Ieri sera, il Paese ha deciso di adottare misure drastiche per tornare al buon senso.
Allo stesso tempo, il popolo ha assestato un colpo fatale all’alleanza scellerata tra il Partito Democratico e i media mainstream, entrambi i quali saranno ora costretti a prendere in considerazione una massiccia revisione delle strategie che hanno impiegato nell’ ultima decade, se vogliono avere qualche possibilità di essere rilevanti nel prossimo decennio.
Tutti sanno che le elezioni sono state una vittoria schiacciante per Donald Trump, quindi non c’è bisogno di analizzare i dettagli dei numeri. Trump ha ottenuto un mandato chiaro, e con i Repubblicani che hanno riconquistato i seggi del Senato che avrebbero dovuto aggiudicarsi nel 2022, i cittadini americani hanno espresso una delle dichiarazioni più audaci nella storia del Paese.
I miei lettori abituali sanno che giorni fa avevo scritto che la vittoria di Trump avrebbe segnato la morte dei media tradizionali. Ma questa vittoria va ben oltre.
I Democratici pensavano di poter compensare la mancanza di qualità e di sostanza del candidato che avevano scelto, raddoppiando una retorica incendiaria priva di fondamento, fingendo di avere una posizione di superiorità morale e ricorrendo alle loro strategie collaudate di politica razziale e identitaria.
Dopo tutto, Harris è salita alla nomination presidenziale senza alcuna vittoria degna di nota basata sul merito. È stata schiacciata nelle primarie democratiche del 2020 ed è stata scelta come vicepresidente – per stessa ammissione di Joe Biden – solo perché era una donna nera. E ieri sera, il ‘libero mercato’ degli elettori di tutto il Paese ha ricordato ai Democratici che la ‘meritocrazia’ è ancora al primo posto.
Poiché la Harris era una candidata così grossolanamente incompetente e totalmente priva di credibilità, gli sforzi dei media per proteggerla sono stati erculei.
Negli ultimi mesi, non si è semplicemente trattato di un atteggiamento di leggero sbilanciamento verso i liberali, ma di vere e proprie menzogne, di un editing ingannevole delle risposte alle interviste della Harris, di un fact-checking palese e unilaterale che spesso ha ignorato i fatti e di un ciclo continuo di 24 ore che dipingeva Donald Trump come la reincarnazione di Adolf Hitler.
Come direbbero gli inglesi, i media hanno ‘esagerato con il pudding’. E poi hanno dato alle fiamme la loro casa, lasciando il forno acceso.
Così facendo, non solo hanno svelato la loro agenda ed i profondi legami tra la macchina mediatica e il Partito Democratico, ma hanno anche sacrificato ciò che rimaneva della loro credibilità dopo mezzo decennio di bufale, bugie vere e proprie e giornalismo di parte.
In altre parole, se i media fossero un giocatore di poker con una carta in meno, andrebbero all-in e verrebbero distrutti dai pocket aces.
L’ironia non mi manca. I media hanno mandato all’aria quello che rimaneva della loro credibilità, predicando di ‘difendere la democrazia’, solo per coprire un candidato che non si è mai guadagnato un voto alle primarie.
Con il senno di poi, anche i consulenti più deliranti di qualsiasi gruppo di interesse utilizzato dai Democratici, saranno costretti a riconoscere la natura palesemente disastrosa di questa campagna.
Se avessero scelto qualsiasi altro candidato, i Democratici avrebbero potuto vincere. Se avessero scelto una persona come Josh Shapiro come vicepresidente, avrebbero potuto vincere. Se la Harris fosse stata in grado di recitare tre o quattro battute memorizzate da 30 secondi che accennassero a idee politiche con una certa coerenza, avrebbero potuto vincere.
Invece, si sono affidati ai media per mettere “il rossetto al maiale” della loro campagna fatta di PR, sperando di salvarla – e l’America si è accorta della truffa.
E ora, questa mattina, sia i media che i Democratici sono tornati al punto di partenza.
I Democratici si sono alienati una parte significativa del centro-destra, del centro e del centro-sinistra a causa del loro assecondare la sinistra radicale e le loro bizzarre posizioni ideologiche.
Nel frattempo, i media hanno perso un altro enorme segmento di pubblico e una parte della fiducia del popolo.
E la fiducia che è stata erosa tra i media ed i Democratici e il pubblico americano negli ultimi quattro anni, richiederà molto, molto tempo per essere ricostruita.
Ecco perché prendo così sul serio la fiducia che i miei lettori ripongono in me – e perché apprezzo molto il loro sostegno. Non solo perché, in fin dei conti, cerco solo la verità oggettiva, ma perché in un sistema di abbonamenti (soprattutto nel settore finanziario) si possono tosare le pecore del proprio pubblico molte volte, ma si possono scuoiare solo una volta.
In questo ciclo elettorale, i media mainstream hanno scuoiato la fiducia del popolo americano davanti a tutto il mondo. E hanno ottenuto il risultato esattamente opposto a quello desiderato.