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      • L’Ucraina è sempre più vicina alla resa dei conti finale

      L’Ucraina è sempre più vicina alla resa dei conti finale

      Zelensky si sta avvicinando alla logica conclusione finale dello sforzo di mobilitazione dell’Ucraina e al test demografico. In una nuova intervista alla Reuters, il leader, ormai spacciato, ha annunciato che le autorità ucraine stanno progettando un nuovo e attraente “contratto” per la coorte 18-24 anni:

      Fonte

      “Le brigate da combattimento, quelle con esperienza, insieme al Ministero della Difesa… stanno lavorando su un’opzione di contratto per i giovani dai 18 ai 24 anni… Ci sarà un accordo speciale, ci saranno molte preferenze… ci sarà un sostegno finanziario molto alto”, ha detto Zelensky.

      Questo fa parte della recente iniziativa di Zelensky di avvicinarsi gradualmente alla mobilitazione completa del contingente dei più giovani, prima incentivandoli pesantemente e poi stringendo il cappio a poco a poco con varie disposizioni e vincoli che eliminano le categorie di esenzione, una alla volta.

      In passato ho pubblicato diversi video che mostrano come una sorta di mobilitazione “furtiva” degli over 18 sia già in corso, come questo del deputato della Rada Dmitry Razumkov. Tenendo conto della reale portata della mobilitazione nascosta, l’Ucraina potrebbe dover affrontare problemi reali se dovesse annunciare “ufficialmente” una mobilitazione della coorte 18-24, perché le riserve sarebbero già state prosciugate in anticipo.

      In un certo senso, sia Putin che Zelensky stanno facendo lo stesso gioco: Putin si è rifiutato di fare un altro richiamo di massa “ufficiale”, affidandosi a varie forme di mobilitazione “di basso profilo”, dai carcerati ai volontari e ai mercenari, in parte per evitare di perdere il sostegno della società sulla guerra. Ora Zelensky fa lo stesso, ma si trova in condizioni molto più difficili.

      In una nuova intervista ha dichiarato di non riuscire nemmeno a immaginare come l’Ucraina potrebbe combattere la guerra se gli Stati Uniti dovessero cessare il loro sostegno:

       

      È interessante il fatto che dica che il sostegno degli Stati Uniti è rimasto invariato, ma che “non sono stati annunciati nuovi pacchetti” sotto l’amministrazione Trump. Gli esperti hanno sostenuto che questa fornitura costante di armamenti è il risultato degli ordini dell’amministrazione Biden fatti pervenire attraverso il programma di sostegno diretto del Pentagono, ma nulla è arrivato dalla Casa Bianca attraverso la Presidential Drawdown Authority [1] o altri strumenti di aiuto speciale diretto.

      In realtà, Trump ha riconfermato la sua idea che qualsiasi sostegno futuro dovrà essere rigorosamente negoziato in cambio delle risorse dell’Ucraina, come si vede in questo nuovo video di oggi. Guardate anche quello successivo, con i commenti di Zelensky, che sono piuttosto esplicativi:

       

       

      È ironico il fatto che Zelensky mostri una mappa delle ricchezze minerarie ucraine, suggerendo che è la Russia il nemico perché vuole conquistare l’Ucraina per le sue risorse naturali – mentre è proprio il suo principale “alleato” che ha appena descritto apertamente l’Ucraina come nient’altro che un’opportunità commerciale per le risorse naturali. Gli Stati Uniti sono letteralmente ciò che Zelensky crede che sia la Russia, eppure la maschera ipocrita deve essere mantenuta per presentare ingiustamente la Russia come il cattivo.

      Tra l’altro, nell’intervista alla Reuters Zelensky ammette che il 50% di quelle terre rare pregiate per cui Trump sta sbavando sono già sotto il controllo russo:

      Fonte

      Come si vede, la stragrande maggioranza delle risorse rimanenti passerà sotto il controllo russo in un futuro non troppo lontano:

       

      Ora l’Ucraina ha lanciato una nuova offensiva localizzata a Kursk che le ha permesso di riconquistare il piccolo insediamento di Cherkasskaya Konopelka, appena a sud di Sudzha:

       

      Le forze del nemico si sono concentrate nella regione di Sumy per diversi giorni. Le riserve sono state attaccate, anche dall’Iskander OTRK, molti hanno visto il video ieri, pubblicato sui canali Telegram. Il nemico ha attaccato oggi nella regione di Kursk, sperando nel maltempo, l’ultima volta aveva attaccato con il “cielo sereno”. In totale, il nemico ha lanciato un massimo 30 mezzi in questa offensiva, ora li stiamo facendo fuori e questa offensiva per i khokhol finirà come le precedenti, cioè con una sconfitta e pesanti perdite.

