Questa è una citazione dal mito della creazione dei finlandesi, come raccontato nel poema epico Il Kalevala di Elias Lonnrot, che mi vergogno a dire di aver scoperto solo di recente. La creazione nella mitologia è quasi sempre un evento di proporzioni monumentali, e uno sforzo non meno monumentale. Ahimè, questo tipo di sforzo monumentale funziona solo nella mitologia.
I nostri creatori moderni lo stanno scoprendo a fatica e, a differenza degli eroi e dei cattivi mitologici che prima o poi accettano i limiti dei loro poteri, non sono disposti ad accettare il fatto che non si può creare un mondo da un uovo. Tenetevi strette le vostre bevande calde (o fredde) perché ci aspetta un viaggio spettacolare.
Cominciamo con l’inizio di ogni vita, il centro del culto antico nella mitologia: il Sole. L’industria solare è stata in prima linea nella ricerca globale di ridurre le emissioni di anidride carbonica da parte dell’uomo, e ha pubblicizzato questo fatto a gran voce e ripetutamente, per evitare che qualcuno dimenticasse quanto essa sia benevola. È la riduzione delle emissioni la ragion d’essere del solare, mica i profitti.
Immaginate quindi il mio orrore quando, un paio di giorni fa, ho visto questo titolo: “L’industria solare statunitense minimizza il clima nella strategia per l’era Trump”. Dalla storia che segue il titolo apprendiamo che l’associazione statunitense degli sviluppatori di energia solare ha deciso, come si direbbe in un moderno discorso aziendale, di posizionarsi in modo più favorevole nei confronti della futura amministrazione tacendo sulle emissioni. Al contrario, l’Associazione delle Industrie dell’Energia Solare (SEIA) darà la priorità al “dominio energetico”.
Ora, nei circoli sociali di basso livello esiste una parola per questo tipo di comportamento e non è una parola gentile. Inizia con “p” e fa rima con “professione” oppure con il ricovero di un animale selvatico (grazie al lettore che mi ha suggerito come decifrare il testo originale, N.dT.), e non mi sognerei mai di usarla per un’industria benevola come quella dell’energia solare, ma alcuni individui meno educati potrebbero farlo. Passare da “Si tratta di salvare il clima” a “Dominiamo l’energia con l’energia solare” in un solo passo per rimanere dalla parte dei potenti è, dopo tutto, una bella impresa di vuoto morale. Ma nessuno alla SEIA se ne preoccupa, perché è troppo preoccupato dalla possibilità di perdere i propri finanziamenti. Si sono spinti fino a includere i centri dati e l’intelligenza artificiale nel loro nuovo elenco di priorità.
“L’energia solare è un fattore critico per soddisfare il crescente fabbisogno di elettricità dell’America e per fornire energia al settore manifatturiero, ai data center, alle criptovalute e all’IA”, ha dichiarato l’AD dell’associazione, citato da Reuters. Sì, critico è certamente un aggettivo che si può usare per descrivere il solare nel contesto della fornitura di elettricità. Ma anche problematico, inaffidabile e troppo costoso sono altri aggettivi che si possono usare.
Non che a Google importi nulla di tutto ciò. Google ha appena siglato un accordo con una società chiamata Intersect Power per costruire 20 miliardi di dollari di pannelli solari e batterie per alimentare i centri dati che, a quanto pare, intende costruire nello stesso sito. Si tratta di un accordo che sarebbe interessante guardare, così come è interessante guardare “Final Destination”.
Mentre Google getta miliardi nel solare per farlo funzionare come gli idrocarburi, Exxon e Chevron si preparano ad affrontare il mercato dell’elettricità come fornitori… di gas naturale. Con la cattura del carbonio, naturalmente, perché oggi nessuno nelle Big Tech ti prende sul serio se non sussurri “cattura del carbonio”. Exxon ha persino sfruttato l’aumento della domanda di elettricità per pianificare un aumento della sua produzione di petrolio e gas, da astuta e malvagia Big Oil qual è. Giuro, a volte sembra che la Exxon non legga i rapporti dell’AIE sul picco della domanda di petrolio. Probabilmente perché è astuta e malvagia.
