RIASSUNTO
*Una delle idee sbagliate più diffuse è che il colesterolo causi le malattie cardiache e che le statine, che abbassano il colesterolo, le prevengano. Non solo questo non è vero, ma le statine, altamente redditizie per [l’industria farmaceutica], sono anche tra i farmaci più dannosi disponibili (e presentano molti inquietanti parallelismi con i vaccini COVID).
*Nonostante le crescenti evidenze che la riduzione del colesterolo non riduce le malattie cardiache, l’industria farmaceutica continua a promuovere le statine. Gli studi hanno dimostrato che i benefici delle statine sono minimi e che i dati vengono manipolati per esagerare la loro efficacia.
*Le statine sono promosse in modo aggressivo, non per la loro efficacia, ma per gli interessi finanziari dell’industria farmaceutica. Le linee guida sul colesterolo e sulle statine sono spesso create da esperti che hanno conflitti di interesse. Molti medici e pazienti vengono penalizzati se non aderiscono a queste linee guida.
*Le statine causano danni significativi, con effetti collaterali come dolori muscolari, problemi cognitivi e persino condizioni potenzialmente letali come diabete e disfunzioni epatiche. Nonostante le numerose segnalazioni di questi danni da parte dei pazienti, la comunità medica spesso li ignora, attribuendoli a un “effetto nocebo”, alla stregua di un problema immaginario.
Più studio la scienza, e in particolare la medicina, più mi rendo conto di come spesso i fatti fondamentali finiscano per essere modificati per creare un’industria redditizia. Recentemente ho mostrato come ciò sia accaduto con la pressione arteriosa: anziché causare danni alle arterie, l’ipertensione è una risposta al danno arterioso che assicura che le arterie danneggiate possano ancora portare il sangue ai tessuti e, a sua volta, anziché aiutare i pazienti, l’abbassamento aggressivo della pressione arteriosa può essere piuttosto dannoso.
In questo articolo esaminerò l’altra metà della medaglia, la Grande Truffa del Colesterolo, che danneggia così tanti americani da essere stata recentemente discussa dal comico Jimmy Dore.
Colesterolo e malattie cardiache
Spesso, quando un’industria danneggia molte persone, crea un capro espiatorio per uscire dai guai. Una volta che questo accade, tutta una serie di altri attori salta sul carro e crea un dogma sociale incrollabile.
Per esempio, lo stato di salute di una popolazione (peggiorato nel caso fosse avvelenata da tossine ambientali) determina la facilità con cui una malattia infettiva può diffondersi e chi ne è suscettibile, ma ridefinire le malattie infettive come dovute a una “carenza di vaccini” toglie alle industrie l’onere (costoso) di bonificare l’ambiente e, contemporaneamente, permette loro di arricchirsi promuovendo prodotti farmaceutici che “gestiscono” ogni tipo epidemia e l’epidemia ancora più grande di malattie croniche causate dagli stessi vaccini (discussa in dettaglio qui).
Nota: il grande declino delle malattie infettive che viene attribuito ai vaccini è, in realtà, il risultato di un miglioramento delle condizioni igieniche pubbliche, e quando si esaminano i dati (ad es, per il vaiolo) si vede che le prime campagne di vaccinazione avevano peggiorato le cose, non migliorate.
Negli anni ’60 e ’70 si dibatteva sulle cause delle malattie cardiache. Da un lato, John Yudkin [1] sosteneva con ragione che lo zucchero aggiunto agli alimenti dall’industria alimentare era il principale responsabile. Dall’altra parte, Ancel Keys [2] (che aveva attaccato il lavoro di Yudkin) era del parere che la causa fosse da attribuire ai grassi saturi e al colesterolo.
Nota: i leader nel campo della medicina naturale, come il Dr. Mercola, hanno sostenuto con forza che questo aumento [delle malattie cardiache] è dovuto all’adozione generalizzata degli oli di semi (cosa che, grazie al nostro clima politico senza precedenti, viene finalmente discussa nei notiziari tradizionali). Allo stesso modo, alcuni ritengono che l’avvento della clorazione dell’acqua sia responsabile di questo aumento [3].