      👉Vysokygovorit

      Lo scopo è quello di dare un po’ di respiro a Sudzha, che le forze russe hanno messo sotto pressione nelle ultime settimane. Secondo quanto riferito, l’offensiva ha visto la distruzione di diversi battaglioni e di circa 30-50 veicoli già rivendicati in un ennesimo tiro al bersaglio. La parte ucraina, d’altra parte, sostiene che anche le forze russe hanno subito pesanti perdite. In questo caso, i russi hanno avuto il sopravvento propagandistico con decine di video di attrezzature e mezzi ucraini distrutti, tra cui molti pezzi “rari” – come i carri armati Challenger, i Bergepzer, i Wisent-1 e gli IMR-2, il che ha portato gli analisti a ritenere che l’AFU stesse raschiando il fondo del barile per trovare ancora armi pesanti da mettere in campo.

       

      Nel frattempo il DailyMail ha pubblicato un altro “piano di pace” di Trump “trapelato”:

      Fonte

      Come al solito, non ha alcuna possibilità di essere accettato da Putin, anche se fosse reale.

      L’unica vera domanda a questo punto, come si sono appena chiesti i due Duran nel loro ultimo video, è se Trump “escalerà” o lascerà perdere. In una nuova intervista al NYT, Keith Kellogg avrebbe dichiarato che l’attuale “livello di dolore” delle sanzioni alla Russia è di circa 3 su 10 e che Trump ha molto più spazio per aumentare tale “livello di dolore” esercitando pressioni sul petrolio e sul gas russo.

      L’applicazione delle sanzioni alla Russia è “solo al livello 3 circa” su una scala da 1 a 10 su quanto possa essere dolorosa la pressione economica, ha dichiarato Kellogg. Le stesse sanzioni statunitensi – come quelle che colpiscono il lucroso settore energetico russo – sono nominalmente due volte più alte, ma c’è ancora spazio per aumentarle:

      “Si potrebbero davvero aumentare le sanzioni, specialmente le ultime [che colpiscono la produzione e le esportazioni di petrolio]”, ha detto. “Si è aperto un varco abbastanza largo per fare qualcosa.

      Se questa è l’unica freccia rimasta nella faretra di Trump per “danneggiare” la Russia, temo che gli Stati Uniti abbiano poche possibilità di convincere Putin. La maggior parte delle azioni dell’Occidente e dell’Ucraina contro le industrie energetiche russe, per ironia della sorte, finiscono solo per aiutare la Russia facendo salire i prezzi del petrolio, che inonda la Russia in profitti record; vedere ad esempio gli attacchi dei droni ucraini alle raffinerie di petrolio russe. Ma, con l’avvicinarsi della conferenza di Monaco, Kellogg promette che nel prossimo futuro conosceremo maggiori dettagli sull’effettivo “piano di pace” di Trump.

      Ci si chiede se l’amministrazione Trump continuerà la tradizione di risparmiare nei prossimi pacchetti di sanzioni l’unico governatore russo “speciale”:

      Fonte

      Nell’intervista, Kellogg ha tuttavia dimostrato un pizzico di buon senso:

      “Per la Russia, questo è un po’ il loro DNA nelle operazioni militari: fondamentalmente, si tratta di una lotta di logoramento”, ha detto. “Se si guarda alla storia, non si vorrebbe mai entrare in una lotta di logoramento con i russi, perché è così che combattono. Sono abituati a farlo. Voglio dire, questo è un Paese che era disposto a perdere – e lo ha fatto – 700.000 uomini nella battaglia di Stalingrado in sei mesi, senza battere ciglio”.

      “E quindi la pressione non può essere solo militare. È necessario esercitare pressioni economiche, diplomatiche, militari e tutte le leve utilizzabili per assicurarsi che il Paese vada dove vogliamo”, ha spiegato.

      Siamo onesti: in ultima analisi, l’unica opzione rimasta agli Stati Uniti che potrebbe anche solo lontanamente influenzare l’inesorabile avanzata russa è che Trump annunci un intervento militare diretto e massiccio in Ucraina. Per ovvie ragioni, non credo che si arriverà a tanto, anche se Trump potrebbe tentare di tirare fuori qualche asso nella manica minacciando una sorta di aeroporto di Pristina al contrario per far sbarcare le truppe dall’altra parte di un’immaginaria “DMZ”. Ma, senza una enorme coda logistica nella parte occidentale del Paese, non sarebbe convincente per nessuno, tanto meno per lo stato maggiore russo. Per minacciare anche solo lontanamente le forze russe è necessaria non solo una grande quantità di truppe dispiegabili, ma anche la capacità di sostenerle per periodi credibili di combattimenti ad alta intensità.

      Ma, come ho detto, anche se non è probabile, questa è l’unica cosa che Trump potrebbe fare per contrastare la Russia. Nessuna sanzione potrebbe fermare la marcia in avanti della Russia, né una debole risposta europea con una sorta di “forza di dispiegamento rapido” sull’altra sponda del fiume. Per questo motivo, a Trump non resta che scavarsi una fossa ancora più profonda, perché quanto più a lungo aspetterà a tirarsi fuori da questo conflitto, tanto più doloroso sarà per la sua eredità.