Nel frattempo, la Germania sta mettendo in pausa i suoi piani per la costruzione di nuove centrali a gas a causa, secondo il Ministero dell’Economia, dell’assenza di sostegno politico…. Il ministero dell’Economia tedesco, lo ricordiamo, è gestito da un ministro verde che scriveva libri per bambini prima di decidere di dedicare la sua vita alla transizione energetica nei giorni in cui non fa causa a persone a caso che lo sfottono online.
Il tempismo di questa decisione, se così si può definirla, è piuttosto sfortunato perché l’energia eolica è di nuovo in calo, visto che è inverno e tutto il resto, e i prezzi dell’elettricità in Germania stanno facendo il surf su uno tsunami perché il Paese è costretto a fare affidamento su gas, carbone ed elettricità importati, ma di questo si parlerà più avanti; mi piace lasciare il meglio per ultimo, tentata come sono di schiaffarlo sul mio tavolo da autopsia in questo momento per poterci divertire. Ok, ammetto che autopsia e divertimento in una frase dichiarativa non suonano bene, ma sapete cosa intendo. La gratificazione ritardata è una buona cosa.
Quindi, lasciando da parte la Germania per il momento, facciamo un salto al 10 di Downing Street anche se, in realtà, è meglio evitare di farlo, perché l’igiene morale è importante. In ogni caso, i malati mentali non diagnosticati che gestiscono la politica energetica del Regno Unito stanno portando avanti i loro piani di transizione e proprio oggi hanno segnalato che non accetteranno alcun avversario.
In un documento pubblicato questa mattina, il governo laburista ha dichiarato di aver preparato un piano dettagliato per trascinare il Regno Unito – ancorché scalciante e urlante – nella nuova era a zero emissioni, abbassando le bollette dell’elettricità e reindustrializzando il Paese. Tra le azioni che consentiranno questa impresa monumentale, ci sarà anche quella di togliere ai cittadini il diritto di contestare i nuovi progetti eolici e solari.
Secondo il FT, perché il comunicato stampa di Gov.uk non ne parla, “nel suo Piano d’azione per l’energia pulita 2030, il governo afferma che è opportuno trovare il modo di ‘snellire’ il processo per garantire che non ‘rallenti indebitamente lo sviluppo di infrastrutture vitali’”.
“Per esempio, ciò potrebbe includere la modifica delle regole in modo che i ricorrenti in ciascun caso abbiano solo un tentativo di chiedere l’autorizzazione per il controllo giudiziario”, continua il piano, aggiungendo che “qualsiasi modifica che decideremo di apportare sarà in grado di trovare il giusto equilibrio tra la riduzione dei ritardi nei progetti infrastrutturali e il mantenimento dell’accesso alla giustizia in linea con i nostri obblighi legali nazionali e internazionali”.
Beh, se promettono di trovare un equilibrio, senza dubbio manterranno la promessa, proprio come stanno lavorando duramente per mantenere la promessa di bollette dell’elettricità più basse – a un certo punto, in un futuro lontano, quando ci sarà così poca domanda a causa della deindustrializzazione e dei prezzi esorbitanti che, beh, quei prezzi scenderanno.
L’idea è quella di eliminare il diritto delle comunità di contestare in tribunale più di una volta le decisioni relative ai nuovi progetti. Attualmente possono farlo ripetutamente e i laburisti, ovviamente, non possono permetterlo, perché questo manda all’aria la loro tabella di marcia per l’eolico e il solare. Io dico di eliminare del tutto il diritto di contestare questi progetti e farla finita. O, meglio ancora, fare causa a qualche oppositore dell’eolico e del solare per incitamento all’odio e anti-transizionismo e gli altri impareranno la lezione e smetteranno di protestare (veramente non dovrei mai avere una posizione di potere).
Inoltre, nell’ambito del nuovo piano, denominato “Piano d’azione per l’energia pulita 2030”, i laburisti intendono lanciare la più grande asta di sempre per la capacità di produzione di energia eolica e solare sovvenzionata. Perché quella di settembre, in cui sono stati assegnati contratti a 131 progetti, non era ovviamente sufficiente. Le bollette dell’elettricità devono diminuire e lo faranno aumentando, aumentando e aumentando, in modo da poter sovvenzionare un gran numero di impianti eolici e solari per invogliare i promotori a sviluppare i progetti. Ha perfettamente senso, no? Inoltre, è appena arrivata la notizia che l’economia del Regno Unito ha subito una contrazione per il secondo mese consecutivo in ottobre. Scommetto che è a causa dei cattivi prezzi del gas.
