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      • La rivoluzione digitale è la prima arma di Satana

      La rivoluzione digitale è la prima arma di Satana

      I miei lettori sanno che provo un odio mortale nei confronti della rivoluzione digitale. La considero un disastro equivalente alla creazione delle armi nucleari. Entrambe possono distruggere le nostre vite e molto probabilmente lo faranno: le armi nucleari distruggendoci fisicamente e la rivoluzione digitale distruggendo la nostra libertà.

      La rivoluzione digitale è la base, già in atto, per lo stato di polizia, e sarà uno stato di polizia totale, molto peggiore di quello di 1984 di George Orwell. Il fatto che i nerd che hanno ideato la rivoluzione digitale fossero troppo stupidi per vederne le conseguenze indica che i tecnici non sono molto intelligenti. Ogni volta che l’uomo gioca a fare Dio si verifica un disastro.

      Negli ultimi tre giorni ho vissuto l’inferno digitale. Internet è stato interrotto per tre giorni e non c’erano informazioni. L’azienda ha un servizio clienti talmente scarso che è stato difficile persino parlare con un robot. Bisogna lasciare un numero per essere richiamati perché “tutti i nostri rappresentanti sono impegnati ad aiutare altri clienti”. Quando la telefonata arriva, si apprende che c’è un’interruzione di corrente in un’ampia area e viene fornita una stima per il tempo di riparazione necessario. Vi inseriscono in una lista di messaggi per i cellulari. Dal 13 al 14 agosto i tempi di riparazione sono stati prolungati quattro volte e poi non sono più arrivate informazioni. La mattina del 14 un messaggio mi aveva comunicato che il servizio era stato ripristinato. Non era così. Ho chiamato il fornitore del servizio che, dopo aver richiamato, è stato in grado di confermare che il servizio non era stato ancora riattivato.

      Tutto questo, secondo me, perché, per incrementare i profitti dell’azienda e quindi i “premi di produzione” dei dirigenti e del consiglio di amministrazione, l’azienda spende pochissimo per la manutenzione e ha sostituito i propri addetti alle riparazioni con appaltatori esterni, mettendo i risparmi sui costi nell’elenco dei profitti. In altre parole, l’azienda è stata prosciugata dai suoi dirigenti. Inoltre, la manutenzione e i miglioramenti potrebbero essere stati rimandati così a lungo che i pezzi di ricambio per le apparecchiature esistenti non sono più disponibili o sono difficili da reperire. Questa è l’America di oggi.

      Per controllare le mail, ho guidato per diversi chilometri fino a una biblioteca della contea e ne ho trovata una [funzionante] dove ho appreso che il mio servizio internet era stato ripristinato. Ovviamente non era così. Ho cercato di controllare le fonti di notizie straniere per vedere cosa stava succedendo, dato che i media statunitensi sono inutili. Il firewall della biblioteca non mi ha permesso di collegarmi ad un certo numero di siti. Alcuni ricercatori mi hanno detto che i pochi risultati ottenuti da Trump durante il suo primo mandato non si trovano più online, se non qualche notizia bollata come disinformazione dai “fact checker”. In pratica, un mondo fittizio di false narrazioni viene creato per noi mentre ce ne stiamo seduti, insensibili come sempre, a digitare sullo schermo dei nostri cellulari.

      Nel vecchio mondo analogico questo era impossibile. Ogni giornale aveva il suo “obitorio”. Ogni biblioteca aveva copie stampate e tutti possedevano libri, giornali e riviste. Oggi le informazioni sono in una nuvola soggetta al rifiuto di accesso e alla cancellazione. Google sta mettendo la nostra storia reale nel buco della memoria e ne sta creando una nuova e fittizia, coerente con le narrazioni ufficiali. Questo è il prezzo che paghiamo per la possibilità di digitare sui nostri telefoni cellulari.

      Come se non bastasse la mia frustrazione da Internet, gli ingegneri software della BMW ne hanno aggiunta un’altra. Sullo schermo della mia BMW vecchia di sei anni è apparso il messaggio “pericolo, problema alla pressione degli pneumatici”. Mi viene comunicato che posso guidare a 80 miglia all’ora, dieci miglia al di sopra del limite interstatale, ma che devo occuparmi del problema. Suppongo che ci possa essere un certo pericolo viaggiando su un’autostrada tedesca a 150 miglia all’ora con pneumatici a pressione ridotta, ma, nei fine settimana in pista, sgonfiamo sempre un po’ i nostri pneumatici per migliorare l’aderenza. Non ho mai avuto problemi con pneumatici sottogonfiati alle 135-140 miglia orarie che potevo raggiungere sui brevi rettilinei.

