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      • Costruire la classe degli spettatori

      Costruire la classe degli spettatori

      Mio padre era in grado di smontare e ricostruire il motore di un’auto nel nostro garage. Io, come molti della mia generazione, sono stato indirizzato verso il percorso “civilizzato”: lavoro da colletti bianchi, uffici climatizzati e un crescente distacco dal mondo fisico. Mentre sono cresciuto amando lo sport, memorizzando le statistiche del baseball con religiosa devozione e trovando autentica gioia nelle partite, qualcosa di fondamentale è cambiato nel modo in cui gli uomini si dedicano all’atletica oggi.

      In stanze poco illuminate in tutta la nazione, milioni di uomini si riuniscono ogni fine settimana, indossando maglie con nomi di altri uomini. Ci siamo trasformati da una nazione di giocatori a una nazione di spettatori. Come accadeva a Roma con il pane e il circo, questo consumo passivo serve a pacificare piuttosto che a ispirare. I giochi in sé non sono il problema: possono formare il carattere, insegnare la disciplina e fornire un intrattenimento genuino. Amo ancora lo sport e trovo una gioia genuina nei giochi, proprio come quando da bambino memorizzavo le statistiche del baseball. Ma, a un certo punto, sono cresciuto e ho capito che lo sport deve integrare gli obiettivi della vita, non sostituirli. Il pericolo sta in ciò che accade quando gli  adulti non fanno questo passaggio.

      Un crescente numero di giovani  si trova ad affrontare una forma ancora più insidiosa di cultura dello spettatore. Mentre i loro padri guardavano almeno gli atleti veri realizzare cose vere, molti giovani ora idolatrano le personalità dei social media e i creatori di contenuti, diventando osservatori passivi di personaggi costruiti che hanno raggiunto la fama principalmente per essere guardati. Conoscono ogni dettaglio dei drammi degli influencer e dei successi nei videogiochi, ma non hanno mai conosciuto Solzhenitsyn o costruito qualcosa con le proprie mani. Il virtuale ha sostituito il viscerale; il parasociale ha sostituito il personale.

      La storia ci mostra un ciclo ricorrente: i tempi duri creano uomini forti, gli uomini forti creano tempi buoni, i tempi buoni creano uomini deboli e gli uomini deboli creano tempi duri. Oggi ci troviamo nell’ultima fase di questo ciclo, dove il comfort e la convenienza hanno generato una generazione di spettatori piuttosto che di costruttori. Il nostro intrattenimento sofisticato funge da oppiaceo digitale, mantenendo le masse soddisfatte mentre la loro capacità di azione concreta si atrofizza.

      Questa trasformazione non è casuale. Come ho esplorato nella mia serie “Engineering Reality”, la sistematica trasformazione della capacità fisica in un problema rappresenta uno sforzo calcolato per indebolire la tenuta della società. Media importanti come The Atlantic e MSNBC hanno pubblicato articoli che collegano la forma fisica all’estremismo di destra, mentre le istituzioni accademiche inquadrano sempre più la cultura dell’allenamento come problematica. Persino il possesso di una palestra è stato definito un potenziale indicatore di radicalizzazione. Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: la forza individuale – sia letterale che metaforica – minaccia l’ordine prescritto.

      Questa erosione della fiducia in se stessi si estende ben oltre il fitness. Un amico che ha lavorato per decenni come meccanico d’auto mi ha recentemente confidato di essere grato di essere prossimo alla pensione. “Queste Tesla”, mi ha detto, “non sono nemmeno più auto, sono computer su quattro ruote. Quando qualcosa va storto, non lo si ripara, ma si sostituiscono interi moduli”. Quello che una volta era un mestiere che qualsiasi persona motivata poteva imparare, è diventato un esercizio di dipendenza supervisionata. Persino Klaus Schwab prevede apertamente che, entro il 2030, Los Angeles sarà “senza auto private”, solo una flotta di Uber a guida autonoma. Con il devastante incendio di questa settimana nel tunnel di Los Angeles, che ha lasciato migliaia di persone bloccate, ci si chiede se questi momenti di “ ricostruzione migliore” non siano esattamente le opportunità necessarie per accelerare queste trasformazioni. Il messaggio diventa più chiaro: non aggiusterete più le cose perché non le possederete.

      La risposta alla COVID ha rivelato questa agenda con sorprendente chiarezza. Mentre i negozi di liquori erano rimasti “attività essenziali”, le autorità avevano chiuso spiagge, parchi e palestre – proprio i luoghi in cui le persone potevano salvaguardare la propria salute fisica e mentale. Avevano promosso l’isolamento rispetto alla comunità, la conformità rispetto alla capacità di resistenza e la dipendenza dai farmaci rispetto all’immunità naturale. Non si trattava solo di una politica di salute pubblica, ma di una prova generale di dipendenza dallo Stato. Le stesse istituzioni che scoraggiavano le pratiche sanitarie di base ora sostengono politiche che sostituiscono l’autorità della famiglia con la supervisione burocratica. Dai consigli scolastici che usurpano i diritti dei genitori ai servizi sociali che intervengono nelle decisioni familiari, stiamo assistendo alla sostituzione sistematica della figura paterna capace con uno Stato balia in continua espansione.

      Ma la vera mascolinità non è mai stata solo una questione di forza fisica. I più grandi esempi di virtù maschile della storia non erano solo uomini d’azione, ma anche uomini di principi, saggezza e coraggio morale. Da Marco Aurelio a Omar Little, come ho già avuto modo di analizzare in un mio precedente scritto, il filo conduttore è sempre stato il possesso di un codice incrollabile, la volontà di rimanere fermi sulle proprie convinzioni anche quando ciò comporta un costo personale.

