Putin vince e il teatro dei politicanti occidentali entra in fibrillazione. Non par vero che dopo tutto il discredito, le minacce, le sanzioni, il sostegno forsennato a Zelensky, il popolo russo, disobbediente, confermi il suo Presidente. Che abbia ragione Salvini affermando che il “popolo” ha sempre ragione?
“Avanti signori, venghino… venghino, che c’è posto per tutti”. Il teatrino dei politicanti non chiude mai, 7 giorni su 7, 24 ore al giorno. Ma come? Quel sacripante di Putin è stato rieletto Presidente? Signora mia, questi “comunisti” non muoiono mai… “un po’ come i cretini, hanno un tasso di mortalità bassissimo” (cit. Fruttero & Lucentini).
Salvini ci regala un’altra delle sue “perle di saggezza” politica: i Russi han scelto, il popolo ha sempre ragione. Anche no! Per dire: ma lo può capire uno che abbia letto seriamente la Costituzione Italiana e possieda qualche dimestichezza con la Scienza Politica e non solo degli intrallazzi di palazzo (il che implicherebbe aver letto nella vita qualche saggio politologico).
Il popolo non ha sempre ragione: altrimenti ciò equivarrebbe ad affermare che la maggioranza, qualunque essa sia, ha ragione a prescindere, in quanto maggioranza. Per questo motivo, nelle Democrazie Liberali, particolare attenzione viene posta nella difesa delle minoranze. Le nuove idee, buone o cattive, non si sa da dove possano provenire: da una ristretta cerchia di dissidenti, da un partito minoritario, al limite da una persona sola che elabora in solitudine un nuovo progetto. Nelle D.L. è fondamentale la possibilità, per le minoranze, di poter diventare, a loro volta, maggioranze nel paese, attraverso una informazione – libera,- e la propaganda politica.
Per chi avesse dei dubbi… citofonare Norberto Bobbio, e leggere con attenzione i 6 Universali Procedurali della Democrazia Liberale.
Proprio per questo la Russia è definibile come una “Democrazia Elettorale”: una democrazia nella quale sono previste le elezioni (democratiche, in quanto è il “demos” chiamato alle urne con suffragio universale), il cui svolgimento però non avviene secondo le regole del Liberalismo; quindi la Russia tende ad essere definita – con ragione, – un sistema autocratico, piuttosto che democratico.
Ma Putin è Puntin. Nel senso che è sempre stato Putin, mica lo è da adesso! Qualcuno si ricorda l’invasione della Cecenia e lo sterminio dei civili Ceceni considerati “terroristi”? Anche allora Putin era Putin, ma era un buon partner commerciale, e nessuno aveva niente da dire (o quasi: gli unici a mantenere viva la questione furono i Radicali di Pannella).
Qui si palesa l’evidenza dell’ipocrisia occidentale. Intendiamoci: un paese può legittimamente decidere che non vuole avere rapporti (politici, e commerciali) con paesi che non rispettano i fondamenti della D.L. È una scelta politica, sulla quale la popolazione dovrebbe essere chiamata ad esprimersi: prima che la decisione venga presa d’imperio dalla maggioranza di governo.
Tutti però, cittadini e politici, dovrebbero essere consapevoli che questa scelta ha delle conseguenze: ovvero esclude di trattare – commercialmente,- con almeno il 60% dei paesi del mondo classificati come tali. Perché dai tempi in cui Samuel P. Huntington ci raccontava della “quarta ondata” della diffusione della democrazia nel mondo, al punto da porre Francis Fukuyama di fronte alla famosa domanda sulla possibile “fine della storia”, di acqua sotto i ponti delle democrazie ne è passata molta. Ed è stato un passaggio di riflusso, al punto che, negli ultimi due decenni, il numero dei paesi riconoscibili in termini di democrazia liberale è diminuito in modo impressionante [1].
Due pesi e due misure quindi, nel pieno spirito ipocrita occidentale. Un paese diventa accettabile – politicamente,- in base alla convenienza economica del momento (ovvero dei desiderata degli USA, della Nato, e della UE), indipendentemente dalla reale condizione della sua politica interna, e di come viene trattata la popolazione.
Vi ricordate di Assad (Siria)? Un bel giorno sui giornaloni di regime fioccarono le accuse ad Assad di voler sterminare il suo popolo con armi chimiche. Qualche giorno dopo la questione delle armi chimiche si rivelò un’esagerazione: così Assad potè continuare a sterminare i suoi con le armi tradizionali, nella indifferenza della comunità internazionale “democratica”.
Quel che oggi accade, rispetto a 30 anni fa, è che il resto del mondo si è ben reso conto di questa ipocrisia, e, sopratutto i paesi che hanno raggiunto risultati importanti (imponenti) in ambito economico (Russia, Cina, India, Brasile, e molti altri), non sono più disposti a essere trattati come figli di un “Dio minore”.
Guardando dentro le democrazie occidentali, in primis la nostra, nella quale il livello di corruzione ha raggiunto infausti traguardi delle classifiche internazionali di Transparency [2]; dove si manganellano con giubilo operai e studenti che osano contestare le narrazioni ufficiali e manifestano per la Pace; dove si suggerisce che i contestatori (universitari, No Tav, antagonisti) siano contigui o prodromi di potenziale “terrorismo”; dove si modificano con pervicacia le Leggi Elettorali per portare al governo finte maggioranze arruffate (minoranze di fatto nel paese, ma sostenute da una informazione padronale complice); dove in modo analogo si mette mano con arroganza alla Costituzione; dove la disaffezione per la politica e i suoi vacui discorsi ha condotto a superare la soglia del 50% dell’astensione degli aventi diritto al voto democratico…
Con quale pretesa, diritto, pulpito, credibilità, si vuole dare lezione di Democrazia al resto del mondo?!? Urge un esame di coscienza, e il ritorno a una sana onestà intellettuale prima che sia troppo tardi.