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      • IL RISVEGLIO DELLA COSCIENZA

      IL RISVEGLIO DELLA COSCIENZA

      Secondo Eraclito questo è ciò che accadeva nel suo tempo, mezzo millennio prima di Cristo.

      Un tempo in cui non c’era la TV, il cinema, i giornali, lo smartphone. Ma soltanto un secolo dopo Platone ideò il mito della caverna, anticipando di millenni quella che è la condizione attuale delle masse mediaticamente condizionate.

      Infine, solo un secolo fa, Freud nel curare i matti scoprì le profondità dell’inconscio e la potenza di libido e destrudo, le pulsioni fondamentali di vita e di morte che lo abitano.

      Un suo cugino d’America subito ne approfittò per ideare nuove e potenti tecniche pubblicitarie, di condizionamento di massa, fondando il lucroso marketing moderno. E’ scontato il passo successivo dell’ingegneria sociale, applicata al consolidamento del potere nell’era delle democrazie formali, che è la nostra dura esperienza quotidiana, riscontrabile nella grande editoria privata, ma non solo.

      La prendiamo un po’ alla lontana per sottolineare che non si tratta di un fatto nuovo, esploso col grande inganno della gestione covid-19 e successivi, anche se in questi ultimi tempi il fenomeno ingigantisce in gravità e dimensioni globali, sempre più falsamente emergenziali. Ma anche in evidenze via via sempre più clamorose, a partire dalla loro stessa rimozione nell’inconscio collettivo: «agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso modo di quando non sono coscienti di quel che fanno dormendo».

      E’ altresì evidente che stiamo vivendo una fase esistenziale gravemente patologica, una malattia nosocomiale contratta nel grande ospedale globale nel quale vogliono costringerci le élite del potere. Un potere assoluto derivato dalla bulimica e truffaldina concentrazione privata del denaro, che esprime tra l’altro una corrottissima “bigpharma”, uno dei tentacoli della grande piovra mafiosa che avvolge il mondo, così come il terrificante mostro del film Alien avvolgeva la testa della vittima, per poi penetrarla e parassitarla, usandola come brodo di coltura.

      Esiste però un antidoto per guarire da questa grave infezione, ed è nel titolo, l’argomento di questa meditazione.

      La coscienza è un insieme di concetti espressi da una sola parola (come il più delle volte accade per le parole), che ha a che fare con “conoscenza” e “consapevolezza”. Il significato basico di “coscienza” esprime semplicemente lo stato naturale di veglia, contrapposto alla “perdita di coscienza”, nel sonno, in un’anestesia generale, in coma, sotto ipnosi, o in qualunque altro stato che pregiudichi la nostra piena “capacità d’intendere e di volere”, come recita la nota formula giuridica che giustifica la responsabilità civile e penale di un’azione.

      “conoscenza”, “co(n)scienza”, “consapevolezza”, iniziano tutte col prefisso “con”, dal latino “cum”, preposizione che indica unione o modo, a significare l’unione tra l’identità del soggetto ed il suo sapere oggettivo. In particolare la “consapevolezza” esprime questa caratteristica intrinseca al sapere umano, un pensiero vissuto da un pensante, che si autoriconosce tramite il proprio pensare, come in uno specchio (da qui lo storico fraintendimento cartesiano “cogito ergo sum”). E’ la percezione di sé riflesso nella propria stessa anima, un passaggio evolutivo fondamentale dallo stato animale, prevalente alla nascita ma che mai ci abbandona, allo stato umano di coscienza, con tutte le profondità e le sfumature che comporta.

      Qualcuno ha la fortuna, o l’illusione, di ricordare quella prima volta, la nascita della propria coscienza di sé e del mondo, due realtà distinte quanto inseparabili, per come siamo fatti, essendo necessariamente dipendenti da un nostro punto di vista per poter “vedere”, per conoscere la realtà circostante.

      Discorsi difficili, col rischio del gioco di specchi del barbiere, che riflettono infinite volte un immagine sempre più lontana e sfumata, fino a perdersi nell’infinitezza dell’anima che sempre Eraclito aveva già intuito chiaramente nel suo percorso di ricerca del logos.

      Meglio limitarsi per l’occasione a quello strano fenomeno della “coscienza dormiente”, un evidente ossimoro, o una malattia, per l’appunto.

      Come si “cade malati” in questa patologia della mente e dello spirito l’abbiamo già accennato: esistono oggi grandi forze che muovono grandi mezzi per indurre e mantenere questo stato di disgrazia tra la popolazione, e le moderne tecnologie della comunicazione rendono tali strumenti estremamente potenti e pericolosi, fino ad ottenere severe cronicizzazioni di massa apparentemente irreversibili. E’ quello che politicamente possiamo chiamare metodo di governo zootecnico, di un popolo ridotto a mandria obbediente e consenziente, per quanto possa valere un tale consenso così forzato da forze soverchianti.

      Eppure, come ai tempi di Eraclito, esiste pur sempre una minoranza di risvegliati, di persone autentiche con una loro anima integra, che non si lascia ingabbiare e dominare senza più combattere quando vede la realtà per come è, compreso il male che contiene. Cose che i dormienti invece non percepiscono affatto, pigramente abbandonati al loro comodo sonno, che può rivelarsi mortale. Questo significa che la pandemia del cattivo sonno artificiale non è necessariamente mortale e irreversibile per tutti, e quindi c’è speranza di guarigione per chiunque, tramite cure adeguate.

      Spesso la storia ci mostra esempi di catastrofi come estremo metodo di cura, non voluto ma inesorabile quando le condizioni si aggravano al punto da rendere impossibili rimedi meno invasivi.

      E le chiamiamo guerre, apoteosi dell’odio e della destrudo. E’ un fatto che questo rimedio estremo, oltre ad essere il più doloroso da sempre, è oggi improponibile, se non a costo dell’estinzione violenta della razza umana.

      Siamo quindi materialmente e moralmente obbligati a trovare altre soluzioni, percorrendo altre strade, probabilmente inedite e possibilmente virtuose.

      “…. Vivere vivo come può chi serve
      fedele poi che non ha scelta, tutto,
      anche la cupa eternità animale
      che geme in noi può farsi santa, basta
      poco, quel poco taglia come spada”

      Questo ci dice il Poeta (Mario Luzi), come abbiamo già avuto modo di apprezzare nella serie “Per un nuovo esistenzialismo”, e questo dobbiamo fare, inventare, creare, con tutto l’amore e la buona volontà di cui disponiamo, e che possiamo coltivare, a partire dall’approfondimento del nostro personale risveglio, da non considerarsi mai come stabilmente acquisito, ma da coltivare quotidianamente a beneficio nostro e altrui, fino a che godiamo del dono della vita.

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