      Per risolvere il problema, è necessario intervenire su tutti e quattro gli pneumatici. Ma non è ancora finita. Il software è in grado di rilevare quando la pressione delle gomme scende al di sotto di un valore specifico, ma non può dire quando con il gonfiaggio si raggiunge la pressione corretta. In altre parole, non è possibile disattivare l’avviso. Il software non vi crede. È necessario dimostrarlo guidando l’auto per un certo tratto, in modo che il sistema possa ricalibrare i valori di gonfiaggio degli pneumatici e confermare che non si sta prendendo una facile scorciatoia disattivando l’avviso.

      Non era possibile che le meravigliose auto analogiche che ho avuto facessero perdere tempo a una persona in questo modo, così come non era possibile che il servizio di “assistenza clienti” di un’azienda facesse perdere ore di tempo a un cliente per un problema che, ai tempi dell’analogico, si risolveva con una chiamata di tre minuti (con risposta al terzo squillo) ad un telefono fisso sempre collegato. Inoltre, la persona che rispondeva al telefono non era un robot, era in grado di gestire qualsiasi problema e non si dovevano aspettare altri 20 minuti per raggiungere un’altra persona all’interno dell’azienda che si occupa di un solo problema. Provate voi stessi, chiamate la vostra banca, il vostro servizio Internet. Questo è ciò che otterrete: volete una fatturazione, aprire un conto, chiudere un conto, cambiare un appuntamento, assistenza tecnica o qualche riparazione? Bisogna anche indicare se si parla inglese o spagnolo, un’altra indicazione di quanto siamo avanti nella perdita del nostro Paese. Chiaramente, se c’è un’assimilazione, è quella degli americani bianchi che vengono assorbiti dagli immigrati-invasori.

      Non mi sto solo sfogando. Sto sottolineando fatti importanti e critici. La rivoluzione digitale ha permesso alle aziende di caricare il costo delle relazioni con i clienti sul cliente stesso. Il cliente ne paga le conseguenze in ore di tempo sprecato e con lo stress da frustrazione. Anche quando finalmente si riesce a parlare con una persona in carne e ossa, si tratta di qualcuno in Asia che si riesce a malapena a capire e le cui risposte sono automatizzate e spesso difficili da adattare al problema.

      La rivoluzione digitale ha completamente distrutto la nostra privacy e la nostra sicurezza. Ho davanti a me un avviso di una società finanziaria che recita:

      “I tipi di informazioni personali che raccogliamo e condividiamo … possono includere: nome, numero di telefono, indirizzo di casa e di posta elettronica, stato civile, informazioni sui membri della famiglia, numero di previdenza sociale, numero di patente di guida e registri di guida, informazioni sanitarie, informazioni sul credito e punteggi di credito”.

      In altre parole, mettono tutti i vostri dati identificativi su Internet, dove qualsiasi hacker può rubare la vostra identità, aprire conti e carte di credito a vostro nome e entrare nei vostri conti bancari e di investimento. Mi è stato detto che posso “limitare alcune condivisioni, ma non tutte”.

      Nonostante la protezione della privacy prevista dalla Costituzione degli Stati Uniti, la rivoluzione digitale consente alla NSA, all’FBI, a qualsiasi servizio di intelligence straniero, al Dipartimento di Stato, alla Sicurezza Nazionale e a chiunque altro di spiarci senza un mandato e di compilare un file su ciascuno di noi contenente i nostri contatti, interessi di lettura, acquisti, viaggi, orientamenti politici, affari e così via.

      Gli stupidi nerd dell’Università di Stanford sono riusciti a creare il video di una persona che parla con la propria voce, con i movimenti labiali che corrispondono alle parole pronunciate, in grado di autoaccusarsi di qualsiasi reato le autorità decidano di arrestarla. Immaginate un avvocato difensore che cerchi di convincere i giurati di una normale giuria americana che ciò che stanno vedendo con i propri occhi è una montatura.

      Tra gli americani non sembra esserci alcuna consapevolezza di ciò che è off limits se si vuole che la libertà sopravviva. Sono convinto che, a prescindere dalle intenzioni dei suoi sostenitori, la conseguenza dell’Intelligenza Artificiale sia quella di allontanare gli esseri umani dalle funzioni umane e di consegnarci tutti al dominio dei tiranni. I pochi, minuscoli benefici dell’IA non valgono la distruzione dell’indipendenza e della libertà dell’uomo.

      Eppure non c’è via d’uscita dalla strada verso un vero e proprio inferno e la distruzione dell’umanità.

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