Ancel Keys aveva vinto, il lavoro di Yudkin era stato ampiamente respinto e quello di Keys è diventato un dogma nutrizionale. Gran parte della vittoria di Key si basava sul suo studio su sette Paesi (Italia, Grecia, ex Jugoslavia, Paesi Bassi, Finlandia, America e Giappone), che dimostrava che, con l’aumento del consumo di grassi saturi, le malattie cardiache progredivano in modo lineare.
Tuttavia, ciò che molti non sanno (dato che questo studio viene ancora citato di frequente) è che questo risultato era semplicemente il prodotto dei Paesi scelti da Keys (ad esempio, se fossero stati scelti Finlandia, Israele, Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Francia e Svezia, si sarebbe riscontrato il contrario).
Fortunatamente, si sta gradualmente riconoscendo che Keys non aveva riportato accuratamente i suoi dati. Per esempio, di recente è stato portato alla luce uno studio randomizzato [4] non pubblicato, della durata di 56 mesi, condotto su 9.423 adulti ricoverati in ospedali psichiatrici statali o in case di cura (cosa che consentiva di controllare rigidamente la loro dieta).
Da questo studio, di cui Keys era il ricercatore principale, è emerso che la sostituzione di metà dei grassi animali (saturi) con olio di semi (per es, olio di mais) abbassava il colesterolo, ma, per ogni 30 punti in meno, il rischio di morte aumentava del 22% (il che si traduce all’incirca in una diminuzione dell’1% del colesterolo e in un aumento del rischio di morte dell’1%).
Nota: l’autore che ha riportato alla luce questo studio ne ha anche scoperto un altro (non pubblicato) degli anni ’70 fatto su 458 australiani, secondo il quale [5] la sostituzione di una parte dei grassi saturi con oli di semi aumentava il rischio di morte del 17,6%.
Allo stesso modo, di recente, una delle più prestigiose riviste mediche del mondo ha pubblicato [6] alcuni documenti interni dell’industria dello zucchero. Questi dimostrano [7] che l’industria dello zucchero aveva pagato tangenti per far sì che gli scienziati attribuissero la colpa delle malattie cardiache ai grassi, in modo che il lavoro di Yudkin non minacciasse l’industria saccarifera. Oggi è generalmente accettato che Yudkin aveva ragione, ma, nonostante ciò, le nostre linee guida sanitarie sono ancora ampiamente basate sul lavoro di Key.
Tuttavia, nonostante una quantità significativa di dati che dimostrano che la riduzione del colesterolo non è associata a una riduzione delle malattie cardiache, la necessità di abbassare il colesterolo è ancora un dogma della cardiologia [8, 9, 10, 11, 12, 13]. Per esempio, quanti di voi hanno sentito parlare di questo studio del 1986 pubblicato su Lancet [14] che concludeva:
“Durante 10 anni di follow-up dal 1° dicembre 1986 al 1° ottobre 1996, un totale di 642 partecipanti è morto. Ogni aumento di 1 mmol/L del colesterolo totale corrispondeva a una diminuzione del 15% della mortalità (rapporto di rischio da 0 a 85 [95% Cl da 0-79 a 0-91])”.
Il marketing delle statine
Uno dei modelli costanti che ho osservato in medicina è che, una volta identificato un farmaco in grado di modificare “in modo benefico” il metabolismo di un certo numero di persone, le linee guida della pratica medica gli danno gradualmente la priorità nel trattamento di quelle persone e, in breve tempo, vengono creati dei razionali che richiedono di sottoporre sempre più gente a quel regime. Consideriamo ad esempio la storia delle linee guida sulla pressione sanguigna (immensamente dannose):
Nel caso delle statine, prima della loro scoperta era difficile abbassare il colesterolo in modo affidabile, ma, una volta arrivate sul mercato, sono emerse rapidamente ricerche che sostenevano la necessità di abbassare il colesterolo in misura sempre maggiore, il che, a sua volta, ha portato a trattare sempre più persone con le statine.
