Ultimamente un noto filosofo del web ha utilizzato l’espressione “edonismo etico” per criticare la recente (ma in realtà vecchia) pratica, adottata da noti influencers, di sfruttare il settore della beneficenza non soltanto per aumentare i propri guadagni economici, ma anche nella misura in cui la filantropia commerciale sembrerebbe funzionale al rafforzamento di un’immagine “buona” di sé stessi. In altre parole, come di recente è successo con il caso Ferragni-Balocco, a ricchi personaggi, soprattutto ben noti al pubblico, il successo economico negli affari non pare essere sufficiente; essi vogliono anche potersi sentire eroi, che fanno grandi opere di bene ai più sfortunati e bisognosi. Essi non si limitano ad offrire prodotti, servizi o molto spesso pseudo-servizi ad una massa di “fans”, bensì vogliono pure che quest’ultimi siano riconoscenti, che si sentano fortunati e grati di poter bere dalla brocca dei propri idoli tanto bravi e tanto buoni.
Ebbene, mutatis mutandis la questione riguarderebbe anche Salvatore Baiardo, il sospettato fiancheggiatore dei mafiosi Graviano, attualmente in attesa di essere ascoltato dalla procura in riferimento alla presunta proprietà dell’Agenda Rossa di Borsellino, nonché proprietario delle foto – mostrate al conduttore Giletti al quale rivelò in anticipo con estrema precisione la cattura del boss Messina Denaro suggerendo informazioni e contatti inestimabili per la giustizia italiana – che immortalano Silvio Berlusconi in compagnia di un Graviano e del generale Delfino.
Baiardo, ultimamente alle prese con una diatriba che ha coinvolto anche il c.d. Bandito di Firenze Alessandro Maiorano – noto per avere denunciato Matteo Renzi e aver rivelato fatti sconvolgenti su quest’ultimo, sia in veste di sindaco di Firenze che ai tempi del premierato al Consiglio dei ministri – ha infatti deciso ultimamente di intraprendere la strada della “beneficenza” attraverso l’associazione senese I Nodi d’Amore, presieduta dal sig. Gavrili Giovanni, che si occupa di aiutare soggetti particolarmente bisognosi, soprattutto ragazzi/e disabili, che necessitano di cure o servizi speciali.
L’ex gelataio di Omegna si era quindi proposto al sig. Gravili per offrirsi di sostenere l’associazione, ma soprattutto si era offerto di contribuire agli aiuti per Carmine Puccinelli, ragazzo purtroppo venuto a mancare – a quanto pare in circostanze tutt’altro che colpose – lo scorso 7 dicembre alla tenera età di 15 anni.
Baiardo aveva iniziato una serie di post sul suo account di Tik Tok nei quali chiedeva donazioni di beneficenza per Carmine, suggellati dallo slogan “DIAMOGLI UNA SPERANZA”. Tuttavia, dopo pochi giorni il Baiardo ha iniziato a mettere il suo stesso IBAN (o più probabilmente appartenente alla moglie) nei post con cui promuoveva la causa dell’associazione, corredati tra l’altro di foto del ragazzo e altri cimeli donati da personalità famose, come le maglie firmate calciatori della Juventus Chiesa e Del Piero. Il ragazzo infatti era inizialmente in cura a Napoli per dei presunti tumori alla testa ed ai polmoni. Motivo per cui esponenti noti dello sport e dell’intrattenimento si erano mossi per sostenere tutto l’apparato di cui aveva bisogno Carmine, dai trasporti in ambulanza (in Campania non gratuiti) ai farmaci.
Tra le personalità in campo, intervenute grazie al lavoro di Gravili e associati, vi sarebbero i già citati Alessandro Del Piero e Federico Chiesa, messi a disposizione dalla stessa Fondazione Agnelli; l’ex motociclista Loris Capirossi, il quale ha pagato il trasferimento in ambulanza all’ospedale di Civitanova Marche; Gigi D’Alessio e molti altri. Baiardo probabilmente non voleva sentirsi da meno, o più realisticamente ha colto il flusso con l’intenzione di ottenerci un guadagno personale e avrebbe quindi sfruttato l’immagine del ragazzo gravemente malato per ricevere donazioni su un IBAN di sua appartenenza, alla totale insaputa e senza il minimo consenso dell’associazione senese. In questo momento Gravili ha sporto querela presso la Guardia di Finanza contro Baiardo ed intende accertarsi che vengano prese le pertinenti misure giudiziarie.
Tuttavia, la vicenda non finisce qui. Collateralmente al caso Baiardo, Gavrili intende fare luce anche e soprattutto sul caso di malasanità che avrebbe provocato la morte di Carmine Puccinelli. Infatti, secondo la ricostruzione di Gavrili concessa ai nostri microfoni, il ragazzo avrebbe ricevuto sin dall’inizio, mentre era in cura a Napoli, una diagnosi totalmente sbagliata: a Carmine sarebbe infatti stato attribuito in seguito ai primi accertamenti un duplice tumore, rispettivamente al cervello e ai polmoni. Da quel momento, il giovane avrebbe ricevuto un trattamento sanitario completamente incompatibile con il suo vero problema. Si dà infatti il caso che il giovane Carmine avrebbe sofferto sì di tumore, ma né al cervello né ai polmoni, bensì al ginocchio, scambiato dai medici campani per una innocua ciste. Quest’ultimo fatto potrebbe aggravare ulteriormente l’incompetenza dei primi dottori di Carmine, smentiti già dai seguenti esami intrapresi da altri specialisti in vari ospedali nazionali.
Gli ultimi giorni di Carmine presso l’ospedale di Civitanova Marche, una volta corrette le cure, lo hanno visto in un primo momento come rinato: «Il suo emocromo era perfetto e le sue analisi davano risultati migliori delle mie» ci tiene a precisare il sig. Gavrili ai nostri microfoni. Purtroppo lo scorso 7 dicembre, appena prima che venisse trasferito a Bologna per iniziare un percorso sperimentale, gli effetti collaterali delle cure sbagliate che aveva ricevuto in Campania sono probabilmente esplosi, causando una crisi al ragazzo per cui non c’è stato nulla da fare.
Il presidente dell’associazione Nodi D’Amore ha affermato sui social due giorni dopo: «Carmine non meritava questa fine […] Posso dire con certezza che è stata la malasanità, ovvero gli errori di diagnosi». Nel frattempo è stata anche chiesta una interrogazione parlamentare ad alcuni deputati di Forza Italia affinché venga fatta luce sul caso. Inoltre si vocifera di un eventuale querela di Alessandro Del Piero contro il Baiardo per lo sciacallaggio che quest’ultimo avrebbe fatto dell’immagine del calciatore in riferimento al caso di Carmine.
Infine la madre di Carmine ha trovato il coraggio di esporre le sue prime impressioni in un breve video su Tik Tok, nel quale non si esime dal fare il nome di Salvatore Baiardo confermando che è in procinto di denunciare e chiedere giustizia per lo sfruttamento di cui suo figlio è stato vittima: «C’è un signore di nome Salvatore Baiardo…si è permesso di prendere la foto di Del Piero…la foto del letto di Carmine malato per chiedere soldi per aiutare Carmine. Io non la conosco questa persona. Per favore segnalatelo. Il sig. Gavrili ha denunciato questa persona e la andrò a denunciare anche io appena avrò delle forze».