IL FUTURO DELL’UCRAINA È NEL GRANDE RESET
Queste sono le parole del ministro ucraino per la Trasformazione digitale Mykhailo Fedorov, che ha postato su Twitter un video patinato che mostra il futuro fantascientifico dell’Ucraina. Il video illustra i piani dell’Ucraina (dopo la vittoria sulla Russia, ovviamente!) per diventare il “Paese più libero e conveniente nei prossimi 10 anni”.
In questo scenario teorico, l’Ucraina è “il primo Paese ad abbandonare la carta moneta”, dove abbondano i programmi di tele-sanità e di tele-istruzione, dove le decisioni dei tribunali sono guidate dall’intelligenza artificiale e dove le città possono persino difendersi con un “iron dome [sistema antimissili] ultramoderno”.
Ma il contrasto tra le vanterie del video e la terribile realtà dell’Ucraina sul campo di battaglia diventa di giorno in giorno sempre più inquietante. I rapporti del novembre 2022 ammettevano tranquillamente che circa 100.000 soldati ucraini erano stati uccisi o feriti in azione, e documenti apparentemente trapelati dell’aprile 2023 rivelavano la posizione particolarmente debole dell’Ucraina in guerra, con le perdite ucraine che superavano quelle dei russi in rapporto di quattro a uno. Nel frattempo, le lamentele per la scarsità di munizioni – che l’Ucraina esaurisce più velocemente delle forniture che arrivano dagli Stati Uniti e dalla NATO – si sono moltiplicate, e, a fine febbraio, era stato riferito che, nel “tritacarne” di Bakhmut, il tempo di sopravvivenza dei soldati ucraini impegnati in battaglia era solo di quattro ore. Nel frattempo, milioni di ucraini sono espatriati, mentre l’inflazione alle stelle e i prezzi dell’energia hanno ridotto il tenore di vita in Europa e a livello internazionale.
Ma, mentre la guerra si protrae, i funzionari ucraini si sono concentrati sui presunti “lati positivi” del conflitto, vantandosi dei nuovi sviluppi tecnologici e delle possibilità di investimento emerse durante il conflitto, come l’applicazione Diia “lo Stato in uno smartphone”, l’e-hryvnia, le crescenti capacità tecnologiche stimolate dal coinvolgimento delle imprese in Ucraina durante la guerra, l’ulteriore cristallizzazione del partenariato pubblico-privato come strumento della società civile e la nascente rivoluzione “verde” dell’Ucraina, che dovrebbe sbocciare durante la sua futura ricostruzione sostenuta dall’élite.
Sebbene queste e altre iniziative in corso nell’ambito degli sforzi bellici e nella futura ricostruzione dell’Ucraina siano fatte in nome della modernizzazione, della convenienza e della democrazia, in realtà creano una situazione tecnologica e politica che potrebbe privare i cittadini dell’Ucraina, e di tutte le nazioni, della loro sovranità, privacy e dignità.
Come illustro in questo pezzo investigativo, tali sforzi fanno parte di una più ampia spinta verso gli aspetti correlati della Quarta Rivoluzione Industriale, l’odierna rivoluzione tecnologica che unifica la sfera fisica, digitale e biologica, e quella del Grande Reset del Forum Economico Mondiale, un’iniziativa guidata dalle élite tesa ad instaurare la visione di Klaus Schwab del capitalismo degli stakeholder, in cui le aziende assumono il ruolo di “fiduciari della società” per affrontare i problemi economici e sociali del mondo.
Attualmente, i due fenomeni facilitano una nuova era sociale, in cui strutture di governance opache e corporative minano i tradizionali organi governativi e i processi decisionali attraverso l’attuazione diffusa di iniziative politiche trasformative imposte dall’alto verso il basso, con partenariati pubblico-privati che consolidano il loro potere e crisi che ampliano il controllo dell’élite sulla società.
Se eseguiti con successo, il risultato finale di questi sforzi potrebbe essere un incubo tecnocratico, in cui i progressi digitali della Quarta Rivoluzione Industriale verrebbero sfruttati dall’élite al potere per garantire ed esercitare il proprio dominio attraverso strutture di governance globale sottratte al controllo del pubblico.