Come prevedibile, aumenti simili si sono verificati anche negli Stati Uniti. Ad esempio, nel 2008-2009 il 12% degli americani di età superiore ai 40 anni aveva dichiarato di assumere una statina, mentre nel 2018-2019 tale percentuale era salita al 35% degli americani [15]. Visto il grande uso di questi farmaci, sorge spontanea una domanda: quanti benefici producono?
Come si è visto, si tratta di una domanda a cui è molto difficile rispondere, in quanto gli studi pubblicati utilizzano una serie di metriche confuse per offuscare i dati (il che significa che gli studi sulle statine pubblicati quasi certamente gonfiano i benefici della terapia con statine) e, cosa più importante, praticamente tutti i dati sulla terapia con statine sono conservati da una collaborazione di ricerca “privata” (finanziata dall’industria) [16, 17]. Questa “ricerca privata” pubblica costantemente recensioni entusiastiche sulle statine (e attacca chiunque sostenga il contrario) [18] mentre, allo stesso tempo, si rifiuta di rilasciare i propri dati ai ricercatori esterni [19], costringendoli a rivolgersi alle autorità di regolamentazione dei farmaci per cercare di ottenere i dati mancanti [20].
Nota: come discusso nell’intervista del Dr. Malhotra qui sotto, questa collaborazione (che insiste in modo aggressivo sul fatto che meno dell’1% degli utilizzatori di statine sperimenta effetti collaterali) aveva anche creato un test per determinare se si è geneticamente a rischio di lesioni da statine. Nella loro campagna pubblicitaria per il test i produttori avevano dichiarato che il 29% di tutti gli utilizzatori di statine avrebbe probabilmente sofferto di effetti collaterali (affermazione poi rimossa una volta che gli attivisti della salute avevano reso pubblica questa ipocrisia).
Ciononostante, quando ricercatori indipendenti avevano esaminato gli studi pubblicati (che quasi certamente avevano gonfiato i benefici della terapia con statine) avevano scoperto [21] che l’assunzione quotidiana di una statina per circa 5 anni aveva portato ad una sopravvivenza media di 3-4 giorni in più. Ancor più triste è il fatto che studi di grandi dimensioni avevano rilevato [22] che questo minuscolo “beneficio” si riscontrava solo negli uomini. In breve, la maggior parte dei benefici delle statine deriva da una riorganizzazione creativa dei dati e delle cause di morte, non da un reale beneficio.
Nota: questo è molto simile allo studio sul vaccino COVID di Pfizer [23] che vantava il vaccino “efficace al 95%” contro la COVID-19, ma che, in realtà, aveva portato solo una riduzione dello 0,8% dei sintomi minori della COVID (ad esempio, mal di gola) e una riduzione dello 0,037% dei sintomi gravi (il termine “gravi” non è mai stato definito da Pfizer).
Questo significava che era necessario vaccinare 119 persone per prevenire un caso minore (irrilevante) di COVID-19, e 2711 per prevenire un caso “grave” di COVID-19.
Peggio ancora, un informatore aveva poi rivelato che queste cifre erano state notevolmente gonfiate, poiché gli individui del gruppo vaccino (non in cieco) che avevano sviluppato sintomi simili alla COVID-19 non erano stati testati per la COVID-19 e le loro lesioni da vaccino non erano mai state riportate. Purtroppo, nella maggior parte dei casi (ad esempio, nelle sperimentazioni sulle statine) non abbiamo accesso a informatori che possano dirci quanto questi farmaci siano effettivamente insicuri e inefficaci.
In circostanze come queste, in cui è necessario vendere un farmaco non sicuro e inefficace ma altamente redditizio, il passo successivo è tipicamente quello di pagare chiunque per promuoverlo. Per esempio [24]:
“Il National Cholesterol Education Programme (NCEP) è stato incaricato dal National Institutes of Health di sviluppare linee guida [utilizzate da tutti] per il trattamento dei livelli di colesterolo. Escludendo il presidente (a cui la legge vietava di avere conflitti d’interesse finanziari), gli altri 8 membri erano, in media, sul libro paga di 6 produttori di statine [25].
