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      • Pace in Ucraina, guerra in Iran

      Pace in Ucraina, guerra in Iran

      Ora che Joe il genocida si è ritirato dalle elezioni presidenziali di novembre, dovremmo avere in Ucraina la pace per la nostra epoca entro la fine dell’anno e la guerra in Iran subito dopo. Questo perché la squadra Trump/Vance dovrebbe, secondo gli scommettitori, vincere a novembre. Non solo Trump e Vance sono desiderosi di fare un accordo con la Russia, e non solo sono entrambi saldamente al soldo di Israele, ma Vance è di gran lunga il coyote più rabbiosamente anti-iraniano e pro-israeliano tra i vertici della politica americana. Aspettatevi quindi che la macchina da guerra americana/NATO si allontani dall’Ucraina, tenga la Cina al fresco e si concentri sull’Iran, la più recente bête noire di Israele.

      Per quanto riguarda la guerra della NATO in Ucraina, dobbiamo innanzitutto notare che un gran numero di russi viene ucciso. Questo ha spinto il criminale di guerra americano Lindsey Graham a dichiarare che “gli Stati Uniti non hanno mai speso soldi così bene come per ammazzare dei russi”.

      Invece di immaginare che in tutto questo ci sia un barlume di moralità, seguite i soldi. La Russia è una potenza terrestre e la NATO, con gli Stati Uniti al centro, è una potenza marittima e aerea. L’idea che la NATO abbia mai pensato veramente di prevalere o, addirittura, che abbia mai avuto anche solo la speranza di prevalere in questa guerra di terra è fantasiosa. Anche se le perdite ucraine sono raccapriccianti, non sono vittime americane e quindi non contano.

      Se i proxy ucraini della NATO uccidono 100.000 russi al costo di 1.000.000 di ucraini, non è un buon affare? E non è forse un affare ancora migliore se consideriamo tutti i benefici collaterali?  Qui ne citerò solo due.

      Il primo è il racket americano delle armi e delle munizioni. Il presidente ceco Petr Pavel si vanta di aver incrementato la produzione dei proiettili di artiglieria da 155 e 122 millimetri. La Svezia e la Finlandia, nel frattempo, si sono affrettate ad aderire alla NATO e ora sono gravate da tutti i costi e da nessuno dei benefici derivanti dal dover dare alloggio a legioni di truppe americane ipersessuate. I tedeschi, nel frattempo, da sempre i più stupidi della classe, stanno riconfigurando le loro autostrade in modo che gli eserciti della NATO possano spostarsi più facilmente. Poiché l’Europa della von der Leyen è, in breve, un conglomerato di satrapie il cui unico compito è produrre armamenti per il loro padrone americano, l’Europa ha bisogno di concentrarsi su un nemico per mantenere in piedi questo racket.

      Sebbene la von der Leyen abbia impegnato l’Europa a prepararsi per la guerra, la sua guerra è, come nel 2011 aveva correttamente affermato l’ex prigioniero politico Julian Assange, quella di sfilare i soldi dalle tasche dei contribuenti dei Paesi NATO attraverso l’Ucraina e di farli tornare nelle mani delle aziende produttrici di armi che pagano le tangenti a pezzenti come Biden, la von der Leyen e Graham.

      Poiché l’obiettivo della NATO è quello di avere una guerra infinita, non una guerra che possa essere vinta, usare la Russia come sacco da boxe ha una sua logica. Funerali per 1.000.000 di ucraini e tangenti oltre ogni immaginazione per Biden, Graham, la von der Leyen e tutti gli altri. Come potrebbe non piacere una cosa del genere?

      Dimenticate gli F16, l’ultimo osso che la NATO sta lanciando ai suoi cani da guerra ucraini per prolungare questa lunga serie di inutili funerali, e seguite i soldi. E seguite alcuni dei disgustosi miserabili che si stanno intascando una fetta di questa fortuna. Mi riferisco in particolare a una pazza di nome Sviatlana Tsikhanouskaya, che se ne va in giro per il territorio della NATO mascherata da Presidente della Bielorussia. Questa mignotta aveva trascorso gran parte della sua prima vita in Irlanda a spillare soldi ai locali, che probabilmente le avevano riempito la testolina con queste scemenze. In ogni caso, come Juan Guaidó, il maturo studente americano finanziato dalla CIA che pensava di essere il Presidente del Venezuela, questa schiappa spunta qui, là, dappertutto dicendo di essere il Presidente della Bielorussia e che Alexsandr Lukashenko, il suo vero Presidente, è un impostore, in quanto privo del sigillo di approvazione di Hunter Biden.

