A livello ministeriale è stata messa a punto una bozza di decreto che prevede l’innalzamento a 24 Volt/metro, o persino a valori superiori, dei limiti di legge di esposizione ai campi elettromagnetici artificiali, attualmente fissati in Italia a 6 V/m. La svolta è giudicata inderogabile ai fini della copertura del territorio con tecnologie di quinta generazione
Nell’intervento che segue la scienziata Fiorella Belpoggi, Direttrice Scientifica emerita del prestigioso Istituto Ramazzini, uno dei centri più importanti di studi di tossicologia del mondo, sottolinea che i nostri attuali limiti di 6 V/m sono ritenuti sicuri poiché sono quelli entro i quali gli studi sperimentali non hanno osservato effetti avversi e spiega che non esiste nessuna ragione tecnica per innalzare il valore di attenzione per i campi elettromagnetici generati dalle alte frequenze (se non quella economica da parte dei gestori delle telecomunicazioni che intendono, dopo aver acquistato le licenze per il 5G, risparmiare sui costi delle infrastrutture).
Inoltre, invita i cittadini a prendere in seria considerazione i gravi rischi per la salute correlati a un’alta esposizione ai campi elettromagnetici artificiali (proprio l’Istituto Ramazzini ha condotto un grosso studio che ha evidenziato un aumento dell’incidenza di tumori del cervello e del cuore nei ratti Sprague-Dawley esposti a radiazioni a radiofrequenza dei telefoni cellulari) e li invita a firmare una petizione contro l’aumento dei limiti.
La petizione è visualizzabile a fine testo, dopo il video, insieme ad altra utile documentazione che invitiamo i lettori a leggere per favorire il discernimento.
* * *
Sono Fiorella Belpoggi, sono stata la Direttrice Scientifica dell’Istituto Ramazzini, uno dei centri più importanti di studi di tossicologia del mondo, secondo solo al National Toxicology Program americano per numero di composti studiati e per la durata anche della nostra attività che ha superato i 50 anni.
Ho deciso di parlarvi per illustrare un problema che in questi giorni è affrontato dal nostro Governo, ma di cui i cittadini sanno poco o nulla. È, infatti, circolata una bozza di decreto-legge in cui si propone di innalzare i limiti dei campi elettromagnetici generati dalle antenne e dai telefonini della telefonia mobile, un innalzamento dei limiti di esposizione rispetto ai 6 Volt/metro, che è il limite di attenzione in vigore in Italia già a partire dal 2001 e che ha costituito una vera protezione per la popolazione italiana, uno dei più bassi livelli di esposizione in Europa e quindi nel mondo.
Ecco si pensa, e si propone, e si mette al voto, di innalzare tali livelli a 24 Volt/metro fino ad arrivare a una tolleranza di 30 Volt/metro.
Poiché queste intensità di campo elettromagnetico verranno misurate come media sulle 24 ore, voi capirete che, passando dai 6 volt/metro nelle 24 ore ai 24 volt/metro, ecco ci potranno essere, durante le ore di maggiore traffico, delle esposizioni veramente molto alte.
Ma perché io sono preoccupata? Perché in uno studio che l’Istituto Ramazzini ha compiuto e pubblicato abbiamo osservato un aumento significativo di tumori dei nervi, delle cellule che rivestono i nervi, le cellule di Schwann, tumori che si chiamano neurinomi e che sono stati osservati anche nei forti utilizzatori di telefono cellulare. Ecco noi abbiamo visto un aumento di tali tumori nella popolazione di ratti che noi abbiamo esposto. E questo mi fa essere preoccupata.
Ma sono ancora più preoccupata perché, pur essendo favorevole all’innovazione, al progresso e a questa tecnologica del wi-fi – che sta permeando la vita quotidiana e ci dà anche la possibilità di lavorare da casa, di essere in comunicazione con il resto del mondo, di compiere eventualmente interventi chirurgici a distanza, piuttosto che la guida di automobili senza l’autista – rilevo però che tutto questo non si combina con la questione della salute, se noi chiediamo l’aumento dell’esposizione, perché aumentare i campi elettromagnetici vuole dire aumentare l’esposizione.
Non c’è infatti nessuna ragione tecnica per l’innalzamento di questi limiti perché si tratta solo di pianificare, reingegnerizzare lo stato dell’arte, cioè la situazione attuale delle antenne già disponibili, programmare una distribuzione delle emittenti in un modo più adatto a far raggiungere il segnale in tutte le località che ne sono ancora sprovviste e quindi anche questi 6 Volt/metro possono essere sufficienti per ottimizzare il servizio della telefonia mobile.
Se poi ci fosse la necessità di potenziare in alcuni casi specifici il segnale, ecco si tratterebbe di un’eccezione, ma non della regola.
Quindi noi – io, altri ricercatori e scienziati, non solo italiani, e Legambiente, che si è fatta promotrice di questa petizione – chiediamo che la proposta di decreto-legge venga bloccata, che ci sia prima un momento per la discussione e la negoziazione. Non indico l’assoluta volontà di bloccare questi livelli, ma almeno di valutare quale potrebbe essere un livello compatibile con la nostra salute, così come si fa per le sostanze chimiche.
Detto questo, chiedo a tutti voi di aderire alla petizione di Legambiente che potrete trovare nel sito di Legambiente stessa oppure scrivendo alla email energia@ legambiente.it e in questo modo, dando la vostra adesione, segnalando il vostro nome, cognome, la vostra email, verrete inseriti nella petizione che stiamo per presentare al Governo.
Vi ringrazio molto per l’attenzione e spero che l’impegno mio e di altri colleghi per la salute di tutti i cittadini trovi il giusto sostegno anche da tutti voi e, soprattutto, l’ascolto del Governo e delle compagnie telefoniche.
Dott.ssa Fiorella Belpoggi
QUI l’Appello di numerose associazioni – costituite in coordinamento Rete 6V/m – contro l’ipotesi di innalzare i limiti per l’esposizione ai campi elettromagnetici.
QUI lo studio dell’Istituto Ramazzini pubblicato nel 2018 che ha evidenziato un aumento dell’incidenza di tumori del cervello e del cuore nei ratti Sprague-Dawley esposti a RFR (radiazioni a radiofrequenza dei telefoni cellulari).
QUI un approfondimento sull’ Elettrosensibilità, detta anche “Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici”, che è una condizione patologica conseguente a una esposizione sopra la media a fonti di Inquinamento Elettromagnetico (può essere stata cumulativa nel lungo termine a causa di un ambiente di vita inquinato oppure di durata breve ma molto intensa).
Il consiglio è di informarsi il più possibile riguardo questa tematica. Chi vuol dire NO all’aumento dei limiti di esposizione perché lo giudica un rischio per la salute per tutti