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      • La Russia sta perdendo?

      La Russia sta perdendo?

      I media mainstream sono pieni di notizie secondo cui la Russia intende ridurre le spese militari l’anno prossimo e quello successivo.

      Il 27 giugno 2025, durante una conferenza stampa a Mosca, il Presidente Vladimir Putin ha annunciato l’intenzione di ridurre le spese militari della Russia a partire dal 2026.

      Questa decisione arriva dopo un aumento storico del 25% delle spese per la difesa nel 2025, che ha portato la spesa militare al 6,3% del PIL, in concomitanza con una marcata decelerazione dell’espansione economica e una riduzione del 24% delle entrate energetiche previste.

      Putin ha riconosciuto che l’aumento della spesa militare ha contribuito alla persistente inflazione prevista al di sopra dell’8% nel 2025, mentre i negoziatori russi e ucraini rimangono in contatto e Mosca si è preparata a restituire 3.000 corpi di soldati ucraini. 

      Il 25 giugno, i membri della NATO hanno concordato di aumentare i loro bilanci combinati per la difesa fino al 5% del PIL entro i prossimi dieci anni, una mossa che il Presidente Vladimir Putin ha condannato affermando che l’aumento della spesa andrebbe principalmente a beneficio degli appaltatori della difesa statunitensi e ha sottolineato che questa è una questione che spetta alla NATO decidere, indipendentemente dalla Russia.

       Le riduzioni proposte nel bilancio della difesa della Russia potrebbero alterare la sua posizione militare internazionale, influenzare l’occupazione nel settore della difesa e indicare un più ampio aggiustamento fiscale in risposta alla persistente inflazione, alle sanzioni e alle sfide economiche che il Paese deve affrontare.

       

      Si noti l’ultima frase: “un più ampio aggiustamento fiscale in risposta alla persistente inflazione, alle sanzioni e alle sfide economiche che il Paese deve affrontare”.

      Inoltre, si noti il riferimento all’inizio dell’estratto a “una marcata decelerazione dell’espansione economica e una riduzione del 24% delle entrate energetiche previste”. Sebbene i prezzi del petrolio siano più bassi, l’effetto sul PIL russo è piuttosto ridotto e compensato in altri settori. E l’articolo non spiega come siano state fatte queste “proiezioni”.

      Le sanzioni? Non hanno affatto danneggiato l’economia russa, anzi l’hanno stimolata. Fanno male soprattutto a chi le impone.

       

       

       

      Tuttavia, il budget militare per il 2025 è stato aumentato – come misura temporanea pianificata – per modernizzare le forze armate e l’industria della difesa russa, ad esempio per produrre in massa i missili Oreshnik e altri sistemi d’arma, nonché per creare nuove infrastrutture industriali a sostegno di una produzione militare più efficiente in termini di costi. Questo include tecnologie che sono in senso stretto progressi industriali commerciali con applicazioni militari. La modernizzazione è in atto in tutti i settori dell’industria russa.

       

       

       

      Ciononostante, i media mainstream sono ancora impegnati nella loro vecchia storia – una sorta di catechismo politico – che la Russia e la sua economia stanno cadendo a pezzi, se non ora, presto… Inginocchiarsi col viso rivolto verso Washington e ripetere.

      La verità, tuttavia, è che le forze russe si stanno preparando per conquistare tutta l’Ucraina russofona. Una volta che la guerra si sposterà a Ovest, nella steppa a Ovest del Dniepr, tutto si accelererà; le fazioni neonaziste sono già in competizione per il potere e si contendono la carcassa putrefatta del regime di Kiev.

      Come ho detto, l’aumento del budget militare per il 2025 è sempre stato destinato ad essere temporaneo, solo un anno. Con l’Occidente che si avvia alla recessione economica, se non al collasso, la Russia prevede anche una riduzione dei prezzi del petrolio. Torneremo ai tempi dei cavalli e delle carrozze?

