Ci sono alcuni nuovi aggiornamenti sulla produzione di munizioni, quindi ho voluto fare una piccola analisi per vedere quanto siano plausibili le affermazioni dell’Occidente su un aumento significativo dei quantitativi.
Inizieremo con il classico proiettile d’artiglieria da 155 mm. L’ultimo grande annuncio è che gli Stati Uniti hanno finalmente superato il loro precedente tetto di ~28k proiettili al mese prodotti dalla famigerata fabbrica di Scranton, ormai logora. La nuova quantità dichiarata è di 36.000 proiettili al mese, secondo le ultime notizie:
Questo ha scatenato festeggiamenti tra la folla pro-UA, che ha sparato numeri come 80-100k “entro la fine dell’anno”.
Un video più vecchio come riferimento:
Sfortunatamente, per far scoppiare la loro bolla di sapone, sono bastate le proiezioni ufficiali dell’esercito americano sull’incremento della produzione:
Cosa possiamo vedere nel grafico? Le proiezioni dell’esercito sono leggermente migliori di quelle del 2022, ma neanche lontanamente vicine al raggiungimento delle più recenti e speranzose proiezioni del 2023, che sembrano essere un pio desiderio. Tali proiezioni parlavano circa ~60k proiettili al mese entro la fine dell’anno, ma la situazione attuale sembra essere diretta verso un deludente ~45k o giù di lì.
Ci sono due problemi:
Si tratta di un numero pietoso e, a questo ritmo, per diversi anni non si arriverebbe nemmeno a 100k al mese.
Inoltre, anche quei miseri ~45k non sarebbero tutti destinati all’Ucraina.
Per quanto riguarda il secondo punto, con Israele in procinto di iniziare la sua operazione a Rafah e con molte altre aspettative critiche all’orizzonte, come una potenziale incursione in territorio libanese, non si può sapere quante di queste munizioni potrebbe ricevere l’Ucraina. Finora gli Stati Uniti hanno inviato a Israele in media circa 10.000 proiettili al mese, circa il 33% di tutti quelli prodotti.
Ora, le cose si sono messe così male che gli Stati Uniti starebbero limitando le proprie forniture [ad Israele] proprio a causa della loro scarsità:
Dall’articolo:
La settimana scorsa, l’amministrazione di Joe Biden ha bloccato un carico di munizioni prodotte negli Stati Uniti d’America e dirette in Israele.
Secondo alcuni, ciò potrebbe essere dovuto ad una carenza interna di munizioni e all’invio in Ucraina delle munizioni disponibili.
La cosa peggiore, è stata la diffusione di un’immagine scioccante che mostra come gli stessi artiglieri dell’esercito degli Stati Uniti utilizzino proiettili coreani durante l’addestramento:
Ciò significa che negli Stati Uniti e nell’Occidente combinato la situazione dei proiettili da 155 mm è così grave che gli Stati Uniti non ne hanno nemmeno abbastanza per condurre l’addestramento di base per i propri artiglieri, addestramento per cui occorre disporre di un certo numero di proiettili al mese, per tutto l’anno.
Ma ora l’ultima affermazione è che la Rheinmetall tedesca avrebbe intenzione di inviare all’Ucraina “milioni” di proiettili:
Sono tutte crudeli sciocchezze. È difficile capire perché torturino gli ucraini con queste bugie.
Ma, per amore di trasparenza, riportiamo le affermazioni ufficiali dall’articolo sopracitato:
Prima della guerra su larga scala della Russia contro l’Ucraina, la capacità annuale di Rheinmetall era di circa 70.000 proiettili. Quest’anno, il gruppo prevede di arrivare a 700.000 e, a medio termine, punta a 1,1 milioni. A tal fine, Rheinmetall sta costruendo uno stabilimento a Unterluss. Una nuova linea di produzione è in fase di realizzazione in Lituania. In Ucraina, l’azienda ha in programma anche la costruzione di una fabbrica di munizioni.