Nel 2004, il NCEP aveva esaminato 5 grandi studi sulle statine e aveva raccomandato una ‘riduzione aggressiva delle LDL per i pazienti ad alto rischio [prevenzione primaria] con cambiamenti dello stile di vita e statine’”.
Nel 2005 una divisione canadese della Cochrane Collaboration [che non era stata pagata] aveva esaminato 5 grandi studi sulle statine (3 erano gli stessi di quelli del NCEP, mentre gli altri 2 avevano raggiunto una conclusione positiva per la terapia con statine). Quella valutazione indipendente aveva concluso [26] che “le statine non hanno dimostrato di fornire un beneficio complessivo per la salute negli studi di prevenzione primaria”.
Nota: il motivo principale per cui non è mai stata trovata una cura per la COVID-19 è che il gruppo di esperti delle linee guida per i trattamenti della COVID-19 era stato scelto da Fauci [27] ed era composto da accademici che ricevevano denaro dai produttori del Remdesivir. Non sorprende che il gruppo di esperti abbia sempre votato contro tutti i trattamenti non brevettabile per la COVID-19, indipendentemente dalla quantità di prove a loro favore.
Allo stesso modo, l’American College of Cardiology ha creato una app [28] per determinare il rischio di sviluppare un infarto o un ictus nei dieci anni successivi in base all’età, alla pressione sanguigna, al livello di colesterolo e allo stato di fumatore. A mia volta, ho perso il conto di quanti medici ho visto inserirvi con orgoglio i dati dei loro pazienti per poi informarli che erano ad alto rischio di ictus o infarto e che dovevano urgentemente iniziare ad assumere una statina.
Dato che quasi tutti finivano per essere “ad alto rischio”, non mi ha sorpreso sapere che nel 2016 Kaiser aveva completato uno studio approfondito [29], scoprendo che questo programma sovrastimava del 600% il tasso di questi eventi. Purtroppo, ciò non ne ha affatto scoraggiato l’uso (ad esempio, gli studenti di medicina vengono ancora interrogati su di esso agli esami di ammissione).
Nota: una delle cose più ingiuste riguardo alle statine è che il sistema sanitario ha deciso che sono “essenziali” per la salute, quindi i medici che non le prescrivono sono penalizzati finanziariamente e, allo stesso modo, lo sono i pazienti che non le assumono (ad es, attraverso i premi delle assicurazioni sulla vita [30].
Quindi, nonostante le prove schiaccianti contro il loro uso, molti medici sono così convinti dei “profondi” benefici delle statine che addirittura vorrebbero che le statine fossero aggiunte alla fornitura di acqua potabile [31].
Parallelamente, si è creata una cultura dell’annullamento (che ricorda quella che abbiamo visto con i vaccini COVID) in cui chiunque contesti l’uso delle statine viene immediatamente etichettato come “negazionista delle statine”, accusato di essere un assassino di massa e, di fatto, ostracizzato. Recentemente, un dissidente delle statine e dei vaccini COVID, il cardiologo britannico Aseem Malhotra, ha discusso con Joe Rogan gli sporchi parallelismi tra queste due industrie:
Oltre al fatto che i medici vengono costretti a seguire queste linee guida, questo capita anche i pazienti. I medici spesso si rivalgono sui pazienti che non assumono le statine (analogamente a come ai pazienti non vaccinati venivano negate in modo riprovevole le cure mediche essenziali durante la COVID-19).
I datori di lavoro a volte richiedono che, per essere assunti, i valori del colesterolo soddisfino una certa soglia (anche se questo non è paragonabile agli obblighi vaccinali della COVID-19 imposti ai lavoratori di tutta l’America). Allo stesso modo, le polizze di assicurazione sulla vita spesso penalizzano coloro che hanno valori di colesterolo ritenuti “non sicuri”.