      E poi c’è Evgeny Kissin, pianista russo di mezza età e poeta yiddish, che dichiara nel sito internet Slipped Disc dell’MI6 che in lui non esiste una singola goccia di sangue russo (qualunque cosa sia). Pur ammettendo liberamente di non avere la più pallida idea di cosa sia il sangue russo, so che questi discorsi sul “blut und ehre” sono direttamente tratti dal libro dei giochi nazisti di Hitler e che gli Ebrei, come Kissin e i suoi collaboratori, non dovrebbero essere così ansiosi di usarli.

      No. Permettetemi di rimangiarmi tutto. Poiché è stato versato troppo sangue russo innocente, tutti i russi dovrebbero arrabbiarsi e dovrebbero trattare dei pazzi psicotici come Kissin e la Tsikhanouskaya in modo molto più duro di quanto sarebbe giusto fare altrimenti. A tal fine, il Ministero della Giustizia russo ha ragione a classificare Kissin come agente straniero. Questo anche se Kissin è gravemente autistico e non è in grado di autogestirsi se solo si allontana dal pianoforte. Senza entrare nel merito di come sua madre, sofferente da tempo, debba regolarmente somministrargli dei clisteri, basti dire che, per destabilizzare la Russia, la NATO e Slipped Disc non dovrebbero usare dei pazzi come lui, gli ipocriti del Partito Verde tedesco o quella baldracca della Tsikhanouskaya.

      Tutte queste nullità della NATO mi fanno venire in mente L’uomo che volle farsi re, il kolossal hollywoodiano tratto dall’omonimo romanzo di Rudyard Kipling, che racconta la storia di due disonesti soldati britannici che si appropriano di un regno del lontano Kafiristan, quando uno di loro viene scambiato per un dio e nominato re.

      Ma il travestito Zelensky e la Tsikhanouskaya, la sgualdrinella bielorussa con la ciotola da mendicante, dimostrano che la verità è più strana della finzione. Non solo queste due creazioni della NATO dominano come dei colossi il ristretto mondo della NATO, ma vediamo questa politica replicarsi con l’Iran, che è nel mirino di Israele e, quindi, della NATO.

      Innanzitutto, come con la Russia, anche questa volta per abbaiare contro l’Iran la NATO ha messo insieme un gruppo di squilibrati, molti dei quali alleati del gruppo terroristico MEK. Qui e qui potete vedere dei politici di secondo piano allineati alla NATO (britannici e) irlandesi che blaterano sull’Iran, un Paese lontano che non hanno mai visitato e di cui, come nel caso della Cecoslovacchia del 1938, non sanno nulla. Nel secondo di questi link, contate quante volte il senatore Gerry Horkan, politicamente insignificante, usa la parola regime e pensate che il MEK, per conto della NATO, paga oratori come lui 1.000 dollari al minuto per i loro mediocri discorsi.

      Ma questi non sono gli unici clown del grande circo della NATO. Quando il presidente iraniano (moderato) Massoud Pezeshkian aveva dichiarato di voler riallacciare i rapporti con l’Occidente, il partito tedesco dei Verdi non aveva esitato a condannare ogni possibile passo verso la pace. Hannah Neumann, di quel disdicevole partito bellicista, presiede ora la delegazione del Parlamento Europeo in Iran e, come il Ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock (anch’essa dei Verdi), desidera da tempo la guerra con l’Iran. Nell’ambito della sua campagna di guerra, la Neumann si è sempre battuta per l’inclusione delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) nella lista dei terroristi dell’UE – un passo progettato per avvelenare ulteriormente le relazioni dell’UE con Teheran.

