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      • Lo Stato Italiano è un feudatario dell’Impero del Male: noi cittadini siamo il loro nemico

      Lo Stato Italiano è un feudatario dell’Impero del Male: noi cittadini siamo il loro nemico

      Partiamo dal presupposto che, essendo toscano, ho a cuore la mia terra e la mia gente. Anche se oltre la maggioranza di questa non si meriterebbe di sapere ciò che penso siano la cura e l’amore indispensabili da dare alla propria terra. In effetti invidio la cultura dei clan, della famiglia allargata che si prende cura di tutto e di tutti, cercando soluzioni comuni, lealtà per la giustizia e per la difesa dei deboli. Un vivere insieme empatico e orgoglioso, dello zoccolo duro dei più forti che accompagnano i più deboli a essere più forti, non a compatire la debolezza. Un matriarcato e un patriarcato che risuonano a ottave superiori rispetto a quelle che conosciamo noi adesso e che limitatamente ci ostiniamo a difendere e/o a combattere.

      Rousseau e il suo patto sociale: ve lo ricordate? È il motivo per cui oggi, dopo la Rivoluzione francese, abbiamo uno Stato. Disposti a pagare più tasse che sotto una monarchia in cui i soldi non si sapeva nemmeno che fine facessero, questo Stato doveva organizzare i servizi e i beni a favore di tutti i cittadini, permettendo a tutti di avere più benessere in senso allargato e fuori dai privilegi. Lasciando vivere una vita comune in cui tutti fossero proprietari dei beni, avendo cura di ciò che era mio ma anche tuo, perché quei beni erano il risultato degli sforzi messi insieme che avevano un motivo di esistere: ovvero progredire nella civiltà.
      In due secoli questi termini sono stati pian piano trasformati e cambiati di significato. Perfino il periodo fascista ha avuto più cura del sociale e delle esigenze del popolo rispetto a un qualsiasi partito di sinistra dagli anni ‘90 in poi. Da uomo di idee profondamente di sinistra, e voglio ribadirlo, non ho mai visto tanto fascismo e pensiero élitario in tutto il mondo di sinistra come da dopo la fine del periodo del Social Forum ai giorni nostri. Il periodo dei Social Forum di cui sono figlio diretto, che ha visto in Luca Casarini il killer metaforico dei suoi genitori, insieme a tutti quelli che non hanno capito l’importanza di quel movimento.

      È presto detto, il movimento era la minaccia diretta a questa politica di terrore e successivamente di guerra, privatizzazione, massimizzazione, annichilimento e lavaggi del cervello. In venti anni i giovani sono passati dal preoccuparsi del futuro a essere i primi consumatori seriali e compulsivi di stupidità e beni futili (e addirittura di lusso), mentre è in crescita la povertà generalizzata della popolazione italiana che vede sproporzionati i costi della vita rispetto ai salari o della necessità di trovare due lavori o più ciascuno! Una volta distrutte le basi generazionali del dissenso e creato i propri figli ad immagine e somiglianza del capitalismo, è oramai tutto sotto controllo; si comunica sotto controllo di cellulari, ci si muove sotto controllo di cellulari, telecamere e satelliti, nascondere qualcosa a qualche ente di controllo è impossibile, anche i propri pensieri e le proprie abitudini vengono scandagliate per fini commerciali, sterilizzando la ricerca personale del gusto e del bisogno.

      Ecco fatto, tutto ora può essere utilizzato al servizio della mentalità di un manipolo di stupratori al potere, i veri patriarchi del male da due secoli. Qualunque genocidio, qualunque ingiustizia, qualunque guerra, qualunque sporco guadagno, qualunque sbaglio o sopruso, possono essere controllati e sminuiti o pompati a seconda dell’esigenza di propaganda, sempre foraggiata ampiamente, se pensiamo che senza i contributi statali le testate giornalistiche sarebbero fallite tutte nel 2002. Chi ci dice che, attraverso la loro tecnologia, non abbiano già messo degli impianti software in ogni mezzo comunicativo come cellulare e computer e che, con un algoritmo sotto intelligenza artificiale, non possano già constatare se ciò che scriviamo sia sovversivo per l’ordine costituito, bollandoci quindi come pericolosi? D’altronde a livello morale fanno anche di peggio con i Cookies e nella storia moderna l’Inquisizione aveva metodi ben più cruenti, ma la fiducia che ormai nutro per questo Stato è a questo livello degenerante. Non voglio più nascondermi per paura di ritorsioni, ormai non è più questione di meglio o peggio, è diventata una questione di vita o di morte della mia stessa anima.