Come si può notare, questi numeri dipendono da una serie di improbabilità molto lontane e fluttuanti. In primo luogo, se si va a vedere la “nuova fabbrica” che sarebbe in costruzione a Unterluss, si trova la seguente specifica ufficiale:
In futuro, la Werk Niedersachsen produrrà munizioni per artiglieria, esplosivi e componenti per artiglieria a razzo. La fabbrica produrrà circa 200.000 proiettili d’artiglieria all’anno, oltre a 1.900 tonnellate di esplosivo RDX e, a scelta, altri componenti per la sintesi di cariche per munizioni. Inoltre, la fabbrica potrebbe produrre motori a razzo ed eventualmente testate, necessarie ad esempio per il progetto tedesco di artiglieria a razzo.
Non solo si tratta di un impianto generico – il che potrebbe significare che sarà molto grande e che richiederà molto tempo per essere costruito – ma qui si dice che, alla fine, potrebbe essere in grado di produrre 200.000 proiettili d’artiglieria all’anno. Qui l’uso del termine “prevede” sta a indicare che, anche dopo il suo completamento, la fabbrica dovrà aumentare lentamente la produzione fino ad un “ideale”, molto improbabile, di 200k pezzi. Potremmo parlare di una proiezione a 5-10 anni, se non di più. La precedente promessa di 700k e 1,1M di proiettili all’anno appare ridicola ad un’analisi più attenta.
Questo si impara solo con l’esperienza e con molti anni di studio delle abili parole dei politici; essi sono molto abili nel mascherare per omissione grossolane esagerazioni e altre bugie.
Per esempio, lo stesso articolo ammette tranquillamente:
Secondo la valutazione dell’amministratore delegato di Rheinmetall, l’industria della difesa impiegherà quasi un decennio per riportare le scorte della Bundeswehr, ormai esaurite, ad un livello adeguato, anche a seguito delle donazioni di attrezzature all’Ucraina.
E poi fornisce l’esatta tempistica:
La priorità assoluta per la nuova fabbrica è l’avvio della produzione il prima possibile. Dopo un periodo di costruzione di circa dodici mesi – a partire dalla data del contratto – la capacità annuale sarà di 50.000 proiettili all’anno. La quota iniziale di valore aggiunto della Germania sarà del 50%, per poi aumentare gradualmente nel secondo anno di produzione all’80% e al 100% nel terzo. A questo punto, la Germania disporrà di una fornitura completamente autarchica di munizioni per artiglieria, con un valore aggiunto generato interamente in patria.
In termini di volume, la capacità annua raggiungerà i 100.000 proiettili nel secondo anno di produzione, per poi salire a 200.000 all’anno.
È uno scherzo? 100.000 proiettili entro il secondo anno? Questi dovrebbero essere numeri mensili. Si dice che la Russia produca come minimo 250-350 mila proiettili al mese.
Ed è quasi un insulto anche solo commentare la pretesa della Rheinmetall di costruire una fabbrica di munizioni in Ucraina: è solo un atteggiamento infantile. Sanno benissimo che una fabbrica del genere riceverebbe una visita dal signor Iskander e dal suo amico Kinzhal e verrebbe prontamente ridotta in silice.
Per non parlare del fatto che le aziende della difesa della NATO continuano ad andare in fiamme, con rapporti che affermano che lo stabilimento tedesco di Diehl è bruciato per giorni:
Sono sempre le stesse bugie: proprio come la Repubblica Ceca che aveva affermato di aver trovato 1 milione di proiettili, per poi scendere a ~100k con la promessa di trovare il resto “da qualche altra parte” non meglio specificata.
Vedete, questi politici usano la stessa strategia di promesse ambigue per infondere speranza con evidenti esagerazioni.
Un’altra cosa: si è scatenato il finimondo per gli ultimi commenti di Macron sull’invio di ben “75 Caesar” SPG in Ucraina. Questo, sulla carta, sembrerebbe incredibile, dato che i Caesar si sono dimostrati formidabili, probabilmente il pezzo di artiglieria più potente in tutta la guerra fino ad ora, anche se in numero molto limitato. Ma, se si guarda alla capacità produttiva dei Caesar, si scopre che la stessa Francia ne ha solo 40-60 in totale, a seconda delle fonti. E ogni unità richiede ben 30 mesi per essere costruita – ci sono voluti qualcosa come 8 anni solo per realizzare le poche dozzine in loro possesso.