Lesioni da statine
Il mio problema principale con le statine non è il fatto che sprechiamo miliardi ogni anno per una terapia inutile (circa 25 miliardi all’anno solo in America) [32]. Piuttosto, è il fatto che hanno un tasso molto elevato di effetti collaterali. Ad esempio, gli studi esistenti rilevano un tasso di lesioni compreso tra il 5% e il 30% [33] e il Dr. Malhotra, dopo aver esaminato tutte le prove esistenti, stima che il 20% degli utilizzatori di statine subisca lesioni.
Allo stesso modo, un’alta percentuale di pazienti interrompe la terapia con statine a causa dei loro effetti collaterali (ad esempio, un vasto studio [34] ha rilevato che il 44,7% degli adulti più anziani ne interrompe l’assunzione entro un anno dall’inizio della terapia, mentre un altro ampio studio su adulti di tutte le età ha rilevato che il 47% cessa di assumerle entro un anno) [35].
Le statine, a loro volta, sono collegate ad un gran numero di complicazioni [36] che sono state ben caratterizzate (ad es, meccanicisticamente) e descritte in tutta la letteratura medica [37, 38, 39, 40, 41, 42]. Un gruppo di effetti collaterali è rappresentato da quelli percepiti dal paziente (che spesso lo spingono a interrompere l’uso del farmaco). Questi includono:
* Un’elevata incidenza di dolore muscolare [43, 44, 45, 46, 47, 48, 49]
* Affaticamento [50, 51] soprattutto con lo sforzo e l’esercizio fisico [52]
* Infiammazione muscolare (la cui causa rimane “sconosciuta”)[53, 54]
* Danno muscolare autoimmune [55, 56, 57, 58]
* Problemi psichiatrici e neurologici come depressione, confusione, aggressività e perdita di memoria [59, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67]
* Grave irritabilità [68]
* Problemi del sonno [69]
* Disturbi e lesioni muscoloscheletriche [70, 71]
* Perdita improvvisa dell’udito (neurosensoriale) [72]
* Disturbi gastrointestinali [73]
L’altro gruppo di effetti collaterali è costituito da quelli che non vengono notati in modo evidente dal paziente. Questi includono:
* Diabete di tipo 2,[74, 75, 76, 77, 78] in particolare nelle donne [79, 80, 81]
* Cancro [82, 83, 84, 85]
* Disfunzione e insufficienza epatica [86, 87]
* Cataratta [88, 89]
* Condizioni simili alla SLA e altri disturbi motori centrali (ad esempio, morbo di Parkinson e atassia cerebellare) [90, 91, 92, 93, 94]
* Sindrome simile al Lupus [95]
* Suscettibilità all’herpes zoster (fuoco di sant’Antonio) [96, 97, 98]
* Cistite interstiziale [99]
* Polimialgia reumatica [100]
* Lesioni renali [101, 102]
* Insufficienza renale [103]
Fin dall’inizio, avevo notato che i pazienti che assumevano statine spesso riferivano di intorpidimento, dolore muscolare o problemi cognitivi dopo l’assunzione di questi farmaci, disturbi che si risolvevano una volta smessa l’assunzione. Quando questo veniva riferito ai loro medici, la risposta era spesso ostile: i medici insistevano che le statine non potevano essere la causa, citando la loro esperienza personale o sostenendo che il paziente doveva continuare a prenderle per evitare un attacco di cuore.
Poi, con il passare degli anni, ho visto creare scuse sempre più elaborate per proteggere le statine dalla consapevolezza dei loro pericoli. Una di queste era l’”effetto nocebo”, cioè l’idea che le aspettative negative fossero la causa dei sintomi segnalati. Ad esempio, ho perso il conto di quanti medici conoscevo che citavano questo studio del 2016 [104] quando i pazienti dichiaravano di soffrire di effetti collaterali.