      Come mai ogni volta che scrivo così arditamente, ho problemi di connessione ad internet?

      Tra coloro che hanno messo in discussione il valore delle istituzioni, ammiro più di tutti Francesca Albanese che è chiaramente una italiana troppo intelligente per vivere in Italia o essere apprezzata per chi è e cosa fa in patria, Enrico Giannini che è sotto tortura psichiatrica, Reiner Fuellmich arrestato sotto inganno, o Arno van Kessel, avvocato olandese arrestato per aver intrapreso una causa contro Bill Gates e terroristi affini, senza parlare la scia di morti tra testimoni e ricercatori troppo lunga per gli ultimi 5 anni. Sì, perché affrontano sfide ben più grandi di loro, da soli, e loro sono i nostri martiri che ci fanno vedere, purtroppo attraverso la loro sofferenza, la luce della giusta via (benché, se fossimo stati in uno stato civile, l’avremmo fatto tutti civilmente, senza violenze spropositate verso i cittadini).

      Siamo qui al punto primo dell’articolo: possiamo ancora parlare di giustizia? Cosa vuol dire, come si applica, quanto vale la corruzione o l’empatia per una vittima? Quante norme e leggi possono essere utilizzate e quanto obiettive sono le interpretazioni?

      Ultimamente ci siamo lamentati dei giudici contro alcune decisioni che scavalcano i poteri della politica, ma un giudice può scavalcare il potere della Costituzione? E se abbiamo una Costituzione, perché non viene applicata, ma solo raggirata? La prima soluzione è riportare la giustizia al centro del dibattito pubblico.

      Punto secondo, il cittadino ha il diritto, laddove ci sia negligenza giuridica e legislativa, di far presente che, secondo le regole della salvaguardia dei diritti dei cittadini, le cose non stanno andando come dovrebbero andare, ovvero influenzate da entità non accostabili al bene comune. Perché quando un cittadino compie il suo dovere viene punito? In molti casi, addirittura condannato a morte silenziosa, o a totale esclusione sociale, o condannato a campagna diffamatoria sotto controllo di un’opinione pubblica dirottata? Dovrebbe essere dovere di ogni cittadino, per garantire che ciò non accada, spalleggiare, nei confronti dello Stato, qualunque sentimento di giustizia, nonché impugnare ogni ingiustizia, per riportare l’ordine delle cose al proprio posto, se si ritiene giusto, senza vergogna, ma anzi con spirito di fraternità sociale.

      Punto Terzo: la via della P2 deve essere abbattuta. In una nota al loro manifesto, Gelli e compagnia cantante, presentarono il bipolarismo elettorale come soluzione per far guidare lo Stato da una terza forza che controlla sia il centro destra che il centro sinistra, offuscando e tagliando fuori quelle che sono le necessità della minoranza o di un 3% che però vale molto in confronto alla massa, se parliamo di luoghi della nostra nazione che rappresenta la popolazione di una determinata vallata appenninica o di un’isola. Eppure si è parlato tanto della P2, ma ancora le sue regole non vengono scardinate dal sistema politico, anzi sono la SICUREZZA della classe dirigente italiana.

      Eliminando la rappresentanza delle minoranze abbiamo, di fatto, ucciso l’unico modo per legittimare il nostro Stato Democratico che oramai è possibile solo etichettare come Plutocrazia Assolutisticamente Terroristica. Se non è così, mandatemi a dialogare con Rousseau, o con qualche padre costituente, con Benedetto Croce, insomma si faccia avanti qualcuno che abbia a cuore un minimo di conoscenza sociale del passato da cui deriviamo, che abbia un lessico ancorato a dei concetti che siano realistici della lettura della realtà.