Naturalmente questo non significa che ne costruiscano uno alla volta e, da allora, il tempo di produzione è stato presumibilmente “dimezzato” – possono costruirne alcuni contemporaneamente, ma il totale di “75” è lontano ancora anni.
Uno stillicidio di pochi Caesar all’anno non servirà a molto quando l’Ucraina si troverà di fronte al collasso.
Il Regno Unito si trova in una situazione simile:
E ora parliamo di ATACMS
L’’ultimo, ingiustificato salto di gioia riguarda l’annuncio che anche gli Stati Uniti hanno “incrementato” la produzione di ATACMS fino a portarla all’enorme cifra di una “dozzina al mese”.
Il sito di cui sopra fornisce una ripartizione illuminante delle attuali scorte potenziali di ATACMS:
Ma, secondo stime di terzi, la Lockheed Martin ha prodotto un totale di 4.000 missili, di cui circa 600 sono stati utilizzati durante le ostilità e le esercitazioni. Tuttavia, dire che ne sono rimasti 3.400 sarebbe troppo affrettato.
Stimare il numero reale sulla base di dati pubblici è, in realtà, possibile. In questo caso, ad esempio, le informazioni sullo stock di missili che erano disponibili nell’aprile 2007 non sono un segreto. Secondo la scheda informativa, all’epoca, circa 2100 missili in varie versioni erano conservati negli arsenali dell’esercito americano.
Gli autori riferiscono che gli Stati Uniti [all’epoca] producevano solo 100 missili all’anno, più o meno:
Tuttavia, dobbiamo prestare particolare attenzione alla scadenza del 2020, perché quell’anno la Lockheed Martin aveva annunciato di aver ricevuto un ordine del valore di 426 milioni di dollari per la produzione di oltre 400 missili entro il 31 marzo 2023. Molto probabilmente, la cifra comprendeva sia la produzione di missili nuovi di zecca che il ricondizionamento di materiale obsoleto, ipotizziamo provvisoriamente una proporzione di 50/50.
Quindi, nel 2020, la Lockheed aveva firmato un accordo per produrre circa 400 missili entro il 2023, ma, probabilmente, solo per un 50% di missili nuovi e un 50% di missili ricondizionatii. Tenendo conto di tutto questo, la massima produzione potrebbe essere di circa 130 missili all’anno, più o meno, ovvero circa 11 missili al mese.
Dato che affermano di aver “accelerato”, e che dalla produzione dei proiettili da 155 mm sappiamo che l’accelerazione è probabilmente un processo molto graduale e non fulmineo, le “dozzine” ora prodotte al mese possono probabilmente riferirsi al massimo a 2 o 3 dozzine. Questo perché, senza costruire un impianto completamente nuovo, tutto ciò che si può fare in una fabbrica è aggiungere un altro turno, o due turni in più per un massimo di 3 turni da 8 ore. Calcolate poi la perdita di efficienza dovuta alla presenza di più linee di produzione contemporanee: potete ottenere 11 x 2 o 11 x 3 = 22 / 33, sottraete la perdita di efficienza e otterrete 20-25 missili al massimo al mese e, molto probabilmente, nemmeno quelli.
L’articolo precedente giunge ad una conclusione simile, anche se in modo più sottile.
Questo numero di missili può fare una grande differenza nella guerra in corso? Diciamo che dà all’Ucraina la capacità di lanciare ~20-25 ATACMS al mese. Dobbiamo però tenere conto di un tasso di intercettazione/fallimento/interferenza compreso tra il 25 e il 75%, tanto per fare un esempio. Ciò significa che l’Ucraina può aspettarsi di mettere a segno forse una mezza dozzina di colpi al mese, un risultato non certo in grado di modificare le sorti della guerra.