Spogliata di fatto della sua sovranità dopo l’Euromaidan del 2014, sostenuta dagli Stati Uniti, gravata da debiti enormi e martellata da un “ordine basato su regole” occidentali che, in realtà, brama la guerra all’interno dei suoi confini, la disperazione dell’Ucraina e il suo status di carne da cannone prima e durante la guerra per procura in corso da parte della NATO la rendono il terreno di prova ideale per il Grande Reset, un Paese dove si mettono in pratica i vari aspetti della Quarta Rivoluzione Industriale – che presto saranno imposti anche a tutti noi.
L’App DIIA: lo “Stato in uno smartphone”
Per dare il via alla sua rivoluzione tecnologica, l’Ucraina ha istituito il Ministero della trasformazione digitale. Preceduto dall‘Agenzia di Stato per l’e-governance in Ucraina, la missione principale del Ministero della trasformazione digitale, a partire dal 2019, è stata quella di creare una applicazione per lo “Stato in uno smartphone” – l’app Diia (Дія) – e trasferire tutti i servizi pubblici online. Tra gli altri obiettivi chiave del Ministero vi è l’aumento dell’alfabetizzazione digitale degli ucraini, dell’accesso a Internet e della quota dell’IT nel PIL ucraino entro il 2024.
Connubio perfetto tra le ultime novità tecnologiche e lo Stato, l’app Diia, fiore all’occhiello del Ministero, è forse la manifestazione più evidente della Quarta Rivoluzione Industriale in Ucraina. Presentata alla fine del 2019 come progetto del Ministero per la Trasformazione Digitale con lo slogan “lo Stato in uno smartphone“, l’app Diia è ora uno “sportello unico” per 120 servizi governativi digitali, come la registrazione delle imprese, la richiesta di benefici governativi, il pagamento delle tasse e l’ottenimento di documenti come la carta d’identità digitale, la patente di guida digitale e il passaporto biometrico digitale, servizi che, dal 2021, hanno tutti lo stesso valore legale dei loro equivalenti cartacei. “Diia” significa “azione”.
Due giorni dopo il lancio ufficiale di Diia, nel 2020, 360.000 ucraini avevano scaricato la patenta di guida digitale utilizzando l’applicazione, cosa che, secondo il Consiglio Atlantico, riflette “l’enorme appetito per la digitalizzazione all’interno della società ucraina, soprattutto tra i giovani”. All’inizio del 2023, circa 18,5 milioni di persone, la metà circa della popolazione ucraina prebellica, utilizzavano l’applicazione.
Diia sarà anche all’avanguardia, ma il suo modello ipercentralizzato e multiservizio crea una serie di problemi etici. L’utilizzo diffuso tramite Diia del Digital ID e di altri documenti legali digitali dovrebbe far scattare un campanello d’allarme. Ad esempio, un rapporto del 2018 del WEF sull’ID digitale ammetteva persino la possibilità che l’ID digitale potesse fungere da strumento di esclusione, affermando che “per gli individui, [i documenti d’identità verificabili] aprono (o chiudono) il mondo digitale, con i suoi posti di lavoro, le attività politiche, l’istruzione, i servizi finanziari, l’assistenza sanitaria e altro ancora”. Nonostante questo riconoscimento, gli autori del rapporto e altri sostenitori insistono sul fatto che l’ID digitale è uno strumento chiave per “l’inclusione finanziaria e sociale” in un mondo sempre più digitale (naturalmente, a condizione che l’ID digitale venga fornita a tutti).
In modo critico, la normalizzazione dell’ID digitale da parte di Diia e la disponibilità online di altri servizi governativi e sociali non ha fatto altro che accelerare il processo di identificazione digitale di massa e, di conseguenza, la moltitudine di problemi legati alla privacy e alla libertà che questo potrebbe comportare per la popolazione, sia in Ucraina che a livello internazionale. Nonostante i continui timori che l’identificazione digitale possa facilitare una società di controlli in stile “documenti, prego” (come era successo con i passaporti vaccinali nel 2021-2022, attuati in gran parte tramite codici QR e applicazioni per smartphone) o che possa essere utilizzata come arma per discriminare le popolazioni emarginate. Juniper Research stima che i governi emetteranno circa 5 miliardi di credenziali di identificazione digitale entro il 2024 e un rapporto di Goode Intelligence del 2019 prevedeva che, sempre entro il 2024, l’identità digitale e i relativi controlli sarebbero stati un mercato da 15 miliardi di dollari.