      Entro il 2026, con l’Ucraina ampiamente sconfitta e la guerra in via di esaurimento, non sarà necessario aumentare ulteriormente le spese per la tecnologia militare avanzata, e i fondi potranno essere reindirizzati altrove nell’economia là dove sono necessari, come Putin ha menzionato allo SPIEF e come ha fatto in altri discorsi.

      Ne consegue che il bilancio complessivo potrebbe non diminuire di molto, ma solo la spesa militare. La Russia può controllare la propria spesa militare; gli Stati Uniti non possono.

      Negli Stati Uniti i bilanci militari crescono e crescono per sostenere un complesso militare industriale fuori controllo. Inoltre, i materiali militari russi costano in media almeno un terzo rispetto alla stessa categoria di oggetti presenti nell’arsenale statunitense, ma sono spesso due volte più efficaci.

       

       

      Putin, intervenendo allo SPIEF.

      Nonostante il difficile panorama internazionale, negli ultimi due anni il PIL russo ha registrato un tasso di crescita annuo superiore al 4%, superiore alla media mondiale.

      Per quanto riguarda la struttura di questa crescita, vorrei condividere con voi un indicatore specifico: il cosiddetto PIL non petrolifero e non gas, che esclude i settori legati alla produzione di idrocarburi. Nel 2023, il PIL non petrolifero e non gas della Russia è aumentato del 7,2%, seguito da un ulteriore 4,9%, o quasi il 5%, nel 2024. Si tratta di cifre solide che superano i tassi di crescita del PIL complessivo.

      …diversamente da quanto alcuni potrebbero credere, l’industria manifatturiera della difesa non è stata l’unico motore della crescita complessiva del nostro PIL. Certo, ha svolto un ruolo importante, ma dobbiamo tenere d’occhio il modo in cui questa crescita è stata strutturata.

      Negli ultimi due anni, i settori più performanti sono stati la produzione agricola, l’industria manifatturiera in generale, l’industria delle costruzioni, la logistica, i servizi, la finanza e il settore informatico, coprendo quasi tutti i segmenti chiave ed essenziali dell’economia nazionale.

      Che cosa significa? Significa che grazie agli sforzi di decine di migliaia di imprese e società, dei loro team, dei loro manager e dei loro approcci proattivi, nonché al lavoro di milioni di imprenditori, l’economia russa si è sviluppata costantemente, raggiungendo nuove vette in termini di qualità, complessità e diversità. L’idea che l’economia russa sia completamente basata sulle materie prime e dipenda dalle esportazioni di idrocarburi è chiaramente superata e sta diventando un ricordo del passato. Oggi viviamo in una realtà diversa.

      La Russia è la quarta economia mondiale e la prima in Europa in termini di PIL. Non parlo del PIL pro capite, ma delle dimensioni dell’economia. Si tratta comunque di un traguardo importante.

       

      E l’Ucraina:

       

      Ho dichiarato in numerose occasioni che, a mio avviso, i popoli russo e ucraino sono essenzialmente un unico popolo. In questo senso, consideriamo l’Ucraina come nostra.

       

      Inoltre:

       

      C’è un vecchio detto, non proprio un proverbio, ma un principio di lunga data: ovunque metta piede un soldato russo è terra russa.

       

      Allo stesso tempo, però, la Russia rispetta il diritto all’autodeterminazione, che secondo Putin era una delle ragioni per sostenere il Donbass e Lugansk che avevano dichiarato tale diritto.

      Quindi, come ho detto in altri post, la Russia molto probabilmente effettuerà referendum oblast per oblast per consentire alla popolazione di scegliere l’indipendenza o una qualche forma di unione con la Russia senza coercizione.

      Gli aggiustamenti ai bilanci militari indicano una tempistica militare per l’Ucraina – i prossimi due anni. Indicano anche un piano di sviluppo economico e industriale a lungo termine.

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