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      • DOVE SONO FINITE LE MASSE INQUIETE?

      DOVE SONO FINITE LE MASSE INQUIETE?

      Chissà come definirebbe Aristotele, se vivesse oggi, quella forma di governo che ci riguarda e che secondo Churchill è la peggiore, eccezion fatta per tutte le altre sperimentate finora?

      Demagogia da un tanto al chilo supportata dai media mainstream, oligarchia mascherata da “volontà popolare”, tirannia finanziaria, tecnologica e scientifica altrettanto mascherata da démos krátos?
      La superiorità della cosiddetta democrazia occidentale, spesso definita “matura” o anche “avanzata”, è veramente un dato di fatto dimostrabile, oppure una bufala epocale che consente di controllare, assieme all’impiego di altri strumenti di dominio, le masse dei “paesi liberi” assai poco inquiete, se non del tutto inerti?

      Forse uno come Aristotele avrebbe trovato la definizione giusta, per questa democrazia, e di sicuro non sarebbe stata celebrativa e piacevole …

      Io, molto modestamente, opterei per una forma squallida e nuova di Cleptocrazia apolide volta al superamento dello Stato, pilotata dall’esterno da poteri opachi, formali e informali, sicuramente sopranazionali, che poco hanno a che vedere con i principi costituzionali e gli interessi vitali dei popoli, i quali poteri ai loro corrotti governi e parlamentari comprati concedono o tollerano “bonus”, privilegi, corruzione e arricchimenti individuali, ma si pappano, alla fine della fiera, la gran parte del maltolto … pardon delle nostre risorse!

      In tal caso, abbandonerei la suggestiva espressione démos, usata dai “padri fondatori” Elleni, e ripiegherei sulle masse, da noi spesso identificate alla buona con l’espressione ”la gente”, che in questa democrazia “avanzata” (proprio nel senso di avanzi di ciò che era o poteva essere la democrazia!) partecipano supinamente al rito elettorale, si illudono di eleggere “i propri rappresentanti in parlamento”, credono di esercitare un qualche potere non meglio identificato, e così a testa bassa, privi di una vera sovranità, perpetuano i riti della demo-cleptocrazia ai tempi del globalismo economico-finanziario, spietatamente imperiale, predatorio, neocoloniale e guerrafondaio.

      Ahimè, queste masse informi (chiamiamole pure così) non sono “classe sociale” dominata vera e propria, perché non ne hanno coscienza, come l’aveva, almeno in parte, il Proletariato di Marx, non hanno attenzione per gli interessi comuni, non esprimono solidarismo, non hanno un vero senso dello Stato e del collettivo, ma in compenso accettano supinamente gli eventi, per loro sempre più sfavorevoli.

      Naturalmente questo avviene nel cosiddetto occidente a guida Usa (particolarmente in paesi come l’Italia), in quanto gli stati uniti sono il cuore nero di un nuovo impero del male e la principale sede in cui si è incistata l’élite globale, che vorrebbe estendere a tutto il pianeta la sua tirannia, indipendentemente dai costi umani e ambientali della suprema operazione di potere totalitario, da fine della storia e dei giochi, eliminando sempre meno gradualmente, con il ricorso alle vie brevi, le resistenze incontrate.

      I tentativi di distruzione di interi paesi, come la Siria, la Libia, l’Iraq e persino l’Ucraina oggi, la cui demolizione è in pieno corso, la diffusione dell’arma biologica Covid-19 e quella forzata dei vaccini ne sono prove lampanti e definitive.

      Da noi, nello spazio-lager occidentale e particolarmente in Europa, costoro, attraverso i governi e i parlamentari collaborazionisti, distruggono con trista metodicità lo stato sociale, la sanità pubblica, la pubblica istruzione, i diritti dei lavoratori, le prospettive di una decorosa pensione per la popolazione anziana, eccetera eccetera, cose che accadono puntualmente in Italia, per non parlare della Grecia in fase di demolizione avanzata, ma anche della più ricca Francia che rischia “di riforma in riforma” di scendere agl’inferi.

      L’élite globale ha imposto allo spazio imperiale che controlla saldamente, gestito attraverso una nuova forma, mascherata, di tirannia che si vale della menzogna e dell’inganno, il sistema che più le aggrada, che più si confà ai suoi interessi e appetiti di dominio, continuando ipocritamente a chiamarlo democrazia, con tutte le illusioni che ciò comporta, a uso e consumo delle masse obnubilate e ormai inerti, ridotte sempre più spesso a sordido popolume.
      Persino i giochetti da pagliaccesco parlamento europide (e anche italiota) destra/ sinistra, conservatori/ progressisti, popolari/ socialisti, che non hanno più un vero significato politico e riguardano un passato lontano, funzionano ancora abbastanza bene. coinvolgendo le masse imbolsite in veste elettorale.

      Questo sistema di governo elitista “ad hoc” si sposa perfettamente con le masse inerti, incoscienti, pauperizzate economicamente e culturalmente, vestigia di vecchie classi sociali in via di demolizione, quali il ceto medio figlio del Welfare e il proletariato di marxiana memoria, con l’aggravante di una forte immigrazione indotta, che fa buon gioco ai decisori.

      Il binomio nuova demo-cleptocrazia (sempre meno) nascostamente tirannica e masse non più inquiete, ma prostrate e inerti, abbondantemente “innaffiate” con immigrati del terzo e quarto mondo, consente la realizzazione dei piani di dominio elitisti della classe globale occidentaloide e un efficace controllo delle risorse, necessarie per addivenire allo scontro finale, alla temuta redde rationem/ resa dei conti con le Potenze Libere Resistenti, prima fra tutte la Federazione Russa.

