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      • Inghilterra, stupri etnici e sottomissione

      Inghilterra, stupri etnici e sottomissione

      Chi scrive ha il triste privilegio di essere stato tra i primi a parlare della vergogna degli stupri di massa in Gran Bretagna ai danni di bambine e ragazzine bianche povere da parte di bande di stranieri, per lo più pakistani. Un silenzio aberrante ha circondato questi fatti, protrattisi per anni. Poi è avvenuto l’eccidio di tre bambine a Southport da parte di un africano con probabili legami islamisti. Gli incidenti successivi alle proteste popolari hanno scatenato un’ondata di arresti, addirittura di un undicenne, nella peggiore tradizione britannica. Il premier Starmer se l’è presa con i manifestanti, non con chi ha commesso atti abominevoli. E’ però tornata a galla una delle storie più sconvolgenti di sottomissione, paura, violenza, uso politico del potere.

      Per molti anni bande di pakistani e asiatici – quasi tutti cittadini britannici – hanno violentato, qualche volta ucciso, un numero impressionante di bambine e ragazzine bianche senza che nulla sia stato fatto per fermarli. Le amministrazioni locali – in mano ai laburisti – avevano paura di reazioni “razziste” e di scontentare le loro clientele elettorali immigrate, mentre la magistratura taceva e i governi nazionali – conservatori – ignoravano tutto, nonostante coraggiose denunce, bollate come naziste o di estrema destra. Un cortocircuito impressionante, uno scandalo orribile rilanciato nelle ultime settimane dagli attacchi di Elon Musk al governo britannico.

      Contemporaneamente apprendiamo di molestie sessuali e violenze – tentate o consumate – ai danni di donne e ragazze durante i festeggiamenti di fine anno a Milano. Possiamo definirli senz’altro stupri etnici, episodi in cui si uniscono violenza, sottomissione, odio per la nostra gente, disprezzo per la legge e per le donne. Una civiltà finisce nel modo più vergognoso senza neppure il coraggio di difendere le proprie figlie, cianciando di femminicidio e di eteropatriarcato quando i reati sono commessi da europei, tacendo, giustificando e tremando di paura se i delitti sono opera di stranieri. E’ vomitevole il comportamento di alcuni settori del femminismo e del progressismo, ma la viltà coinvolge gran parte della nostra morente società.

      Sugli eventi inglesi occorre un esame di coscienza da parte nostra. Diremmo le stesse cose, proveremmo la medesima indignazione, rabbia, collera, se l’ accaduto – terribile – avesse vittime ed aguzzini di opposta origine etnica? Sì, perché il male non ha razza, ma non possiamo dimenticare che lo stupro del nostro modo di vivere e essere è figlio di un’immigrazione agevolata, voluta dall’alto. Le oligarchie occidentali pensano che uomini e popoli siano intercambiabili, che nulla contino l’origine etnica, le tradizioni civili, etiche, spirituali. Siamo – noi e i nuovi arrivati – pedine di un gioco criminale. Nulla sarà più come prima, e diventa grottesco sentir parlare di remigrazione, ovvero dell’allontanamento di masse troppo imponenti per potere essere governate, non diciamo cacciate. E poi, chi cacceremmo, dal momento che abbiamo confuso cittadinanza e nazionalità e un numero impressionante di stranieri tali non solo per la legge?

      Un amico milanese, a proposito dei fatti di capodanno in città, ha ricordato i dati di una rapida estinzione citando i registri della sua parrocchia, dove nel 2024 sono stati celebrati tre funerali per ogni battesimo. Disarmati moralmente, invecchiati, impauriti, sterili per scelta, viviamo sul Titanic tra oblio e futili discussioni. A Milano pare che il problema sia il fumo all’aperto, non il degrado generale di quella che era la capitale morale d’Italia. In Inghilterra, come in Francia, sono più avanti nel processo di decomposizione. Domani sarà peggio, inutile nascondere la verità. Sconcerta l’indifferenza, l’incapacità di reagire, di indignarsi, altrettanti segni che la malattia è entrata in una fase irreversibile. Le istituzioni sono nemiche: quando privati, polizia o carabinieri reagiscono, finiscono indagati al posto dei criminali multietnici.

      Il caso inglese è orrendo, la spia terribile di un domani incombente. Colpa nostra: chi si fa pecora, il lupo se la mangia. Nel magma britannico c’è di tutto: violenza, pedofilia, perversione sessuale, omertà di un potere complice, riduzione delle vittime ad oggetti, la follia del multiculturalismo (in realtà vuoto culturale), paura, l’interesse di bande politiche non meno colpevoli delle “maranze” immigrate. Già nel 2003 la deputata laburista Ann Cryer denunciò che nella città di Rotherham stavano avvenendo centinaia di abusi sessuali, quasi sempre a danno di minori, da parte di “giovani uomini dell’Asia meridionale”. La sua battaglia iniziò quando sette madri andarono da lei per denunciare che le loro figlie erano state violentate da membri della comunità pakistana. Nessuno prendeva sul serio i loro racconti. Il partito laburista accusò la Cryer di razzismo, l’unico crimine imperdonabile d’Occidente.