A proposito, queste sono le “ultime cifre” dell’Ucraina sui numeri dei missili russi – anche se dovrebbero essere prese con un granello di sale, ma almeno vale la pena guardarle:
Una cosa che l’articolo ammette in modo più o meno preciso, e che si vede anche nella produzione degli ATACMS, è che la maggior parte delle nazioni leader può produrre solo 10-20 missili di fascia alta al mese, come massimo. Il vantaggio della Russia è che ha molti tipi diversi di sistemi missilistici che vengono prodotti indipendentemente da varie società come Novator Design, Raduga, NPO Mash, Zvezda Strela, JSC Tactical Missiles Corp, ecc.
Anche se l’elenco di cui sopra è abbastanza accurato, mancano molti altri tipi di missili [russi] attualmente in produzione, come l’Iskander-M e K, il Kh-101, il Kh-59, il Kh-35 sparato da lanciatori Bal, ecc. E non si parla nemmeno delle bombe plananti che svolgono un ruolo simile, anche se più tattico e di prima linea:
Tra l’altro, quanto sopra contraddice chiaramente l’elenco precedente che indicava solo ~50 missili russi prodotti al mese. Se la Russia sta colpendo l’Ucraina con più di 300 missili al mese, allora questo è probabilmente un indicatore più attendibile della sua produzione mensile, anche se potrebbe includere un certo numero di missili tattici di prima linea come LMURS, Kh-36/38, ecc. che hanno una gittata più limitata, di circa 15-50 km.
Detto questo, credo che l’Ucraina abbia ricevuto un totale iniziale di circa 100 ATACMS, cosa che consentirà un ritmo di lanci più elevato nell’immediato futuro, anche se probabilmente si ridurranno poi alla quota mensile molto più bassa, evidenziata dai dati di produzione sopra riportati.
In un recente articolo, l’ufficiale ucraino Ivan Stupak ha dichiarato a Newsweek che l’Ucraina ha solo una breve finestra per utilizzare questi missili, poiché i russi si adattano molto rapidamente e li neutralizzeranno nel giro di pochi mesi, come hanno già fatto con gli GLSDB, gli JDAM-ER, gli Excalibur e, in larga misura, con gli HIMARS – questi ultimi missili sono ancora occasionalmente utilizzati con successo per colpire obiettivi isolati, ma non sono in grado di colpire nodi C2 ben protetti o centri industriali di qualsiasi tipo.
“I russi sono in grado di adattarsi in un periodo di tempo molto breve, quindi abbiamo al massimo due mesi prima che le Forze Armate russe si adattino agli ATACMS”, afferma Ivan Stupak, ex ufficiale del Servizio di Sicurezza dell’Ucraina e ora consigliere della commissione per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence del Parlamento ucraino.
La Russia riuscirà a contrastare i missili operativi-tattici ATACMS in un paio di mesi, ha dichiarato Ivan Stupak, consigliere della commissione per la sicurezza nazionale della Verkhovna Rada ucraina.
“Come sappiamo, i russi possono adattarsi in un periodo di tempo molto breve“, ha dichiarato Stupak a Newsweek, suggerendo che l’Ucraina “ha al massimo due mesi” prima che l’esercito russo riesca ad intercettare gli ATACMS.
Solo un mese o due fa, le forze missilistiche russe avevano dichiarato di essere già al lavoro per risolvere il problema:
Le Forze Armate della Federazione Russa stanno imparando ad abbattere gli “ATACAMS, afferma uno dei comandanti della difesa aerea”.
Questo comporta la creazione di contromisure, algoritmi operativi, studio delle traiettorie, delle manovre e della velocità di volo, monitoraggio dei lanci veri e propri.
Gli equipaggi dei sistemi di difesa aerea delle Forze Armate della Federazione Russa hanno già ricevuto le prime informazioni sui missili.
