluppare quello che le generazioni precedenti chiamavano semplicemente “buon senso”.
A differenza delle vittime della Stasi, che avevano almeno alcuni anni di normale sviluppo psicologico, questi bambini non hanno neanche queste basi. Non svilupperanno mai quello che gli psicologi chiamano “il locus del controllo interno”, perché non hanno mai avuto la possibilità di fare scelte reali con conseguenze reali, né imparato a percepire la realtà senza filtri tecnologici.
Il risultato è una generazione paralizzata dalla coscienza di sé o completamente incosciente. Alcuni si rifugiano in una prudente insipidità, costruendo personaggi così sterilizzati da sembrare portavoce aziendali delle proprie vite. Altri abbracciano l’esposizione come arma perché pensano di essere già fregati.
L’aspetto più devastante è che stiamo creando esseri umani che non possono letteralmente concepire un’esistenza non mediata. Non hanno mai sperimentato pensieri non monitorati, movimenti non tracciati o conversazioni non registrate. Per loro la privacy non è un diritto che viene tolto, ma un concetto alieno che sembra pericoloso e non necessario.
Non li stiamo solo sorvegliando, li stiamo programmando. Insegniamo loro che avere convinzioni reali è pericoloso, che il pensiero indipendente comporta rischi illimitati, che la mediazione tecnologica è superiore al giudizio umano, che l’abilità più importante nella vita è leggere le indicazioni degli algoritmi e regolarsi di conseguenza.
Questo crea gli schiavi perfetti: persone che si autopedagogizzano, che scambiano la loro gabbia per sicurezza, che hanno dimenticato che i pensieri sono fatti per essere condivisi e le convinzioni per essere difese, perché non hanno mai imparato che queste capacità esistono.
Il riconoscimento
Il primo passo verso la libertà è riconoscere la griglia di controllo. Non metaforicamente, ma letteralmente.
Esaminate i vostri documenti legali. Notate il vostro nome in maiuscolo. Studiate come siete identificati in questi sistemi. Tracciate l’estrazione dei frutti della vostra manodopera: calcolate quanta parte della vostra produttività scompare prima che ve ne accorgiate.
Ma, soprattutto, osservate il vostro comportamento. Quante volte chiedete al vostro dispositivo come vi sentite, invece di sentirlo voi stessi? Quante decisioni vengono prese in base a suggerimenti algoritmici? Quanta parte della vostra autoconsapevolezza è stata affidata all’interpretazione tecnologica?
Portano volontariamente il loro dispositivo di monitoraggio, pagano per la loro sorveglianza e difendono il sistema che raccoglie i loro dati. Votano ad elezioni che non cambiano l’architettura fondamentale del controllo, celebrano le “comodità” tecnologiche che eliminano la loro autonomia e attaccano chiunque metta in discussione il sistema.
Hanno più gadget di qualsiasi altra generazione nella storia ma meno controllo sul loro tempo, più informazioni ma meno comprensione di come funziona il loro mondo, più “diritti” ma meno scelte sui termini fondamentali della loro esistenza.
Lo specchio
Guardatevi allo specchio. Cosa vedete: un cittadino libero o una risorsa ben gestita?
Cedete una parte del vostro lavoro attraverso le trattenute sullo stipendio. Vi sottomettete alla sorveglianza attraverso l’elettronica di consumo. Accettate la dipendenza finanziaria attraverso la moneta a debito. Partecipate alla divisione attraverso il teatrino della politica. Esternalizzate la vostra consapevolezza biologica alla mediazione tecnologica.
Eppure, questo sistema viene celebrato come libertà.
Gli schiavi moderni non vivono in catene, ma in obblighi finanziari. Non rispondono a supervisori, ma ad algoritmi. Lavorano non per costruire la propria ricchezza, ma per servire un debito che non hanno mai scelto, alimentando sistemi progettati per raccogliere la loro essenza biologica.
La scelta
Avete tre opzioni:
Rimanere inconsapevoli. Continuare a credere che il sistema funzioni per voi. Credere che il vostro voto sia importante, che i vostri dispositivi servano veramente e che i vostri sacrifici siano per una nobile causa. È comodo. È facile. Probabilmente è quello che sceglierà la maggior parte delle persone.
Diventare consapevoli, ma rimanere conformi. Riconoscete il sistema per quello che è, ma continuate a partecipare perché le alternative sembrano troppo difficili o pericolose. Almeno capirete perché vi sentite sempre più in trappola.
Diventare consapevoli e cercare la libertà. Questo è il percorso più difficile. Richiede la messa in discussione di tutto ciò che vi è stato insegnato sulla cittadinanza, sul denaro, sulla tecnologia e sull’autorità. Significa accettare che il sistema che avete difeso potrebbe essere la fonte della vostra schiavitù.
Oltre la piantagione digitale
“Uno stato totalitario veramente efficiente sarebbe quello in cui l’onnipotente esecutivo dei capi politici e il loro esercito di manager controllano una popolazione di schiavi che non devono essere costretti, perché amano la loro servitù”.
-Aldous Huxley
Riconoscere che siamo stati resi schiavi dagli stessi sistemi che difendiamo non è motivo di disperazione, ma è la base per la liberazione. Le stesse tecnologie che permettono una sorveglianza senza precedenti consentono anche un coordinamento senza precedenti tra coloro che riconoscono la vera natura del sistema.
Ma prima bisogna vedere la griglia di controllo. Bisogna riconoscere che la schiavitù più efficace nella storia dell’umanità non richiede fruste o catene, ma solo smartphone, punteggi di credito e l’illusione persistente che monitorare equivalga a prendersi cura.
Lo schiavo moderno ha l’aspetto di una persona con un lavoro, un mutuo, uno smartwatch e un numero di previdenza sociale. Ha più comodità di qualsiasi altra generazione della storia, ma meno sovranità sulla propria esistenza.
La verità può essere scomoda, ma è l’unica base su cui si può costruire una vera libertà.
Dopo tutto, non si può fuggire da una prigione in cui non si sa di essere.
E il primo passo verso la libertà è ammettere di non essere ancora liberi.

