L’effetto nocebo è l’opposto dell’effetto placebo. Mentre l’effetto placebo si verifica quando una persona sperimenta risultati positivi da un trattamento perché crede che sia d’aiuto, l’effetto nocebo si verifica quando i risultati negativi si verificano semplicemente perché una persona si aspetta un danno da un trattamento, anche se il trattamento stesso è innocuo o inefficace.
Questa teoria è stata utilizzata per liquidare le esperienze dei pazienti, nonostante il fatto che molti non fossero consapevoli dei possibili effetti collaterali fino a quando non si erano verificati e si erano informati su di essi.
Se si prende questa storia e si sostituisce “statine” con i vaccini COVID-19, si vedrà che è essenzialmente ciò che tutti hanno sperimentato negli ultimi quattro anni (ho perso il conto di quante volte la miocardite da vaccino è stata diagnosticata come “ansia”).
Nota: esistono due sistemi di segnalazione degli eventi avversi ai farmaci, MedWatch [105] e FAERS [106]. Come VAERS, soffrono di una grave sotto-segnalazione (si stima che solo l’1%-10% degli eventi avversi venga segnalato), ma comunque vi si possono trovare migliaia di segnalazioni (ignorate) delle comuni lesioni causate dalle statine
[107].
Conclusione
La maggior parte dei farmaci agisce bloccando la funzione di un enzima all’interno dell’organismo, il che, pur essendo un modo efficace per modificare la fisiologia, è spesso incredibilmente dannoso poiché ogni enzima ha una sua funzione ben precisa. Le statine fanno proprio questo (e all’epoca rappresentavano un approccio rivoluzionario, dal momento che decenni di ricerche non avevano portato a un modo coerente di abbassare il colesterolo). Purtroppo, l’enzima preso di mira non si limita a ridurre il colesterolo.
Poiché questo era l’unico modo per far “funzionare” le statine, la comunità dei ricercatori ha ampiamente ignorato le conseguenze dell’eliminazione di tutte le altre biomolecole essenziali che derivano dal mevalonato. Ad esempio, molti degli effetti collaterali caratteristici delle statine possono essere affrontati semplicemente integrando il Coenzima Q10 (un nutriente essenziale per i mitocondri, il cuore e i muscoli) – infatti Merck ha persino brevettato un preparato a base di statine-CoQ10 [108].
Tuttavia, riconoscerlo sarebbe come ammettere che le statine non sono “sicure ed efficaci” e quindi non è mai successo (una situazione analoga al fatto che molte lesioni invalidanti da vaccino infantile potrebbero essere evitate se i vaccini fossero distanziati, ma coloro che hanno proposto di farlo sono stati semplicemente attaccati per “non aver seguito il programma del CDC”).
Peggio ancora, l’enorme mercato per la “riduzione del colesterolo” ha soppresso tutte le ricerche sulle reali cause delle malattie cardiache e, di conseguenza, nonostante la spesa di 25 miliardi l’anno per le statine [109], le cardiopatie rimangono la prima causa di morte in America. Si tratta di un’immensa tragedia, poiché le cause e i trattamenti efficaci delle malattie cardiache sono noti da decenni, ma restano ancora ai lati dimenticati della medicina.
Nota dell’autore: questa è una versione abbreviata di un articolo più lungo sulla grande truffa del colesterolo, che approfondisce i pericoli delle statine, le cause effettive delle malattie cardiache e i modi naturali per salvaguardare il sistema arterioso e prevenire le malattie cardiache. L’articolo completo e i suoi riferimenti aggiuntivi possono essere letti qui.
Una puntualizzazione del Dr. Mercola sull’autore
A Midwestern Doctor (AMD) è un medico certificato dal consiglio di amministrazione del Midwest e un lettore di lunga data di Mercola.com. Apprezzo le sue eccezionali intuizioni su una vasta gamma di argomenti e sono grato di condividerle. Rispetto anche il desiderio di AMD di rimanere anonimo, visto che è ancora in prima linea nella cura dei pazienti. Per saperne di più sul lavoro di AMD, visitate The Forgotten Side of Medicine su Substack.