In Senegal, in occasione di una conferenza presso l’Università di Dakar (UCAD) dove era stato chiamato a intervenire, l’ambasciatore israeliano per il Senegal è stato costretto “fuggire” sotto le grida di “Palestina libera” e “Israele è un criminale di guerra”, scandite da alcuni studenti.
Ci sono due cose che dovrebbero interessarci, oltre la notizia in se stessa.
La prima è che, come si vede dal filmato, nonostante il servizio di sicurezza l’ambasciatore è perfettamente a “portata di tiro” degli studenti, con le bandiere palestinesi che sventolavano avrebbero potuto facilmente colpirlo fisicamente. Teniamo presente che, un ambasciatore, è la massima carica diplomatica di un paese presso un altro paese.
La seconda, correlata alla prima, è quello che sarebbe successo qui nel democratico e libero Occidente. Tra l’ambasciatore israeliano ed i manifestanti ci sarebbe stato un cordone di protezione in assetto antisommossa e, molto probabilmente, anche l’accesso all’aula della conferenza sarebbe stato sotto controllo.
Nel libero occidente chi ha potere ha i suoi guardaspalle per mezzo dei quali impone la sua volontà mascherandola con l’abito della rispettabilità. Nell’arretrata e selvaggia Africa chi ha potere deve aver paura, ed è per questo che la terra è spesso color sangue.
C’è un ultimo elemento: l’abito della rispettabilità è possibile vestirlo perchè c’è un apparato mediatico che indottrina e manipola – il mainstream appunto – mentre in Africa solo un terzo della popolazione ha accesso a internet e ai social, chi ha potere ha più difficoltà a farsi vedere diversamente da quello che in realtà è, con i problemi e le conseguenze che questo comporta.
Prendiamo ispirazione da questi esempi africani e studiamo la nostra storia per imparare che siamo stati altro. Mi riferisco ai vent’anni del dopo seconda guerra mondiale, prima che i potenti, per mezzo dei loro guardaspalle, inondassero l’Occidente di droga e consumismo.