      Il giornalista del Times Andrew Norfolk scoprì la verità, ammettendo a distanza di anni di non aver parlato per timore di favorire l’estrema destra. Poi capì e iniziò a lottare. A seguito del suo lavoro, si accertò che almeno millequattrocento minori, quasi tutte bianche di modesta estrazione sociale, avevano subito abusi sessuali nel corso di oltre dieci anni. Un rapporto ufficiale descrive una situazione raggelante: “numerose minorenni sono state violentate da diversi uomini, portate in altre città e paesi del nord dell’Inghilterra, rapite, picchiate e intimidite; alcune, comprese bambine di undici anni, sono state vittime di stupri di gruppo e traffico di droga. Molte sono state cosparse di benzina e minacciate di essere arse vive, minacciate con armi da fuoco, costrette ad assistere a stupri brutali e minacciate di essere le prossime se avessero detto qualcosa”.

      Dopo gli abusi, alcune ragazze sono diventate dipendenti dalla droga e dall’alcol; altre soffrono di disturbo da stress post-traumatico e di problemi psicologici e mentali. In molti casi si sono verificate gravidanze indesiderate e aborti forzati. Lo stesso documento afferma che i responsabili della protezione dei minori non potevano non sapere. Molti funzionari, giornalisti ed esponenti politici hanno mostrato “nervosismo quando si è trattato di identificare l’origine etnica degli autori del reato per paura di essere considerati razzisti. Altri ricordano istruzioni molto chiare di mantenere il silenzio da parte dei loro superiori”. Nel 2020 un alto funzionario di polizia ha ammesso di aver ignorato per decenni gli abusi sessuali sulle ragazze poiché “si aveva paura di aumentare le tensioni razziali”. Rule Britannia, Domina Britannia, domina, le onde! I britannici non saranno mai schiavi, è il refrain di un canto patriottico.

      Lo scandalo è riemerso quando Jessica Phillips, responsabile laburista per la tutela e la violenza contro donne e ragazze, ha rifiutato di appoggiare l’apertura di un’ inchiesta pubblica. L’ attuale primo ministro Keir Strarmer fu per anni a capo della Procura della Corona. Ma la riluttanza ad intervenire è stata generale. Chi avrebbe dovuto proteggere i più vulnerabili ha chiuso gli occhi su orribili violenze a bambine, per lo più bianche, da parte di bande di immigrati. Nel corso del tempo sono emersi abusi in dozzine di località. Ma le storie si sono diffuse lentamente, i dettagli sono raccapriccianti e non vengono ancora rivelati per intero. Una quattordicenne povera di Bedford in carico ai servizi sociali ha ripetutamente denunciato stupro, abusi e coercizione. Quando ha dovuto sposare il suo aggressore per soffocare lo scandalo, il suo assistente sociale ha partecipato alla cerimonia. Rule Britannia. Una sedicenne è morta insieme alla madre e alla sorella perché il suo aggressore ha dato fuoco alla loro casa. Aveva dato alla luce il frutto della violenza a soli quattordici anni e quando è stata uccisa era incinta. La sua morte fu usata per terrorizzare altre minorenni. Tuttavia, le autorità guardarono dall’altra parte.

      Quando un’indagine indipendente è stata finalmente pubblicata nel 2022, si è scoperto che gli agenti di polizia descrivevano parti delle città come “zona vietata”, mentre i testimoni avanzavano accuse di corruzione e favoritismo nei confronti di membri della comunità pakistana. Nei palazzi del potere, preoccupati di non apparire razzisti, hanno ignorato le accuse. I funzionari erano terrorizzati dalla possibilità che gli abusi sulle bambine innescassero una rivolta razziale. La negazione della portata del problema è profondamente radicata nel sistema politico britannico: a Rotherham un alto ufficiale di polizia ha detto a un padre sconvolto che la città sarebbe esplosa se l’abuso sistematico di bambine bianche da parte di uomini di origine pakistana fosse diventato pubblico. A un padre preoccupato per la scomparsa della figlia è stato risposto con noncuranza che un “fidanzato asiatico più grande è di moda”. Non poche bambine undicenni sono state violentate in gruppo. Un rapporto governativo sull’adescamento di minori non è stato pubblicato nel 2020 con la motivazione che la divulgazione non era “interesse pubblico”. Ancora Rule Britannia, culla della democrazia.

      I timori per le tensioni razziali e il politicamente corretto hanno reso lo Stato riluttante a difendere le vittime e protetto gli aggressori. In almeno due casi i genitori hanno rintracciato le loro figlie e hanno tentato di allontanarle dalle case in cui subivano abusi: sono stati arrestati. Sono state incarcerate vittime minorenni per comportamento “ubriaco e disordinato”, anziché gli uomini adulti con cui si trovavano. Mentre era nella stazione di polizia, una ragazzina abusata ha ricevuto un messaggio dal suo aguzzino che la informava di avere rapito la sorellina. La ragazza ritirò la denuncia. Nessun agente di polizia, funzionario pubblico o politico è stato perseguito. Le vittime – ripetiamo bambine e adolescenti – sono state abbandonate al loro destino in nome delle relazioni etniche. Il quieto vivere degli sconfitti. Un prezzo assurdo, imperdonabile, che non ha portato a nulla: la falsa pace fondata sulla menzogna non dura. Lo scandalo monta, ma il male è fatto. Benvenuti a Londonistan, regno di Babilonia. E a Milano, colonia emergente.

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