Nella struttura del mondo moderno occidentale, le guerre ormai non servono più al regolamento di conti fra due paesi, mosso dal principio dell’autodeterminazione dei popoli, ma sono la scusa per giustificare eventi geopolitici finalizzati all’espansione del potere di quelle lobbies finanziarie che, ormai da tempo incontrastate, comandano e decidono sulle vite di buona parte del pianeta.
E’ nota a tutti, la risposta dell’Ovest allo scoppio del conflitto in Ucraina, che non è giunta certo attraverso l’auspicata diplomazia richiesta per dirimere pacificamente e nell’interesse di tutti, un conflitto tra una Superpotenza ed un piccolo Stato.
Al contrario, è stato fatto in modo di assicurarsi che la guerra non fosse breve, non curanti del fatto, che la strada intrapresa, potesse concretamente espandere il conflitto stesso su scala planetaria.
Cosa che nella realtà sta avvenendo! Le ultime forti dichiarazioni di Biden e Putin, oltre al sabotaggio dei gasdotti Nord Stream nel mar Baltico, lasciano poco spazio alle interpretazioni.
Tutto questo ci fa tornare alla prima considerazione, ovvero che la contesa dell’Ucraina, possa nascondere finalità che vanno oltre quelle del garantire il legittimo desiderio e diritto dei popoli di appartenere alla nazione che per storia e cultura sentono propria.
Per questo motivo e per capire dove sta la verità, è fondamentale fare un’accurata autopsia a quella che è stata la decisione che il duo Mario Draghi e Janet Yellen ha preso per conto dei governi europei e statunitensi, all’indomani dell’avvio dell’Operazione Militare Speciale che Putin ha mosso in territorio ucraino.
Mi riferisco a tutte quelle sanzioni che Stati Uniti ed Unione Europea hanno stabilito contro la Russia, in particolare il blocco di tutte le riserve in valuta estera che la Banca Centrale di Mosca detiene presso la FED e la BCE e la sua conseguente estromissione dal sistema dei pagamenti delle banche centrali.
Tali misure, come sappiamo, sono state rivendute, in senso metaforico, al popolo ignaro (dagli stessi ideatori e dalla stampa di regime), come la “bomba atomica” che avrebbe fatto capitolare in breve tempo tutto il sistema economico russo, costringendo Putin ad una ritirata immediata dai territori occupati. Nel contempo, mentre si continuava ad inviare armi per alimentare morti e distruzione, in attesa della prospettata e sicura resa del Cremlino, abbiamo dovuto prendere atto della cruda realtà: le sanzioni finanziarie, a tutt’oggi, sembrano non intaccare minimamente l’economia ed i piani russi, anzi, al contrario hanno acuito in maniera devastante il problema energetico per il continente europeo che, come sappiamo, dipende più di ogni altro dal gas proveniente dal gigante eurasiatico.
Ho usato il termine “acuito”, proprio perché, al contrario di quello che vogliono farci credere, la miccia al caro-prezzi sull’energia era già stata innescata quasi un anno prima, per mano dei diavoli della speculazione finanziaria, come sempre lasciati liberi di operare indisturbati dai governi: talvolta inerti, più spesso corrotti.
Fatta questa premessa e considerato quanto di distorto avevamo intuito ci fosse in merito al tema delle sanzioni finanziarie, siamo andati a chiedere lumi al Prof. Warren Mosler (economista padre fondatore della Modern Monetary Theory – la teoria che spiega da anni il corretto funzionamento della moneta fiat e dei sistemi monetari moderni ed in particolare le prerogative di uno Stato monopolista della valuta), soprattutto in considerazione del fatto che l’Istituto creditizio russo Gazprombank, è stato lasciato completamente fuori dalle limitazioni imposte e libero di operare sul sistema dei pagamenti.
Nel colloquio con l’economista (da ora in poi WM, ndr.), abbiamo anche sfiorato il tema “dollaro digitale”, oggetto di un nostro recente articolo:
CDC: Prof. Mosler, ha senso sanzionare un paese come la Russia che ci fornisce una merce vitale per la nostra economia come il gas naturale?