      Infatti, in vista dello scontro finale con Russia e Cina, separando le colonie europee dalla Russia erogatrice di gas a basso costo, l’élite che ama pensarsi globale trasferisce risorse e produzioni (non solo militari) dalla periferia del suo impero malvagio al centro Usa, e questo accade grazie alla spaventosa inerzia e inanità di quella caricatura di classe sociale dominata che le masse europee (e ovviamente italiote) rappresentano.

      A questo punto mi ritorna in mente non la nota canzone di Mogol e Battisti, ma come vedeva José Ortega y Gasset la massa e l’uomo-massa, alla fine degli anni venti del novecento, in un’epoca in cui avevano trionfato il fascismo italiano e il comunismo sovietico …

      Faccio dunque riferimento all’opera arcinota La rebellion de las masas, nella quale ben si comprende, come scrisse qualcuno commentando Gasset, che le masse hanno fatto la loro “irruzione” nella storia.
      Ortega y Gasset per massa non intendeva esclusivamente gli operai, o meglio, l’operaio-massa, né esclusivamente i ceti medi, “ma un modo d’essere che si ritrova oggi in tutte le classi sociali e perciò stesso rappresenta il nostro tempo.”
      Il filosofo spagnolo d’altra epoca, gettando uno sguardo alla sua opera con gli occhi del presente, aveva torto ma nello stesso tempo qualche ragione e di seguito voglio spiegare il perché.
      Anzitutto, aveva ragione per quanto riguarda l’omologazione dell’uomo-massa, il quale travolge tutto ciò che è differente, singolare, qualificato, chi non è come lui e non pensa come lui non può far parte del mondo e rischia di essere eliminato …

      L’uomo-massa prodotto in occidente dalla globalizzazione neoliberista e neoliberale è un frutto adulterato del pensiero unico, non conosce e non accetta ciò che è differente, l’omologazione prodotta dal pensiero unico dell’impero del male, sua vera e superficiale religione per la massa, fatta di dogmi assurdi e di slogan, è un dato di fatto, una drammatica realtà, se pensiamo al periodo del Covid-19, banco di prova del potere per la classe globale dominante, in cui i cinesi, ritenuti con superficialità responsabili del contagio e di conseguenza untori, erano espulsi dagli autobus e dai luoghi pubblici dai “cani pavloviani” di massa del sistema.

      Ugualmente, quando la Russia è stata costretta all’OMS in Ucraina dopo aver cercato inutilmente un accordo con l’”occidente”, per salvare dallo sterminio neonazista la popolazione russa del Donbass, abbiamo notato che il nuovo uomo-massa, obbedendo agli stimoli mediatici russofobici, esponeva bandiere ucraine, vessilli di un paese non amico e non alleato al quale non dobbiamo nulla, e si rendeva talora responsabile di episodi di intolleranza, definibili senza mezzi termini razzisti, nei confronti di persone russe.

      L’atteggiamento dell’uomo-massa occidentale, in particolare europeo, potrebbe sembrare folle ad un osservatore esterno, perché appoggia un paese che è il vero aggressore, pericoloso per l’Europa e il mondo intero, e ghettizza una potenza rinata, come quella russa, con la quale l’interscambio commerciale è fondamentale per mantenere almeno un minimo standard di vita, che faccia ricordare tempi migliori …
      In quest’epoca storica di cambio di Evo, osserviamo un integralismo malvagio, ammantato di “democrazia”, “valori occidentali”, “diritti umani” usati come copertura per operazioni imperialiste e sanguinose, i tentativi di imporre a tutti un “ordine mondiale basato sulle regole”, ovviamente fumose e arbitrarie, perfettamente aderenti agli interessi di una nuova classe dominante con aspirazioni globali.

      Questa è l’ultima, avvilente versione dell’uomo-massa, adatto a vivere senza ribellarsi in contesti caratterizzati dalla perdita di dignità, prima ancora che dalle crescenti ristrettezze economiche, plagiato fino al punto di scagliarsi contro la storia e le tradizioni del suo paese (come gli “attivisti” scervellati imbrattatori di monumenti), deprivato culturalmente e instradato sulla via del cosiddetto trasumanesimo, che trasfigurerà definitivamente l’uomo, trasformandolo in una forma di vita inferiore.

      L’aspirazione alla giustizia sociale, alla crescita culturale, a una maggiore dignità nella società, per la nuova massa sono state sostituite dal “green”, che è business e menzogna con l’annesso spauracchio del cambiamento climatico, dalla cancellazione di culture “scomode” per l’élite, che rappresentano altrettanti ostacoli alla realizzazione del suo progetto, dall’eccezione (o se si preferisce perversione) sessuale rappresentata dagli LGBT+, utilissimi per modificare il costume e indebolire la famiglia tradizionale, quale possibile fonte di resistenza al “cambiamento” in atto (oltretutto con grande impulso all’agognata denatalità).

      Tuttavia, il pericolo non è la massa in sé, ma chi oggi l’ha ridotta in questo stato per i suoi scopi e di certo, com’è facilmente osservabile, queste non sono masse che si ribellano apertamente, con le armi in pugno e un chiaro programma politico da realizzare, semmai disarmate “scioperano” e talora si fanno picchiare dalla polizia senza ottenere alcun risultato, se non feriti, mutilati e arresti, come accade ormai periodicamente in Francia, oppure se ne stanno rintanate “nel privato”, coltivando l’ignoranza e l’inconsapevolezza, obnubilate da modelli di vita all’uopo creati e diffusi per neutralizzarle, rendendole docili, come accade puntualmente in Italia.

      Corriamo veramente il rischio, nel 2030, di essere felici senza avere più nulla …

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