Mi hanno invitato a Padova a una manifestazione di gente distrutta (con certezza) da vaccino e a questi raduni un po’ Lourdes un po’ millenaristi se ne sentono di tutte, anche toni esagerati, militanti, un po’ fanatici, che a me non piacciono, ma nessuno può contestare lo strazio di chi si era fidato e si ritrova distrutto, senza più una vita. Nessuno può contestare neppure che in altri Paesi, Belgio, Francia, a questi malati di Stato, perché è lui il colpevole, lo Stato almeno non nega la comprensione minima, la dignità minima di riconoscerli tali: insomma si assume, in un modo o nell’altro, la responsabilità dello scempio, ponendo le premesse per un risarcimento parziale fin che si vuole ma almeno improntato al minimo sindacale di giustizia. Da noi no.
Da noi il ministro Schillaci rifiuta di ricevere i malati, li disdegna in quanto tali, li vuole fuori dai coglioni anche per non rischiare di pagarli e così facendo testimonia una volta di più della perfetta continuità di questo regime col precedente. Schillaci è uomo di Speranza e si comporta tal quale, stessa insensibilità, stessa arroganza; più in generale, il regime che in passato stava alla finestra, evitando di compromettersi, adesso chiarisce perché ci stava: la pensava come gli altri, solo non lo ammetteva apertamente dovendo costruirsi l’ascesa al potere. Ma Schillaci è un ministro parolaio e non solo sull’ordinaria amministrazione delle liste d’attesa, degli squilibri, della prevenzione: è proprio sulla questione dei vaccini che tradisce tutta la sua inadeguatezza nel segno della continuità con chi lo ha nominato: propaganda, dati fasulli, dei quali “si è fidato”, si giustifica, ammoina sul piano pandemico nuovo dell’OMS, che è un piano concentrazionario evoluto rispetto al precedente, totale silenzio, che vuol dire assenso, sulla nuova frontiera vaccinale che è l’orrore sognato ma non ottenuto dai Mengele.
Una Commissione Medico Scientifica Indipendente ha pubblicato un comunicato angosciato e angosciante, basato sulle conclusioni di uno studio del ricercatore virologo e Maurizio Federico, uno degli eretici, responsabile del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità. Uno che ha titolo per parlare e cosa dice? Riferendosi al Kostaive, il primo vaccino antiCovid autoreplicante con la capacità di riprodursi indefinitamente non solo nel corpo di chi lo riceve, ma anche di trasmettersi ad altri organismi viventi, umani e animali, senza barriere di specie persino per via aerea, Federico ha pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences il meccanismo biologico di diffusione e i gravi effetti avversi. Trattasi, sostiene lo studioso, di “un azzardo senza precedenti, che coinvolge tutta l’umanità e di cui non si capisce né l’utilità né la necessità”.
La Commissione ritiene che gli studi effettuati a livello europeo per l’approvazione di un prodotto farmaceutico inedito siano decisamente lacunosi. Tuttavia la Commissione europea lo ha approvato lo scorso febbraio, dando tempo agli Stati membri di esprimersi.
Il tema è ormai di pubblico dominio, anche se l’informazione mainstream, pagata nella totalità dai produttori dei vaccini e da plurime fonti europee di controllo e di sovvenzionamento della comunicazione, lo spaccia ovviamente per uno specifico miracoloso, del tutto privo di rischi secondo la filosofia che abbiamo imparato a conoscere sulla nostra pelle: se la gente morirà, lo scopriremo solo uccidendola ma in ogni caso sarà stata una fatalità.
L’Italia non si è opposta alla decisione della Commissione Europea entro lunedì 9 giugno, né i vertici ministeriali hanno azzardato un confronto su base scientifica per non dire un dibattito sia pubblico che politico. Ma che facciamo? L’ennesimo salto nel vuoto di certezze tranne una: comunque andrà, sarà una strage? Mentre a stento contiamo le vittime della strage precedente dopo 5 anni? È stupefacente la irresponsabilità con cui si lasciano passare decisioni semplicemente catastrofiche per la comunità nella più spregiudicata omertà. Il passato ancora presente non ha insegnato, consigliato niente nella sua atrocità. La commissione Covid toglie dalla polvere le cose che si sanno, le mangiatoie sulle mascherine per le quali nessuno pagherà, ma di profili più urgenti, direttamente legati alla salute, per non dire la persistenza in vita, della collettività è del tutto indifferente o impotente, stante la pressione di un Colle che non si sa chi rappresenti a questo punto. Ma io i malati a vita di vaccino li ho visti, li ho conosciuti, ho raccolto le loro tragedie; io stesso sono uno di loro. E non mi sta bene questa ostinazione nel crimine, per giunta di Stato.
Non mi sta bene che si continui a morire a grappoli ogni giorno e lo si addebiti alle stesse vittime o al riscaldamento globale o alla fatalità. Non mi sta bene vedere notori cialtroni tirarsela come dei mancati Mozart o Hitchcock mentre ancora arano il terreno della paura sparando menzogne circa una implausibile “ripresa del Covid”. A proposito. Ho appena saputo che le fiale non somministrate in Europa, qualcosa come 47 milioni di dosi solo in Italia per uno spreco di 820 milioni di euro, non sono andate sprecate, le hanno riciclate come vaccini per gatti contro il Covid felino. Qualcosa di cui non si è mai sentito parlare, ma di cui adesso mi raccontano i veterinari. Aggiungendo che se fanno male agli esseri umani, di certo non faranno meglio ai nostri amici domestici.