      I due Duran hanno fatto notare che Trump ha una rara opportunità – anche se di breve durata – quella di staccare la spina al coinvolgimento degli Stati Uniti in questa guerra nel mezzo dell’assordante trambusto dello scandalo USAID e della valanga di sconvolgimenti correlati. In questo momento i Democratici sono storditi e totalmente disorganizzati, mentre la CIA e le altre principali agenzie sovversive sono in preda a convulsioni paralizzanti che permetterebbero a Trump di agire come desidera. Più aspetta, più permette al fumo di diradarsi e ai suoi avversari di rimettersi in piedi e di riorganizzarsi in modo coerente contro le sue politiche più impattanti.

      Naturalmente, si potrebbe sostenere il contrario, ovvero che Trump non può ancora scaricare l’Ucraina perché non ha ancora prosciugato la palude a sufficienza per proteggersi o per sbarazzarsi dei neoconservatori dello Stato profondo che potrebbero porre ostacoli importanti. Per questo motivo, forse sta aspettando il momento giusto per continuare a stanare questi molluschi dello Stato profondo, prima di passare alle maniere forti. Per esempio:

      Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, Washington sta rapidamente rivedendo la sua politica sull’Ucraina. Tutti i dipendenti del Pentagono sono già stati licenziati e rimossi, l’USAID responsabile di questo percorso è stato liquidato e lo stesso Trump ha chiarito che non ci si deve aspettare il precedente livello di sostegno finanziario e militare a Kiev.

      Per quanto riguarda i “piani trapelati”, Julian Roepcke, come al solito, non li ha presi bene:

       

      In effetti, Julian negli ultimi tempi ha posto alcune domande molto “scomode”, come qui, dove critica un “analista” pro-UA che parla delle “grandi” perdite russe al fronte:

       

      Roepcke sembra in gran parte corretto: 100-200 vittime giornaliere totali corrispondono a circa 50-100 [mila] KIA, il che si avvicina molto di più alla realtà rispetto ai comuni numeri occidentali; come si può vedere, anche i sostenitori più convinti si stanno lentamente ricredendo dopo tre anni in cui sono stati schiacciati dalla propaganda sempre più distorta della loro stessa parte.

      Una deputata ucraina ha recentemente avuto lo stesso “risveglio”:

      Anna Konstantinovna Skorokhod, una deputata ucraina, ha detto che i russi avrebbero cessato di esistere molto tempo fa se avessero creduto alle cifre ufficiali, dove per ogni ucraino morto ci sono 10 russi morti e per ogni ferito ci sono 17 russi feriti.

      Consiglio a Zelenskyy di smettere di ascoltare gli idioti e di chiedere dati affidabili.

       

      E, infine, un ultimo video sempre sull’argomento: un ufficiale ucraino parla di come solo il 10% dei caduti ucraini venga rimosso dal campo di battaglia:

       

      Pensateci: questo conferma le “cifre ufficiali” ucraine, anche i cosiddetti 40.000 morti di Zelensky: quelli sono i morti ufficialmente recuperati e identificati, mentre la cifra reale potrebbe essere di 400.000 o più, come sopra indicato.

      Per tornare all’intervista di Kellogg all’inizio, come giusto coronamento, permettetemi di citare l’ultima cosa che ha detto:

      “Molto francamente, in qualsiasi negoziato entrambe le parti devono dare; è così che funziona nei negoziati”, ha detto. “Ed è qui che bisogna capire: ‘Ok, a che punto siamo? Cosa è accettabile?”

      “Piacerà a tutti? No. Sarà accettabile per tutti? No. Ma si cerca di gestire questo equilibrio”, ha aggiunto.

      Questo racchiude perfettamente la natura totalmente sprovveduta della squadra di Trump, che sta semplicemente annaspando in uno “spettacolo” teatrale di leadership globale che non è altro che un pessimo teatro Kabuki. Perché la Russia dovrebbe aderire alle “regole dei negoziati” come se si trattasse di una sorta di gioco da tavolo? La Russia sta vincendo, l’Ucraina sta esaurendo gli uomini: non c’è molto di più. La Russia non deve “dare” assolutamente nulla e, se Kellogg lo crede davvero, vuol dire che ha la stessa consistenza del prodotto omonimo per la prima colazione.

      Questa è davvero l’ora dei dilettanti, con un vecchio egemone in decadenza che cerca disperatamente di dimostrare a un mondo sconvolto e in preda a una policrisi che “ha ancora le carte in regola” e che può spadroneggiare senza doversi sforzare davvero di risolvere problemi complessi, ricorrendo invece a una facciata di “logica” inane e insensata, come un ex campione ubriaco che tira pugni in aria per impressionare qualche avventore alcolizzato.

      Immagino che dovranno imparare a proprie spese che prosciugare qualche ONG della Beltway non cancella decenni di atrofia terminale, né conferisce a una star dei reality show e a un magnate da casinò il primato militare sul blasonato consiglio di guerra di una grande potenza.

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