      Con il “Piano strategico nazionale aree interne” approvato in sordina a marzo dal governo dei collusi ai vari genocidi, dobbiamo aggiungere anche quello della popolazione italiana che vive nelle aree rurali, in cui tutti i processi vitali vengono sollecitati ad essere abbandonati perché il declino di queste zone è un fenomeno ineluttabile. In pratica, siamo passati dalla creazione di cittadini di seria A e serie B, alla creazione di cittadini di serie A e serie B in luoghi privilegiati e gentrificati di serie A, oppure in luoghi abbandonati e periferici di serie B, se non addirittura accompagnati nella mentalità eutanasistica della fine pena. Quando poi, senza popolazione, la difesa del territorio verrà meno, quei luoghi potranno essere maneggiati a piacere dallo Stato Terrorista come fonte di energia rinnovabile distruggendo in realtà la natura che intendeva preservare, uccidendone gli animali o sfruttando quel treno del progresso chiamato hub innovativo dello sfruttamento delle terre rare. Ancor peggio, potranno creare discariche di prodotti pfas o radioattivi, eliminando le beghe delle proteste dei residenti. Invece la gente vivrà in città sotto controllo totale, in nuove strutture plastiche multi-container:

      – avranno cibo e soldi controllati e calcolati dal punteggio sociale;
      – la mobilità avrà solo spostamenti programmati e autorizzati;
      – saranno privi d’iniziativa previa autorizzazione dell’istituzione locale;
      – avranno acqua medicata, cibo OGM controllato, sanità chimica;
      – saranno suddivisi in categorie economiche;- divieto di accesso ai luoghi esterni ai centri urbanizzati sotto regime terroristico di malattie, mostri e fantasmi nemici dell’essere umano.

       

      Invece abbiamo perso la bussola anche a livello istituzionale, l’Articolo 9 della Costituzione Italiana inserisce, tra i principi fondamentali della Costituzione, la tutela dell’ambiente e del patrimonio storico e artistico, della biodiversità, e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni, di proteggere gi animali attraverso le leggi dello Stato. Incentiva la cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
      L’Articolo 41 della Costituzione sancisce il principio che l’iniziativa economica privata, pur essendo libera, non può svolgersi in modo da recare danno all’ambiente e che l’attività economica, sia pubblica che privata, deve essere coordinata anche ai fini ambientali con la popolazione locale partecipe delle scelte importanti da svolgere sul territorio.

      Ora ditemi, di queste Sacre Scritture della nostra repubblica democratica, cosa ne è rimasto? Quali ricerche incentiviamo se leviamo da 30 anni i soldi alla ricerca per darle alle spese militari, che oggi hanno raggiunto cifre fuori controllo per sostenere gli Imperi del Male?

      Chi ha ancora il coraggio di dire, nell’orizzonte degli eventi, che siamo un paese evoluto e civile se a comandare e a prendere i lavori migliori ci sono evidentemente i quozienti intellettivi più bassi per aumentare il nostro benessere diffuso e, anzi, categorie di persone egoiste e arriviste?

      Chi stiamo tutelando con i soldi delle nostre tasse se non tuteliamo nulla di ciò che proviene dal nostro patrimonio storico e artistico, poiché la storia e l’arte le abbiamo perse in questo nostro divenire uomini capitalistici per cui il solo senso della vita è guadagnare i soldi che ci permettano di stare un gradino sopra la massa e di non sentirci ultimi, quindi dei perdenti? Ignoriamo tutto, non ci interessiamo di nulla se non che non vogliamo essere dei perdenti, vogliamo il nostro Status quo elevato e basta. Continuando per questa strada perderemo molto, moltissimo, perderemo TUTTO e saremo TUTTI dei perdenti.

      Torniamo ad essere umani, a evitare i luoghi comuni, portiamo giustizia e solidarietà a chi lotta contro questa nuova dittatura che è l’affinamento delle precedenti, costruita sul miglioramento degli errori passati di nazismo, fascismo, comunismo e capitalismo novecenteschi. Costruiamo con tutta la nostra volontà un regno dove non possono venirci a prendere, che è il regno dove vive la nostra anima, libera, viva e completa, insieme alle altre che si sentono tali. Difendiamoci a vicenda come fossimo un grande clan che vuole abbattere l’ingiustizia che si è appropriata di tutte le nostre vite, anche se inconsce.

      Cambiamo l’Italia e correggiamo i vecchi e i nuovi errori. Costruiamo una nazione dove è possibile gridare: viva la libertà di tutto il popolo! Cominciamo disobbedendo alle regole, a tutto ciò che è ingiusto e sproniamo gli altri a fare lo stesso!!! Predisponiamo la nostra vita in modo da condurre piccole azioni rivoluzionarie e antirepressive, piccole ma costanti, per fiaccare il potere dell’Impero del Male.

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