La caratteristica del Digital ID di Diia è che Diia viene utilizzata per verificare gli utenti di altre app, come le app bancarie per istituzioni, come monobank e la Banca dell’Ucraina, il corriere postale privato Nova Poshta e persino eVorog, un chatbot che permette ai cittadini ucraini, la cui identità viene prima verificata tramite Diia, di inviare in tempo reale al governo ucraino informazioni sulle attività militari russe. Diia ha anche fornito sussidi di guerra di 6.500 grivna (per un valore di circa 176 dollari nell’aprile 2023) ai cittadini più colpiti dal conflitto e accetta anche donazioni per l’esercito, e questo fa capire che l’Ucraina ha deciso che Diia potrebbe anche essere un aiuto diretto per i suoi sforzi bellici.
Naturalmente, la crisi è uno dei principali catalizzatori del successo di Diia. In un post sul blog dell’Atlantic Council, Fedorov ha osservato che la pandemia di Coronavirus ha accelerato l’uso di Diia in Ucraina, dove la popolazione, oppressa dalle restrizioni, poteva quasi sempre accedere solo alle versioni digitali dei servizi pubblici, servizi che prima venivano utilizzati in presenza.
In effetti, l’applicazione Diia aveva contribuito a far rispettare le restrizioni COVID, producendo certificati COVID validi in tutta l’Unione Europea. Secondo il Tony Blair Institute for Global Change, “l’adozione [dell’app Diia] è stata in parte guidata dal suo utilizzo come piattaforma per i certificati Covid e dall’introduzione di ePidtrimka (“eSupport”) – un pagamento una tantum di 1.000 UAH [circa 27 dollari USA nell’aprile 2023] per gli ucraini completamente vaccinati collegato a una carta bancaria digitale”. In Ucraina, i restrittivi passaporti di vaccinazione COVID, che in pratica bandiscono le persone non vaccinate dalla vita pubblica, erano stati anch’essi istituiti tramite Diia, nonostante la bassa diffusione della vaccinazione tra gli ucraini, il che implica che la tecnologia e l’uso diffuso di Diia avevano ulteriormente amplificato la coercizione sociale alla vaccinazione. Al momento in cui scriviamo, gli ucraini hanno scaricato o avuto accesso a oltre 10 milioni di certificati COVID.
Essendo una app a portata di mano di decine di milioni di persone, Diia è stata sfruttata anche come hub mediatico, consentendo agli utenti di guardare programmi importanti, come Eurovision, CNN e la finale della Coppa del Mondo FIFA. Sebbene questo aspetto di Diia fosse stato successivamente accantonato, il Ministero ucraino per la trasformazione digitale aveva in programma con Apple di condurre tramite Diia il censimento del 2023.
Questi sviluppi evidenziano l’uso di Diia non solo come servizio governativo, ma anche come centro ipercentralizzato per gran parte della vita quotidiana. Essendo un servizio così critico, è facile capire quanto sia grande il potenziale di sorveglianza di questa app governativa o persino la manipolazione a fini politici dei servizi pubblici basati sulle app. Dopo l’annuncio del rilascio di Diia, il problema non era passato inosservato nella società ucraina: secondo Rest Of World, i media ucraini avevano inizialmente ridicolizzato l’app come “il grande fratello in uno smartphone”.
Le violazioni dei dati presenti su Diia, inoltre, potrebbero mettere a rischio, e hanno già messo a rischio, le informazioni sensibili personali. Come riportava il NYT, nel gennaio 2022 gli hacker erano riusciti a paralizzare “gran parte dell’infrastruttura digitale del governo rivolta al pubblico”, tra cui Diia e una serie di ministeri e siti web governativi.
