A ben otto anni da “About Anything”, il precedente disco solista, ed a tre da “Echoes On”, l’ultima, apprezzatissima, uscita dei Sepiatone (progetto a quattro mani con Hugo Race), torna a farsi sentire Marta Collica, cantautrice e musicista catanese da tempo residente a Berlino. Marta racconta così la genesi dell’album: “Inverno è una raccolta di canzoni scritte nell’arco di alcuni anni, durante i quali sono stata impegnata con altre produzioni e progetti, e che probabilmente non avrei ancora registrato se alla fine di un concerto a Berlino (in duo con Cam Butler) il produttore anglotedesco Brio Taliaferro non mi avesse invitato a raggiungerlo in studio per fermare quel momento della performance in duo…. Le registrazioni in presa diretta, l’entusiasmo e la spontaneità di quegli eventi sono poi diventate le basi della produzione del disco, continuata dapprima a casa-studio con Cam, divertendoci a sperimentare con arrangiamenti e overdubs, in una seconda fase a Parigi, Catania e Melbourne, durante tour sia miei che suoi, raccogliendo i contributi di amici musicisti, e infine di nuovo a Berlino dove ci siamo rivisti per ultimare i mix e coordinare gli interventi degli altri collaboratori. Non si tratta di una modalità estranea alle mie abitudini di lavoro: nei miei dischi c’è spesso estemporaneità e un’attitudine lo-fi: lo studio casalingo è piuttosto minimale e mi piace lavorare negli spazi in cui vivo, con i tempi che vengono dettati da un ritmo naturale e dalle mie abitudini; le sere sono i momenti più calmi, amo trovarmi col microfono o gli strumenti e catturare un momento forse imperfetto ma che in solitudine risuona più vero”. Dunque una faccenda molto intima e privata, questo disco. Dodici tracce in cui l’immediatezza è cifra estetica e modus operandi prima ancora che propensione melodica. Le canzoni si ispirano a una stagione immaginata, nella quale la riflessione ha il sopravvento sull’azione e l’attesa rasenta l’immobilità. Il mood di fondo è notturno e pensoso (Clandestine), alcuni brani hanno la qualità sfuggente dei sogni (Will we know more) altri la fragilità di un segreto confidato ad un amico (Inverno, She travels fastest) o la dolcezza di un ricordo che riemerge dal passato (Stay In wonder). Ma non mancano episodi più briosi e vivaci, schegge pop grezze e istintive come pensieri appuntati su un taccuino (In this town, Dov’è che finisce). Marta canta (alternando italiano e inglese) e suona (tastiere, chitarre, percussioni) con la grazia disinvolta che contraddistingue le sue produzioni, supportata da una serie di musicisti abilissimi nell’entrare in punta di piedi nel suo universo personale e nell’aggiungervi sfumature, colori e punti di vista, contribuendo con slide, tremoli, drumming, archi, lamiere, fiati e voci al sound languido e ipnotico del lavoro. Tra i tanti collaboratori, menzione speciale per il già citato Cam Butler e per Déko, presenti in tutte le tracce, e da segnalare gli amici di lunga data Catherine Graindorge, Giovanni Ferrario, Giorgia Poli, Davide Mahony, Hugo Race.