Vorrei premettere che non sono una grande appassionata di videogiochi. Mi piace guardarne alcuni, ma giocarci non fa per me. Tuttavia, per una serie di scelte di vita, ho finito per familiarizzare con alcuni classici, come Wolfenstein, e anche con alcune delle citazioni più famose di questi giochi, come quella che ha ispirato il titolo di questo Substack. Mi sento in dovere di aggiungere che qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte è, ovviamente, del tutto casuale. Detto questo, partiamo alla scoperta delle gare per le terre rare.
Probabilmente avete sentito dire che l’Europa sta avendo qualche problema a procurarsi tutte le terre rare di cui ha bisogno, soprattutto ora che tali esigenze sono aumentate considerevolmente in vista della spinta alla militarizzazione da parte della leadership politica del continente. Tale leadership si era data da fare per trovare fonti di approvvigionamento che non provenissero dalla Cina e ci era persino riuscita… fino all’arrivo degli americani.
In quella che è forse una delle 10 involontarie storie comiche dell’anno, un giornale olandese chiamato NRC ha intervistato il Commissario europeo per la prosperità e la strategia industriale, ex ministro degli esteri in uno dei governi francesi più brevi di sempre e uomo determinato a garantire le terre rare all’Europa.
Secondo l’articolo, e mettetevi comodi perché sta per arrivare una notizia scioccante, “Il mese scorso avrei dovuto recarmi in Brasile per trattare con i proprietari di una miniera da cui si estraggono terre rare. Tre giorni prima ci è stato comunicato che gli americani erano arrivati, avevano messo i soldi sul tavolo e avevano acquistato tutta la produzione fino al 2030. Sapevamo che erano molto impegnati, ma pensavamo che non ci fossero fondi disponibili a causa dello shutdown [del governo federale statunitense, durato dal 1° ottobre al 12 novembre 2025, N.D.T.]. Loro ne avevano già tenuto conto, i fondi erano già stati accantonati“.
La condiscendenza degli europei occidentali nei confronti degli americani è nota quanto l’ammirazione (ora sempre più in declino) degli europei orientali nei confronti degli stessi. Pensano, non sempre a torto, che i politici americani siano stupidi e possano essere manipolati praticamente in tutto. A quanto pare, gli europei non avevano ricevuto il promemoria inviato da Donald Trump all’inizio di quest’anno, che sostanzialmente informava i bravi rappresentanti delle élite governative europee che agli americani non importava più nulla [dell’Europa], quindi perché non crescono e si prendono cura di se stessi? Cosa che, ad essere onesti, il commissario, Monsieur Séjourné, aveva cercato di fare in Brasile, ma, beh, gli americani erano arrivati con i soldi e avevano rovinato tutto. Perché gli americani attualmente al governo sono, purtroppo, intelligenti.
“Il problema con gli Stati Uniti… Ho esaminato attentamente il profilo delle persone che lavorano per il governo statunitense nel settore delle materie prime critiche. E ho scoperto che si tratta di affaristii, dirigenti della Camera di Commercio, persone che lavorano nel settore fieristico. Sanno come collegare domanda e offerta, come negoziare i prezzi. Il denaro non è un problema per loro, possono mettere sul tavolo miliardi“. Come ho detto, è un caso piuttosto sfortunato trovarsi di fronte un avversario intelligente che, a differenza di te, ha anche i soldi.
Questo commissario dal nome pieno di accenti [Stéphane Séjourné, N.D.T.] potrebbe lamentarsi di essere stato superato dagli americani per quanto riguarda le terre rare brasiliane, ma, di certo, non sta con le mani in mano. La scorsa settimana, il Financial Times aveva riferito che Séjourné stava supervisionando una proposta per – vi prego, continuate a stare comodi – fissare un obiettivo del 70% per il contenuto locale in determinati prodotti.
Non oso parafrasare l’articolo, quindi cito testualmente: “Secondo funzionari che hanno familiarità con una bozza di legge che dovrebbe essere presentata il 10 dicembre, questa politica potrebbe costare alle aziende dell’UE più di 10 miliardi di euro all’anno, costringendole ad acquistare componenti europei più costosi”. Il mio feed di notizie non riporta alcuna presentazione del genere, chissà perché.
Secondo notizie precedenti, tuttavia, sembra che il piano della Commissione sia quello di sfruttare meglio i propri rifiuti, sto parlando di i rifiuti di terre rare, non di fertilizzante umano. Anche i rottami di batterie riciclabili. L’Europa sta letteralmente per “mangiarsi” i propri rottami per aumentare la produzione locale di materie prime critiche.
A proposito di produzioni locali, sarebbe sbagliato pensare che l’UE sia interessata solo alle terre rare brasiliane o, per quel che conta, ai rottami. No, è interessata anche alle terre rare australiane e lì ha avuto un po’ più di successo, anzi, molto più successo. Secondo l’articolo di NRC: “Recentemente, grandi quantità di magneti realizzati con materiali provenienti dall’Australia sono usciti da questo stabilimento, sufficienti per mille turbine eoliche offshore o un milione di auto elettriche“.
Dove potrebbe trovarsi questa fabbrica, vi chiederete? Beh, è in Estonia. Più precisamente, si trova letteralmente al confine tra l’Estonia e, sì, la Russia. Quella stessa Russia che, secondo alcuni funzionari estoni, non vedere l’ora di invadere [l’Europa]. Ma, apprendiamo dall’articolo di NRC, va bene così perché il sindaco di Narva (la città dove si trova la fabbrica) è fiducioso che la NATO verrebbe in soccorso in caso di necessità.
Conoscete la NATO? Quella stessa NATO che il presidente Trump vuole rendere meno americana e più europea? Sì, proprio quella, in un momento in cui un alto funzionario europeo esprime apertamente il suo disappunto nei confronti degli americani perché sono più intelligenti di lui e di tutti gli altri ai vertici della leadership dell’UE. Inoltre, ahimè, sono anche più ricchi. E, doppio ahimè, sono anche molto permalosi, a giudicare dalle rapide e piuttosto forti reazioni verbali del presidente di fronte al minimo accenno di mancanza di rispetto nei confronti suoi e della sua amministrazione. Ma sì, l’articolo 5 vale. O qualcosa del genere.
P.S. Ho una parola di apprezzamento per il Commissario Diacritico. Ha riconosciuto che l’outsourcing non funziona più. Il problema è che nemmeno la ridomesticazione funziona nell’attuale regime normativo dell’UE. Ma sono sicura che se ne renderanno conto abbastanza presto.