Non sorprende che dietro lo sviluppo di Diia ci sia lo zampino degli Stati Uniti. Dopo aver fornito anni di assistenza legale, finanziaria e tecnica a Diia, l’amministratrice dell’USAID ed ex ambasciatrice delle Nazioni Unite Samantha Power nel 2023 aveva espresso a Davos l’intenzione di espandere l’uso dell’applicazione in altre parti del mondo, soprattutto nel Sud globale. Una dichiarazione stampa dell’USAID del gennaio 2023 aveva inoltre evidenziato lo stanziamento di 650.000 dollari da parte dell’organizzazione per “avviare in altri Paesi l’adozione di sistemi simili a Diia e dei servizi di tecnologia digitale che li sostengono”. Poiché l’USAID è ampiamente sospettata di essere una copertura della CIA, il finanziamento e l’interesse dell’organizzazione a diffondere Diia a livello internazionale dà un’altra dimensione alle possibilità di sorveglianza attraverso l’applicazione stessa: la raccolta di dati per la comunità di intelligence.
Nonostante i pressanti problemi di sicurezza e di etica, Diia ha già portato in altri Paesi alla creazione di applicazioni governative per smartphone, come l’estone mRIIK. In un’intervista a Radio Svoboda, sostenuta dagli Stati Uniti, Mykhailo Fedorov ha spiegato che numerosi altri Paesi sono in trattative sulla possibilità di introdurre applicazioni equivalenti.
In altre parole, Diia e le sue controparti, sostenute dalla COVID e dalla guerra, sono pronte a conquistare il mondo.
L’e-hryvnia
Mentre l’app Diia continua a crescere, la Quarta Rivoluzione Industriale avanza anche grazie ai grandi cambiamenti apportati al sistema finanziario, soprattutto per quanto riguarda l’imminente introduzione delle valute digitali delle banche centrali (CBDC). I sostenitori delle CBDC, in pratica la valuta fiat di un Paese in formato digitale, spesso sorvolano sulle possibilità di sorveglianza e controllo della moneta elettronica promettendo solo convenienza, trasparenza e modernità.
Per quanto riguarda le CBDC, la versione ucraina sta avanzando rapidamente, nonostante la guerra. I funzionari ucraini sperano di lanciare la CBDC ucraina, la e-hryvnia, nel 2024. Creata dalla Banca Nazionale Ucraina (NBU), la e-hryvnia mira a “svolgere efficacemente tutte le funzioni della moneta e a integrare tutti i tipi di hryvnia, contanti e non”. Secondo la Banca Nazionale Ucraina, l’attuazione della e-hryvnia contribuirà a digitalizzare ulteriormente l’economia, ad aumentare la trasparenza e la fiducia nella moneta e a promuovere i metodi di pagamento non in contanti in Ucraina. Per incoraggiarne l’uso, Mykhailo Fedorov ha chiesto che lo stipendio gli venga pagato nella nuova CBDC.
L’e-hryvnia funzionerà probabilmente sulla rete blockchain Stellar, con cui la banca commerciale ucraina, Tascombank, ha collaborato per un progetto pilota di e-hryvnia. Nata come rete blockchain decentralizzata open-source “progettata pensando alle valute digitali delle banche centrali (CBDC)”, Stellar è una rete pubblica sostenuta dalla fondazione no-profit Stellar Development Foundation (SDF). Secondo l’amministratrice delegata di SDF e collaboratrice dell’Agenda del World Economic Forum, Denelle Dixon, la missione di SDF è quella di tendere all’“inclusione finanziaria globale“, una parola d’ordine che gruppi d’élite come il World Economic Forum e il Fondo Monetario Internazionale hanno usato per raccogliere il sostegno e la partecipazione al paradigma delle CBDC. Mentre si sforza di diventare uno “standard di pagamento globale“, Stellar è pronta a fare molto di più che facilitare l’introduzione della e-hryvnia. La banca tedesca Bankhaus von der Heydt ha scelto Stellar per contribuire allo sviluppo di una futura Stablecoin europea e Stellar sta collaborando con Mercado Bitcoin per sviluppare una CBDC brasiliana.
Pietra miliare della Quarta Rivoluzione Industriale per la sua eccezionale capacità di memorizzare in modo sicuro i dati, il sistema tecnologico a libro mastro digitale distribuito, noto come blockchain, verrebbe istituzionalizzato anche in Ucraina se la e-hryvnia venisse lanciata in collaborazione con Stellar. Il rapporto pilota sulla CBDC e-hryvnia 2023 di Tascombank ha sottolineato i presunti vantaggi dell’emissione della valuta digitale tramite blockchain, come “maggiore trasparenza e responsabilità”, “maggiore sicurezza e riservatezza dei dati dei clienti”, funzionalità e bassi costi legati all’utilizzo del sistema. In generale, i sostenitori delle CBDC ne vantano la convenienza, il potenziale come strumento anti-corruzione e come modo inclusivo di bancarizzare i “non bancarizzati“, cioè coloro che non usano o non possono accedere ai servizi finanziari tradizionali.