Detto questo, non sono ancora così ottimista come alcuni miei colleghi sulle capacità dei russi di difendersi dagli ATACMS. Non hanno ancora dimostrato la capacità di abbattere i missili in modo coerente. Di recente sono stati riportati numerosi casi di attacchi che la parte russa ha affermato di aver respinto completamente, anche se le immagini satellitari hanno poi mostrato che i campi d’aviazione russi erano stati effettivamente colpiti, come il recente caso del campo di Dzhankoi in Crimea:
Tuttavia, nel caso in questione, nessuna delle due parti è stata del tutto sincera. Sembra che gli ATACMS abbiano colpito il campo d’aviazione, ma non abbiano distrutto alcun S-300/400, come sostenuto dall’Ucraina. Sì, le foto satellitari dei giorni precedenti mostravano in quel luogo la presenza di una batteria AD, ma le immagini successive all’attacco evidenziano chiaramente gli impatti nel terreno, non i lanciatori dei missili o i radar distrutti – anche se potrebbero esserci delle attrezzature, è difficile dirlo con certezza. Inoltre, è possibile che la Russia abbia abbattuto il missile (o i missili) molto tardi, il che avrebbe fatto sì che la testata continuasse a sganciare le munizioni a grappolo in modo disordinato sul campo, ma questo è ancora problematico per un motivo che approfondirò in seguito.
Inoltre, c’è questa notizia, anche se è di parte ucraina e non è verificata:
La mia ipotesi è che la Russia sapesse che l’attacco era imminente e abbia spostato i sistemi in anticipo. Perché spostarli invece di abbattere i missili? Perché si fanno entrambe le cose: prima li si sposta per assicurarsi che non si trovino nel raggio d’azione dell’attacco, poi si può comunque tentare di abbattere i missili dalla nuova posizione. Per quanto impressionanti siano le capacità ISR dell’Ucraina alimentate dalla NATO, esse operano con un ritardo piuttosto lungo. Spesso i mezzi SIGINT, come gli RC-135 Rivet Joints britannici o gli RQ-4 statunitensi, volano la notte prima dell’attacco, o almeno ore prima per ottenere informazioni sulla posizione dei sistemi russi. Le coordinate di tiro vengono poi trasmesse ai sistemi missilistici ucraini, ma, se i mezzi russi cambiano posizione, non è possibile riorientare i missili. In breve, le informazioni dell’Ucraina sono di solito vecchie di 4-24 ore, non in tempo reale. Lo stesso vale per la ricognizione satellitare, che non è esattamente onnipresente.
Quindi l’Ucraina è costretta a lanciare i missili sperando che i mezzi AD russi, i loro bersagli, non vengano spostati, ma la Russia può prontamente riposizionarli nelle vicinanze ed essere comunque pronta a cercare di abbattere gli ATACMS. Tuttavia, dal momento che i missili hanno ottenuto almeno un impatto dimostrato contro una base aerea, significa che la Russia non ha ancora imparato ad abbatterli in modo coerente. Detto questo, se è stato usato un attacco a saturazione con 10-12 missili, come sostengono RYBAR e altri, allora la Russia potrebbe averne abbattuto il 70-85%, permettendo ad uno o due missili arrivare a bersaglio, cosa che sembra probabile, visti i pochi segni di impatto, soprattutto perché i missili usano munizioni a grappolo.
Inoltre, a differenza dei missili da crociera, che volano a bassa quota sotto le reti radar e che quindi danno alla difesa aerea russa almeno la scusa dell’impossibilità di rilevarli a grande distanza, gli ATACMS volano su un arco balistico ad alta quota e dovrebbero essere in piena vista dei più potenti radar S-300V/400 della Russia.
Ecco il problema:
Vedete come gli ATACMS devono sorvolare moltissime reti AD russe solo per raggiungere Dzhankoi e altre basi? Non c’è la scusa di volare “sotto” i radar. Gli ATACMS si trovano a decine di chilometri di altezza nel cielo, proprio alla distanza balistica che i sistemi russi dovrebbero essere in grado di tracciare per poi abbatterli facilmente. In teoria, gli ATACMS dovrebbero essere agganciati da qualche parte sopra la regione di Kherson molto prima di arrivare in Crimea, nella fase intermedia piuttosto che in quella terminale. Il fatto che [per intercettarli] i russi aspettino fino alla fase terminale è un brutto segno e questo potrebbe indicare l’incapacità russa di tracciare correttamente i missili, che potrebbe essere semplicemente un problema di addestramento piuttosto che una carenza meccanica/tecnica dei sistemi stessi.
