Avdeevka. Il nome suona come un incantesimo. Come Debaltsevo o Bakhmut. L’incantesimo evoca l’immagine di un calderone.
Allo stato attuale delle cose, e tutto si muove alla velocità della luce, bastano 2 km perché il calderone si chiuda. Praticamente tutte le strade e i sentieri fangosi sono sotto il controllo del fuoco incrociato russo. Potrebbero esserci rimasti anche 6.000 soldati delle Forze Armate dell’Ucraina (AFU). Non possono andare da nessuna parte. Sono già, o sono destinati ad andare, all’inferno.
Il “Macellaio” Syrsky, appena nominato Comandante in Capo dell’AFU nel bel mezzo una brutta cagnara a Kiev, si è subito procurato un nuovo calderone. Le vecchie abitudini sono dure a morire.
Il morale e lo stato psicologico dei combattenti dell’AFU sono a pezzi. I neo-nazisti del battaglione Azov vengono decimati dall’artiglieria, dagli FPV [droni kamikaze] e dalle FAB [bombe plananti a guida satellitare].
Tuttavia, i generali dell’AFU stanno allestendo il palcoscenico delle pubbliche relazioni per un’altra “vittoria” – una replica di Ilovaisk e Debaltsevo, anche se l’effettiva ritirata, evacuazione o “estrazione” dovrà passare attraverso i corridoi dell’inferno.
In effetti, l’unico che è riuscito ad uscire dall’inferno, appena in tempo, è stato il gen. Zaluzhny. Per citare Dylan: “Accendi un altro fiammifero/ vai e ricomincia“.
L’Asse della Resistenza e il suo specchio slavo
Durante il mio vertiginoso viaggio attraverso il Donbass, solo pochi giorni fa, Avdeevka – l’incantesimo – era onnipresente. Nel corso di una riunione tenutasi in un complesso segreto immerso nell’oscurità alla periferia occidentale di Donetsk, due alti comandanti di battaglione cristiano-ortodossi, mentre discutevano di tattica, avevano osservato che la caduta di Adveevka sarebbe stata una questione di giorni, al massimo di settimane.
La simbologia è trascendentale. Kiev aveva continuato a fortificare Adveevka, senza sosta per quasi 10 anni – essenzialmente per poter bombardare impunemente i civili di Donetsk e di altre parti del Donbass, all’infinito. Donetsk rimane estremamente vulnerabile e i bombardamenti continuano. La forza, la resilienza e la fede dei residenti di questa storica città mineraria – e della campagna circostante – sono assolutamente commoventi.
In una straordinaria conversazione con Alexander Dugin, entrambi avevamo chiarito, direttamente e indirettamente, che i lavoratori della Novorossia sono i fratelli spirituali degli oppressi in Palestina e nello Yemen. Sì, l’Asse della Resistenza in Asia occidentale si rispecchia nell’Asse della Resistenza slava nella terra nera delle steppe.
Per quanto la Russia possa essere stata attirata in uno scontro di civiltà con l’Occidente collettivo, questa è anche una guerra spirituale. La guerra per procura dell’Egemone contro la Russia in Ucraina è una scommessa geopolitica, tanto quanto la guerra del nichilismo occidentale contro l’Ortodossia russa.
Avevo parlato con un comandante di alto grado del parallelismo tra il Cristianesimo ortodosso e lo Sciismo; forse era rimasto interdetto, ma aveva sicuramente recepito il messaggio.
Dopotutto, deve aver istintivamente capito che sono stati i reietti, i vessati e i bombardati del Cristianesimo ortodosso e dell’Islam a risvegliare le civiltà ortodossa e islamica per una guerra trascendentale di sopravvivenza – sostenuta dalla fede.
Al di là dell’incantesimo di Adveevka – una sorta di catalizzatore di tutti questi tempi difficili, proprio come Maria, la Madre di Dio che, alla fine, viene ad offrire conforto – ciò che mi ha colpito in questo vertiginoso viaggio nel Donbass è stata l’onnipotenza del popolo. I civili sono i veri eroi della completa liberazione della Novorossiya, tanto quanto le persone sparse nella Grande Siria – che comprende Palestina, Siria e Libano – Iraq e Yemen.
Queste sono le anime che hanno sopportato un inferno in Terra molto più crudele e prolungato del calderone di Adveevka, da quando il Sionismo e la sua progenie coloniale escatologica di guarnigioni e colonizzatori hanno conquistato la Terra Santa.
Il popolo di Novorossiya, così come gli Houthi nello Yemen, ha la Fede impressa nel proprio DNA. I comandanti e i soldati profondamente impegnati che ho incontrato in Novorossiya, vicino alle linee del fronte, rispecchiano il consenso popolare.
Giocatori d’azzardo sull’autostrada della speranza
Per un Occidentale del dopoguerra, quando ci si rimette in viaggio è inevitabile fare riferimento a Dylan: “l’autostrada è per i giocatori d’azzardo, è meglio usare il buon senso“. In qualche modo, i giocatori d’azzardo per eccellenza sul suolo nero della Novorossiya sono questi soldati volontari a contratto, che, per difendere la loro terra, evocano il potere di una Fede indistruttibile.
Per quanto riguarda le pedine del gioco occidentale che periranno o si arrenderanno quando il calderone inizierà a bollire, si potrebbe dire che “anche questo cielo si sta ripiegando sotto di voi“.
Shelley aveva intuito che tutti noi ci ribelliamo all’oblio a cui la morte ci condanna. Ma questa ribellione può seguire due strade completamente diverse.
L’uomo inebriato dal potere distrugge tutto ciò che ha di fronte e viene a sua volta distrutto (è il destino dell’attuale Impero della Menzogna).
C’è poi la strada seguita dal poeta, o dal guerriero spirituale, la cui anima è un’arpa eolica che evoca forze immense, invisibili e miracolose.
Naturalmente, la guerra per procura in Ucraina non finirà con Adveevka e la battaglia sulle colline di Donetsk, vecchia di quasi dieci anni, andrà avanti.
Ci saranno altri attacchi terroristici, unicamente a scopo propagandistico, e la sofferenza dei civili potrebbe prolungarsi ancora. Ma ciò che è già assolutamente chiaro è che qualsiasi mediocre giocatore di scacchi che sogni di sconfiggere l’anima russa e imporre un “ordine basato su regole” su terre russe millenarie è inesorabilmente condannato.