WM: “Per me tutto questo non ha senso: la cosa giusta da fare – per uno Stato importatore <esportatore> – sarebbe la conservazione del bene (in questo caso il gas), mentre uno stato importatore dovrebbe impegnarsi nella sostituzione attraverso soluzioni più convenienti”.
CDC: Cosa comporta per una banca centrale il blocco delle riserve in valuta estera?
WM: “Significa che il titolare del conto non può trasferire fondi all’estero. Se la Fed lo blocca, il conto della Russia (Banca Centrale, ndr) è congelato, niente di più. Il problema per la Russia è che non può trasferire quei fondi per effettuare i pagamenti”.
CDC: Con l’introduzione delle sanzioni, per fornire il gas, Vladimir Putin ha richiesto esplicitamente di essere pagato in rubli, quali sono, secondo lei, le ragioni per cui il presidente russo ha posto questa condizione per non interrompere le forniture?
WM : “Non so cosa stesse pensando, il risultato finale non cambia: chiedendo rubli, l’acquirente del petrolio o gas russo deve prima comprare rubli e pagarli con euro o dollari.
Se i conti russi in dollari ed euro sono bloccati, non può comprare rubli, quindi non cambia nulla.
Se l’Occidente permette lo sblocco di questi conti per poter acquistare rubli, tanto vale che li lasci sbloccati anche per la
vendita del petrolio o del gas. Quindi per me tutto questo non ha senso”.CDC: Abbiamo visto che nonostante le sanzioni, le forniture di gas continuano ad essere effettuate, questo perché Gazprombank è stata mantenuta dentro al circuito per effettuare e ricevere pagamenti internazionali. La Banca Centrale di Russia, può eventualmente liquidare e/o movimentare le proprie riserve (attualmente bloccate) tramite Gazprombank?
WM: “Se i conti sono presso la Fed, la Russia non può trasferire questi fondi”.
CDC: Non le pare che tenendo fuori dalle sanzioni Gazprombank, di fatto è come se le sanzioni stesse non esistessero?
WM: “In pratica è così”.
CDC: Quindi a cosa servono realmente le sanzioni?
WM: “Presumibilmente per rendere le cose difficili alla Russia, limitando ciò che la Russia può importare”.
CDC: Secondo lei, le sanzioni avranno sulla Russia gli effetti sperati da coloro che le hanno ideate?
WM: “Sicuramente no!”
CDC: Janet Yellen, in un documento del Tesoro, ha specificato nel concreto cosa sarà la valuta digitale di Banca Centrale. Un dollaro digitale emesso dalla FED che potrà essere detenuto in conti aperti direttamente presso la FED stessa e convertibile “uno a uno” con l’attuale dollaro cartaceo o con saldi di riserva. Di fatto cosa sarebbe?
WM: “Un sistema di pagamenti”.
CDC: Quali sarebbero, secondo lei, le finalità per cui verrebbe introdotta la CBDC (Central Bank Digital Currency). Potrebbe essere un modo per eliminare il contante e quindi i pagamenti in “nero” e poter bloccare i fondi, più facilmente, attraverso un sistema centralizzato?
WM: “Parrebbe di sì. Semmai credo che siano più preoccupati per l’evasione fiscale”.
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Come avete potuto leggere dalle risposte del Prof. Mosler, sanzionare un paese, impedendogli tecnicamente di fornirci un bene per noi essenziale, non ha nessun senso logico. Anzi dovremmo seriamente preoccuparci, qualora il suddetto paese, dovesse intraprendere scelte conservative (in questo caso riguardo al gas). Ovvero se decidesse di non vendercelo più per un preciso intento di riservarlo ad un uso interno, nell’ottica di un possibile esaurimento futuro.
Ed è quello che di fatto stiamo vivendo!
Una scarsità di gas, follemente provocata, non da un precisa volontà del paese produttore ma da coloro che invece ne sono i beneficiari utilizzatori. Un’azione, totalmente sconsiderata, che soprattutto colpisce i paesi europei ed i loro sistemi economici, che sono privi di alternative credibili a costi compatibili.
Spero che si possa comprendere, quanto tutto questo sia causa esclusiva delle scelte scellerate dei nostri governanti, che addirittura ci vengono presentate come necessarie per il nostro bene. Niente di tutto questo è provato dalla dottrina economica né tanto meno dalla realtà che stiamo vivendo.