Un analista si è occupato delle capacità della BMD (Ballistic Missile Defense) della Russia:
In primo luogo, gli intercettori. Attualmente i sistemi BMD più comuni sono (a) S-300PM/S-400 e Buk-M2/M3. Dopo di essi c’è (b) l’S-300V3/4. Ci sono anche sistemi di nuova generazione in servizio limitato (c) – S-350 e S-500.
La sfida della categoria (a) è la capacità di ricerca BMD. Il Buk, anche nelle versioni attuali, ha prestazioni BMD molto limitate; l’S-400 può fare meglio, ad esempio con il suo radar di gestione di battaglia, ma anche questo è piuttosto insoddisfacente. Per il resto, nonostante l’area protetta limitata, funziona.
La sfida è quindi, come spesso accade nel caso del BMD, nei sensori e nel C3. Mentre è possibile integrare diversi sistemi SAM, ad esempio avere un’unità S-300V4 che supporta diverse unità S-400 con il suo radar BMD, i comuni sistemi C3 legacy hanno cicli lunghi, ad esempio ~10 anni per Pyramid.
Per maggiori dettagli potete leggere il resto del thread, ma, in sostanza, quello che l’autore sta dicendo è che utilizzando un ibrido di sistemi più vecchi e più nuovi, l’infrastruttura C3 (comando, controllo e comunicazioni) russa per la rete di difesa aerea non è così integrata come si vorrebbe e quindi potrebbe essere in difficoltà contro gli ATACMS.
Naturalmente, questa è solo un opinione personale. È difficile sapere quanto corrisponda alla realtà, ma sappiamo da tutti i recenti incidenti di fuoco amico riguardanti gli A-50 o gli Il-76 russi, che esiste comunque un qualche tipo di problema. Sappiamo che ci sono grossi problemi con l’IFF [sistema di identificazione amico/nemico] e forse anche con il C3, come sostiene il thread di cui sopra.
Inoltre, sappiamo che gli ATACMS hanno avuto almeno un parziale successo in molti dei loro precedenti tentativi degni di nota, come l’attacco all’aeroporto per elicotteri di Berdiansk. Certo, forse non hanno distrutto tutti i Ka-52/Mi-28 come hanno dichiarato [gli ucraini], ma i missili sono riusciti a passare e abbiamo filmati di un Mi-8 in fiamme, come minimo.
Proprio il 4 maggio è stato rivendicato un altro attacco ATACMS su un sistema Iskander russo. Anche in questo caso, le immagini mostrano danni ad un piccolo campo, ma l’effettiva distruzione di qualsiasi risorsa è inconcludente e discutibile. Ma il punto è che il missile ha comunque colpito qualcosa.
Due giorni prima, un ATACMS aveva colpito con successo un concentramento di truppe russe vicino al confine tra Lugansk e la Russia, anche in questo caso sorvolando una ampia copertura AD russa, il che dimostra che [i russi] non sono ancora in grado di tracciare o ingaggiare questo missile in modo coerente.
E, al momento in cui scriviamo, un sospetto attacco ATACMS ha colpito una raffineria di petrolio a Lugansk questa notte:
Tenete presente che:
L’Ucraina sta ancora utilizzando i missili in modo molto selettivo nelle aree a bassa copertura. Se gli ATACMS fossero effettivamente in grado di penetrare le regioni a più alta densità di stratificazione antiaerea, allora vedremmo andare in fumo tutto a Sebastopoli e in molti altri luoghi. Quindi non dico che questo sia un problema critico, ma piuttosto dimostra che l’AD della Russia è in grado di essere penetrata in alcuni punti.
A quanto pare, la Russia ne sta prendendo atto e agisce di conseguenza, perché gli ultimi rapporti affermano che, con l’arrivo di un maggior numero di ATACMS, in particolare quelli più recenti e a più lunga gittata, la Russia ha iniziato a ritirare alcuni mezzi verso campi d’aviazione più lontani.
La forza complessiva delle unità dell’aviazione nemica schierate direttamente nelle basi aeree avanzate è diminuita da 303-305 unità di aviazione da combattimento e speciale a 280-283 unità.
