Il Tyrrhenian Link è l’elettrodotto sottomarino di Terna da 3,7 miliardi di euro che intende collegare Sardegna, Sicilia ed il sud Italia con un doppio cavo sottomarino di 970 km tale da consentire il grande reset della transizione green dei parchi eolici e fotovoltaici.
Per permettere tutto questo, bisogna espropriare. Non tutti sono d’accordo a perdere la propria terra per un progresso che, come sappiamo, in realtà è distruzione creativa alla Draghi maniera, per impiantare nuove società a scapito delle comunità e dei territori.
I sardi sono un popolo millenario, un popolo di lotta, un popolo orgoglioso e fiero delle proprie radici, della propria civiltà e della bellezza della propria terra. Ma soprattutto sono un popolo libero, nonostante questa global Italy sempre più oppressiva.
Pubblichiamo il grido di dolore e di battaglia civile di chi sta resistendo agli espropri, proprio dove è prevista la costruzione della futura stazione di conversione elettrica di Terna.
Se Don Chisciotte combatteva contro i mulini a vento, è doveroso farlo contro le pale eoliche multinazionali, non vi pare?
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Tre giorni contro gli espropri
La “Transizione energetica” ha aperto in Sardegna uno scenario che per portata, e vastità del territorio interessato non ha precedenti. La nostra isola, a terra e a mare è presa d’assalto dalle multinazionali dell’ energia, che vorrebbero imporre progetti industriali con pale eoliche gigantesche, migliaia di ettari di fotovoltaico, gasdotti e parchi di batterie al litio, compromettendo irreversibilmente il territorio e la ricchezza che la popolazione ne può trarre, sia in termini materiali che sociali.
Tante delle aziende in questione sono le stesse che hanno inquinato mare e terra per decenni e non avranno scrupoli a continuare a farlo, una per tutte la Saras.
Aziende che professano l’energia Green ma hanno interessi su carbone e gas nel resto del pianeta.
L’ unica ragione che conoscono è quella dei profitti favolosi che possono realizzare, una vera e propria corsa all’oro.
L’iter del procedere è sempre lo stesso:
Chi ha già le mani in pasta nel settore approfitta dei finanziamenti pubblici, dell’obbligo di decarbonizzare, di leggi varate ad hoc per semplificare le procedure, facendosi beffa delle comunità interessate, a cui resterebbe un territorio devastato in cambio di qualche briciola.
Oltre allo sconvolgimento ambientale e quindi culturale, identitario ed economico, questa “transizione energetica” evidenzia l’assurdità per la quale la produzione e la gestione di un bene primario come l’energia sia in mano a grossi privati o a sciacalli dello Stato Italiano, e non alle comunità.
Questa politica di rapina, centralizzata, intensiva ed industriale, di produzione energetica, che non mette in discussione i consumi, le emissioni e gli sprechi del modello industriale a nostro avviso va chiamata col suo nome: Colonialismo.
Nel nostro futuro è invece auspicabile una gestione dell’energia che abbia come protagonista chi vive i territori, che sia capillare, rispettosa dell’ambiente e alla portata di tutti.
La nostra isola è sempre stata sacrificata alle monocolture dei poteri di turno, prima disboscata, devastata dall’attività mineraria, industrializzata nel nome di false promesse che hanno lasciato solo disoccupazione e veleni, bombardata quotidianamente dai giochi di guerra militari e ora svenduta all’assalto energetico.
In questo contesto il Tyrrhenian Link di TERNA , il cavo sottomarino che collegherà Sardegna, Sicilia e continente, sarà uno degli strumenti che renderà possibile il consolidarsi di questa speculazione, fungendo da vera e propria connessione, permettendo che le zone produttive, a sud, siano in grado di esportare l’energia verso il nord industrializzato ed energivoro, le grandi opere e la crescente digitalizzazione.
Il progetto Tyrrhenian Link, con tutte le infrastrutture ad esso connesse, creerebbe terreno fertile per gli imprenditori che vogliono mettere le mani sulla Sardegna, trasformerebbe irrimediabilmente l’agro selargino, e creerebbe i giusti presupposti perché la devastazione si estenda in ogni dove, a terra e a mare.
Infatti laddove sorgerà la centrale del Tyrrhenian Link, anche le proposte di nuovi progetti di accumulo e stoccaggio sono già numerose. Da anni tante persone si battono contro questo progetto, soprattutto per quel che riguarda le stazioni di conversione e smistamento che occuperebbero 17 ettari dell’agro di Selargius sottraendolo alla campagna e alla produzione agricola.
Sei mesi fa abbiamo visto le prime prepotenze da parte di Terna, che si è presentata con i suoi tecnici e con svariate camionette di forze dell’ordine per intimare ai proprietari che non avevano voluto ancora vendere di accettare bonariamente, pena l’ esproprio.
Figlia del decreto Draghi, quest’operazione infame mette in campo le forze statali per favorire il lavoro degli speculatori a discapito della popolazione, con la scusa dell’ interesse strategico nazionale.
Abbiamo già reagito all’ennesimo atto di violenza di Terna il 6 luglio scorso, quando sono iniziati i lavori di cantierizzazione e disboscamento nel terreno di un proprietario che si è opposto all’esproprio impugnando il decreto di esproprio per pubblica utilità.
