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      • Danni da vaccino, il Ministero a processo: è la prima volta

      Danni da vaccino, il Ministero a processo: è la prima volta

      Il Tribunale del lavoro di Reggio Emilia accoglie la richiesta di un invalido da vaccino che si batte per il risarcimento. Ma invece di citare in giudizio l’Asl, chiamerà in causa direttamente il Ministero della Salute e Aifa. Il processo non potrà ignorare il nesso di causa già accertato nel suo caso dalla Commissione militare.

      Per la prima volta in Italia il Ministero della Salute e l’Aifa dovranno comparire davanti a un giudice per una causa relativa ad un danneggiamento da vaccino anti Covid 19. La notizia, che ha del clamoroso, arriva da Reggio Emilia dove il giudice del lavoro Elena Vezzosi ha disposto l’udienza per il prossimo 9 settembre 2025. La novità è scritta nero su bianco nel verbale che il giudice ha vergato il 5 febbraio scorso nel quale si intima al Ministero e ad Aifa di comparire per una causa di risarcimento in sede civile di un uomo reso invalido dal vaccino come attestato già dalla disposizione della Commissione Medica di Spezia, competente per i casi della provincia di Reggio Emilia.

      La novità è duplice e potrebbe rappresentare, in caso di condanna del Ministero e di Aifa, una vera a propria svolta nel difficile percorso di riconoscimento della giustizia a seguito dei vaccini che hanno provocato non pochi danneggiati da vaccino. In primo luogo, perché non sono tanti i giudici che arrivano a chiedere allo Stato di rispondere di questi danneggiamenti pur acclarati dalla CMO; è successo però che siano state le Asl con i competenti medici coinvolti ad essere chiamati in giudizio.

      Così, infatti, era accaduto non più tardi di una settimana fa, sempre in Emilia-Romagna dove l’Asl di Ferrara è stata citata in giudizio per un caso analogo, come ha raccontato Patrizia Floder Reitter su La Verità del 6 febbraio scorso: l’uomo dopo il vaccino aveva accusato molti malesseri fino ad essergli diagnosticata una sindrome di Guillain Barrè e una grave neuropatia delle piccole fibre, che lo sta costringendo sulla sedia a rotelle. Dopo il riconoscimento del danno grave causato dal vaccino anti Covid da parte della CMO di Padova, che gli ha riconosciuto un assegno bimestrale di 1700 euro attraverso i suoi legali, l’uomo di 75 anni aveva chiesto un risarcimento alla Asl di 350mila euro per il danno biologico subito. Dopo il secco no dell’Azienda sanitaria, il giudice di Ferrara l’ha rinviata a giudizio accogliendo la richiesta della vittima.

      Il caso di Reggio Emilia è simile, ma per certi versi ancora più clamoroso, perché, e qui sta la seconda novità, invece di rivalersi sulla Asl, come tutti si aspettavano, il giudice ha chiamato direttamente in causa il Ministero e Aifa, costituendo così un significativo precedente in termini di attribuzione della responsabilità. Insomma, volendo usare una metafora, invece di prendere il “pesce piccolo”, si è andati direttamente al “pesce grosso”.

      L’uomo, residente in provincia di Reggio, aveva avuto una polmonite interstiziale immediatamente dopo l’inoculo e successivamente gli era stata diagnosticata una malattia “linfoproliferativa” che lo costringe ad assumere costantemente immunosoppressori e agenti biologici. Il suo sistema emolinfatico è gravemente compromesso mentre nei giorni scorsi a seguito di una riacutizzazione è andato in coma farmacologico e ora si trova ricoverato in terapia intensiva. Si tratta di conseguenze della vaccinazione, come la CMO di Spezia ha già accertato, confermando il nesso di causalità con il vaccino. Il suo destino è quello di una persona che è destinata nella migliore delle ipotesi a restare invalida per tutto il resto della sua vita con l’ossigeno H24.

      Dopo aver chiesto ed ottenuto l’indennizzo ai sensi della legge 210/92, che gli ha riconosciuto il nesso di causalità, si è mosso in sede civile con i suoi legali per ottenere il risarcimento. Ma l’Asl ha rifiutato ogni strada di tipo conciliativo. Così è stata citata, ma il giudice invece di chiamare in causa l’Asl ha tirato in ballo direttamente il Ministero della Salute, andando così a costituire un precedente clamoroso.

      Come andrà a finire? É presto per dirlo, dipenderà anche dal parere del CTU nominato dal giudice al quale è stato dato il compito di accertare «l’effettiva patologia della quale soffre e il momento di insorgenza della patologia e il collegamento tra la patologia e la polmonite interstiziale che si afferma essere scaturita dal Covid».

      Ma ad affermarlo non sono solo i consulenti tecnici di parte, ma anche la Commissione medica di Spezia che per questo caso ha già deliberato positivamente in suo favore. Un dettaglio, quest’ultimo che pesa già come un macigno sulle sorti del processo, che comincerà quindi con la decisione vincolante della Commissione preposta a rilasciare gli indennizzi da vaccinazione obbligatoria. E che non potrà essere ignorata facilmente.

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