Pensate che questo sia sufficiente per un solo venerdì? In realtà non ho ancora finito. Ecco una rivelazione di John Kemp, ex collaboratore della Reuters e attualmente in proprio, che questa settimana ha riferito che nell’ultimo secolo il consumo di legna da ardere è aumentato in modo massiccio.
“Nel 2023 il legno ha fornito quasi il doppio dell’energia rispetto al 1900 o al 1800”, ha riferito Kemp, che ha poi proseguito con la rivelazione vera e propria, affermando che “la continua crescita del consumo di combustibili legnosi illustra che la transizione energetica è stata finora caratterizzata dall’aggiunta di nuove forme di energia piuttosto che dalla sostituzione di quelle più vecchie”. Beh, io non l’ho mai fatto, e nemmeno voi, ne sono certa.
Se ci pensate, consumare più legna da ardere va benissimo per la transizione perché, come abbiamo appreso di recente ,gli alberi non assorbono abbastanza bene la CO2 e più ne abbattiamo, più spazio si libera per costruire più energia eolica e solare, quindi va tutto bene, davvero. Tranne che per le emissioni prodotte dalla combustione del legno, ma credo che sia un po’ come il piano dei laburisti britannici di ridurre le bollette aumentandole prima. Bisogna emettere per ridurre le emissioni.
E ora la parte migliore, perché non sono del tutto priva di pietà. La Norvegia sta cercando di tagliare i collegamenti energetici con l’Europa a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia, ha riportato questa settimana il FT, citando il ministro dell’Energia norvegese che ha dichiarato: “È una situazione assolutamente di merda”, e se qualcuno vuole unirsi al mio nuovo fan club di Terje Aasland, sa dove trovarmi. Ci incontreremo il giovedì e canteremo le lodi di un raro uomo lucido e schietto proveniente dalla terra del petrolio, del gas e dell’acqua.
La storia: i prezzi dell’elettricità in Norvegia stanno salendo alle stelle perché la Norvegia esporta molto in Danimarca, Germania e Regno Unito. Il governo sta dando di matto e vuole tagliare l’interconnettore con la Danimarca (quello famoso per l’eolico offshore) e sospendere le esportazioni verso la Germania e il Regno Unito governato dai laburisti, e io penso che questo valga una serie epica di libri, un adattamento televisivo, una sinfonia e alcuni dipinti davvero grandi.
In caso vi stiate chiedendo quale sia stata la reazione dell’Europa alla notizia, è bella quanto la notizia stessa. “Questo è un momento cruciale per le relazioni UE-Norvegia. Ridurre i collegamenti elettrici con l’Europa non sarà ben accolto”, ha dichiarato un ambasciatore dell’UE in Norvegia. Non ho dubbi che la Norvegia inizierà a preoccuparsi di questo tra tre, due, uno… mai. Non vedo l’ora che l’UE accusi i vichinghi di militarizzare le loro risorse naturali. Forse è il caso di imporre anche qualche sanzione, oltre a una coraggiosa dichiarazione del tipo “Non abbiamo bisogno del vostro sporco gas”.
I prezzi dell’elettricità in Norvegia hanno raggiunto ieri l’equivalente di 1,18 dollari per KWh, il valore più alto degli ultimi 15 anni e 20 volte superiore a quello di una settimana fa. Non c’è da stupirsi che il governo stia dando di matto. La Norvegia sarà anche una nazione ricca, ma un’impennata di 20 volte dei prezzi dell’elettricità nel giro di pochi giorni è qualcosa che nemmeno una nazione ricca prenderebbe sotto gamba, soprattutto perché, oltre un certo livello, il governo assorbe il costo aggiuntivo dell’elettricità nella misura del 90%, come osserva il FT nel suo rapporto.
Sembra che nemmeno la Norvegia possa permettersi questo tipo di sovvenzioni per molto tempo. E questo è un governo di sinistra che sta pensando di tagliare le ali alle importazioni di elettricità dell’UE e del Regno Unito. Immaginiamo cosa accadrà quando la destra prenderà il potere, cosa che a quanto pare si prospetta per la Norvegia. La situazione descritta dal ministro Aasland sta per diventare una realtà europea.