In quel frangente nel terreno è stato istituito un presidio permanente, il Presidio La Rivolta degli Ulivi che da oltre quattro mesi si oppone e intralcia l’avanzamento dei lavori di cantierizzazione delle aziende appaltatrici di Terna.
Il presidio si trova in zona Truncu De S’Ollastu davanti alla vecchia stazione Terna e occupa tuttora il cantiere principale del Tyrrhenian Link. Visto che le istituzioni, comunali, regionali e statali, tutte evidentemente colluse, sostengono che non possono fare niente contro il Tyrrhenian Link, allora chi vive il territorio risponde con la riappropriazione della terra, il blocco delle ruspe, il trapianto di alberi, l’abbattimento delle reti del cantiere, l’unità e la resistenza davanti ai soprusi come gli espropri.
Il 5 dicembre ci saranno altre notifiche di esproprio ad alcuni proprietari della zona Su Padru, in cui già era sorto più di un anno fa il presidio per la difesa del territorio “Sa Barraca De Su Padru” Si prevede che anche a Su Padru le modalità attuative di esproprio siano le medesime.
Dopo aver obbligato gli altri proprietari a vendere per trasformare la terra in cemento, ora minacciano quelli che non erano ancora convinti. Davanti a questa ingiustizia non possiamo stare con le mani in mano, sempre più convinti che “legalità” non corrisponde a “giusto” ed è nel diritto delle persone respingere un ingiustizia, anche violando la legalità.
Dopo aver obbligato gli altri proprietari a vendere per trasformare la terra in cemento, ora minacciano quelli che non erano ancora convinti.
È quindi fondamentale essere presenti nei giorni e nei territori degli espropri per respingere questa infame rapina, impedire che questo ricatto prenda forma e fargli capire che la Sardegna è ostile a queste modalità e a questi progetti.
Per questo vi invitiamo tutti a venire il 4 – 5 – 6 dicembre al Presidio la Rivolta degli Ulivi fronte Stazione Terna di Selargius, dove faremo una tre giorni per difendere il territorio, presenziando giorno e notte le nostre campagne.
A tutta la popolazione Sarda che ha a cuore le proprie campagne, che in esse coltiva il buon cibo e alleva gli animali.
A tutti i movimenti, comitati, associazioni che si battono contro la speculazione energetica (da fossile e da Fer).
A tutte le persone che vogliono ribellarsi alle logiche coloniali a cui siamo sottoposti continuamente.
A chi lotta per la scuola, la sanità, la repressione statale e la salvaguardia dell’ambiente e la propria salute.
Chiediamo di essere presenti a Selargius per la tre giorni e in ogni altro luogo interessato dagli espropri.
Assieme possiamo resettare questo modus operandi e ritornare ad avere un foglio bianco su cui scrivere il nostro futuro in una terra libera.
Stamattina è stato sgomberato il presidio La rivolta degli ulivi. Polizia in antisommossa e operai hanno preso possesso con la forza del presidio nato quest’estate a difesa della devastazione di Terna&Co.
Domani la lotta continua. (1)
20.11.2024
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21.11.2024
Ieri mattina il presidio permanente che occupava i territori che saranno oggetto di cantierizzazione per la costruzione del cavidotto chiamato Thyrrenian Link a Selargius, vicino a Cagliari, è stato sgomberato alle prime luci dell’alba.
Si ricorda la vicenda per la suggestiva iniziativa di rimpiantumazione degli ulivi sui terreni a seguito dell’intervento degli operai di quest’estate, un gesto di riappropriazione dei terreni e valorizzazione e cura del territorio che ha dato vita a un luogo importante per il movimento contro la speculazione energetica da fonti rinnovabili in Sardegna. Un punto di riferimento e uno spazio di aggregazione che ha permesso di convogliare molte energie nella contrapposizione alla costruzione del Thyrrenian Link, emblema della colonizzazione energetica sul territorio sardo in quanto infrastruttura utile all’esportazione di energia prodotta sull’isola, causa di devastazione ambientale dovuta all’assalto di impianti eolici e fotovoltaici, nonostante il fabbisogno energetico dell’isola sia ampiamente soddisfatto.
Lo sgombero è avvenuto a seguito di due esposti prodotti da Terna e presentati alla Procura dove veniva dichiarato che a causa del presidio i lavori non potessero procedere.
La prossima mobilitazione avverrà il 4-5-6 dicembre contro gli espropri previsti su altri terreni di Su Padru, nel frattempo gli attivisti si stanno riorganizzando intorno a un altro presidio sempre nei pressi del cantiere dal nome Sa Baracca De Su Padru.
Per approfondire invitiamo l’ascolto del podcast A foras ste pale a cura dell’info del lunedì e a rimanere sintonizzati per l’uscita del podcast Controvento: Alla scoperta della speculazione energetica in Sardegna, tra falsi miti e proteste popolari. Controvento è un viaggio all’interno dei comitati che stanno animando la lotta popolare contro i maxi progetti eolici e fotovoltaici in Sardegna.
Un podcast a puntate in onda su Radio Blackout il sabato mattina alle 10.30, una produzione in collaborazione con Radio Onda D’Urto.
Le testimonianze sono state registrate durante un viaggio alla scoperta della speculazione energetica in Sardegna tra ottobre e novembre 2024, raccolte da Radio Onda d’Urto, Radio Blackout e dal progetto di inchiesta Confluenza ospitato su Infoaut.(2)