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      • NON SI SCHERZA PIÙ. L’IRAN LANCIA L’ATTACCO AD ISRAELE

      NON SI SCHERZA PIÙ. L’IRAN LANCIA L’ATTACCO AD ISRAELE

      Venerdì 13 a mezzanotte circa, ora italiana, è partito un massiccio attacco di droni e missili balistici dal territorio iraniano verso Israele.
      L’annuncio è stato dato quasi congiuntamente dal governo iraniano e da quello israeliano ma è stato preceduto da diverse fonti statunitensi nei giorni scorsi.
      Le prime notizie parlano di uno sciame di 4/500 droni e di alcuni missili balistici che sinora (attualmente sono le 00.50 in Israele) non hanno ancora raggiunto i bersagli.

      L’attacco giunge in risposta all’attacco israeliano ad un edificio annesso all’ambasciata iraniana a Damasco in cui è rimasto ucciso il Generale Mohammad Reza Zahedi dei Guardiani della Rivoluzione (IRGC), il 1 Aprile scorso. Immediatamente dopo quell’attacco l’Ayatollah Khamenei ha immediatamente chiarito che tale atto non sarebbe rimasto impunito, promettendo vendetta, considerandolo un attacco diretto al territorio iraniano, in virtù del fatto che ogni ambasciata nazionale ha uno status di extraterritorialità e considerata parte della nazione che rappresenta.

      L’attacco israeliano a Damasco è stato considerato da subito inusuale, in quanto avvenuto in pieno giorno con missili lanciati dai jet israeliani e decisamente provocatorio, sebbene si supponga che Israele , e i suoi servizi segreti,siano considerati autori di diversi “omicidi mirati” di personalità di spicco iraniane, tra le quali ricordiamo l’uccisione del Generale Suleimani, l’assassinio del capo degli scienziati che lavorano al programma nucleare iraniano, Mohsen Fakhrizadeh, e molteplici altri omicidi di militari e personalità di spicco dei Guardiani della Rivoluzione se non dell’Esercito iraniano.

      L’Iran ha giustificato l’attacco (definito dal Capo supremo, “Promessa Onesta” invocando l’articolo 51 della carta delle Nazioni Unite , ovvero quello che definisce il diritto all’autodifesa che recita:

      “Nessuna disposizione della presente Carta potrà pregiudicare il diritto intrinseco all’autodifesa individuale o collettiva nel caso in cui si verifichi un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, finché il Consiglio di Sicurezza non abbia adottato le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Le misure adottate dai Membri nell’esercizio di questo diritto di legittima difesa saranno immediatamente riferite al Consiglio di Sicurezza e non pregiudicheranno in alcun modo l’autorità e la responsabilità del Consiglio di Sicurezza, ai sensi del presente Statuto, di intraprendere in qualsiasi momento le azioni che ritiene opportune. ritiene necessario per mantenere o ripristinare la pace e la sicurezza internazionale.”

      Già nel pomeriggio del 13 Aprile , un fitto lancio di missili provenienti dal sud del Libano, controllato da Hezbollah, aveva bersagliato il nord di Israele, come una sorta di avvertimento da parte delle milizie sciite a Israele.

      Il governo iraniano ha ammonito qualsiasi paese nella regione dal fornire supporto ad Israele o agli USA, in termini di concessione dello spazio aereo, fornitura dellle proprie basi o delle proprie forze aeree o missilistiche. Qatar, Giordania, Arabia Saudita e Turchia (membro della NATO) hanno già chiarito che non forniranno alcun supporto agli USA nel caso questi volessero unirsi ad Israele nella risposta all’Iran.

      La delegazione iraniana all’ONU ha chiarito che l’attacco potrebbe essere un episodio unico nel caso gli israeliani non rispondessero ma, considerata la retorica anti-iraniana del governo di Benjamin Nethanyau degli ultimi anni, si può immaginare una risposta israeliana nei prossimi giorni.

      Deve essere però considerato che Israele non ha la possibilità di sorvolare con i propri jet nè il territorio giordano nè tantomeno quello dell’Arabia Saudita, Nazione che ancora non ha ancora riconosciuto ufficialmente Israele.

      La guerra a Gaza ha infatti interrotto le trattative tra Rihad e Tel Aviv iniziate con gli Accordi di Abramo tra Israele e diverse nazioni sunnite tra le quali Emirati Arabi Unite e Marocco.

      Una risposta israeliana potrebbe avvenire solo con il suppiorto americano, magari lanciando attacchi con i propri jet utilizzando le portaerei americane o attraverso l’uso di missili balistici verso il territorio iraniano (questi ultimi difficili da abbattere per le difese antiaeree dell’Arabia o della Giordania.

      le prime notizie parlano di un intervento di aerei da caccia francesi, inglesi e americani per intercettare i droni iraniani, il che porta al coinvolgimento diretto delle nazioni occidentali nel conflitto, foriero di possibili ulteriori escalation anche sul suolo europeo o americano.

      L’utilizzo dei droni, da una parte potrebbe servire a saturare i sistemi di difesa antiaerea israeliana (in primis il famoso Iron Dome), prima di un attacco con missili balistici, ben più devastante.

      Al momento gli attacchi sembrano destinati verso le basi dell’IDF nel deserto del Negev (nel sudest di Israele) e verso quelle presenti sulle alture del Golan, territorio strappato alla Siria durante la guerra del 1967.

      Questo articolo verrà aggiornato progressivamente con le notizie che giungeranno nelle prossime ore.

       

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