      Sebbene la Neumann sostenga le baionette della NATO che dovrebbero portare la finta democrazia della NATO in Iran, è una fanatica sostenitrice degli Emirati Arabi Uniti e degli altri regimi dispotici degli Stati del Golfo che la NATO vorrebbe schierare contro il cosiddetto Asse della Resistenza iraniano. Inoltre, non ha ancora condannato nessuno dei molteplici attacchi terroristici che Israele ha lanciato contro la Siria, molti dei quali concepiti per fare lo sgambetto all’Iran.

      Nell’ambito della sua personale “lotta per un Iran democratico e libero”, questa crucca pazza si è scagliata contro Borrell, il presidente del Consiglio dell’UE Charles Michel e il commissario per gli aiuti umanitari Janez Lenarcic, rei di aver seguito il protocollo diplomatico standard e di aver espresso le proprie condoglianze per la morte in un incidente aereo del presidente iraniano Ebrahim Raisi, ha poi elogiato il defunto presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Khalifa bin Zayed al-Nahyan, per aver portato gli Emirati Arabi Uniti in “un’era di crescita e modernizzazione senza precedenti”, senza alcun riferimento alla spaventosa situazione dei diritti umani nel Paese.

      Sebbene il moderato Pezeshkian abbia vinto le elezioni presidenziali iraniane, queste enormi manifestazioni a Tabriz, Qom, Jamkaran, Birjand e Mashhad per commemorare il defunto presidente Raisi dimostrano che l’Iran rimane in gran parte unito di fronte alle eterne minacce di guerra della NATO, di Israele e delle quinte colonne verdi tedesche del MEK.

      L’unità iraniana e il senso comune di scopo e destino si stanno manifestando con l’ingresso dell’Iran nell’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO) e nell’Organizzazione BRICS, nella riconciliazione con l’Arabia Saudita e nell’approfondimento dei legami con Russia e Cina, nel trasferimento della propria tecnologia missilistica al movimento Ansarallah dello Yemen, a Katā’ib Hezbollah dell’Iraq e a Hezbollah del Libano, nonché nel continuo sostegno militare ad Hamas e alla Jihad islamica in Palestina, nel potenziamento del proprio potenziale tecnologico nucleare, nella volontà di trasformare l’Iran uno Stato “a soglia nucleare” e nel mostrare la propria disponibilità a rispondere direttamente a Israele.

      Nonostante l’Iran abbia dimostrato che non si lascerà intimidire facilmente, Israele ha nuovamente alzato la posta in gioco attaccando direttamente lo Yemen come preludio a una guerra totale contro l’Iran. Benissimo allora. Che la NATO scateni ancora una volta i cani da guerra, questa volta contro l’Iran e i suoi amici Hezbollah e Ansarallah.

      Poiché gli Ansarallah hanno dimostrato più volte di temere Dio e nessun altro, buona fortuna a Israele quando la situazione si farà più vicina e personale. Sebbene gli Hezbollah, come spiegato in precedenza, siano una manciata di militari, non sono nulla in confronto ai loro amici di Teheran, dove il ricordo del bagno di sangue con l’Iraq di Saddam è ancora crudo e fresco.

      Sebbene sia improbabile che io riesca a dissuadere Trump e Vance dall’unirsi a Israele nell’attaccare l’Iran, vorrei chiedere loro di considerare che tutto ciò che hanno è un’Europa pietosa, che produce solo armi, film porno, psicotici pesi leggeri e pesi morti come Baerbock, Kissin, Neumann, Pavel, Tsikhanouskaya e von der Leyen.

      E, concludendo, per dare un’angolazione cinese a tutto questo, ricordate i men-yoroi, le maschere di guerra indossate dai guerrieri giapponesi e cinesi e la faccia bellicosa nel film di Hollywood Full Metal Jacket. Le tattiche di guerra iraniane da tempo non si fanno più spaventare dalle maschere di Halloween israeliane, tedesche o americane e, dato che la propaganda di Hollywood non funziona più nemmeno con loro, il compagno di Trump, JD Vance, farebbe meglio a cambiare tono sull’Iran o dovrà scrivere un’altra elegia, non per i bifolchi della Rustbelt della terra yankee, ma per tutta l’America e per i suoi psicotici burattini europei ed israeliani.

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