Quattro caccia Su-30SM e quattro aerei d’attacco Su-25 sono stati trasferiti da Eisk alle basi aeree di Privolzhsky e Armavir. Otto aerei d’attacco Su-25 da Taganrog sono ora a Budenovsk. Quattro caccia MiG-31BM da Primorsko-Akhtarsk sono stati trasferiti a Privolzhsky. Due caccia Su-35 da Tikhoretsk sono ora di stanza ad Akhtubinsk. Cinque caccia Su-30SM da Krymsk sono stati trasferiti a Privolzhsky. Quattro aerei d’attacco Su-25 da Millerovo sono trasferiti a Budennovsk. Cinque caccia Su-30SM e cinque bombardieri Su-24M da Saki sono ora a Eisk. Due caccia Su-35 da Baltimora (Voronezh) sono trasferiti a Lipetsk. Dopo un attacco missilistico delle Forze di Difesa ucraine su Kushchevskaya, sono stati trasferiti fino a sette caccia Su-35 da Akhtubinsk. Complessivamente, durante la giornata 43 aerei di vario tipo sono stati ritirati dall’area presa di mira dalle Forze di Difesa ucraine.
Ma, ancora una volta, ricordate quello che aveva detto l’ufficiale ucraino nell’articolo precedente, loro stessi credono di avere solo una finestra di un paio di mesi prima che la Russia si adatti completamente, e credo che andrà probabilmente così.
Ci vuole un po’ di tempo, perchè l’ATACMS deve essere “profilato” in azione da alcuni sistemi AD di prima linea, che inizialmente potrebbero avere qualche difficoltà. Poi gli ingegneri devono studiarne la telemetria e creare un “profilo” personalizzato che potrà essere scaricato in tutte le unità di prima linea attive, il che consentirà ai sistemi di tracciare in modo molto più accurato le caratteristiche di volo tipiche dell’ATACMS. Questo processo di “aggiornamento dei sistemi” può richiedere alcuni mesi.
Inoltre, ricordiamo che nessun Paese al mondo ha ancora dimostrato di riuscire ad intercettare la totalità dei missili balistici in un contesto di guerra reale, non in manovre/esercitazioni altamente controllate. Non solo i sistemi AD più avanzati della NATO non sono riusciti a fermare gli Iskander russi negli attacchi a Kiev, Kharkov e altrove, ma, di recente, abbiamo visto la balistica iraniana umiliare le difese combinate di Israele e della NATO. In effetti, Israele ha appena rivelato che i sistemi statunitensi, in particolare, sono stati un flop totale e ha annunciato che dismetterà i suoi missili Patriot a causa della loro inutilità:
L’unico motivo per cui sto sprecando così tanto fiato digitale è che molti si aspettano a breve un grande attacco ATACMS sul ponte di Kerch. In effetti, alcuni se lo aspettavano oggi, per rovinare l’insediamento di Putin, mentre il 9 maggio, Giorno della Vittoria, è l’altra finestra critica.
Distruggere il ponte di Crimea alla vigilia del 9 maggio è un’idea dell’Occidente, secondo un analista azero.
Gli attacchi al ponte di Crimea non hanno alcun significato pratico e sono uno stupido spreco di risorse, già scarse, per i missili ucraini”. Lo ha dichiarato l’esperto militare azero Agil Rustamzade alla trasmissione del canale Direct TV, come riporta il corrispondente di PolitNavigator.
I recenti titoli dei giornali hanno sottolineato ciò che sappiamo da tempo: la Russia non usa più il ponte di Kerch nemmeno per i trasporti militari, e ora ha un’intera rete di strade e ferrovie di nuova costruzione per raggiungere la Crimea via terra:
Ma se l’Ucraina dovesse tentare di colpire Kerch con gli ATACMS, non credo che avrebbe molto successo, a parte forse danneggiare il piano stradale, che dovrebbe essere ripavimentato, o forse anche abbattere uno o due segmenti di campata, questo perché gli ATACAMS non hanno la precisione necessaria per colpire i sostegni veri e propri, gli ancoraggi chiave del ponte. Numerosi missili dovrebbero colpire lo stesso identico supporto per garantirne la distruzione, e le possibilità sono molto basse in un ambiente fortemente contestato da AD/EW. Il motivo è che gli ATACMS utilizzano esclusivamente il GPS/INS, sistema inutile in un ambiente disturbato, mentre i missili come lo Storm Shadows sono dotati di TERCOM/DSMAC (Digital Scene Matching Area Correlation) avanzati che consentono ad una telecamera di bordo di abbinare il bersaglio a foto satellitari pre-memorizzate, quando il GPS non funziona.