Tuttavia, i critici notano che la CBDC non è una soluzione unica ai problemi attuali del sistema finanziario. Come sostiene Martin C.W. Walker nella London School of Economics (LSE) Business Review, “non è nemmeno ovvio perché la CBDC sia la migliore alternativa”. Nel frattempo, le preoccupazioni legate alla sorveglianza e al controllo proliferano perché la promozione delle CBDC da parte dei governi suggerisce che le autorità potrebbero facilmente ottenere accesso diretto alla cronologia delle transazioni. Nel caso in cui le CBDC diventassero programmabili, i governi potrebbero teoricamente programmare o pilotare in altro modo le modalità e i tempi di utilizzo del denaro da parte degli utenti, o il blocco dello stesso, creando un potenziale abuso. I ricercatori della Duke University nel loro blog FinReg concordano, asserendo senza mezzi termini che “gli Stati sovrani potrebbero abusare delle CBDC per favorire i loro programmi di antiriciclaggio, di indagine e prevenzione del crimine o di controllo sociale”. La Presidentessa della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha inavvertitamente rivelato la capacità di controllo sociale delle CBDC in colloquio telefonico [in cui pensava di parlare con Zelensky], ammettendo che “ci sarà un controllo” dopo che l’individuo che si spacciava per Zelensky aveva dichiarato che “il problema [con le CBDC] è che [le persone] non vogliono essere controllate”.
A peggiorare la situazione c’è il fatto che le CBDC saranno probabilmente collegate agli ID digitali. Secondo il Financial Times, nel 2021 lo stato della ricerca e della sperimentazione sulle CBDC aveva suggerito che la creazione di una moneta digitale al di fuori di una sorta di identità digitale universale o di un sistema di tracciamento era “quasi impossibile” e che “le CBDC sarebbero state probabilmente legate a conti personali, comprensivi di dati personali, storia creditizia e altre forme di informazioni rilevanti”. Nel caso dell’Ucraina, un precedente progetto pilota di e-hryvnia aveva utilizzato portafogli elettronici anonimi, evidenziando che l’e-hryvnia potrebbe essere attuata sia in modo anonimo che con l’identificazione dell’utente. Ad esempio, il più recente progetto pilota di Tascombank per identificare gli utenti ha seguito le procedure standard Know Your Client (KYC) e Anti-Money Laundering (AML).
McKinsey sostiene che l’ID digitale potrebbe semplificare le procedure KYC e AML, e Kiev dispone già di una ID digitale funzionale, tramite Diia, che può essere utilizzata a fini legali. Sembra quindi plausibile o probabile che la futura e-hryvnia possa essere collegata ad una ID digitale, vincolando così gli ucraini a qualsiasi condizione il governo ucraino decida di utilizzare al momento del lancio e della programmazione della CBDC.
Sebbene l’e-hryvnia non sia ancora disponibile, l’Ucraina sembra pronta a sviluppare e lanciare la valuta nei tempi previsti, come parte della più ampia trasformazione digitale che considera vitale per il suo successo e il suo futuro. Se verrà lanciata con successo, l’e-hryvnia potrebbe mettere gli ucraini di fronte alle stesse prospettive di sorveglianza, monitoraggio e controllo di massa che il più ampio fenomeno delle CBDC pone altrove, nella vertiginosa spinta globale verso la Quarta Rivoluzione Industriale.
Imprese e partenariati pubblico-privati alimentano la macchina da guerra e gli sforzi per la ricostruzione dell’Ucraina
La distruzione bellica dell’Ucraina significa che, dopo il conflitto, saranno necessari grandi sforzi per la ricostruzione. L’élite propone di affrontare tali necessità attraverso investimenti, soluzioni e partnership private che mirano a plasmare una nuova Ucraina in accordo con le esigenze della Quarta Rivoluzione Industriale e del Grande Reset, minando al contempo qualsiasi processo democratico ancora esistente all’interno delle precedenti strutture di potere.