Quindi non ce la stanno raccontando giusta a proposito delle sanzioni finanziarie: Gazprombank è a tutti gli effetti fuori da ogni sanzione e libera di operare come una qualsiasi altra banca del resto del mondo.
Questo ci deve far capire che attraverso Gazprombank, la Russia può acquistare e vendere tutto ciò che vuole, come se in pratica non fosse affatto sanzionata.
Non so se riusciamo a realizzare la portata di tale realtà: da un parte abbiamo Mario Draghi che non più tardi di due settimane fa, di fronte all’assemblea dell’ONU, ci dice che “la sanzioni hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa e sulla sua economia” – non solo, poi sottolinea: “l’impatto delle misure è destinato a crescere col tempo, anche perché alcune di esse entreranno in vigore solo nei prossimi mesi. Con un’economia più debole, sarà più difficile per la Russia reagire alle sconfitte che si accumulano sul campo di battaglia” [1] – dall’altra scopriamo invece, che Mosca, è libera di operare attraverso un proprio istituto bancario, che i sanzionatori hanno volutamente lasciato fuori dalle sanzioni stesse.
Tanto per farvi capire meglio, è come se di fronte ad un provvedimento di pignoramento sui vostri conti, la banca vi lasciasse liberi di operare, come se il provvedimento stesso non esistesse.
Insomma, siamo di fronte ad una farsa vera e propria, non vi pare? Una farsa che però certamente sta celando uno scopo di potere economico, politico e geopolitico.
Far credere al mondo intero che bloccando l’uso di numeri su dei computer ad un soggetto che questi stessi numeri può creare all’infinito (come sono appunto le banche centrali), secondo la vostra logica, può determinare la fine di un conflitto?
La risposta che abbiamo alla luce degli elementi a nostra disposizione, è certamente NO!
Che tu paghi il gas in dollari o in euro oppure in rubli, niente cambia. Sono sempre numeri elettronici, seppur con nome diverso, che corrono sui computer delle banche centrali. Semmai il problema nasce quando non corre più il gas nei tubi dei gasdotti. La gente non cucina, non si lava e non si riscalda, per non parlare del sistema produttivo che si ferma.
Per la Banca Centrale Di Russa, se ENI paga Gazprom direttamente in euro o acquistando rubli, il risultato non cambia, sempre estratti conto in euro presso la BCE, compariranno sui computer dell’Istituto governato dalla Signora Elvira Nabiullina.
Ci stanno prendendo in giro, come ci hanno in preso giro per anni sulla scarsità della moneta, sul debito pubblico da ripagare per le generazioni future, sulle tasse che finanziano la spesa pubblica, sui mercati che decidono i tassi, sull’inflazione come il risultato della politica monetaria delle banche centrali e tutte le altre frodi che hanno prodotto per indirizzare il mondo verso gli interessi di chi ha il potere di indirizzarlo.
Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
06.10.2022
Warren Mosler, è un economista ed imprenditore americano, in passato gestore di hedge fund; attività che gli ha permesso di comprendere appieno il funzionamento dei sistemi monetari moderni e contabili delle Banche Centrali e di uno Stato, in modo da sviluppare quei concetti che lo hanno portato oggi ad essere considerato padre ideatore della formulazione più recente della Teoria della Moneta Moderna (MMT). È co-fondatore del Centro per la Piena Occupazione e Stabilità dei Prezzi, che ha sede presso l’Istituto dell’Università del Missouri a Kansas City, attraverso il quale finanzia sia borse di studio universitarie sia progetti di ricerca nell’ambito dell’economia in alcuni tra gli atenei più prestigiosi di USA, Europa, Australia. Nel 2014 è entrato a far parte del corpo docenti dell’Università degli studi di Bergamo e nel 2015 dell’Università degli studi di Trento in qualità di visiting professor
La Modern Money Theory (MMT) attualizza la scuola di pensiero economico delineata da Abba Lerner, John M. Keynes, Hyman Minsky protagonista del XX° Secolo, che sta alla base della costruzione dello Stato sociale e di una economia che intende realizzare la piena occupazione in un contesto di benessere diffuso.