Ricordiamo che, nell’audio segreto [diventato poi di pubblico dominio], i generali tedeschi stimavano di aver bisogno di 20-40 missili Taurus per disabilitare il ponte.
Tra l’altro, l’ATACMS a testata singola (piuttosto che con munizioni a grappolo) ha un carico bellico relativamente piccolo, solo 214 kg: è la metà di una testata Storm Shadow e 1/4 di q1uella delle varianti più grandi dell’Iskander. E ricordiamo che gli Storm Shadow avevano già colpito il ponte Chongar in Crimea [arrecando un danno minimo]:
Il Kerch è molto più grande, più largo e più robusto del piccolo ponte civile locale di Chongar. Fate voi i conti. La vera minaccia dell’ATACMS è la variante con munizioni a grappolo, che può coprire un’ampia superficie e distruggere obiettivi non fortificati. Ma è del tutto inutile contro bersagli robusti come i ponti, ai quali non arrecherebbe alcun danno. La variante dell’ATACMS a testata singola non è molto impressionante.
In conclusione: non sono convinto che l’Ucraina possa effettivamente fare qualcosa al Kerch con l’ATACMS. In secondo luogo, con il passare del tempo l’ATACMS diventerà probabilmente sempre più inefficace, man mano che la Russia adatterà i suoi sistemi e le sue tattiche e gli operatori della difesa aerea ne avranno padroneggiato le caratteristiche.
Per riassumere: l’ATACMS e tutti gli altri aiuti non salveranno l’Ucraina, ci vorrebbe piuttosto “un esercito completamente nuovo”. E, anche in questo caso, lo scenario migliore sarebbe comunque quello di “costringere Mosca a negoziare” – addio ai sogni del 1991 e del 2022.
–
Per concludere, ecco la trascrizione inglese del discorso integrale pronunciato oggi da Vladimir Putin in occasione del suo insediamento.
Come la maggior parte dei discorsi, è stato un po’ banale. Tuttavia, un aspetto fondamentale è stata l’attenzione allo sviluppo economico e sociale, alla stabilità della popolazione, fondamentale all’ombra della guerra. Qualche settimana fa, Putin aveva rilasciato un’altra intervista chiave, in cui aveva dato una piccola risposta, passata inosservata ma estremamente rivelatrice delle prospettive strategiche generali per l’Operazione Militare Speciale.
In sostanza, aveva affermato che l’obiettivo più importante è mantenere la stabilità della società e lo sviluppo economico. Sebbene possa sembrare ovvio o scontato, è stata una delle poche volte in cui lo ha enunciato espressamente in relazione agli obiettivi dell’OMS. In altre parole – secondo me – stava sostanzialmente dicendo: la stabilità e lo sviluppo della società sono della massima importanza, e l’OMS è subordinata a questo.
Questo risponde alla grande domanda che molti si sono posti fin dall’inizio: perché la lentezza del conflitto, perché nessuna dichiarazione di “guerra totale”, arruolamenti forzati, provocazioni ed escalation massicce contro la NATO (come l’abbattimento dei loro velivoli nel Mar Nero, ecc). Ecco perché: Putin ritiene che la cosa di gran lunga più importante sia proteggere la società dagli effetti dell’OMS e mantenere l’operazione su una sorta di binario parallelo ma isolato. Possiamo non essere d’accordo con questa visione, ma è così. Ma sappiate che questo punto di vista può nascere solo dalla consapevolezza che gli obiettivi dell’OMS sono raggiungibili unicamente con una gestione del conflitto a “bassa intensità”. Se questa non fosse una sua ferma convinzione, con tutta probabilità Putin non avrebbe altra scelta che istituire un’economia di guerra totale, in stile Seconda Guerra Mondiale.