Anche se istituzioni come il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sottolineano che la cooperazione pubblico-privato è fondamentale per il futuro dell’Ucraina, società come BlackRock, Google, Microsoft e Palantir stanno acquisendo il controllo sugli sforzi bellici e di ricostruzione dell’Ucraina attraverso varie forme di assistenza, memorandum d’intesa e tentativi per garantire le infrastrutture e lo sforzo bellico dell’Ucraina. Sebbene tali accordi diano a questi gruppi un’influenza significativa sull’Ucraina e sul suo futuro, essi non hanno un mandato elettorale e non devono rispondere al pubblico.
Consapevoli della disperazione del Paese, dell’enorme debito e delle crescenti esigenze di ricostruzione, i funzionari ucraini sembrano desiderosi di svendere il futuro dell’Ucraina ai migliori offerenti. “L’Ucraina è la storia di una vittoria futura e l’occasione per voi di investire ora in progetti del valore di centinaia di miliardi di dollari per condividere la vittoria con noi”, aveva detto Zelensky all’apertura virtuale di una sessione di trading della Borsa di New York nel 2022. Zelensky, Fedorov e altri funzionari pubblici ucraini sono apparsi spesso in occasione di eventi internazionali di alto livello per chiedere investimenti, assistenza e partnership, come ad esempio a Davos nel 2023, al Web Summit nel 2022 e alla Viva Technology Conference dello scorso anno, dove Zelensky era apparso addirittura sotto forma di ologramma per chiedere assistenza agli imprenditori e agli investitori presenti.
Ma la ricerca da parte dell’Ucraina di assistenza da parte dell’élite e delle aziende rappresenta la fine della poca sovranità che le era rimasta. Dopo tutto, il denominatore comune in questi sforzi di guerra e di ricostruzione è l’enfasi sulla collaborazione tra pubblico e privato, soprattutto attraverso partenariati pubblico-privati antidemocratici, in cui i meccanismi di responsabilità pubblica vengono via via inattivati attraverso l’offuscamento delle tradizionali strutture di potere, mentre le entità private, che in gran parte non rispondono al pubblico, usurpano responsabilità, risorse e ruoli che un tempo appartenevano ai governi. Alla fine del 2022, l’Ucraina stava addirittura riformando il proprio quadro giuridico per meglio facilitare e incoraggiare tali relazioni.
In effetti, lo sforzo bellico dell’Ucraina è infestato da partenariati pubblico-privati e da relazioni aziendali su cui il Paese ha in definitiva poca influenza. In risposta alla guerra, investitori e benefattori di dubbia provenienza stanno utilizzando programmi ucraini di raccolta fondi e assistenza, come Advantage Ukraine e United24, sostenuti dall‘USAID.
Inoltre, giganti aziendali come la multinazionale BlackRock e la mega-banca JP Morgan stanno comprando il futuro dell’Ucraina. Zelensky e l’amministratore delegato di BlackRock, Larry Fink, nel dicembre 2022 avevano concordato di concentrarsi “sul coordinamento degli sforzi di tutti i potenziali investitori e partecipanti alla ricostruzione [dell’Ucraina], incanalando gli investimenti nei settori più rilevanti e d’impatto dell’economia ucraina”. Un memorandum d’intesa tra BlackRock Financial Markets Advisory (BlackRock FMA) e il Ministero dell’Economia ucraino aveva formalizzato questi accordi con “l’obiettivo di creare l’opportunità per gli investitori pubblici e privati di partecipare alla futura ricostruzione e alla ripresa dell’economia ucraina”.
Sottolineando la portata del potenziale coinvolgimento di BlackRock, Fink avrebbe detto a Zelensky che “se ci darete l’incarico… non creeremo nuovi oligarchi, creeremo una nuova Ucraina”. Ma, come creatore di una “nuova Ucraina”, BlackRock gestisce già decine di trilioni di dollari in attività, “dominando in questo modo i settori finanziario, assicurativo e immobiliare” a livello internazionale, ed è fortemente coinvolta in una serie di importanti società e organizzazioni mediatiche, cosa che, forse, rende l’amministratore delegato di BlackRock, Larry Fink, come scrive Joyce Nelson su CounterPunch, la persona più potente del mondo. L’interesse di BlackRock per la “creazione di una nuova Ucraina” rappresenta probabilmente un’altra attività predatoria della società.