      Considerate quanti uomini oggi acconsentono silenziosamente a politiche che sanno essere sbagliate, abbracciano narrazioni di cui dubitano in privato o si sottomettono a pressioni istituzionali che violano la loro coscienza. Durante la COVID, avevamo osservato come uomini che comprendevano l’importanza dell’immunità naturale, dell’esercizio fisico all’aperto e dei rapporti sociali, accettassero comunque politiche che danneggiavano i loro vicini e le loro famiglie. Avevano preferito la conformità istituzionale al coraggio morale, la sicurezza della carriera al dovere civico, l’approvazione della maggioranza alla convinzione personale.

      La vera forza non si trova nell’aggressività anonima o nella postura digitale. L’ho imparato in prima persona durante la COVID, quando avevo parlato contro l’obbligo dei vaccini ed ero diventato un paria per aver difeso la scelta personale e l’autonomia corporea. Mentre numerosi “coraggiosi” guerrieri da tastiera mi avevano attaccato online, un episodio mi è rimasto impresso: un amico mi aveva inoltrato un post su Reddit in cui qualcuno aveva inserito informazioni personali su di me e sulla mia famiglia, sperando di istigare molestie contro la mia persona – il tutto perché mi ero schierato a favore dell’indipendenza fisica e mi ero opposto alla segregazione biomedica arbitraria. Dalle iniziali si capiva che si trattava del mio vicino di casa, una persona che conoscevo da anni.

      Quando l’avevo affrontato di persona, questo leone digitale si era trasformato all’istante in un topo timoroso. La stessa persona che aveva invocato con coraggio la mia distruzione da dietro il suo schermo, credendo di essere anonimo, ora stava fisicamente tremando davanti a me, con le mani che gli tremavano, la voce balbettante, incapace persino di incontrare il mio sguardo.

      Questa debolezza spirituale e intellettuale rappresenta una minaccia ben più grave di qualsiasi declino delle capacità fisiche. Una società di uomini fisicamente forti, ma moralmente remissivi, è altrettanto vulnerabile quanto una società di uomini fisicamente deboli. La vera forza maschile richiede il coraggio di pensare in modo indipendente, di mettere in discussione l’autorità quando necessario, di proteggere coloro che dipendono da te anche quando ciò comporta dei rischi. E richiede la saggezza di distinguere tra l’autorità legittima e il consenso artificiale, tra la competenza autentica e la cattura istituzionale.

      La storia offre una lezione cruda: le civiltà prosperano quando le diverse virtù lavorano insieme: costruttori e coltivatori, difensori e guaritori, forze bilanciate con l’empatia. L’odierna erosione sistematica di entrambe non è casuale ma calcolata. Mentre gli uomini vengono indirizzati verso il consumo passivo e le donne allontanate dalla loro saggezza intuitiva, entrambi vengono sostituiti dall’autorità istituzionale – uno Stato balia che tenta di ricoprire entrambi i ruoli senza raggiungere nessuno dei due.

      Considerate i meccanismi all’opera: i programmi governativi separano sempre più spesso i bambini dall’influenza della famiglia in giovane età, mentre i programmi scolastici promuovono ideologie che offuscano deliberatamente le loro realtà biologiche. Dalla scuola materna all’università, le istituzioni allontanano sistematicamente i bambini dai valori dei loro genitori. Come la moneta fiat ha sostituito il denaro reale, oggi abbiamo relazioni fiat grazie ai social media, risultati fiat con i giochi ed esperienze fiat con il metaverso. Ogni sostituzione ci allontana dall’esperienza umana autentica e ci porta verso la dipendenza ingegnerizzata. Quando i bambini non capiscono più cosa significhi essere maschio o femmina, quando viene insegnato loro a guardare alle istituzioni piuttosto che ai genitori per avere una guida, la vittoria dello Stato è quasi completa.

      Il risultato è una società di spettatori piuttosto che di costruttori, di consumatori piuttosto che di creatori, di seguaci piuttosto che di leader. Una società in cui gli uomini scambiano i risultati reali con l’intrattenimento virtuale e il coraggio da tastiera, mentre la genuina saggezza femminile viene sostituita da stereotipi approvati dalle aziende.

      Lo Stato può solo espandersi nel vuoto lasciato da uomini indeboliti e donne scollegate. Si nutre della nostra impotenza, rafforzandosi man mano che aumentiamo la nostra dipendenza. Coloro che riconoscono questo schema si trovano di fronte a una semplice scelta: rimanere comodi spettatori del nostro stesso declino o recuperare le autentiche virtù che ci rendono umani.

      Di Joshua Stylman, stylman.substack.com

      12.01.2025

      Joshua Stylman è un imprenditore e investitore da oltre 30 anni. Per due decenni si è concentrato sulla creazione e la crescita di aziende nell’economia digitale, co-fondando e uscendo con successo da tre aziende, investendo e facendo da mentore a decine di startup tecnologiche. Nel 2014, cercando di creare un impatto significativo nella sua comunità locale, Stylman ha fondato Threes Brewing, un birrificio artigianale e un’azienda alberghiera che è diventata un’amata istituzione di New York. Ha ricoperto il ruolo di CEO fino al 2022, dimettendosi dopo aver ricevuto reazioni negative per essersi espresso contro gli obblighi vaccinali della città. Oggi, Stylman vive nella Hudson Valley con la moglie e i figli, dove bilancia la vita familiare con varie iniziative imprenditoriali e l’impegno della comunità.

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